Il DAO
(La Via)
Gli uomini dellalta antichità
erano osservanti della "Via" (Dao).
Si regolavano sullo yin/yang e raggiungevano larmonia
con le pratiche e i numeri.
Bevevano e mangiavano con misura,
lavoravano e si riposavano con regolarità,
non si estenuavano in attività sconsiderate,
potendo così mantenere lunione del corpo e degli spiriti,
arrivavano alla fine delletà naturale e centenari se
ne andavano.
Per gli uomini di oggi, niente
di tutto ciò!
Dellalcool fanno la loro
minestra,
della cattiva condotta la loro norma:
entrano completamente ubriachi nella camera da letto,
lasciano che le passioni prosciughino le loro essenze
e la dissolutezza dilapidi la loro autenticità,
incapaci di mantenere la loro pienezza
conducono i loro spiriti a sproposito,
con laffaccendamento eccitano il loro cuore,
andando contro la gioia di vivere,
senza moderazione, si attivano o si riposano,
così a metà strada dei cento anni declinano.
Ciò che insegnavano i santi
dellalta antichità ai loro sudditi
si riconduceva a questo:
evitare il vuoto che richiama i perversi e i venti ladri,
tenendo conto della stagione.
Nella quiete tranquilla, nel vuoto
e nella vacanza,
i soffi autentici procedono felicemente,
essendo lo spirito vitale custodito allinterno,
le malattie come sopraggiungerebbero?
Da lì, un volere contenuto,
che dimminuisce i desideri,
un cuore calmo, che libera dal timore,
un lavoro fisico che non esaurisce;
poiché i soffi seguivano il corso naturale
ognuno poteva seguire il proprio desiderio
in una contentezza generale.
Allora si trovava buono ciò
che si mangiava,
si era soddisfatti del proprio vestito,
ci si accontentava di quanto si aveva,
non cera gelosia né in alto né in basso.
Un tale popolo era veramente semplice.
Non erano soggetti a bramosie e
desideri che affaticano locchio,
neppure a dissolutezze e perversità che sconvolgono il cuore;
gli ignoranti come i sapienti,
la gente di talento come la gente da poco
non aveva nulla da temere da nulla,
facevano un tuttuno con la Via.
Ecco come raggiungevano cento anni
senza che la loro attività declinasse,
grazie ad una virtù intatta, al riparo da ogni pericolo.
Questa è la risposta che troviamo
nel primo capitolo del Huangdi Neijing Suwen (Le domande semplici
dellImperatore Giallo) che il maestro celeste Qi Bo da allImperatore
Giallo Huangdi che linterroga sul perché del declino
degli uomini del loro tempo.
Parole che suonano con unincredibile
attualità considerando che questi concetti risalgono a 2.000
anni prima della venuta di Cristo e che sono state scritte con sicurezza
solo durante lepoca dei Regni Combattenti (453-222 a. C.) e
a seguire sotto la dinastia degli Han anteriori (206 a.C.-8 d.C.)
per essere completato nella dinastia degli Han posteriori (25-222
d.C.).
Le leggi del Dao sono leggi universali.
Il concetto Dao significa "la Via", la retta via per antonomasia.
Se usato come verbo acquista il significato di incamminarsi, discutere.
Lao Zi lo definisce anche Yu che vuol dire "essere", mentre Wu è
"il non-essere" o anche Wu-Ming, "senza nome". È il principio
del mondo. Ogni cosa ebbe origine dallessere e lessere
ebbe origine dal non-essere.
Il Dao non ha delle caratteristiche
ben definite, non è il nulla, poiché ciò che
produce tutte le cose è una forza che deriva da unenergia.
È ciò che sta alla base della vita, ciò che esiste
da sempre, in ogni caso, prima di tutte le cose, non ha né
inizio né fine. Il Dao produsse luno, ossia diede origine
a se stesso, si manifestò a se stesso; luno produsse
il due, ossia la forza generatrice, i principi yin/yang; il due produsse
il tre, lunione armonica dei due principi; il tre produsse tutte
le cose e gli esseri.
Quando già duemilacinquecento
anni fa scrivevano: "Si viaggia senza limiti!" Rapportato a oggi,
può apparire ridicolo data la velocità di spostamento
raggiunta con i moderni mezzi di locomozione internazionali e intercontinentali,
senza prendere in considerazione i viaggi al di fuori del nostro pianeta.
Questo sentire era relativo al fatto che la terra e gli animali della
fattoria non potevano essere abbandonati nemmeno per un giorno, quindi
viaggiare senza limiti corrispondeva allallontanarsi da tutto
ciò che forniva il sostentamento.
Ancora oggi lanalfabetismo in
Cina è un problema, ma poiché lì il taoismo si
"respira" nellaria come i brasiliani "respirano" il samba o
gli italiani gli spaghetti, è qualcosa di profondamente radicato
nella loro cultura. Il cinese è intimamente legato alla terra,
profondamente contadino e ha sempre vissuto un rapporto con la terra
in una maniera totalizzante.
Il contadino cinese, come il contadino
occidentale o di qualsiasi altra parte del mondo, pur non conoscendo
le leggi scritte del Dao, per antonomasia è taoista. Questa
parola, che pervaderà inevitabilmente tutto il libro, deve
essere spiegata, intellettualizzata almeno un poco, affinché
noi occidentali possiamo viverla in una maniera più aderente
alla nostra cultura e possiamo imparare a vivere il nostro Dao quotidiano,
qualunque sia la nostra attività professionale, sia che viviamo
in campagna, in una piccola città, in una metropoli, su unisola
o su una montagna.
Frequentemente mi viene chiesto durante
conferenze o incontri di vario di tipo: "Come si pronunciano o si
scrivono correttamente le parole Dao, Qi, Lao Zi, Yi Jing, Taiji Quan
ecc.? Incontriamo libri che parlano dello stesso argomento con trascrizioni
diverse."
I cinesi hanno sempre scritto attraverso
gli ideogrammi.
Il cinese non è una lingua
che può essere tradotta come le lingue occidentali dove è
possibile fare anche la traduzione simultanea. Il cinese è
una lingua che deve essere interpretata, quindi la traduzione non
può essere fatta parola per parola: durante la traduzione bisogna
aspettare la conclusione della frase per poterne tradurre il concetto.
I traduttori occidentali che hanno tradotto dal cinese allinglese
o dal cinese al francese hanno sempre tradotto i testi seguendo la
trascrizione fonetica relativa alla propria lingua.
Quando sentiamo un cinese pronunciare
per esempio il concetto-suono-parola qi in pinyin la pronuncia in
italiano la trascriveremo come ci, perché per noi è
la maniera di scriverla che più si vicina alla sua pronuncia,
un inglese la trascriverà chi, un francese ki.
Gli anglosassoni hanno creato un loro
vocabolario cinese-inglese, il più famoso e utilizzato è
quello degli autori Gilles-Wade, i trascrittori di lingua francofona
hanno generato la trascrizione E.F.E.O.
Negli ultimi decenni per esigenze
di ordine commerciale e politico la Cina aprendosi al mondo occidentale
ha dovuto adottare un sistema di comunicazione scritta che non fossero
gli ideogrammi, per cui è nata la traslitterazione dei caratteri
cinesi del sistema pinyin che si va affermando a livello mondiale
ed è il linguaggio che incontrerete in questo testo e che utilizziamo
nella nostra Scuola.
Tao è la trascrizione di "Via"
più comune e affermata derivante quindi dal vocabolario
Gilles-Wade,
Do è lequivalente di Dao in Giapponese (do-in,
shiatzu-do, ai-ki-do, ken-do), Dao anche in vietnamita (viet-wo-dao). Quindi
Dao,
Tao e Do e sono la stessa parola trascritte in lingue diverse.
Il Dao di cui si può parlare
non è leterno Dao.
Il nome con cui si può chiamare non è leterno
nome.
Senza un nome è il principio del Cielo/Terra.
Con un nome è la Madre di tutte le cose.
Senza il desiderio si percepisce lindefinibile,
con il desiderio si percepisce il limite.
I due punti, gli stessi in origine,
hanno solo nomi diversi.
Lidentità si chiama mistero,
mistero del mistero,
ecco la porta dellindefinibile.
Dal Cap. 1
del Dao De Jing
Lao
Zi
Il Dao quindi non è una religione.
Non è una filosofia nel significato occidentale della parola;
il Dao è il naturale. Non voglio esasperatamente intellettualizzare
questo principio perché non è lo scopo di questo libro,
per cui mi limiterò a enunciarne i principi generali che lo
regolano. Ogni volta che mi si chiede di parlarne sento lesigenza
di tacere. Immaginate quindi la difficoltà che incontro a
sciverne.
Il Dao non è immorale come
qualche disinformato lo ha definito, bensì amorale. I suoi
principi generali possono, anzi dovrebbero, essere applicati in qualunque
momento della nostra esistenza, qualunque sia la nostra religione,
la nostra etica, professione o attività. Il Dao si "manifesta"
attraverso i principi dello yin/yang.
Per facilitare il discorso a volte
nominerò yin oppure yang singolarmente, come se fossero due
cose separate e indipendenti, ma è importante comprendere,
interiorizzare il principio che yin /yang sono due entità inscindibili,
sono i due pedali della bicicletta, uno sale elaltro scende
contmporaneamente in un costante altenrarsi, per cui quando ne parlerò
in riferimento a qualcosa, a un evento, a una situazione, questa dovrà
essere interpretata relativamente al suo complementare.
Possiamo tracciare un elenco di parole
su due colonne, luna yin e laltra yang e sotto luna
metteremo tutto ciò che corrisponde allo yin e sotto laltra
tutto ciò che corrisponde allo yang. Ma per la giusta interpretazione
è da considerare lassoluta complementarietà tra
luno e laltro: non esiste superiorità delluno
nei confronti dellaltro. In qualunque momento ciò che
ora vi appare yin può diventare yang e, allo stesso tempo,
ogni situazione è contemporaneamente sia yin che yang.
Alla domanda: "Un bambino di dieci
anni è grande o piccolo?" Se avete già risposto avete
sbagliato. Non cè una risposta logica al quesito posto
in questi termini; ci sarà invece nel momento in cui voi preciserete:
"Relativamente a cosa?" Ecco quindi che questo bambino di dieci anni
sarà piccolo rispetto a un giovane di venti, ma grande rispetto
a un bambino di due. Quindi lo stesso bambino di dieci anni è
sia grande che piccolo senza nessuna contraddizione nello stesso momento.
Il taiji tu è considerato comunemente
il simbolo del Dao. Taiji tu significa: "Limmagine del grande
capovolgimento." Viene rappresentato con unimmagine circolare
suddivisa in parti uguali tra il bianco e il nero. Osserviamo che
il bianco e il nero non sono divisi come una torta tagliata a metà,
metà bianca e metà nera, ma il nero entra nel bianco
e il bianco entra nel nero: per esaltare la complementarietà
yin/yang, nel nero cè una parte di bianco e nel bianco
cè una parte di nero.
Per scopi didattici e interpretativi
prenderemo in considerazione sempre limmagine exoterica del
taiji tu, relativa al movimento apparente del sole, raffigurata con
la parte bianca più ampia in alto a sinistra e la parte nera
più ampia in basso a destra.
Capovolgendo limmagine, considerandone
il suo negativo e il negativo capovolto avremo in totale quattro immagini
differenti.
La linea rossa 60° circa, ha
la stessa inclinazione dellasse terrestre e dellasse elettrico
del cuore.
YIN
|
YANG
|
Terra |
Cielo |
Donna |
Uomo |
Acqua |
Fuoco |
Luna |
Sole |
Non luce |
Luce |
Nero |
Bianco |
Freddo |
Caldo |
Inverno |
Estate |
Basso |
Alto |
Pesante |
Leggero |
Lento |
Veloce |
Contrazione |
Espansione |
Duro |
Molle |
Pieno |
Vuoto |
Centro |
Periferia |
...... |
........ |
Il bianco ci riporta alla luce, il
nero al buio. La luce emotivamente lassociamo al sole, il suo
complementare diventa la luna, il sole è caldo, la luna è
fredda. Il caldo è yang, il freddo è yin.
Laria calda yang va verso lalto,
laria fredda yin va verso il basso; in un ambiente chiuso, quindi,
gli strati più alti saranno più caldi di quelli bassi
che saranno più freddi. Alto yang, basso yin. Ciò che
va verso lalto è più leggero, yang, contrariamente
a ciò che è pesante e tende verso il basso, yin. Leggero
è veloce, pesante è lento, luno yang laltro
yin. Il leggero, veloce, con un moto verso lalto, yang, è
tale perché la densità molecolare è ridotta rispetto
a ciò che è yin, cioè più pesante, più
lento, che quindi scivola verso il basso. Diventa quindi yin ciò
che è duro, yang ciò che è molle. In natura la
frutta più molle, espansa, yang, si contrappone a quella dura,
contratta, yin e questi prodotti sono infatti relativi rispettivamente
allestate e allinverno. Lestate, stagione calda,
luminosa, che ci porta a svestirci, ci offre frutta dolce e acquosa:
meloni, cocomeri. Linverno, stagione fredda, buia, ci obbliga
a coprirci e produce frutti proteici, grassi, contratti: noci, nocciole,
mandorle.
Per una sintesi snella e veloce che
potrebbe essere invece infinitamente lunga possiamo dire che è
yang luomo, il fuoco, lalto, il periferico, il vuoto,
il veloce. È yin, complementariamente, la donna, lacqua,
il basso, il centro, il pieno, il lento, etc.
È yang il cielo e yin la terra.
Ritornando al contadino cinese, questi
cominciò a notare che il tutto era strettamente regolato da
queste due forme di energia fondamentali, ma non in una maniera rigida
e manichea.
Non esiste il momento che divide il
giorno dalla notte, come non esiste quello che divide la notte dallalba.
La natura ci insegna la morbidezza,
la mancanza di assoluto, tutto è una continua sfumatura, il
passaggio è graduale, sempre. Non esiste un uomo che sia uomo
al 100%, né esiste una donna che sia donna al 100 %.
La natura ci ha creati in una maniera
che anche a livello cromosomico ogni sesso ha in sé gli ormoni
dellaltro sesso, situazione ben evidente in concomitanza della
menopausa e dellandropausa, in cui nella donna, disattivandosi
gli ormoni femminili, può aumentare la peluria e la voce può
diventare più grossa, manifestazioni sessuali secondarie maschili.
Nelluomo, allinverso, soprattutto se ha la tendenza allobesità,
si possono evidenziare i seni mammellari.
Nel suo vivere quotidiano il cinese
divide lanno nelle quattro stagioni, due delle quali, luna
meno calda dellaltra, con un movimento di crescente attività
fisica allaperto, che vanno dalla primavera allestate;
le altre due, con un movimento gradualmente decrescente verso un freddo
sempre più intenso, che vanno dallautunno allinverno,
con una riduzione dellattività fisica. Vengono evidenziate
le manifestazioni yang della primavera e dellestate, che chiameremo
rispettivamente piccolo yang e grande yang e quelle dellautunno
e dellinverno, piccolo yin e grande yin.
Luomo vive questa relazione
con la natura non come un uccello nel cielo e nemmeno come un animale
soltanto sulla terra. Luomo vive una condizione speciale e sviluppa
la coscienza che il suo essere è situato tra cielo e terra.
Lideogramma che rappresenta questo principio ci indica in modo
schematico che il pugno è tondo come la testa e la volta celeste,
mentre il piede è quadrato come il corpo e la terra. Tra cielo
e terra è situato luomo, allincrocio dellenergia
yin della terra, che sale e dellenergia yang del sole, che scende.
Il principio espresso da questo ideogramma
è rappresentato anche nelle monete cinesi. Queste avevano una
forma circolare con un buco quadrato nel mezzo: il cerchio periferico
della moneta si proietta verso linfinito mentre il quadrato
al centro è limitato come la terra; tra il quadrato interno
e il cerchio esterno è situato luomo.
Gli stessi principi con simboli diversi
li troviamo in culture e popoli anche apparentemente lontani tra di
loro: assiri, indiani, massoni. Simboli comuni sono il compasso e
la squadra: il compasso rappresenta il cerchio, la perfezione e quindi
la proiezione verso linfinito, la squadra rappresenta il quadrato,
la terra, il finito. Luomo, benché situato tra cielo
e terra, in realtà ha un rapporto privilegiato con la terra;
è sulla terra che egli vive e realizza la sua vita.
Il suo è un punto di osservazione
geocentrico. La terra è coltivata dal contadino con una modalità
che dipende dalle stagioni. La terra offre conseguentemente dei prodotti
che possono nascere sopra: cereali, legumi, frutta, oppure dei prodotti
che possono nascere sotto: radici, patate, carote, finocchi, barbabietole.
Nel suo rapporto con la terra il contadino cinese,
osservatore taoista, evidenzia che la terra non è sempre uguale,
che insieme allatmosfera (i venti, la temperatura) e alle emozioni,
cambiano i prodotti in una relazione stupefacente.
Il Dao crea ununica, globale,
universale relazione. Le stagioni sono quattro: primavera, estate,
autunno, inverno, definite e scandite da date astronomiche. Nellosservazione
della natura il contadino cinese ne inserisce una quinta: la tarda
estate o quinta stagione. La tarda estate è infatti quel periodo
che viene a essere situato tra le due stagioni più calde, primavera-estate
e le due più fredde autunno-inverno.
Estrapolando graficamente questa quinta
stagione, associata al Movimento Terra, allesterno del quadrato
rappresentato dalle quattro stagioni, viene a generarsi un pentagono.
Il concetto della quinta stagione
che assoceremo al colore giallo ci è inconsueto, però
possiamo notare e apprezzarne una realtà evidenziando come
in ogni cambio di stagione in natura appaiono fiori gialli.
Il cinese nellesprimere graficamente
le manifestazioni del Dao non lo associa in una maniera riduttiva
alle stagioni o agli organi o semplicemente alle emozioni, ma utilizza
un linguaggio ben più ampio con la definizione di Cinque Movimenti.
È insito nella parola "movimento" il concetto di non stagnazione
e quindi si supera la limitatezza di una definizione riduttiva.
La figura del pentagono serve per meglio introdurci
alla comprensione di alcune leggi fondamentali che regolano luniverso.
Le prime che incontriamo sono la Legge
di Generazione e la Legge di Controllo.
A seconda delle traduzioni occidentali
vengono anche definite Legge Madre-Figlio e Legge Nonno-Nipote. In
alcuni testi si parla di legge di generazione e legge di distruzione.
Il concetto di distruzione fa pensare
alla morte come elemento negativo, che porta alla fine di un qualcosa.
Tutto ciò è estraneo
alla cultura cinese, daltronde anche Lavoisier enunciava che
"nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". San Paolo
insegnava che nel battesimo muore luomo vecchio e nasce luomo
nuovo.
Nei tarocchi la carta della morte
non necessariamente sta a significare la morte fisica, bensì
la morte di una situazione dalle cui ceneri ne nasce unaltra...
I cinesi chiamano queste leggi fondamentali
Ciclo Sheng e Ciclo Ke
Quindi i Cinque Movimenti e non i
"cinque elementi" sono:
Legno, fuoco, terra, metallo,
acqua
il legno
|
genera
|
il fuoco
|
il fuoco
|
genera
|
la terra
|
la terra
|
genera
|
il metallo
|
il metallo
|
genera
|
l'acqua
|
l'acqua
|
genera
|
il legno
|
Che il legno generi il fuoco è
di facile interpretazione, quindi il Movimento Legno diventa madre
del Fuoco. A sua volta il Fuoco, figlio del Legno, genera la Terra
sotto forma di carbone, brace, lapilli e ne diventa la madre. La Terra,
figlia del Fuoco, divenendo essa stessa madre genera il Metallo: lestrazione
dei metalli viene fatta dalla terra, dalle rocce, dalle cave. A sua
volta il Metallo, figlio della Terra, genera lAcqua, intesa
come liquido. Infatti durante la fusione di un metallo avviene la
trasformazione dal solido al liquido. LAcqua, figlia del Metallo,
generando il Legno ne diventa la madre: se non cè pioggia
non può esserci vegetazione; e con questo si chiude il Ciclo
di Generazione.
Il Ciclo Ke, Nonno-Nipote o Legge
di Controllo, è quella stella a cinque punte che viene a formarsi
allinterno del pentagono. Controllo quindi e non distruzione,
come si incontra in tanti testi. Per il cinese il concetto di morte
non è lo stesso che per gli occidentali. Quando parliamo di
yin, per esempio, non parliamo di morte rispetto alla vita yang ma
yin come "non-vita". La morte fisica è un punto di passaggio,
è una situazione di trasformazione. Ciò che differenzia
un vivo da un morto è la presenza dello Qi: "soffio" per i
cinesi, noi interpretiamo e traduciamo come energia vitale, "e Dio
gli soffio la vita",
Il corpo di un individuo appena morto
è identico a quando era ancora vivo in tutti i suoi parametri:
lunghezza, peso, numero di cellule. Ma gli antichi cinesi non studiavano
i morti per curare i vivi, e tantomeno gli animali, perché
differenti dalluomo. Approfittavano invece delle occasioni in
cui i criminali venivano torturati pubblicamente per dare esempio,
e andavano a studiarne le fattezze interne per carpire i segreti del
corpo umano. Soprattutto andavano alla ricerca dello Qi.
I commercianti, i missionari e i viandanti
di ritorno dalloriente, non percependo queste sottigliezze raccontavano
solo di terribili "torture cinesi".
I condannati ringraziavano anticipatamente
i loro torturatori, certi che costoro, veri professionisti, avrebbero
fatto di tutto per farli restare in vita il più a lungo possibile,
cosa che comportava farli soffrire il meno possibile, in questi circostanze,
medici e studiosi andavano a osservare e studiare le reazioni degli
organi.
il legno
|
controlla
|
la terra
|
il fuoco
|
controlla
|
il metallo
|
la terra
|
controlla
|
l'acqua
|
il metallo
|
controlla
|
il legno
|
l'acqua
|
controlla
|
il Fuoco
|
Il Legno è madre del Fuoco,
il Fuoco a sua volta è madre della Terra, quindi il Legno diventa
nonno della Terra e la controlla. Un esempio può renderlo il
rimboschimento: gli alberi vengono piantati per controllare la terra
ed evitare valanghe, smottamenti o frane. Originariamente gli aratri
erano di legno e controllavano la terra nel senso che la sottomettevano
penetrandola e rivolgendola. Il fuoco controlla il metallo nella fucina:
abbiamo bisogno del fuoco per forgiare il metallo e renderlo utile
alle nostre esigenze, come creare gli utensili per il lavoro.
La Terra controlla lAcqua. Il
cinese, mangiatore di riso per eccellenza, per controllare lacqua
nelle risaie ha bisogno della terra, dei canali per lirrigazione.
La terra controlla lacqua trattenendola negli otri di terracotta.
Il Metallo controlla il Legno; abbiamo
bisogno di utensili di metallo per tagliare, segare, scolpire. Abbiamo
bisogno di scalpelli, sgorbie, asce, seghe per costruire la casa,
i mobili, i ponti.
Il Fuoco è controllato dallacqua,
relazione evidente: se cè un incendio lo possiamo controllare
con lacqua. Dal rapporto acqua-fuoco possiamo utilizzare lenergia
dellacqua sotto forma di vapore.
Tutti piccoli esempi; in realtà
a ogni movimento possiamo associare una qualunque situazione, unemozione,
le stagioni, gli strati del corpo, i venti, come sintetizzato nello
specchietto riassuntivo.
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