Titolo
Reflessologia Zu
"Morfologia"
Autore
A. E. Baldassarre
Pagine: 148


INDICE
(click sui capitoli)

- Morfologia Riflessa Zu
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L'alluce
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Le Dita
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Parte alta
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Parte centrale
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Parte bassa
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Alterazioni morfologiche..
- Sudorazione e odore
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Sintesi

Elenco libri

 

 

 

 

L'ALLUCE

Nel libro "Reflessologia Zu" prima parte, abbiamo considerato l’alluce soprattutto come cranio, riferito alla struttura ossea, era colorato in nero e ne abbiamo evidenziato i particolari, ora attraverso la percezione tattile, ne prendiamo in considerazione anche la parte carnosa riferita per associazione alla parte molle della testa, quindi al cervello e alle sue funzioni.

Rileveremo la sua forma, quella dell’unghia e le corrispettive anomalie e patologie. L’alluce è il primo dito del piede, omologo del pollice, ma meno mobile. È costituito da due falangi unite tra loro da un’articolazione cerniera o diartrosi. La porzione prossimale della prima falange si articola con l’epifisi distale del primo metatarso. Possiede un tendine estensore lungo e uno corto, un flessore lungo e uno corto, un abduttore e ad un adduttore. Posto nella parte più distale del piede è associato al mentale, le sue manifestazioni sono legate alla parte inerente il cielo, la parte alta, la testa come proiezione reflessologica.

Alluce parte dura parte molle (mancano le scritte)

La seconda falange, reflessologicamente, comprende la calotta cranica; la fossetta appena sottostante rappresenta i seni frontali, uno per piede; la sporgenza esterna in alto, rappresenta l’arcata sopraccigliare; la sporgenza in basso, rappresenta il processo mastoideo, particolarmente sensibile al tatto perché corrisponde all’inserzione dello sternocleidomastoideo; la sporgenza centrale corrisponde all’ipofisi. Sulla prima falange identifichiamo le sette vertebre cervicali. L’articolazione falange-falangina rappresenta l’articolazione atlante-epistrofeo, l’articolazione della testa con il collo. La parte molle della seconda falange, insieme alle altre dita del piede, come abbiamo già detto, rappresentano il cervello e le sue funzioni.

Aree riflesse dell'alluce

Alluce duro

Ad un immediato esame visivo, possiamo classificare l’alluce-testa come grosso, duro, molle, bianchiccio, svuotato, valgo, sovrapposto o sottoposto al secondo dito.

Un alluce grosso, rosso, duro, dà un senso di pienezza al tocco, questo ci indica che la persona vive una sintomatologia riferibile a una pressione endocranica aumentata, e che verrà espressa attraverso la simbologia del linguaggio con: "Mi sento la testa piena!" "La testa mi scoppia!" "Ho un cerchio intorno alla testa!" Frasi simili, danno l’idea di qualcosa che vuole esplodere, di una situazione che tende all’espansione, espansione impedita e limitata dalla rigidità contenitiva del cranio.

Persone con un alluce che si presenta duro, grosso, pieno, dovranno ritenersi relativamente fortunate se dovessero avere manifestazioni dovute a rottura di piccoli vasi, riferibili a una pressione endocranica aumentata come l’epistassi o emorragie oculari. Sarebbero sicuramente meno fortunate se, invece che nel naso o nell’occhio, a cedere alla pressione fosse una piccola vena o un’arteriola all’interno del cranio, provocando un’emorragia cerebrale, situazione ben più grave delle precedenti. Una vena o un’arteriola che determina un fenomeno emorragico diventa l’anello debole della catena che ha ceduto quando questa é stata tesa all’estremo. In una situazione di particolare tensione, stress fisico o emotivo, il nostro organismo subisce sollecitazioni alle quali non sempre riesce a dare una risposta adeguata, il logorio della vita quotidiana conduce spesso a questa situazione. I ritmi di vita che conduciamo nella nostra società a tecnologia avanzata ci portano ad ignorare i segnali che il nostro corpo, sotto forma di messaggi, invia costantemente, le situazioni appena descritte ne sono i tragici risultati. Quando si sente dire di una persona colpita da ictus o da infarto: "Fino a poco tempo fa stava così bene!" Evidentemente fino a poco tempo prima stava bene solo apparentemente.

Alluce grosso duro

Se l’alluce destro appare più grosso, duro e rigido rispetto al sinistro, significa che l’emisfero cerebrale omolaterale è più sofferente. Reflessologicamente l’alluce destro corrisponde alla parte destra della testa e l’alluce sinistro alla parte sinistra.

L’emisfero cerebrale sinistro controlla la muscolatura volontaria della parte destra del corpo, l’emisfero cerebrale destro ne controlla la parte sinistra.

L’emisfero cerebrale destro regola la parte istintiva, emotiva, affettiva, femminile dell’individuo, come pure le funzioni del sogno e della creatività, è quella parte che l’essere umano utilizza soprattutto nei primissimi anni di vita.

L’emisfero cerebrale sinistro regola invece le funzioni inerenti l’attività razionale, logica, di tipo maschile, funzioni che cominciamo a utilizzare in maniera più evidente col passaggio dalla scuola materna alle prime classi elementari, quando le funzioni associative e matematiche come: "Uno più uno uguale a due" e l'associazione di sillabe diventano un’attività più costante. Nelle manifestazioni cefalgiche (mal di testa), la simbologia del linguaggio, radicata profondamente in noi come archetipo, ci da grandi possibilità d’interpretazione, utile confronto e supporto a ciò che possiamo osservare attraverso i piedi.  

Alluce molliccio

Passiamo alla situazione opposta: l’alluce si presenta molliccio, svuotato, di colorito chiaro. La persona descrive sintomi come: "Sento la testa vuota!" "Ho la testa fra le nuvole!" "Mi sento la testa piena d’aria!" Sensazioni di vuoto, come vuoto appare l’alluce, sintomi riconducibili ad una condizione di pressione endocranica diminuita, quindi ad un ridotto afflusso di sangue al cervello con tutte le conseguenze, prima fra tutte un ridotto apporto di ossigeno. Le cause di questa condizione possono essere legate ad una ridotta capacità di ventilazione, ad un ridotto tono muscolare, ad eventuali forme depressive e quant’altro concorra a creare ristagno sanguigno per situazioni di carenza. Queste persone appaiono soggetti svuotati, con un qi carente, dovranno essere sicuramente tonificati.

Alluce molliccio  

Cefalea pulsante

Torniamo all’alluce pieno ed al quadro di manifestazioni sintomatiche prima enunciate, se induciamo il paziente ad una lettura simbologica e dettagliata dei suoi sintomi, possiamo ulteriormente diversificare la sintomatologia di quella testa che scoppia, che il paziente tende a tenere tra le mani. Gli chiediamo se il suo mal di testa è di carattere pulsante o continuo.

Se la cefalea denunciata è di carattere pulsante, dal latino pulsus, battere, significa che è determinata dalla pressione endocranica aumentata, dovuta probabilmente alla compressione di un’arteria. Questa compressione può avvenire in un punto esterno al cranio, come il collo, e avere quindi un’origine cervicale o può essere causata dalla contrattura dei muscoli del collo, da linfonodi ingrossati o tumefatti, da linfa stagnante. Il sangue arterioso dal cuore viene pompato verso la periferia, se le arterie mantengono la loro elasticità compensano la spinta sistolica, ma se sono indurite, tendenzialmente sclerotiche, non riusciranno a compensare la spinta che il sangue riceve dal cuore e aumenterà quindi la pressione all’interno delle pareti arteriose, con il conseguente sintomo del pulsus, del battere. Un mal di testa pulsante, possiamo ricondurlo in maniera riduttiva ad un’origine compressiva arteriosa.  

Cefalea continua

Quando la cefalea si presenta come dolore costantemente sordo, diffuso, ecco che, diversificando il sintomo, se ne diversifica l’eziologia e la patologia. Di fronte a un mal di testa continuo, costante, il sintomo è da riferirsi non più ad una compressione arteriosa, bensì ad una situazione di ridotto reflusso di sangue dal cervello. Rimane costante la causa compressiva, ma in questo caso si tratta di compressione venosa.

Le vene hanno percorsi più superficiali rispetto alle arterie, pertanto il quadro clinico risulta relativamente meno grave del precedente in quanto la funzione del sangue di apportare ossigeno al cervello è già stata assolta.  

Emicrania

Nella condizione dell’alluce pieno abbiamo un’ulteriore diversificazione sintomatica: dalla cefalea, mal di testa che coinvolge tutta la testa, distinguiamo l’emicrania. Il prefisso emi significa metà. Se una persona ha un’emicrania che interessa la parte destra o la parte sinistra è interessato un emisfero cerebrale con la compromissione e la sofferenza delle funzioni rispettive già citate. Se l’emicrania coinvolge soprattutto il lato destro, l’associamo a problematiche della sfera razionale; se è interessato il lato sinistro le cause del malessere sono da ricercarsi in situazioni relative alla sfera affettiva e creativa.  

Alluce insaccato

Il primo dito è governato da due tendini, superiormente dal tendine del muscolo estensore lungo dell’alluce e plantarmente dal tendine del muscolo flessore lungo dell’alluce, che ne permette il movimento opposto.

L’alluce può subire una torsione verso l’esterno o verso l’interno. Si può chiaramente comprendere la preminenza della contrazione del muscolo estensore lungo o del muscolo flessore lungo del primo dito a seconda che l’alluce appaia all’insù o all’ingiù, oppure sottoposto o sovrapposto al secondo dito o nettamente insaccato e quindi più corto rispetto alle altre dita.

Possiamo ancora evidenziare la protuberanza artrosica dell’articolazione metatarso/falangea: dorsalmente, plantarmente, lateralmente internamente o esternamente. Un principio importante è che le ossa non si muovono da sole, ma vengono mosse dai muscoli. Quando troviamo un alluce-testa insaccato, la corrispondenza con il corpo sarà una testa che tende a insaccarsi nel torace. Il cranio è un elemento di contenimento e di protezione del cervello, come la gabbia toracica lo è per il cuore e i polmoni, tra i due c’è il collo, con le sette vertebre cervicali che vengono ad essere la parte più esposta e indifesa.

Alluce insaccato

Quando diciamo per esempio: "Boh..." "Chissà..." "Non so..." "Forse..." "Staremo a vedere..." "Può darsi..." Il nostro atteggiamento posturale è quello d’innalzare le spalle, di riavvicinare la testa al tronco, appunto per difendere il collo. Questo movimento coinvolge principalmente i muscoli sternocleidomastoideo e trapezio, il loro continuo contrarsi riavvicina le vertebre cervicali provocando lo schiacciamento dei dischi intervertebrali e delle coppie delle radici nervose del collo. Da questo atteggiamento posturale hanno origine le problematiche inerenti la sofferenza delle vertebre cervicali con le loro conseguenze dirette, come quelle relative all’innervazione del cranio e del plesso cervico/brachiale e quelle indirette e/o compensative di altri distretti del corpo.

Quando questa postura, per il continuo stress, le continue tensioni o paure, tende a stabilizzarsi, gli effetti posturali sui muscoli si manifestano come una catena muscolare che scende fino ai piedi: l’alluce subisce un insaccamento e le dita una contrazione dei muscoli flessori o estensori. Questi concetti saranno approfonditi nel capitolo riguardante le patologie.  

Dermoglifo decentrato

Quando in un alluce la parte carnosa appare come una protuberanza a volte così evidente, da ricoprire il secondo dito e parzialmente anche il terzo, il dermoglifo, (i solchi che determinano l’impronta digitale) appare evidentemente spostato verso il secondo dito. Questa manifestazione, in rapporto alla sua entità, ci dà indicazioni inerenti ai vuoti della memoria recente.

Dermoglifo decentrato

Il dermoglifo decentrato quindi si presenta come un prolassamento della parte carnosa dell’alluce, già associata alla parte molle della testa e in modo specifico al cervello, viene simbologicamente descritto come "Mi sento il cervello in pappa!"

Anche per i vuoti di memoria ci si deve riferire all’emisfero cerebrale destro o al sinistro, a problematiche riguardanti o la sfera affettiva o quella razionale. In genere riguardano soprattutto la memoria recente e quasi mai quella antica, che è profondamente radicata in noi. Da un punto di vista psicologico, una delle cause possibili dei vuoti di memoria può essere l’esigenza di dimenticare tutto quanto ci comporta sofferenza: S. Freud diceva che tendiamo a dimenticare le cose che non ci interessano più. Le funzioni della memoria sono comunque mediate e attivate dalla sintesi glucosio/ossigeno: da qui si deduce quanto sia determinante una respirazione ottimale attraverso per esempio un’attività sportiva aerobica.  

Solchi emozionali

Alcuni alluci presentano uno, due o anche tre piccoli solchi, che consideriamo tali solo quando interrompono il dermoglifo, solitamente sono disposti verticalmente. Dalle risposte avute dai soggetti trattati, ho dedotto e codificato situazioni emozionali relative ad esperienze che hanno lasciato dei profondi segni nella loro psiche. Possiamo immaginare un parallelo tra le volute cerebrali e i solchi del dermoglifo.

Una signora aveva l’alluce sinistro diviso da una ruga profonda, come se il suo emisfero cerebrale fosse stato diviso nettamente in due parti. Alla domanda se la sua sfera affettiva avesse subito un trauma o fosse stata separata nettamente in due parti, mi rispose semplicemente che il signore lì presente era il suo secondo marito. Vedova, si era risposata e il suo alluce aveva somatizzato questi due periodi segnati da due figure affettivamente importanti. Non avrei voluto essere nei panni del secondo marito: quel solco così profondo stava a indicare che la signora non aveva elaborato il lutto, quindi il confronto tra i due mariti era una costante che influiva negativamente nel rapporto del secondo matrimonio.

Solchi emozionali

Un’altra paziente che aveva due linee profonde sull’alluce destro, alla mia domanda se la sua sfera razionale, associabile all’attività lavorativa, fosse stata divisa in tre cicli ben differenziati, rispose che aveva svolto tre tipi di lavoro: casalinga, sarta e bidella. Riporto solo questi due esempi, particolarmente significativi, perché le linee che apparivano sugli alluci erano molto evidenti; sono comunque da prendere in considerazione, tutte le situazioni che appaiono anomale rispetto ad un alluce ideale. Se le linee verticali evidenziate sull’alluce sono più superficiali, ne va compreso lo stesso il significato. Esse corrispondono a situazioni vissute in maniera meno profonda.  

Dermoglifo appuntito

In alcuni adulti il dermoglifo appare evidente, ben appuntito, sporgente: ho avuto modo di notare che in questi soggetti permangono delle grosse componenti di carattere infantile.

Il dermoglifo sporgente e appuntito, sia nelle dita delle mani che dei piedi, è caratteristico dei bambini, negli adulti si riduce fino al completo appiattimento del polpastrello, pertanto incontrare un adulto con un dermoglifo evidente non è comune.

Non ha caratteristiche patologiche e a seconda dell’entità questi soggetti appaiono persone amabili, scherzose, che non si prendono troppo sul serio, che riconoscono e accettano questo aspetto del loro carattere senza farsene dei problemi.

Dermoglifo appuntito

 

Calli e callosità

A differenza dei calli, nei quali è presente un fittone che raggiunge le terminazioni nervose e che genera dolore, le callosità non sono dolenti, si formano gradualmente ispessendosi in seguito al costante sfregamento con la scarpa. Se lo sfregamento avviene in tempi relativamente brevi, come capita con un paio di scarpe nuove o degli scarponi da montagna, la manifestazione sarà acuta, genera una flittena, più conosciuta come vescica o bolla d’acqua.

Se sollecitiamo con uno specifico massaggio l’area riflessa delle callosità immediatamente non abbiamo nessuna risposta sintomatica evidente, nè fastidio nè dolore ma continuando a sollecitare ancora per qualche secondo, inaspettatamente il paziente avvertirà un dolore acuto e pungente.

Il massaggio veloce eseguito con la punta del pollice genera onde corte che trasmesse alle terminazioni nervose sottostanti protette dalla callosità, determinano dolore acuto per la loro patologica ipersensibilità.  

Callosità padre

La callosità nell’area mediale dell’alluce, quella che particolarmente viene sollecitata dalla scarpa, ci indica che il padre del soggetto in esame gli ha creato dei limiti allo sviluppo della personalità. In particolare se è a sinistra significa che il soggetto non ha tagliato il cordone ombelicale nei confronti del padre. Per il bambino il padre come archetipo dovrebbe rappresentare l’autorità, il comando, il capo/testa, colui che guida la famiglia. Se questi come tale è troppo forte e repressivo o all’opposto è un padre/bambino/giocherellone o addirittura debole e succube della madre o ancora, se viene meno all’immagine di padre forza/protezione/maschile e non rappresenta il giusto senso di autorità agli occhi del bambino, questi vivrà delle limitazioni nello sviluppo della sua personalità. Il padre deve essere giustamente autorevole.

Nell’interpretazione delle callosità della parte mediale, sia dell’alluce che del calcagno, è necessario considerare se appartengono ad un uomo o a una donna. La callosità padre è ben più grave nel caso di un uomo anziché di una donna perché ha a che fare con l’affermazione della propria identità maschile: un maschio in conflitto con il maschio che è in lui. Se questa callosità appare invece sui piedi di una donna, il problema è relativamente minore, in quanto la donna si pone in maniera conflittuale e non complementare nei confronti del maschile, ma ciò non crea una situazione importante e grave quale è la conflittualità con il proprio archetipo femminile.

La callosità sull’alluce destro invece significa che le problematiche non hanno avuto un’origine infantile ma si sono venute a creare nel periodo adulto: non sarà stato quindi il padre/genitore la causa principale di questa manifestazione.

Callosità padre

Il soggetto vive una situazione conflittuale con il principio di autorità di ordine contingente: egli è in conflitto con tutte quelle persone, situazioni, istituzioni che in qualche modo tendono a dargli degli ordini o che lo rendono subordinato, dipendente, situazioni che gli vanno strette e che non riesce facilmente a risolvere.

La callosità presente sia sull’alluce sinistro che sul destro sta a significare che il cordone ombelicale con il concetto padre-autorità non è stato tagliato e che il paziente ha trasferito i conflitti con il padre/genitore nel suo vissuto presente.

Se la callosità sull’alluce destro è inferiore a quella di sinistra significa che il soggetto va migliorando, sta risolvendo gradualmente i problemi con il principio di autorità, con il suo maschile e con l’autorità istituzionalizzata: padrone, capufficio, preside, funzionario, stato, istituzione. Se al contrario la callosità sull’alluce destro è maggiore, la interpretiamo come se i problemi del vissuto presente non solo non sono stati risolti, ma addirittura si vanno accentuando.

È importante comprendere che attraverso i piedi non possiamo prendere in considerazione l’atteggiamento pedagogico del padre nei confronti del figlio, bensì quello che il soggetto ha vissuto nei confronti del padre.

A volte il paziente sostiene che sarebbe stata piuttosto la madre a creargli dei problemi; allora noi gli spieghiamo che la discussione, la lite, il confronto diretto, essendo già manifestazioni yang, esternazioni, bruciano quel disagio e una volta bruciatolo, l’es, il nostro inconscio, non ha più l’esigenza di somatizzarlo. È ciò che non viviamo a livello cosciente che viene somatizzato, però con quest’importante diversificazione: l’individuo adulto inevitabilmente non ha più lo stesso tipo di rapporto col padre rispetto a quando era bambino, ed esprime quindi la conflittualità, il disagio del suo io maschile, il suo concetto di autorità, in tutte quelle situazioni o rapporti che in qualche modo limitano la sua libertà.  

Callosità plantare prima/seconda falange I° dito

A volte la callosità dell’alluce si prolunga fin sotto l’articolazione prima/seconda falange: l’articolazione atlante/epistrofeo.

La callosità è uno strato corneo che riduce l’elasticità della pelle, ma al tempo stesso protegge l’ipersensibilità delle terminazioni nervose sottostanti.

Una rigidità relativa quindi all’articolazione prima/seconda falange del primo dito corrisponde a una rigidità dell’articolazione cranio/prima vertebra cervicale. Il significato più globale è che nel soggetto in questione la zona alta del collo è particolarmente sensibile e si difende generando la rigidità nucale.

Rigidità nucale

  Fossette sull’alluce

Una signora che si sottopose alla lettura dei piedi, presentava due evidenti fossette sull’alluce sinistro, nella zona corrispondente alla calotta cranica, le chiesi se aveva subito lesioni al cuoio capelluto, mi rispose che, in seguito a un incidente stradale, aveva riportato un importante trauma cranico e le erano stati messi molti punti di sutura. Rimase ricoverata in ospedale per più di quaranta giorni, era all’estero e quell’esperienza segnò notevolmente la sua vita.

Fossette dell'alluce

Valgismo dell'alluce

Le affezioni che determinano l’alluce valgo vengono imputate nella maggior parte dei casi a calzature inadatte: nulla è più sbagliato. In Cina al compimento del settimo anno di età, con la prima luna piena di primavera venivano strettamente fasciati i piedi delle bambine affinché crescendo, il piede rimanesse piccolo, il piede fior di loto. Con il passare degli anni questi piedi rimanevano effettivamente piccoli, ma anche orrendamente deformati. Come mai in occidente portando scarpe strette i piedi diventano invece più grandi?

Scarpe inadatte influiscono solo in piccola parte sulla formazione dell’alluce valgo. Ricordiamoci che le ossa non si muovono da sole ma vengono mosse dai muscoli e a seconda di quali muscoli o gruppo di muscoli si contraggono maggiormente: sopra, sotto, avanti, dietro, destra, sinistra, superficiali, profondi, avremo i diversi e relativi movimenti ossei.

Si parla dell’alluce valgo come di un processo ereditario, è falso anche questo, bisogna distinguere ciò che è ereditario, da ciò che comporta una predisposizione alla ereditarietà, ciò che è congenito dalle patologie neonatali. L’ereditarietà comporta una trasmissione attraverso i geni, per cui sono da considerarsi ereditari la statura, il colore degli occhi, alterazioni o deformazioni che il nostro DNA ha memorizzato. La predisposizione ereditaria è invece da considerarsi come l’anello debole di una catena: in famiglia ci sono uno o più parenti diabetici, il nuovo nato però non manifesta i sintomi della malattia, che si potranno manifestare, e non necessariamente, a 30, a 40, a 50 o a 60 anni.

Perché a 30 anni piuttosto che a 50? A volte cause esterne, che possono essere anche di origine psicosomatica, possono intervenire e far sì che la malattia si manifesti ad un’età piuttosto che ad un’altra. È sufficiente uno stress perché la catena tesa al massimo si rompa proprio la dove c’è l’anello più debole. Se nella predisposizione ereditaria l’anello debole è rappresentato dal diabete, o da qualche altro tipo di affezione associabile a questo principio, ecco che il soggetto ne manifesterà i sintomi. Congenito invece significa ciò che viene con la nascita, quindi il bambino nasce con quel tipo di affezione. Le patologie neonatali sono quelle contratte appena nati, come nel caso di una madre luetica che contagia il bambino nel momento del parto.

Siccome nessun bambino nasce con l’alluce valgo, tutt’altro, i suoi alluci come quelli di coloro che vivono a piedi nudi, sono vari e non valghi. Possiamo affermare che questa alterazione non è inquadrabile nelle affezioni ereditarie: bensì nel gruppo delle predisposizioni ereditarie.

La contrazione del muscolo flessore o estensore del primo dito, determina una compressione della prima falange sull’epifisi distale del primo metatarso. Una legge fisica enuncia: "La pressione unita al movimento genera calore." Il calore prodotto da questa compressione genera a sua volta l’aumento e l’espansione del liquido sinoviale contenuto nella capsula periostea, che tiene insieme l’articolazione metatarso-falangea del primo dito.

Nella condizione acuta, l’infiammazione si manifesta con gonfiore, rossore, dolore, limitazione della funzione e viene definita borsite. Ogni volta che questo liquido si riassorbe, si determina una precipitazione cristallina, che va a modificare la struttura della testa del primo metatarso, aumentandone la dimensione.

Alluce valgo

Dall’osservazione dei casi studiati è risultato che esistono due situazioni fondamentali, diverse tra loro per origine e motivazione. Chi ha un solo alluce valgo lo ha solo a destra; se il valgismo dell’alluce è presente invece su entrambi i piedi, sarà apparso per primo sul piede sinistro. I numerosissimi casi osservati mi hanno portato a formulare una statistica che a distanza di anni non è mai stata smentita, anzi continua a consolidarsi. L'area riflessa dell’alluce valgo corrisponde alla proiezione della settima vertebra cervicale che si differenzia dalle altre sei, pur appartenendo al gruppo delle cervicali, perché è meno mobile, inoltre è facilmente identificabile grazie alla sua apofisi spinosa più sporgente.

Frasi come: "Bene, adesso tutta la responsabilità della famiglia o dell’azienda è sulle tue spalle!" "Bisogna avere spalle larghe per sostenere simili responsabilità!" Nella simbologia del linguaggio ci riportano ad Atlante, quel gigante rimasto nella mia memoria di bambino perché era il logo dei quaderni in uso quando ero piccolo. L’immagine rappresentava Atlante che sosteneva il mondo sulle spalle. A volte ci sentiamo come se tutto il mondo gravasse effettivamente sulle nostre spalle, questo atteggiamento ci porta ad assumere una postura con la testa abbassata, la settima vertebra cervicale quindi sporge e le spalle si incurvano.

Nella pratica quotidiana invito i pazienti a prendere coscienza delle motivazioni che hanno originato l’alluce valgo sul piede sinistro, domandando per esempio: "Da quanto tempo ha notato la presenza di quest’articolazione così sporgente?"

A volte la risposta è immediata e precisa, a volte no. Allora invito a tornare indietro nella memoria e a mettere a fuoco un periodo o una situazione in cui l’articolazione è diventata dolente a causa di un paio di scarpe nuove, un’escursione in montagna con scarponi inadatti o per una serata danzante che ha lasciato il segno. Il più delle volte riescono a mettere a fuoco, se non proprio una data esatta, almeno il periodo e a questo punto chiedo: "Che cosa è cambiato nella sua vita in quel periodo che possa averle generato un sovraccarico di responsabilità a livello affettivo?" Le risposte sono molte e diverse tra loro: "Mi sono sposata!" "È nata mia figlia!" "Mio padre è morto e mia madre è venuta a vivere in casa mia!" "Fin da bambina mi affidavano il fratellino più piccolo, caricandomi di responsabilità!"

Sdraiate, queste persone tendono a inclinare la testa verso destra, l’apofisi spinosa della settima cervicale diventa quindi sporgente a sinistra rispetto all’asse della colonna.

L’alluce valgo sinistro è la manifestazione somatizzata di vissuti relativi a sovraccarichi di responsabilità a livello affettivo, emozioni elaborate dall’emisfero cerebrale destro. Per loro natura le problematiche del cuore, come vengono definite, non sono arginabili e controllabili totalmente dalla razionalità: esse tendono a debordare, invadono e condizionano la sfera razionale, per cui chi inizialmente ha un alluce valgo sinistro, successivamente vedrà apparire la stessa alterazione funzionale e organica anche sul destro.

Chi invece ha un solo alluce valgo, come già detto, ce l’ha sul piede destro. Questi soggetti hanno dei sovraccarichi di responsabilità a livello razionale. Le motivazioni che adducono durante l’anamnesi riguardano l’inizio di nuovi lavori o il passaggio di grado nell’ambito dello stesso lavoro o, i più giovani, l’inizio di studi particolarmente impegnativi. Le persone con sovraccarichi che riguardano la sfera razionale tendono a non coinvolgere anche la sfera affettiva anzi, proprio nella sfera affettiva, trovano una forma di compensazione e di gratificazione, è come se queste persone fossero capaci, una volta terminato il proprio lavoro, di chiudere una saracinesca a livello cerebrale e dimenticare le loro problematiche, senza perciò coinvolgere affettivamente il resto del loro mondo.

Un esempio pratico: se un individuo ha problemi nella sfera affettiva: moglie o marito, figli, amante, preoccupazioni queste che vengono metabolizzate dal cervello destro, quando sarà sul lavoro e utilizzerà il suo emisfero cerebrale sinistro, queste problematiche non le avrà lasciate a casa e gli creeranno delle notevoli interferenze nell’ambito lavorativo. Così l’originaria affezione del valgismo dell’alluce che riguardava soltanto il piede sinistro comincia a coinvolgere anche il piede destro.

Nelle illustrazioni seguenti sono rappresentate differenti manifestazioni di valgismo dell’alluce.  

La Fig. 1 rappresenta la visione dorsale di un piede normale.

La Fig. 2 evidenzia l’aumentata inclinazione delle falangi dell’alluce rispetto all’asse del primo metatarso, in cui non si denota una particolare sporgenza dell’articolazione.

La Fig. 3 evidenzia una notevole sporgenza dell’articolazione metatarso/falangea del primo dito senza che si abbia un’accentuazione dell’inclinazione dell’asse metatarso/falange.

La Fig. 4 infine, mostra un evidente alluce valgo con l’inclinazione dell’asse I° metatarso/I° falange del primo dito con sporgenza della relativa articolazione.

Graficamente le immagini sono state proposte tutte con un piede destro e con l’alluce sovrapposto o sottoposto al secondo dito. Ovviamente possiamo incontrare situazioni analoghe sul piede sinistro e con l’alluce sottoposto o sovrapposto al secondo dito. Ogni variante avrà le sue motivazioni che dovranno essere decodificate relativamente al vissuto del paziente.

Alluce normale 

Alluce inclinato 

Alluce normale con sporgenza 

Alluce inclinato con sporgenza 

Alluce valgo yang, alluce valgo yin

A volte la dimensione delle due protuberanze ci appare equivalente, ma se le tocchiamo leggermente scopriremo che al tatto non sono uguali: una ci apparirà più spigolosa rispetto all’altra. Questa delicata palpazione ci permette inoltre di determinare quale sia la più recente, acuta e quale la più cronica, vecchia. La più recente è quella più appuntita, più spigolosa, più yang, mentre quella più cronica è più tondeggiante, perché generata in un periodo di tempo più lungo, come una stalagmite: goccia dopo goccia con il passare degli anni.

Possono manifestarsi protuberanze assai vecchie, senza che per questo abbiano mai dato delle manifestazioni acute riferibili, nella memoria, ad un fatto particolare o limitato nel tempo. Come appare evidente nelle immagini che seguono, le sporgenze esternamente sono simili, ma la base nella manifestazione yang recente, acuta è più piccola di quella yin: ciò sta a significare che la sporgenza yang si è generata in un tempo inferiore di quella yin.

Sporgenza yang

Sporgenza yin

Ci viene chiesto a volte un parere sull’eventualità di sottoporsi a un intervento chirurgico per la riduzione dell’alluce valgo. Quando la motivazione che induce a farsi operare è il dolore noi lo sconsigliamo, perché dalle statistiche risulta che il dolore continuerà a sussistere anche dopo l'intervento e in certi casi impedisce addirittura di camminare normalmente. Il dolore rimane perché la causa che lo genera non è stata rimossa, il problema è di origine psicosomatica ed è ancora vivo e attuale.

Se invece, in assenza di dolore si protende verso l’intervento per un problema prettamente estetico o per la difficoltà a trovare scarpe adatte, saremo favorevoli all’intervento.

L’assenza di dolore indica che le problematiche che avevano originato il valgismo dell’alluce sono state superate, pertanto garantisce l’esito ottimale dell’intervento chirurgico. Si tratterà soprattutto di un intervento di chirurgia estetica che cambierà parzialmente la fisiologia osteoarticolare. Una peculiarità di queste persone è quella di possedere un incredibile numero di scarpe; ogni qual volta il dolore si riacutizza ne comprano di nuove, ma il problema resta.

Noi cerchiamo di far comprendere che non sono le scarpe a far male bensì i piedi. Dobbiamo considerare la scarpa come costante e il piede come variante, il fatto che con la stessa scarpa il dolore a volte è presente e a volte no, ci dimostra che sono i piedi che dobbiamo cambiare e non le scarpe.

Alcuni anni fa partecipai a un congresso di chirurgia del piede dove si confrontavano le scuole chirurgiche americane ed europee: risultò che a livello internazionale erano stati codificati più di quattrocento diversi tipi di interventi per la riduzione dell’alluce valgo!

La presenza dell’alluce valgo è più frequente nelle donne rispetto agli uomini in rapporto 1:20.  

Alluce sovrapposto e alluce sottoposto al secondo dito

Consideriamo ora, alla luce dei Cinque Movimenti, Ciclo Sheng e Ciclo Ke, il rapporto alluce-secondo dito nelle accezioni relative alla sovrapposizione e sottoposizione. Sull’angolo ungueale mediale dell’alluce, come sappiamo, è situato il punto jing dello zu taiyin, meridiano milza/pancreas, Yinbai, punto 1.

Sull’angolo ungueale esterno, quello che si accosta al secondo dito, si trova Dadun punto 1, jing dello zu jueyin, meridiano del fegato. L’angolo ungueale esterno del secondo dito è raggiunto dal punto 45 dello zu yangming, meridiano dello stomaco, Lidui, pagamento crudele, punto jing. Il Movimento Legno, fegato/cistifellea, controlla il Movimento Terra, milza/pancreas/stomaco, quindi fegato/cistifellea è nonno di milza/pancreas/stomaco. Se questa legge naturale si esaspera, il nonno non si limiterà più ad esercitare una forma di controllo nei confronti del nipote, bensì di soffocamento, passando dal controllo naturale al concetto patologico di super-controllo. Se questo nonno, eccessivamente repressivo, impedisce al nipote i suoi normali movimenti, questi ne soffrirà e se ne ammalerà.

Ciclo Sheng di generazione e ciclo Ke di controllo

Nel rapporto alluce-secondo dito questo tipo di situazione si manifesta con una torsione dell’alluce che, rispetto ad un asse orizzontale, vede il punto jing del fegato più in alto e quelli della milza/pancreas e dello stomaco più in basso: i punti jing del Movimento Terra si trovano quindi in una condizione di sottomissione, quindi Dadun, legno, sopra, e Yinbai e Lidui, terra, sotto. Nella relazione fisiologico/chimica il fegato produce la bile che è alcalina e la cistifellea la trattiene, invece il liquido contenuto nella cavità gastrica è acido, quindi, se esiste una predominanza dell’immissione in circolo dell’alcalinità della bile, lo stomaco può trovarsi in una condizione di ipoacidità, con una riduzione dell’attività dei succhi gastrici.


Alluce sovrapposto al secondo dito

Se invece è il secondo dito che si sovrappone al primo, rispetto ad un asse orizzontale che congiunge i due punti jing Yinbai e Dadun, il punto jing della milza/pancreas e quello dello stomaco vengono a trovarsi più in alto rispetto al punto jing del fegato, questo si ritroverebbe ricoperto, in una condizione di sottomissione, dal secondo dito. In questo caso non è più il nonno a controllare il nipote, ma a creare lo squilibrio è il nipote troppo turbolento, che fa disperare il nonno. A livello chimico l’acidità prende il sopravvento sull’alcalinità. Ci troviamo di fronte a un classico caso di pirosi gastrica, iperacidità.  

Alluce sottoposto al secondo dito

 

Alluce verso l’alto, alluce verso il basso

Una situazione simile, ma diversa dalla precedente, è riferita all’alluce verso l’alto o verso il basso, senza che questi sia necessariamente sovrapposto o sottoposto al secondo dito. Nelle immagini precedenti abbiamo preso in considerazione la torsione dell’alluce, ora invece focalizziamo l’attenzione sui tendini estensori e flessori, che ne determinano il movimento verso l’alto o verso il basso.

- Morfologicamente l’alluce rivolto verso l’alto, ci indica che ci troviamo di fronte a una persona proiettata verso il futuro, un soggetto con la testa dritta, lo sguardo proteso in avanti, proiettato oltre le montagne. Per l’ormai nota differenziazione tra piede destro e piede sinistro diciamo di una persona con l’alluce destro verso l’alto, che nell’ambito dell’attività razionale logica lavorativa, è proiettata verso il futuro, ha dei progetti in testa, sogni nel cassetto. Se è l’alluce sinistro ad essere più alto, i suoi sogni nel cassetto, le aspettative, riguardano soprattutto la sfera affettiva, creativa, l’immaginario.

- Meccanicamente è la manifestazione della retrazione del tendine estensore, con relativo cedimento del tendine flessore suo antagonista, che a sua volta è la parte terminale della catena muscolare anteriore.

- Reflessologicamente sta ad indicare che lo sternocleidomastoideo omolaterale è contratto quando la persona è sdraiata, quindi ci troviamo di fronte ad una contrazione muscolare anteriore primaria che, teoricamente, dovrebbe portare la persona ad avere un’atteggiamento curvato in avanti, come di prostrazione, in apparente opposizione a quanto enunciato fin ora. In realtà, per stare in piedi, dovrà forzatamente decontrarre i muscoli toracici anteriori e, al tempo stesso, contrarre i muscoli trapezi e gran dorsali: tutto ciò è dovuto al fatto che nel nostro orecchio interno è situato il centro dell’equilibrio che costantemente ci porta ad assumere una posizione fisiologica di ortostatismo.

Alluce con inclinazione normale

Alluce con inclinazione verso l'alto

Alluce con inclinazione verso il basso

Quanto detto ci porta ad una primissima conclusione, sempre relativamente a ciò che è e ciò che appare.

Se la persona da sdraiata ha un all’alluce all’insù ci fa presupporre la presenza di contrazioni muscolari primarie della schiena nella parte alta e posteriore, invece a una immediata verifica evidenziamo che le contrazioni posteriori risultano di compensazione. Possiamo avere la conferma di quanto detto andando a toccare localmente i muscoli interessati, scoprendo per esempio che, se il paziente ci denuncia un dolore spontaneo sul trapezio destro, quando lo verifichiamo, facendo il confronto con il sinistro, il dolore che gli generiamo sul controlaterale, a sorpresa è superiore di quello spontaneo. Anche al tocco il dolore, che denuncia come spontaneo, risulta superficiale e dopo pochi minuti di sollecitazione rapidamente diminuisce.

Il controlaterale invece, man mano che viene sollecitato aumenta il dolore, denunciando così la sua origine yin, cronica, confermando che il dolore spontaneo era yang e di compensazione. Un alluce che si protende verso l’alto è la conseguenza di un piede relativamente cavo; nella situazione opposta, invece, avremo un piede che tende verso il piattismo.

Un alluce che tende verso il basso da l’immagine di una persona tendenzialmente prostrata, demotivata, la linea d’orizzonte dei suoi occhi si abbassa, vede davanti a se solo ostacoli così insormontabili da non indurlo nemmeno a tentare di superarli. Al contrario della situazione precedente, abbiamo i muscoli posteriori primariamente contratti e gli anteriori contratti in atteggiamento compensantivo. Anche qui, come sempre, avremo la differenziazione piede destro/sinistro.

Molto importante: consideriamo sempre l’alluce verso il basso o verso l’alto non in relazione al secondo dito, ma all’arco complessivo delle dita. Senza che ci sia necessariamente una torsione dell’alluce con tendenza al valgismo, come precedentemente abbiamo valutato, l’alluce può essere più sù o più giù rispetto al secondo dito, ma non necessariamente rispetto alle altre dita. Per chiarezza didattica diciamo: alluce sovrapposto (rispetto) al secondo dito, o secondo dito sottoposto (rispetto) all’alluce. Il tutto ci può apparire simile al concetto della bottiglia mezza piena o mezza vuota, in realtà non è così: nomineremo sempre per primo il dito che è più sopra o più sotto relativamente all’arco di tutte le dita. I disegni sono sicuramente più esplicativi di 10.000 parole, come dicono i cinesi.

Dita allineate normali  

Secondo dito sovrapposto  

Secondo dito sottoposto  

Alluce sovrapposto  

Alluce sottoposto

Unghia incarnita del primo dito

Sull’alluce abbiamo due punti jing, pozzo: Yinbai, bianco nascosto, che è il punto 1 dello zu taiyin meridiano della milza, situato sull’angolo ungueale mediale, quello a diretto contatto con la scarpa; sul lato opposto, sull’angolo ungueale esterno, quello a contatto col secondo dito Dadun, grande abbondanza, punto 1 dello zu jueyin, meridiano del fegato.

IMMAGINE N°26: Grande abbondanza e bianco nascosto (mancano scritte + puntini + linee)

I meridiani yin hanno un’energia proveniente dalle viscere della terra, portano il fuoco e vanno verso l’alto. Verranno sollecitati soprattutto quando incontriamo persone con carenza di fuoco, soggetti che riferiscono di avere sempre freddo o carenza dell’energia caratteristica del movimento di appartenenza. I punti di agopuntura sono chiamati xue, il loro significato è associabile a cavità, buco, caverna, ingresso, depressione, o tutto quanto ci suggerisce qualcosa che permette l’entrata: un’unghia incarnita, quindi, ci darà l’idea di un’ostruzione dello xue.

Se l’unghia è tendenzialmente o patologicamente incarnita da uno dei due lati dell’alluce, prenderemo in considerazione l’alterazione della circolazione energetica lungo il decorso del meridiano corrispondente.

Da un punto di vista reflessologico morfologico il significato che diamo all’incarnimento ci viene suggerito ancora una volta dalla simbologia del linguaggio, nelle frasi tipiche: "È come se avessi un chiodo che mi penetra in testa!" "Ho un pensiero fisso!" Situazione riconducibile a quella che, in psicologia, viene definita ripetitività compulsiva.

Esempio di unghia incarnita Yinbai 1 M.P.


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