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Indice

Carta 1987 del Restauro degli oggetti d'Arte e di Cultura

Carta 1987

 

Gli Allegati:

Allegato A: La tutela dei Centri storici

 

Allegato B:opere di interesse architettonico

 

Allegato C: conservazione  e restauro delle antichità

 

Allegato D: conservazione e restauro su opere  a carattere plastico, pittorico, grafico e arti applicate

 

Allegato E: conservazione e restauro del libro

 

Allegato F: conservazione e restauro dei beni archivistici


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1987

Carta della conservazione e del restauro 

degli oggetti d'arte e di cultura


settima  parte

Allegato D

Istruzioni per l'esecuzione di interventi di conservazione e restauro su opere a carattere plastico, pittorico, grafico e d'arte applicata

 

Operazioni preliminari

La prima operazione da compiere, in ogni intervento su qualsiasi opera d'arte o cimelio storico, è un'accurata ricognizione dello stato di conservazione dell'oggetto di per sé e delle condizioni ambientali in cui è stato ed è custodito.

In tale ricognizione rientra l'accertamento e, per quanto possibile, la ricostruzione storica delle vicende del clima e del microclima in cui l'oggetto è stato ed è conservato. A tale riguardo è molto importante la documentazione storica dei dati forniti dagli strumenti sulle escursioni termiche, bariche, igrometriche e anche su quelle fototropiche dell'ambiente in cui è custodito, nonché su quelle inerenti l'intero edificio (a cominciare, dunque, dal relativo poligono dei venti). E ovviamente fondamentale la documentazione relativa alla composizione chimica dell'atmosfera per individuare la provenienza e la natura degli eventuali inquinanti. Hanno infine importanza i dati relativi alla composizione materica della scatola ambientale (strutture, rivestimenti, arredi ecc.).

Per quanto riguarda le condizioni di conservazione intrinseche all'oggetto è fondamentale l'accertamento dei modi dell'esecuzione tecnica e dei materiali adoperati, distinguendo le parti originarie da quelle spurie o aggiunte e determinandone approssimativamente le rispettive datazioni. Ove possibile dovrà essere compiuto anche l'esame delle condizioni interne dell'oggetto.

Tale accertamento, che in prima istanza si intende comunque autoptico, dovrà, nei limiti del possibile, essere corroborato da analisi ed esami a carattere fisico, chimico e numerico, scelti con assoluta priorità tra quelli non distruttivi. Analisi ed esami, da condurre in stretta collaborazione con gli esperti dei diversi settori, saranno registrati accuratamente nel giornale di restauro. La documentazione relativa sarà costituita da referti specifici. Questi ultimi non solo comprenderanno fotografie in bianco e nero e a colori nel visibile, eseguite sul totale e/o su opportuni dettagli, ma anche riprese a carattere multispettrale (singole bande del visibile, IR, UV, X). Si intende che in tutte le suddette riprese dovranno essere esattamente controllate e controllabili le fontidi illuminamento, i diottri, le condizioni spaziali, i materiali sensibili e di trasmissione e filtraggio dei contrasti e delle cromaticità.

Per tutti gli oggetti originariamente destinati a una visione limitata o solo frontale andranno eseguite riprese fotografiche anche dai punti di vista non previsti (retro, lati, parti interne ecc.) Quando è necessario accertare la presenza di strati originali di vernice o accertare lo stato della preparazione e non sia possibile adoperare metodi non distruttivi ci si deve limitare a praticare prelievi minimi evitando in ogni caso punti capitali dell'opera.

Essi dovranno essere limitati al massimo anche nel numero. Dei prelievi dovrà essere segnato il punto preciso in una delle copie fotografiche d'insieme e/o di dettaglio e dovrà esserne annotato il riferimento nel giornale di restauro. Per quanto riguarda i dipinti murali o su pietra, terracotta o altro supporto e che siano comunque in condizioni di inamovibilità, occorrerà assicurarsi delle condizioni del supporto in relazione all'umidità, definire se si tratti di umidità di infiltrazione oppure formatasi per condensazione o per capillarità; eseguire dei prelievi della malta e del conglomerato del muro e misurarne il grado di umidità. Qualora si notino o si suppongano attacchi di biodeteriogeni, anche su questi ultimi andranno esperite specifiche analisi.

Nel caso delle sculture non ci si dovrà limitare ad accertare solo lo stato di conservazione delle superfici materiali in cui sono eseguite, ma anche quello delle strutture, a mezzo di prove possibilmente non distruttive (radiografie, gammagrafie, ultrasuoni, correnti magnetiche indotte ecc.). 

Previdenze da attuare nell'esecuzione degli interventi conservativi  

Le indagini preliminari avranno dato modo di orientare l'intervento di restauro nella direzione giusta, sia che si tratti di pulitura semplice, oppure di fissaggio, di remozione di ridipinture, di trasporto, di ricomposizione di frammenti. Tuttavia l'indagine che sarebbe la più importante per la pittura, la determinazione della tecnica impiegata, non sempre potrà avere una risposta scientifica. In casi del genere la cautela e l'esperimento per le materie da usare nel restauro rimarranno metodologicamente le sole risorse a cui appellarsi. Nel caso di supporti lignei, come per qualsiasi altro tipo di supporto, in stato relativamente buono, è preferibile non intervenire in modo da non turbare un equilibrio ormai stabilizzato. Se si interviene per raddrizzarli o riconnetterli e/o integrarli, occorre farlo con precise regole tecnologiche che rispettino l'andamento delle fibre del legno e utilizzino la stessa specie botanica.

 In particolare, qualora il supporto ligneo sia in buono stato, ma presenti fessurazioni, disgiunzioni di assi o mancanze, si procederà al necessario risanamento con legno allo stesso grado di umidità interna di quello originale, a piccoli segmenti, seguendo le metodologie di consolidata pratica. Quando lo spessore della tavola dipinta è troppo esiguo rispetto all'estensione della superficie, si può prevedere una parchettatura di sostegno che deve fondamentalmente assicurare i movimenti naturali del legno su cui viene applicata. I supporti lignei che avranno subito un attacco biologico (insetti, microrganismi ecc.) dovranno essere sottoposti a disinfestazione con gas specifici, noti per essere senza azione negativa sul materiale stesso e sulla pellicola pittorica. Essi eliminano gli organismi presenti, ma non prevengono attacchi futuri, quindi è utile, successivamente, applicare materiali più durevoli con caratteristiche appropriate. Nel solo caso in cui il legno è praticamente distrutto si può pensare a una trasportazione del dipinto su un nuovo supporto. Conservare, ove possibile, l'imprimitura originaria è sempre consigliabile per mantenere alla superficie pittorica la sua originaria conformazione. Nella sostituzione del supporto è bene valutare attentamente le proprietà del supporto nuovo assicurandosi soprattutto della sua stabilità, cioè che non sia soggetto ne a torsioni, ne a contrazioni o dilatazioni. Per una maggiore garanzia gli adesivi dovranno essere scelti con cognizione per non provocare danni durante l'operazione ne subire alterazioni nel tempo. Quando il supporto di un dipinto è una tela, è opportuno non decidere a priori che la ritelatura sia l'unica operazione da eseguire.

Nel caso in cui la tela non presenti lesioni ma solo un allentamento della tensione, sarà ufficiente, per ristabilirla, operare sui sistemi di tensionamento.

Se i bordi sono indeboliti possono essere rinforzati con strisce di tela che non sorpassino di molto il bordo del telaio sotto la pellicola pittorica. Quando invece si ritiene necessaria l'operazione di rintelatura, si devono evitare adesivi non rimovibili, compressioni eccessive e temperature elevate che potrebbero danneggiare la pellicola pittorica. Sono sempre da escludersi operazioni di applicazione di un dipinto su tela a un supporto rigido. I telai dovranno essere concepiti in modo da assicurare la tensione giusta che potrà essere molto semplicemente.

conservata attraverso i consueti modi, curando che rimanga sempre un sopravanzo adeguato della tela di rifodero per eventuali e successive sostituzioni del telaio o per operazioni di tensionamento. Per le preparazioni e le pellicole pittoriche occorre controllare attentamente il loro stato di adesione e coesione e procedere al consolidamento delle parti distaccate e indebolite. I materiali impiegati dovranno essere compatibili con le materie originali e le metodologie d'impiego potranno essere dirette o localmente o su tutta la superficie, avendo cura di asportare completamente da questa ogni sopravanzo di adesivo che potrebbe risultare dannoso a causa di possibili contrazioni.

Quando si debba procedere a una velatura totale del dipinto, l'adesivo deve essere rimovibile con solventi non dannosi alle tecniche originali. La pulitura potrà essere eseguita principalmente in due modi: per soluzioni o con mezzi meccanici. I mezzi meccanici (bisturi ecc.) dovranno essere usati sempre con prudenza e con il controllo dello stereomicroscopio. I mezzi solventi dovranno essere scelti, miscelati e calibrati in modo da ottenere il giusto punto di evaporazione affinchè non permangano negli strati del dipinto e che abbiano nei limiti del possibile una bassa tossicità. Prima di usarli sarà utile eseguire dei test di solubilità per definire il livello di pulitura e i tempi onde evitare d'intaccare la pelle d'invecchiamento naturale (patina), formata dall'indurimento in superficie del legante e dallo strato protettivo finale, che è indispensabile che continui a esplicare la sua funzione

Pur essendo di primaria importanza la conservazione della materia che forma l'opera, non si deve escludere la possibilità di restituire, ove possibile, una continuità di lettura all'immagine. La reintegrazione dovrà essere l'interpretazione critica della mancanza e arrestarsi quando diventa ipotesi. I mezzi impiegati dovranno essere reversibili e il sistema distinguibile a distanza ravvicinata dall'originale. Gli strati protettivi finali dovranno essere di un materiale affine alla pittura, sufficientemente resistente, ma facilmente reversibile nel tempo con mezzi non aggressivi verso la pellicola pittorica. 

 

Previdenze da tenere presenti nell'esecuzione di interventi di conservazione e restauro a pitture murali e mosaici.

Come per i dipinti mobili anche per quelli murali, prima di iniziare qualsiasi intervento, sarà necessario determinare nel modo più preciso possibile la tecnica di esecuzione e i materiali usati. Contemporaneamente occorre rilevare gli aspetti del degrado e individuarne le cause. Prima di ogni operazione conservativa sui dipinti è necessario in primo luogo risanare l'ambiente ed eliminare ogni causa di aggressione. In caso di asportazione della polvere dalla superficie è opportuno non solo agire con cautela per non togliere assieme alla polvere parti di superficie cromatica divenuta eventualmente pulverulenta, ma anche per esaminare se nella polvere non siano presenti biodeteriogeni, sui quali intervenire con disinfestanti idonei. Le prime operazioni riguardano il ristabilimento della coesione e dell'adesione dei vari strati. I materiali da usare per tali operazioni dovranno essere scelti e vagliati da una serie di prove di laboratorio, comprensive di invecchiamento naturale di almeno quindici anni, che ne garantiscano l'asportabilità e l'inalterabilità nel tempo a livello strutturale e ottico. La pulitura, per mezzi e metodologie, può attenersi alla prassi seguita per i dipinti mobili salvo che per la rimozione delle incrostazioni saline poco solubili, per la quale si rimanda alla letteratura esistente.

I dipinti murali sono parte integrante dell'architettura, quindi la loro trasposizione sarà giustificata, anche se sempre traumatica, solamente nei casi di edifici o supporti che debbano essere distrutti o rimossa o di catastrofi (terremoti, incendi, alluvioni ecc). ed, eccezionalmente, palinsesti.

Quando si debba necessariamente orientarsi sulla rimozione del dipinto dalla parete, fra i metodi da scegliere, dovrà privilegiarsi il distacco allo scopo di mantenere alla superficie pittorica la sua conformazione originaria.

Qualora sia indispensabile ricorrere allo strappo dell'affresco, particolare attenzione dovrà essere rivolta alla possibilità di recupero della sinopia. In questo caso occorre che il supporto su cui ricollocare la pellicola pittorica offra le massime garanzie di stabilità, inerzia e neutralità chimica; occorrerà altresì che possa essere costruito nelle dimensioni stesse del dipinto, senza suture intermedie, che risalterebbero inevitabilmente col passare del tempo sulla superficie pittorica. Il collante su cui si fisserà la tela aderente alla pellicola pittorica sul nuovo supporto dovrà potersi sciogliere con tutta facilità con un solvente che non danneggi la pittura.

I supporti che oggi danno le migliori garanzie sono i cosiddetti rigidi, autoportanti, progetti con sistemi e materiali diversi, ma sempre con uno strato intermedio fra il dipinto (con le nuove prime stratificazioni) e il supporto rigido. Questo strato, chiamato «d'intervento», deve essere eseguito con materiali resistenti, leggeri, ma soprattutto facilmente rimovibili per soluzione o con mezzi meccanici, onde evitare di dover incollare protezioni sulla faccia del dipinto in caso di sostituzione. Per i mosaici, che presentano più o meno le stesse caratteristiche dei dipinti murali, quando fosse necessario procedere al loro distacco occorrerà assicurarsi che le tessere, ove non costituiscano una superficie completamente piana, siano fissate e possano essere riapplicate con la collocazione originaria. Prima dell'applicazione dei veli e dell'armatura di sostegno, ci si dovrà assicurare dello stato di conservazione delle tessere ed eventualmente consolidarle. Particolare cura dova essere posta nel conservare le caratteristiche tettoniche della superfìcie e, nel caso di mosaici pavimentali, evitare qualsiasi levigatura della superficie. 

Previdenze da tenere presenti nell'esecuzione di interventi di conservazione e restauro a opere di scultura  

Dopo aver accertato la materia ed eventualmente la tecnica con cui le sculture sono state eseguite (se in marmo, pietra, stucco, cartapesta, terracotta, terracotta invetriata, terra non cotta, terra non cotta e dipinta ecc.), ove non risultino parti dipinte e sia necessaria una pulitura, è da escludersi l'esecuzione di lavaggi tali che, anche se lasciano intatta la materia, ne intacchino la patina. Perciò, nel caso di sculture di scavo o trovate in acqua (mare, fiumi ecc.), se vi saranno incrostazioni, queste dovranno essere rimosse preferibilmente con mezzi meccanici. Qualora si tratti di sculture in legno, e questo sia in stato fatiscente, l'uso di fissativi dovrà essere subordinato alla conservazione dell'aspetto originario della materia lignea.

Se il legno sia infestato da tarli, termiti ecc. occorrerà sottoporlo all'azione di gas idonei. Nel caso di sculture ridotte in frammenti, l'uso di eventuali perni, sostegni ecc., dovrà essere subordinato alla scelta di metallo non ossidabile. Per gli oggetti in bronzo si raccomanda una particolare cura per la conservazione della patina nobile (atacamite, malachite ecc.), sempre che al di sotto di essa non esistano gradi di corrosione in atto.

 

Avvertenze generali per la ricollocazione di opere restaurate

Se l'intervento è stato occasionato dalle condizioni termoigrometriche del luogo in generale o della parete in particolare, si dovranno studiare tutte le possibilità di risanamento ambientale, climatizzazione ecc., al fine di riportare l'opera nella collocazione originaria, condizione essenziale per la sua integrità storico-estetica. Tuttavia, come linea di condotta assoluta, non si dovrà comunque mai rimettere l'opera restaurata nel luogo originario se questo non sia stato adeguatamente risanato. 

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Liberamente tratto dalla rete Ultimo Aggiornamento: 23/11/07. -