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Storia della Cartapesta | Il Restauro del Cristo di Confortino | Appendice |
Liberamente Tratto da "Il Cristo in Cartapesta" Tesi di Laurea di Gabriella Brigante
Relatore: Prof. W. Lambertini Correlatore Prof. A. Panzetta
Accademia di Belle Arti Bologna Indice
Il Restauro del Cristo
I Luoghi
Appendice
Metodi di Pulitura
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La tecnica della cartapesta leccese
Il termine “cartapesta” sta ad indicare una poltiglia ottenuta dalla macerazione di carta priva di cellulosa, ossia fatta di soli stracci. Un tempo la poltiglia si otteneva avendo preliminarmente tagliato a piccoli pezzi la carta che poi veniva immersa nell' acqua, dove si lasciava macerare per 3-4 ore.
Successivamente con una spugna si asportava l'umidità, facendo altresì aderire la poltiglia in ogni piega della controforma. Fatto asciugare il primo strato, su di esso venivano incollate e stratificate fascette di carta, fino ad ottenere lo spessore desiderato. Come strato finale, sempre a fascette, veniva adoperato il canovaccio 13 per dare maggiore consistenza all'intero modellato.
Fasi di lavorazione per la costruzione di una statua
Per una statuina alta fino a 70 cm. Si modellano testa, mani e piedi in creta; da 70 cm. in su si preferisce usare la cartapesta per l'intero soggetto.
Dovendo realizzare una statuina alta fino a 70 cm., dapprima con un fil di ferro si costruisce la cosiddetta ”anima” della figura, sulla quale con spago e trucioli si modella il bustino, creandone così il corpo. Quindi al bustino di paglia vengono fissati la testa, mani e piedi, se ne stabilisce la posa e poi lo si avvolge con strati di carta fatti progressivamente fatti aderire con colla di farina. Il corpo così ottenuto viene in tutte le sue parti modellato con lo spago, al fine di conseguire una migliore sagomatura. Una volta fatto asciugare, viene collocato su di una base e si passa, pertanto, alla vestizione per la quale si utilizzano fogli di carta incollati tra di loro con colla di farina, e gli strati si sovrappongono sino allo spessore che si vuole ottenere. Fatto ciò, il pezzo si lascia asciugare. Per la costruzione di una statua superiore a 70 cm. La tecnica è ben diversa. Tutta l'opera verrà realizzata in cartapesta cioè, dopo aver ottenuto testa, mani e piedi con il procedimento innanzi illustrato, si procederà alla formazione del busto. Da un falegname si fa approntare una base di legno, di misura proporzionata all'altezza della statua. Al centro della base viene fissato un bastone molto solido, che costituisce il sostegno di tutto il lavoro. Quindi, attorno al bastone, con successivi stati di paglia, a mano a mano si sagoma il busto per ottenere una sorta di manichino.
Questa operazione richiede una notevole esperienza, che non può prescindere dalle regole del disegno anatomico. Se la statua deve assumere una determinata posizione, per esempio si vuole costruire un santo inginocchiato, è necessario dare al busto l'impostazione di un uomo inginocchiato. Se, invece, la statua dovrà risultare isolata, si appronterà una struttura in ferro onde ottenere l'idea del movimento.
Distribuita opportunamente la paglia intorno all'asse portate, procederà a trattenerla legandola con spago sottile, ma molto resistente,in modo da non creare spessori inopportuni. Quindi il corpo verrà ricoperto con carta priva di cellulosa, sempre spalmata con colla di farina.
Il manichino avrà monche ed appuntite le estremità delle braccia e delle gambe, dove mani e piedi, precedentemente realizzati in cartapesta, saranno incastrati e solidamente trattenuti dallo spago.
La saldatura delle giunture viene completata con l'applicazione di lembi di carta ben impregnata di colla di farina. La testa, invece, viene legata al busto con dello spago fatto passare attraverso alcuni fori precedentemente disposti sul collo e sulla nuca.
Dopo qualche giorno, ad asciugatura effettuata, si è pronti per effettuare una prima focheggiatura 14, con la quale si rendono più lisce le superfici e più compatta la carta, ma, soprattutto, si correggono le contorsioni che si sono prodotte durante l'essiccamento.
Terminata la prima focheggiatura, è necessario rinforzare il vestito, ricoprendolo con vari strati di carta. Nuovamente asciugato, l'abito si focheggia per la seconda volta e così assume una consistenza pressocché lignea.
Prima di passare i ferri roventi, tutta la statua deve essere coperta da uno strato di colla di falegname, per evitare che il ferro caldo dia fuoco alla carta. Dopo quest'operazione, la statua viene cosparsa, tramite un pennello, da una miscela realizzata da gesso di Bologna e colla di coniglio15, per renderla idonea a ricevere le vernici.
Fatto ciò, il cartapestaio inizierà l'operazione di levigatura delle superfici della statua mediante carta di vetro, di grana sottile. L'ultima operazione è la coloritura della statua. L'artigiano dapprima stenderà sul pezzo un sottofondo costituito da colori a base di colla di coniglio, cosiddetti a “guazzo”; una volta asciugati, impregnerà la statua con colori a tempera. Infine dipingerà l'opera servendosi di colori ad olio di lino per le carnagioni, e di colori satinati per i vestiti.
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Ultimo Aggiornamento: 22/05/08.