La Playmate del mese

     

GRETSCH CHET ATKINS COUNTRY GENTLEMAN, 1964

Nella lunga storia della Gretsch, la collaborazione con il compianto maestro della chitarra country Chet Atkins rappresenta uno dei capitoli più entusiasmanti: a partire dalla metà degli anni ’50 videro infatti la luce, negli stabilimenti di New York, alcuni tra i modelli più famosi e spettacolari della variopinta produzione Gretsch. Se la "Chet Atkins Hollow Body", meglio nota come modello 6120, rappresentava il capostipite della famiglia e ne incarnava i tratti più dichiaratamente western (con logo ‘G’ marchiato a fuoco, e dovizia di riferimenti simbolici all’epopea del west), e la solid-body 6121 recitava il ruolo di ‘sorella minore’ ma non per questo meno appariscente, la "Chet Atkins Country Gentleman" si poneva su un diverso piano.

Fatta tabula rasa di quella pacchianeria tra il macho e il bambinesco che costituisce poi il misterioso fascino delle chitarre elettriche da cow-boy, la Country Gentleman, introdotta nel 1958 come modello numero 6122, si presenta come strumento di punta della linea ‘Atkins’ e ogni dettaglio sembra volerne riconfermare il primato. Singola spalla mancante, tastiera in ebano, pickup FilterTrons, hardware dorato, Bigsby B-6, sono alcune tra le evidenti analogie con la 6120.

Ma altrettanto evidenti sono le differenze: la finitura colore mogano scuro introduce un sottile tratto di severità ed eleganza, e alcuni particolari ne sottolineano lo status: tra tutti, la placca dorata sulla paletta che riporta il nome del modello e il numero di serie, e le splendide meccaniche Grover Imperials dal disegno a gradini, impiegate anche da Gibson e D’Angelico su pochi e prestigiosi modelli. La 6122 sta alla 6120 come il gentiluomo di campagna, deposti gli speroni e sedutosi accanto al caminetto, sta al suo capo-mandriano impegnato con lazo e pistole in mezzo al fango.

Le differenze, però, non erano soltanto estetiche… in quegli anni le 6120 Hollow Body erano state dotate di un sistema di incatenatura interna particolarmente rigido per contrastare il feedback, e la Country Gentleman compì il passo successivo: le buche ad ‘f’ erano ‘false’, realizzate da due pannelli in plastica, leggermente rientrati rispetto alla superficie del top. Questo particolare accorgimento consentiva di suonare a volumi più elevati senza rischio di effetto larsen, mantenendo le caratteristiche timbriche di una semiacustica. Le dimensioni stesse della cassa erano maggiori (17" contro 16"), con una profondità di due pollici e tre quarti.

Con il suo prezzo di 525 dollari, inferiore solo alla White Falcon, la 6122 si poneva al top della linea Chet Atkins: infatti la 6120 costava appena 420 $ e la 6119 Tennessean, introdotta sul finire del ’58 rappresentava il ‘modello base’ della serie. Proprio questi due strumenti, nonostante fossero stati ispirati dalla star di Nashville, trovarono la loro consacrazione mondiale dopo diversi anni grazie ad un musicista che veniva da oltreoceano e che in un gruppo chiamato The Beatles non suonava certamente musica country: già proprietario di una Gretsch (una Duo-Jet del ’57), George Harrison legò gli anni più felici della sua carriera ad una Country Gentleman del ‘63, in tutto e per tutto simile a quella in mostra su queste pagine, prodotta all’inizio del 1964. Come noterete, le differenze rispetto alla prima versione sono notevoli: in primo luogo, il corpo a singola spalla mancante è stato sostituito dalla nuova versione double-cutaway, definita nella colorita terminologia Gretsch "ElectroTone", la profondità della cassa è ridotta a due pollici; le ‘f’ sono soltanto dipinte in nero, il Bigsby B-6 è stato sostituito dal più moderno "V-cutout" con logo Gretsch. 

Tutte le caratteristiche più prestigiose del modello sono state mantenute, e nuove dotazioni ne arricchiscono l’immagine: una doppia sordina, azionabile con due levette separate, consente di intervenire sulle tre corde basse o sulle tre acute separatamente, e i circuiti elettrici seguono il classico schema Gretsch dell’epoca, con volumi separati per i due pickup, volume master, due switch per i toni e per la selezione dei pickup, e un terzo con la funzione di stand-by, utilizzato in pratica per ‘spegnere’ la chitarra senza disconnetterla dall’amplificatore. Tra leve, switch e manopole, ben otto marchingegni fanno bella mostra di sé sul top dello strumento, nel più classico stile della casa di New York. 

Vista da dietro, la nostra Country Gentleman non è certo meno appariscente: il cuscinetto in pelle nera copre la piastra di accesso ai comandi in plastica bianca, e spiccano sul retro della paletta le Grover Imperials dal massiccio ma elegante disegno. Sulla faccia anteriore, è sempre presente la piastra dorata con nome del modello e numero di serie.

Per il collezionista di Gretsch, il valore della 6122 è legato in modo particolare ai dettagli che distinguono il modello ‘Harrison’ dalle versioni successive, assai meno ricercate e preziose anche perché prodotte in numero assai maggiore proprio grazie al successo dovuto all’endorsement non dichiarato da parte del chitarrista inglese. A partire dalla metà del ’64, infatti, intervengono numerose modifiche: il numero di serie scompare dalla piastra sulla paletta, le meccaniche vengono sostituite dalle ancor più pesanti Grover kidney-button, i feltrini rossi posti sotto le leve delle sordine sono sostituiti da feltri neri, al logo Gretsch sul battipenna si aggiunge il nome del modello. La modifica più significativa sarà poi rappresentata dalla sostituzione di uno dei due FilterTrons con un pickup della nuova generazione chiamato SuperTron, che peraltro non incontrerà mai le simpatie dei chitarristi, tanto da venire nuovamente sostituito dall’illustre e venerato predecessore nel ’67, anno in cui scompare anche la doppia sordina sostituita da un modello "singolo" più convenzionale.

Chi è ancora estraneo dalla passione per le Gretsch, potrebbe considerare queste annotazioni come il delirio di un feticista. E non avrebbe tutti i torti, probabilmente. Fatto sta che proprio su questi deliri si fonda una componente non secondaria del collezionismo, non solo Gretsch e non solo chitarristico, con pesanti effetti sui prezzi di mercato e, ahimè, su molti bilanci familiari. Nel caso delle chitarre, poi, le suggestioni visive evocate dai vari modelli si arricchiscono di elementi ‘vivi’ come il suono, le sensazioni offerte dal profilo del manico, la scorrevolezza della tastiera… e tra le più irresistibili sirene a sei corde la Country Gentleman, nella sua versione più classica qui illustrata, raccoglie in sé tutti gli elementi di storia, fascino, mito, bellezza e "utilità" che fanno della chitarra elettrica uno dei più significativi simboli del nostro tempo

Nino Fazio