IL PIEDE
LE OSSA
In questo libro i riferimenti alle
ossa, ai legamenti e ai muscoli sono costanti, per cui ho ritenuto
necessario fare qualche accenno allanatomia del piede. Naturalmente
chi volesse accostarsi allo studio della Reflessologia del Piede in
maniera seria dovrà approfondire per dovere professionale:
lanatomia, la fisiologia osteoarticolare, la patologia medica
e chirurgica del piede, che qui non sono affrontate data la specificità
dellargomento.
Il piede è un segmento distale
delle estremità inferiori. È considerato una struttura
tridimensionale con funzioni di organo di moto e di senso. Il piede
è una specie di radar sensorio: raccoglie gli stimoli ambientali
che lo circondano. Il suo scheletro è sostanzialmente somigliante
a quello della mano, ma le dimensioni sono inversamente proporzionali,
lo possiamo dividere in tre parti di facile identificazione: tarso,
metatarso e falangi.
In una persona normale, che non abbia
avuto traumi o particolari deformazioni, lasse longitudinale
forma un angolo retto con quello della gamba. La superficie dorsale
è rivolta verso lalto mentre quella plantare verso il
basso. Il tarso e il metatarso sono articolati tra di loro in maniera
da creare una concavità nella regione plantare centrale; questa
poggia su un piano orizzontale con la parte posteriore.

La posizione orizzontale del piede,
la sua struttura, il considerevole volume delle ossa del tarso e specialmente
di quelle posteriori sulle quali grava per mezzo della gamba il peso
del corpo, sono in rapporto con la funzione del piede che è
lorgano di sostegno e di locomozione.
Lo scarso sviluppo dello scheletro
delle dita dipende dal fatto che, nella nostra civiltà, il
piede, costretto in torturanti involucri chiamati scarpe, ha cessato
di essere ciò che era per i nostri antenati, un organo anche
di prensione, funzione non completamente perduta soprattutto nei paesi
più caldi dove ancora non si portano scarpe.
Per una più facile identificazione
delle varie parti delle ossa specifichiamo il significato di alcuni
nomi che troveremo in seguito: le epifisi sono le parti estreme delle
ossa, le epifisi prossimali sono le estremità più vicine
al corpo, le distali quelle più relativamente distanti. Le
diafisi sono il corpo centrale delle ossa.
Le ossa del piede sono sostanzialmente
di origine cartilaginea. Le ossa metatarsali vengono classificate
nel gruppo delle ossa lunghe, le tarsali come ossa corte, le falangi
sono da considerarsi come ossa lunghe in miniatura.
Il piede si compone di ventisei ossa,
un numero abbastanza elevato per una superficie così piccola
e per un numero di movimenti relativamente limitati. Il tarso delladulto,
situato dietro i metatarsi, si compone di sette ossa: il calcagno
e lastragalo sono le più voluminose.
Il calcagno è il primo osso
che poggia quando camminiamo, quindi deve sostenere oltre al nostro
peso anche la relativa spinta di appoggio. È il più
grosso, è posto sotto lastragalo ed è la parte
più sporgente della porzione posteriore del piede. La sua estremità
anteriore si articola con il cuboide.
Lastragalo è quello posto
più superiormente, si sovrappone al calcagno, e si articola
con le ossa della gamba ed è situato dietro i cuneiformi al
lato mediale del piede anteriormente; in una posizione centrale cè
lo scafoide, chiamato anche navicolare.
Lastragalo è losso
chiave del piede, perché ci permette la maggior parte dei movimenti,
se si rompesse, il piede diverrebbe un tuttuno con la gamba.
Più distalmente troviamo una
fila di ossa che dal lato tibiale verso il fibulare (fibula o perone)
identifichiamo come primo, secondo e terzo cuneiforme, più
il cuboide.
I cuneiformi si articolano posteriormente
con lo scafoide e anteriormente con le prime tre ossa metatarsali
e prendono il nome dalla loro caratteristica forma; la superficie
più ampia è rivolta verso la visione dorsale, la punta
verso quella plantare. Il primo è il maggiore come dimensione,
seguono rispettivamente il terzo e il secondo.
Losso cuboide, a forma irregolare
di cubo, con le sue faccette divise da creste, tocca cinque ossa:
si articola con il terzo cuneiforme con la faccia mediale, mentre
con la parte posteriore una faccetta si articola con losso
scafoide.
La faccia anteriore è divisa in due da una cresta che ne permette
larticolazione con il quarto e il quinto metatarso; la faccia
posteriore, vagamente quadrangolare, è incurvata a sella e
si articola con la faccia cuboidea del calcagno.
Il metatarso è composto di
cinque ossa, che appartengono per la loro struttura al gruppo delle
ossa lunghe. Le denominiamo da uno a cinque partendo dal lato tibiale
verso quello fibulare.
Il primo metatarso è il più
corto di tutti e anche il più grosso, si articola con il primo
cuneiforme con la faccia prossimale, lateralmente con il secondo metatarso
e distalmente con la prima falange.
Il secondo metatarso è il più
lungo e il più sottile dei cinque, sincastra con la faccia
prossimale tra i cuneiformi e con le faccette laterali tra il primo
e il terzo metatarso.
Il terzo metatarso si articola con
il terzo cuneiforme con la faccetta posteriore e con il secondo e
il quarto metatarso lateralmente, posteriormente.
Il quarto metatarso si articola posteriormente
con il cuboide e lateralmente con il terzo e il quinto metatarso.
Il quinto osso metatarsale si articola
posteriormente con il cuboide, medialmente ha una faccetta che si
articola con il quarto metatarso, prolungandosi lateralmente crea
una sporgenza molto evidente che viene denominata tuberosità
del quinto osso metatarsale.
Le falangi sono quattordici come per
la mano, tre per ogni dito a eccezione del primo che ne ha due. Vengono
definite prima, seconda e terza falange ovvero falange, falangina
e falangetta. Nel quarto e nel quinto dito la seconda e la terza falange
raggiungono delle dimensioni veramente minime.
Non di rado possiamo trovare delle
persone con un numero di dita superiore alla norma, fenomeno che viene
denominato polidattilia.
Quando, al contrario, le dita sono
solo quattro, il più delle volte è dovuto alla fusione
o non diversificazione a livello fetaledel secondo e terzo diro, ciò
che viene denominato oligodattilia.
Nel piede, come anche nella mano,
si formano delle escrescenze cartilaginee che nel periodo della pubertà
si solidificheranno per diventare ossa e che vengono denominate ossa
sesamoidi. Le troviamo quasi sempre in numero di due, grandi come
piselli, in una posizione mediale e laterale al livello dellarticolazione
metatarso-falangea dellalluce; possono trovarsi anche nelle
articolazioni metatarso-falangee del secondo e quinto dito e nellarticolazione
interfalangea dellalluce; non le troveremo mai nelle articolazioni
metatarso-falangee del terzo e quarto dito.
La funzione delle ossa sesamoidi è
di mantenere distanziati i tendini dellasse articolare per aumentarne
la tensione. Oltre alla divisione tarso, metatarso e falangi, che
corrisponde a una divisione trasversale del piede, ne abbiamo una
longitudinale che divide il piede in astragalico e calcaneare.

Piede calcaneare
Il piede calcaneare è composto
da dieci ossa ed è costituito dal quarto e quinto metatarso
con le relative falangi. Questi due metatarsi si articolano a loro
volta con il cuboide e questultimo con la porzione distale del
calcagno da cui prende il nome di piede calcaneare. Questa porzione
di piede è determinante per lappoggio laterale dei metatarsi
e in particolar modo della cresta esterna e della tuberosità
del quinto metatarso. È il calcagno che, come un cuneo situato
sotto larticolazione tibio-astragalica, ci permette di assumere
la posizione eretta, quindi il calcagno diventa fondamentale per lassunzione
di questa postura.
Piede astragalico
Il piede astragalico è costituito
da sedici ossa, occupa la porzione mediale del piede e prende nome
dallastragalo, osso fondamentale per la maggior parte dei movimenti
del piede. Nella porzione anteriore dellastragalo è situato
il navicolare, con il quale si articolano i tre cuneiformi e i primi
tre metatarsi; conseguentemente troviamo le otto falangi delle prime
tre dita.
Il piede astragalico ci dà
il senso della direzione: in caso di parestesie, che interessino le
prime tre dita e in particolar modo lalluce, inciamperemmo anche
su una superficie completamente liscia. Queste prime tre dita possiamo
definirle come un radar podalico.

LE ARTICOLAZIONI
Le articolazioni sono costituite minimo
da due ossa contigue tra di loro, contenute in una capsula periostea
e da legamenti tendinosi. Qui di seguito sono nominate le articolazioni
e i legamenti più importanti e determinanti per la deambulazione,
in quanto non è scopo di questo libro fare una trattazione
di fisiologia articolare, per la quale rimandiamo il lettore a testi
specifici.
Il piede si muove per mezzo di tredici
articolazioni. Le tre principali, governate dai movimenti in relazione
allastragalo, vengono definite complesso periastragalico.
A) Larticolazione tibio-peroneo-astragalica
è costituita dal movimento generato dalla tibia, dal perone
e dallastragalo.
B) Larticolazione
astragalica-inferiore-posteriore
è data dal movimento astragalo-calcagno.
C) Larticolazione
astragalica-inferiore-anteriore
è generata dal movimento astragalo-scafoide.
Altre articolazioni sono: larticolazione
di Chopart o medio-tarsica, che si divide in articolazione
astragalica-inferiore-anteriore
già menzionata e articolazione calcaneo-cuboidea.
Larticolazione tarso-anteriore
governa i limitati movimenti dellarticolazione scafoido-cuneiformi
anteriormente, larticolazione scafoido-cuboidea e le articolazioni
intercuneiformi lateralmente.
Larticolazione di Lisfranc (tarso-metatarsica)
permette il movimento dei cinque metatarsi con i cuneiformi e il cuboide.
Più anteriormente abbiamo le articolazioni interfalangee.
I LEGAMENTI
Le articolazioni del piede sono tenute
insieme dai legamenti, di cui i raggruppamenti superficiali più
importanti sono:
dorsalmente
- leg. trasverso della gamba
- leg. crociato della gamba
medialmente
- leg. laciniato
-lateralmente
- retinaculum superius dei muscoli
peronieri
- retinaculum inferius dei muscoli
peronieri
I legamenti profondi sono:
plantarmente
- leg. metatarso trasverso profondo
con i legamenti
collaterali e della guaina tendinea
- leg. metatarsei plantari
- leg. tarso-metatarsei plantari
- leg. scafo-cuneiforme plantari
- leg. scafo-cuboide plantare
- leg. calcaneo-scafoideo plantare
- leg. calcaneo-cuboideo plantare
- leg. plantare lungo
- leg. profondi mediali
Per esempio, una lesione traumatica
con il piede in pronosupinazione procura la rottura del legamento
mediale. Una violenta supinazione del piede comporta la rottura del
legamento peroneo-astragalico.
I MUSCOLI
I muscoli principali della gamba e
del piede sono qui di seguito enunciati in raggruppamenti nominali
e antagonisti dallarea prossimale verso la distale, in maniera
tale da permetterne una rapida memorizzazione e identificazione:
1) Soleo
2) Gastrocnemio
3) Tibiale anteriore
4) Tibiale posteriore
5) Peroniero lungo
6) Peroniero breve
7) Flessore lungo delle dita
8) Flessore breve delle dita
9) Flessore lungo dellalluce
10) Flessore breve dellalluce
11) Flessore lungo del quinto dito
12) Flessore breve del quinto dito
13) Estensore lungo delle dita
14) Estensore breve dellalluce
15) Adduttore dellalluce
16) Abduttore dellalluce
17) Abduttore del quinto dito
18) Plantare
19) Quadrato della pianta
20) Lombricali
21) Infraossei
MOVIMENTI DEL PIEDE
PIEDE IN ADDUZIONE: lavampiede si avvicina allasse
mediale.
PIEDE IN ABDUZIONE: lavampiede si allontana dallasse
mediale.
PIEDE IN SUPINAZIONE: la parte plantare guarda allinterno
e la parte dorsale allesterno.
PIEDE IN PRONAZIONE: la parte plantare guarda allesterno
e la parte dorsale allinterno.
PIEDE IN ESTENSIONE: lavampiede si allontana dallasse
tibiale.
PIEDE IN FLESSIONE:
lavampiede si avvicina allasse
tibiale.



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