la Ceramica |
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a cura di
Cane
di fò, Cina, XVII secolo
Indice Storia della ceramica
Artigianato La Ceramica
Sommario della Sezione: |
Storia della ceramica
Mi commuove pensare all'uomo del neolitico che, pur vivendo in condizioni assai disagiate e precarie, dopo aver faticato a scavare, macinare e depurare l'argilla, ad impastarla a darle forma senza l'uso di alcuna tecnologia, prima di cuocere il vaso nel rudimentale forno, si prendeva la briga di incidere il bordo con l'unghia del pollice a intervalli regolari formando dei dentelli che decoravano il bordo.
Per accennare a realtà a noi più vicine va ricordata la ceramica cretese e micenea: con inevitabile approssimazione si può dire che la ceramica fu introdotta nel mondo greco dall'Oriente ma ben presto si affrancò dai modelli di importazione per orientarsi verso un gusto autonomo. A Creta, tra il III e il II millennio a.C. si sviluppa la ceramica di Kamares, dipinta a motivi rossi e bianchi su fondo nero lucido, nell'Argolide e nelle isole Cicladi, dopo il mille a.C. si afferma uno stile geometrico in cui prevalgono rombi, triangoli e meandri, le famose "greche".
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A partire dal VI secolo si sviluppa la ceramica attica a figure nere, raggiungendo ben presto una grande raffinatezza compositiva e stilistica. Verso le fine del secolo si impose invece lo stile a figure rosse, con scene epiche, eroiche o semplicemente scene familiari. Questa produzione, che fu ricca e si diffuse ben presto in vaste aree del Mediterraneo, venne ben presto imitata dagli Etruschi e dai Romani. Gli Etruschi, oltre agi originali buccheri a pasta nera, usarono la terracotta per statue, urne cinerarie e sarcofagi di grande pregio artistico. |
Balsamario
paleoveneto, Este, IV secolo a.C.
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Tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. si diffonde, prima in Italia e poi in tutto l'impero, la ceramica a vernice rossa o terra sigillata, decorata a rilievo tramite matrici; la produzione più importante fu quella di Arezzo. Con la caduta dell' Impero Romano e l'instaurazione dei Regni Romano-barbarici, interrottisi i grandi scambi culturali e commerciali, anche la ceramica subì un abbassamento del profilo qualitativo e decadde ad un modesto ruolo puramente casalingo con produzioni di tazze e brocche rozze e pesanti. Già usata nel mondo islamico come rivestimento di grandi superfici, che assumevano così un aspetto sgargiante, nel Medioevo, a partire dall'età comunale, la ceramica fu introdotta in architettura o sotto forma di bacini (piatti e grandi scodelle policromi smaltate e decorate) o come fregi monocromi in terracotta (archetti, lesene, ecc.) che venivano inseriti nelle murature. |
Antefissa
veneto-romana del I secolo d. C.
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Piatto islamico decorato a lustro, Impero
Ottomanno, sec. XVIII.
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Dal Quattrocento l'artigianato artistico della ceramica ha una sorprendente rinascita: in Emilia e in Veneto si afferma la ceramica graffita. A Firenze e in tutta l'Italia centrale, nel Cinquecento, si afferma la maiolica che raggiunge ben presto un altissimo grado di perfezione tecnica e di qualità artistica; in questa feconda produzione si distinsero vari stili, chiamati "famiglie". |
Gubbio, Deruta, Faenza e Urbino ebbero grande rinomanza per i piatti istoriati, mentre nell' Italia del sud, in Spagna e Portogallo si diffusero le mattonelle per pavimenti e rivestimenti, legate all'influsso islamico; in Austria, Germania, Ungheria e Cecoslovacchia la maiolica fu impiegata per la costruzione di stufe. Nella parte occidentale della Germania, ed in particolare nella zona di Colonia, nella seconda metà del Trecento, si sviluppò una tecnica ceramica che prevedeva l'utilizzo di un'argilla finissima e cotture ad altissime temperature che davano un prodotto quasi vetrificato, compatto e resistente: il gres. A seconda dell'argilla impiegata e dei metodi di cottura, il gres poteva essere grigio, bruno o bianco, i gres di Colonia sono, generalmente, di colore marrone chiaro o marrone scuro. Il centro produttivo più importante fu Sieburg, ma ben presto questa tecnica si diffuse nella Turingia, in Sassonia e nella Slesia. Nel XVII secolo divennero famose e ricercate le lavorazioni in gres grigio della regione del Westrwald. |
Piastrella, Olanda,
fine del XVII secolo
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Alberello, Deruta,
seconda metà del XVI secolo
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Fino a tutto il
Seicento la porcellana rimase appannaggio della Cina che seppe mantenere
segreta la composizione chimica dell'impasto che, una volta cotto, dava
un prodotto leggero, abbastanza resistente, un po' translucido e
brillante. Dopo numerosi tentativi, fu solo intorno al 1710, nella
città di Meissen, in Sassonia, che si produsse la prima porcellana
europea, da allora sorsero quindi importanti manifatture a Venezia,
Vienna, Chantilly, Capodimonte, Sevres, Limoges e Parigi, le quali,
mentre producevano imitazioni di porcellane cinesi e cineserie, per un
mercato in continua espansione, seppero sviluppare anche propri
stili. |
A fronte di questa situazione la ceramica continua nel nostro secolo un'importante funzione a servizio dell'uomo: la sua scarsa conduttività la rendono preziosa come isolante elettrico, viene impiegata in attrezzature chimiche e idrosanitarie perché è dura, igienica e resiste alla corrosione; è impiegata in elettronica, in medicina nelle protesi dentarie e ossee, nel campo dell'energia nucleare e nella tecnologia aeronautica e spaziale. |
Giudizio
universale, Giovanni Della Robbia e bottega, 1501 Volterra, Chiesa di
San Girolamo
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La Ceramica: Bibliografia
M. Bacci, Le porcellane europee, Milano 1966
G. Barioli, F.Brunello, Le origini della ceramica in Vicenza, Vicenza 1976
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Ceramiche dell'Ottocento dei Musei Civici di
Padova, a cura di Michelangelo Munarini, Padova 1998
A. D'Agliano, Ceramica dell'Ottocento, Novara 1984
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G. Ericani, Modelli e modellatori per la porcellana Antinibon, sta in La ceramica degli Antonibon, catalogo della mostra a cura di G. Ericani, P. Marini, N. stringa, Milano 1990
Este. Ceramiche Porcellane. L'arte della Ceramica dal 1700, catalogo della mostra, a cura di G.B. Fadigati, Este 1979
O. Ferrari, G. Scavizzi, Maioliche italiane del Seicento e Settecento, Milano 1965
G. Gardelli, Ceramiche del Medioevo e del Rinascimento, Ferrara 1986
J. Giacometti, O. Ferrari, V. Montefusco, Maioliche e Porcellane italiane, Milano 1981
Il ritrovamento di Torretta - Per uno studio della ceramica Padana, catalogo della mostra a cura di G. Ericani, Venezia 1986
La ceramica nel Veneto. La Terraferma dal XII al XVIII secolo, a cura di G. Ericani e P. Marini, Verona 1990.
La ceramica popolare veneta dell'Ottocento, a cura di A. Cecchetto, L. Magagnato, N. Stringa, Milano 1978
A. Lane, La porcellana italiana, Firenze 1963
S. Levi, Maioliche settecentesche lombarde e venete, Milano 1962
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Storia e tecnica della ceramica, catalogo della mostra, Lentiai 1988
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Ultimo Aggiornamento: 30/11/05.