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craquelure
Manfredi Faldi
Restauratore di dipinti ed esperto di diagnostica artistica,
laureato in Storia dell'Arte all'Università di Firenze.
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Il
Restauro Pittorico: La Craquelure
Non appena il dipinto è terminato,
indifferentemente dalla tecnica utilizzata, inizia a deteriorarsi,
sia per azione degli agenti ambientali sia per una propria
intrinseca instabilità. Fenomeni fisici, chimici e biologici
alterano in vario modo la materia di cui è composta l'opera , ad
esempio causando delle trazioni meccaniche che sono a loro volta
responsabili di gran parte dei danni riscontrabili sul supporto,
sulla preparazione ed anche sul film pittorico
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Da un attento esame delle
crettature (o craquelure) è spesso possibile risalire alle cause che
le hanno generate e, conseguentemente, ottenere utili informazioni
sulla struttura dell'opera. Le fenditure raggiungono gli strati più
profondi o si limitano alla superficie del dipinto, si diramano
secondo reticolati variabili, rettilinei o concentrici che,
intersecandosi tra loro, formano le caratteristiche isole dalle
dimensioni e dalle forme più varie.
Il fenomeno può essere evidenziato
con l'uso della macrofotografia, ulteriormente esaltato con la luce
radente e studiato in comparazione con gli esami in
transilluminazione, infrarosso trasmesso e radiografia ai raggi X.
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Elementi costitutivi della craquelure
sono: linea di frantumazione, isola, bordo , apertura e profondità del
taglio.
La linea di frantumazione corrisponde al taglio che che si forma attraverso
gli strati pittorici, la cui forma e dimensione varia a seconda della cause
che le hanno generate. L'intersecarsi delle diverse linee di frantumazione
genera isole di materia separata di forme e dimensioni variabili. Con bordo
si intende il profilo esterno del taglio che può essere netto e tagliente o
irregolare e stondato.
La distinzione e lo studio di questi elementi hanno permesso di giungere ad
una classificazione dei differenti tipi di craquelure |
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La craquelure detta di essiccamento
interessa soltanto gli strati superficiali di vernice e colore, è dovuta ad
anomale contrazioni della materia stessa e si forma, perciò, nelle prime
settimane successive all'applicazione della pittura, anche se talvolta può
continuare ad estendersi in profondità negli anni.
La linea di frantumazione è in questo caso larga e irregolare, con solchi
che raggiungono, eccezionalmente, anche un centimetro o più di larghezza. La
profondità è limitata al livello dello strato pittorico che, a seguito di
trazioni interne attuate dal processo di essiccamento, è ancora abbastanza
morbido tanto da essere soggetto a deformazione plastica. I bordi delle
isole hanno, perciò, un'apparenza fluida e grumosa e i larghi cretti
lasciano spesso intravedere lo strato sottostante. |
La craquelure detta di invecchiamento
compare quando il film pittorico e lo strato preparatorio sono oramai
completamente essiccati e quindi non più in grado di sostenere lo sforzo
esercitato dalle fluttuazioni dimensionali del supporto. La linea di
frantumazione è invariabilmente sottile, uniforme, relativamente diritta o
appena incurvata, può estendersi per una considerevole lunghezza prima di
intersecarsi con un'altra frattura. Le isole che si vengono a formare sono
in rapporto con lo spessore degli strati: più questi sono spessi più è largo
l'intervallo fra le linee di frantumazione. La natura del supporto influenza
ovviamente la forma del cretto in quanto all'origine delle trazioni:
troveremo addensamenti di craquelure laddove le tensioni sono più forti come
agli angoli e verso i margini nei dipinti su tela e secondo le venature del
legno nei dipinti su tavola. I bordi avranno spigoli acuti denotando una
frantumazione a essiccamento già avvenuto. |
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La craquelure di invecchiamento si origina
dal supporto e si apre come sottile crepa, dalla forma a V col vertice verso
il basso, attraverso tutti gli strati dalla preparazione alla vernice. In
radiografia ai raggi X si evidenzia come linea scura molto diversa
dall'immagine formata dal craquelè di essiccamento. Anche in
transilluminazione o infrarosso trasmesso sarà evidente la profondità del
cretto. Ovviamente l'osservazione potra essere resa possibile solo nel caso
in cui il supporto sia sufficientemente trasparente all'infrarosso alla luce
visibile, come nel caso di questa tela.
Crettature non presenti in superficie ma rilevate con questi mezzi possono
essere dovute a ridipinture di parti dell'opera o all'utilizzazione di un
vecchio dipinto come supporto per l'esecuzione di una nuova opera,
operazione non rara nel campo della falsificazione.
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L'analisi della craquelure come verifica dell'autenticità
di un dipinto deve sempre essere molto cauta. E' vero che la craquelure è
da sempre considerata come un fattore di autenticità (o meglio di
antichità) di un'opera, ma è altrettanto vero che esistono numerosi metodi
per procurarla artificialmente. Certo riprodurre una falsa crettatura che
penetri anche la preparazione, con isole concave che distaccano i propri
bordi dal supporto nella tipica forma a "scodellina", è sicuramente più
difficile che ottenere una semplice craquelure di essiccamento facendo
slittare uno strato su un altro, ma allo stesso tempo non dovrà essere
considerato autentico tutto ciò che provoca immagini radiografiche. Alcuni
sistemi usati nella falsificazione delle opere d'arte, come
l'arrotolamento della tela con una preparazione fragile dopo aver
accelerato l'essiccamento del colore, provocano cretti profondi e
dall'aspetto più che verosimile.
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I bordi, che appena formati sono ad angolo
retto, col tempo tenderanno a consumarsi, anche a causa del loro rilievo.
Interessante sarà osservare questo particolare della crettatura al
microscopio o con la macrofotografia, ma non è detto che il falsario lo
abbia trascurato. |
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