Titolo
Reflessologia Zu
"Via di Iniziazione al Tao"
Autore
A. E. Baldassarre
Pagine: 144


INDICE
(click sui capitoli)

- Reflessologia Zu
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Il Dao
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Il piede
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Il Piede tra Microcosmo ....
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Come agiscono i punti .... 
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I.A.R.S
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Movimento Acqua
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Movimento Legno
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Movimento Fuoco
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Movimento Terra
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Movimento Metallo
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Breve storia della Refless.

Elenco libri

 

 

 

IL PIEDE TRA

MICROCOSMO E MACROCOSMO

Ovunque troverete scritto che la Reflessologia ha delle origini così antiche che si perdono nella notte dei tempi. Quella "notte" doveva essere veramente buia se non se ne sono trovate più tracce in nessun luogo...

Per entrare in un’ottica seria e professionale bisogna iniziare a parlare di reflessologie e non di reflessologia. Le reflessologie sono una scienza moderna, se così le vogliamo chiamare. Un po’ ovunque si tende ad ammantare di mistero questa tecnica che di misterioso non ha assolutamente nulla.

Chi parla di questa materia spacciandone le antiche origini solitamente lo fa per mascherare i propri limiti dietro una patina di qualcosa di fumosamente antico che possa avallare delle asserzioni assiomatiche, supportate unicamente dai risultati che la validità di questa tecnica può dare.

Per prima cosa bisogna differenziare questi concetti: punti riflessi, agopuntura, reflessologie. Tecniche antalgiche basate su aree e punti riflessi le troviamo utilizzate in quasi tutte le culture del passato.

Nella cultura ebraica, per esempio, era descritto che il giovane che doveva portare le offerte all’altare "non doveva avere macchie sul corpo e negli occhi". Quel cenno alle macchie negli occhi (iride) già fa presupporre la presenza di qualche problematica riflessa, ma non si può parlare ancora di iridologia.

Vengono considerati fondatori dell’iridologia moderna l’ungherese Ignaz Von Peczley (1826-1911), lo svedese Niels Liljequist (1851-1936) da cui si svilupparono successivamente le scuole tedesca, francese, americana.

Nelle nostre campagne è ancora frequente incontrare persone anziane alle quali è stata cauterizzata l’antelice dell’orecchio con un ferro da calza per risolvere problemi di sciatica, ma quella non è auricoloterapia né tantomeno auricolomedicina, solo nei primi anni cinquanta Paul Nogier medico francese comincia ad organizzare la proiezione fetale sul padiglione auricolare dando così vita allo studio dell’auricoloterpia.

Le donne pellerossa, abituate a partorire da sole, stringevano forte nelle mani un pettine per resistere ai dolori del parto, ma non era ancora reflessologia della mano. L’umanità si è sempre valsa di metodi empirici e di queste metodiche differenti tra loro, di cultura in cultura sì che le origini si perdono nella notte dei tempi senza che mai si sia proceduti verso una benché minima classificazione: semplicemente si sollecitavano dei punti riflessi.

Il punto riflesso è quella particolare parte del nostro corpo che sollecitato dà una reazione antalgica (scomparsa del dolore) in una zona diversa e lontana dal punto stimolato.

L’agopuntura basa la sua efficacia ripristinando la circolazione energetica lungo i meridiani. Nella sua complessità utilizza anch’essa una notevole quantità di punti riflessi codificati, ma è una tecnica altamente sofisticata e con profondi radicamentii filosofici.

I riscontri fisiologici sono ad altissimo livello, il più delle volte per ignoranza viene utilizzata alla stessa stregua dei così detti medici scalzi, che erano gli equivalenti cinesi dei nostri aggiustaossa, ma questa bassa agopuntura è più giusto definirla un insieme di punti riflessi e con l’agopuntura ha in comune solo il fatto di infiggere degli aghi.

Le reflessologie sono la proiezione
completaancestrale di tutto il corpo
solo su una parte di esso

Ciò ci introduce al concetto del principio relativo al microcosmo-macrocosmo. L’entità più piccola dell’elemento semplice che conosciamo è l’atomo, questo è costituito da un nucleo centrale, composto da protoni e neutroni, intorno al quale girano elettroni. Una delle entità più grandi che conosciamo è il sistema solare, che ci ripropone la stessa struttura dell’atomo: il sole come nucleo centrale e i pianeti che gli girano intorno.

Una scala che si può considerare come un gioco di scatole cinesi: una dentro l’altra. Più atomi costituiscono una molecola, più molecole formano una cellula, più cellule compongono un tessuto, più tessuti costituiscono un organo, più organi danno vita a un sistema, più sistemi diventano una persona, più persone costituiscono una famiglia, più famiglie una tribù, un clan o danno vita a un quartiere, più quartieri costituiscono un paese, più paesi una provincia e così via... una regione, una nazione, un continente.

Ecco quindi che l’uno è nel tutto e il tutto nell’uno.

In ogni parte del corpo ritroviamo proiettato l’intero corpo in una maniera organica, precisa, logica, in tutte le sue proporzioni.

Nell’iridologia l’intero individuo è proiettato in maniera organica nell’iride, con una precisa, logica dislocazione di tutte le sue proiezioni dei relativi organi. Il cervello nell’individuo è situato nella parte più alta del corpo, quindi lo ritroviamo nella parte più alta dell’iride, diviso nelle sue differenti funzioni. Lo stomaco è situato centralmente nel nostro corpo e occuperà la parte più centrale dell’iride, attorno alla pupilla. La pelle è la parte più esterna dell’essere fisico, conseguentemente la ritroveremo nella parte più esterna dell’iride.

L’auricoloterapia proietta sul padiglione dell’orecchio l’immagine di un feto rovesciato, a testa in giù, per cui il lobo diventa la testa, l’antelice la colonna vertebrale, quasi spontaneamente ci viene da identifcare i restanti organi.

Ecco quindi che le reflessologie nelle diverse forme e manifestazioni hanno una loro logica precisa, non sono punti casuali ma hanno dei riferimenti logici. Se guardiamo un disegno stilizzato di un piede e lo giriamo, riconosceremo l’immagine di una persona seduta. Con la testa, la curva cifotica, lordotica, il bacino, il petto e l’addome evidenti.

La visione laterale della colonna ha delle curve che ritroviamo proiettate sul piede sia in una visione plantare che in una visione mediale, nella proiezione fisiologica e nelle proiezioni patologiche del piede piatto e del piede cavo.

Questo è solo un accenno, tratteremo più approfonditamente nei capitoli successivi questo argomento, per ora ci basti evidenziare come un appiattimento della curva lordotica conseguente al basculamento postero-inferiore del bacino comporti un appiattimento del piede, mentre un aumento della curva lordotica comporti un’accentuazione del cavismo del piede.

I greci avevano un concetto dell’arte idealizzato, a differenza dei loro contemporanei romani che erano dei realisti. Se dovevano rappresentare con una scultura la testa di un personaggio, i romani lo ritraevano in una maniera pressoché identica alla realtà, con tutti i difetti: se questi aveva delle rughe, un naso deforme o comunque delle anomalie, veniva rappresentato tale e quale. I romani erano molto fisici, imperialisti, guerrieri; i loro contemporanei greci erano invece degli idealisti. Mentre i romani andavano occupando l’Europa, l’Africa, il Medio Oriente, socratici e peripatetici andavano disquisendo della verità, dell’essere. I greci avevano una concezione spiritualista, non fisica, per cui con l’arte scultorea nei loro massimi rappresentanti (Scopa, Prassitele, Lisippo, ecc.) pervengono a noi sculture come il discobolo di Mirone. Gli atleti, i personaggi, venivano rappresentati con una bellezza idealizzata, senza difetti.

Una misura di riferimento era la testa: la dimensione complessiva di una statua doveva essere sette volte e mezzo la grandezza della stessa. Se dei piedi prendiamo in considerazione la seconda falange del primo dito, che reflessologicamente rappresenta la testa, e moltiplichiamo questa dimensione per sette volte e mezzo otteniamo la lunghezza complessiva del piede.

La prima falange del primo dito ha una dimensione che corrisponde a una volta e mezza la seconda falange. Se diamo il valore di uno alla seconda falange, la prima avrà un valore di uno e mezzo. Sommando la prima alla seconda (1,5 + 1 = 2,5) osserviamo che hanno la stessa lunghezza del primo metatarso, quindi il primo metatarso ha una lunghezza di due e mezzo. Dall’articolazione primo metatarso primo cuneiforme si diparte la linea di Lisfranc (articolazione tarso-metatarsica) che divide il piede in due metà.

Riproiettando questa dimensione sulla mano abbiamo che la seconda falange corrisponde a una volta e mezzo la terza, la seconda e la terza falange sommate hanno la stessa dimensione della prima. Le tre falangi insieme hanno la medesima dimensione del carpo e metacarpo insieme. Carpo, metacarpo e falangi, quindi la mano intera, se li proiettiamo sull’avambraccio ci danno l’esatta metà dell’arto superiore (braccio, avambraccio, mano). La lunghezza complessiva dell’arto superiore è equivalente a quattro palmi. La lunghezza della mano considerata dal carpo alla porzione distale della falangetta del terzo dito è l’equivalente della mano aperta, dal pollice al mignolo. Questa dimensione rappresenta un quarto dell’intero arto superiore, quindi due di questi quarti, due palmi, corrispondono alla larghezza del bacino, un palmo è l’esatta distanza dall’ombelico alla cresta iliaca.

A pugno chiuso la distanza che va dal gomito alle epifisi distali dei metacarpi corrriponde ancora alla lunghezza di due palmi, equivalente in una persona non obesa alla larghezza delle anche. Quando ci si recava al mercato per acquistare un paio di pantaloni, per determinarne la giusta misura si poneva l’avambraccio con il pugno chiuso all’interno degli stessi all’altezza della cintura.

La circonferenza del pugno corrisponde alla lunghezza del piede, infatti quando le calze venivano fatte a mano si misuravano circonducendoci il pugno chiuso.

Le stesse proporzioni osse della mano sono quindi riscontrabili nel piede in un rapporto inversamente proporzionale. Nell’arto superiore le falangi della mano occupano la metà della lunghezza complessiva della mano. Nell’arto inferiore la metà della lunghezza complessiva del piede è deteminata dal tarso. Quindi le falangi della mano hanno la stessa lunghezza del tarso; le falangi delle dita dei piedi hanno la stessa lunghezza del carpo; i cinque metatarsi e i cinque metacarpi si equivalgono come lunghezza. Quì ritroviamo il concetto già incontrato precedentemete: ilpugno è tondo come la testa e il cielo, il piede è quadrato come il corpo e la terra.

Negli approfondimenti che vengono fatti durante le lezioni della Scuola Superiore Reflessologia Zu, si ha l’opportunità di apprezzare ulteriori significati e loro applicazioni pratiche. Le relazioni cielo-uomo-terra applicate ai piedi e alle mani vengono studiate a livello organico il I° anno, a livello psicosomatico nel II° ed energetico nel III°.

Sono la mano e il piede a differenziare l’arto superiore da quello inferiore, il resto corrisponde: abbiamo un osso per il braccio e uno per la coscia, due per l’avambraccio e due per la gamba. Il particolare più preciso, il fulcro, l’anima, che più significativamente differenzia la mano dal piede è il calcagno. Se il piede fosse privo del calcagno sarebbe molto simile alla mano. La presenza di questto osso determina un atteggiamento posturale e mentale che ci proietta verticalmente, verso l’alto, verso la trascendenza. Le scimmie sono quadrumani, infatti non hanno sviluppato il calcagno, che agli umani permette di assumere la posizione eretta "homo erecto". Il calcagno è l’osso più grosso del piede, quello che solitamente tocca per primo il suolo quando camminiamo ed è tra le prime ossa a formarsi, in cinese l’ideogramma che lo identifica è zu.

Il cinese non è una lingua che viene tradotta ma interpretata. In francese, in inglese, in spagnolo, ad esempio, una parola ha il suo equivalente nella nostra lingua: maison, house, hanno nella parola casa l’equivalente in italiano, in cinese invece ogni ideogramma non corrisponde a una parola ma a un concetto. L’ideogramma zu significa correre, camminare, arto inferiore, che è costituito dalla coscia, dalla gamba e dal piede.


(Evoluzione grafica ideogramma Zu)

Nella loro concezione attuale le reflessologie sono un concetto moderno. In Cina storicamente non è mai esistita la Reflessologia del Piede come noi la intendiamo. In agopuntura esiste un solo punto sulla pianta del piede, si chiama yongquan, significa "la fonte zampillante" e non viene mai adoperato perché nel sistema energetico degli shu ben (punti antichi) corrispondendo al punto rong (legno in questo caso) dello zu shaoyin (meridiano del rene) essendone il punto di dispersione, deve sempre essere solo tonificato e mai disperso. Alle donne cinesi, fino ai primi anni di questo secolo, fin da bambine in concomitanza della prima luna nuova di primavera del settimo anno di età venivano strettamente fasciati i piedi fino a ridurli dei moncherini di 10/12 cm. Questa usanza ha resistito per più di 1.500 anni.

Dalle mie ricerche l’unica cosa cinese assimilabile alla reflessologia che ho incontrato è stato il dott.

l’unica cosa che ho riscontratocon risvolti energetici, più consona quindi all’ ottica cinese. Questa metodica si chiama Hon Chun Zu, che significa "la tecnica di toccare il calcagno", ovviamente riferita al piede nel suo complesso.

La parte più alta del nostro corpo è la testa. La zona riflessa della testa la troveremo sul piede nella parte più alta quando la persona è seduta con le gambe distese o quando è sdraiata. Gli organi sono proiettati sul piede in una maniera logica. Una proiezione organica che rientra nel concetto microcosmo macrocosmo, come se facessimo la fotografia a una persona, la rimpicciolissimo e la proiettassimo sui piedi. Ciò che è in alto sarà posto in alto, ciò che è in basso sarà posto in basso e così conseguentemente avanti, dietro, a destra, a sinistra, in profondità, in superficie.

Tutto ciò che nei piedi appare in più rispetto a un piede ideale: alluce valgo, callosità, gonfiori, sporgenze ossee, sarà in più sulla parte del corpo corrispondente sotto forma di gonfiore, formazione di catarro, indurimento di tessuti. Tutto ciò che appare in meno rispetto a un piede ideale: solchi, rughe, fossette, avvallamenti corrisponde nel corpo a una deficienza o a livello funzionale o a livello organico. Un organo o un sistema unico e centrale lo troveremo proiettato su ambo i piedi nella visione mediale, metà su un piede e metà sull’altro. Organi unici e centrali sono per esempio la tiroide, l’utero, la prostata, la vescica, la colonna vertebrale. Organi o sistemi doppi come i polmoni, i reni, gli arti con le relative articolazioni li incontreremo separatamente uno sul piede destro e uno sul sinistro. Il fegato, la milza, il cuore, unici e laterali, saranno proiettati sul piede del lato corrispondente: quindi il fegato con la cistifellea a destra, la milza a sinistra; a sinistra anche il cuore, benché anatomicamente centrale e solo con la punta verso sinistra.

Identificheremo gli organi riflessi sui piedi seguendo questo tipo di ordine: piede destro o sinistro, visione plantare o dorsale, laterale interna o esterna, nome dell’osso, porzione di esso. Le falangi rappresenteranno la testa e le sue funzioni. Immaginatela come se questa fosse un cubo di cartone e lo aprissimo, per cui, scendendo nei particolari, sulle dita incontreremo gli occhi, le orecchie, i denti.


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