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Metodi a confronto
I Consigli di Sergio Macri Quando stucchiamo i fori Quando alla fine del trattamento antitarlo si stuccano i fori, si abbi l'accortezza di preparare/impastare lo stucco con lo stesso liquido antitarlo...nè prendiamo qualcuno in più di quelli in risalita dal fondo da Il Forum
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antitarlo
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Sotto la comune dizione "trattamento antitarlo", si intendono tutti quei procedimenti che prevedono l'uso di prodotti specifici atti alla eliminazione definitiva del tarlo dai nostri mobili ( o strutture lignee). Mettere in pratica quanto si è detto così semplicemente non è altrettanto facile: eliminare definitivamente il tarlo non sempre riesce, e spesso occorre ricorrere più volte ai trattamenti senza tuttavia avere una garanzia totale della riuscita. Questo si spiega in quanto il tarlo, annidandosi a volte nelle profondità delle gallerie, non sempre è raggiungibile dai gas o liquidi velenosi con i quali tentiamo di avvelenarlo. Inoltre, se il trattamento lo eseguiamo quando il nostro acerrimo nemico si trova nello stadio di "uovo", il trattamento risulta quasi sempre inefficace. Cerchiamo di affrontare il problema prendendo in esame le varie fasi in cui questo si può presentare: Manutenzione ordinaria: Supponiamo di renderci conto della presenza del tarlo nei nostri mobili di casa, attraverso l'improvvisa comparsa dei piccoli cumuli di polvere di legno di cui abbiamo già parlato. Per questo tipo di intervento, dobbiamo procurarci un buon prodotto antitarlo e uno stic di cera del colore più simile al mobile sul quale dobbiamo intervenire: entrambi i prodotti li possiamo trovare facilmente in ogni ferramenta. Il tipo di intervento è semplice e alla portata di tutti (adottando chiaramente le precauzioni necessarie in occasione di utilizzo di prodotti velenosi) : è sufficiente iniettare il liquido antitarlo in ogni singolo foro chiudendolo poi con uno spaghetto ottenuto dallo stic di cera. Quando si inietta il liquido, occorre prestare attenzione affinché questo traboccando dal foro non macchi il mobile, soprattutto se rifinito a gommalacca. Mentre si inietta il liquido quindi, con l'altra mano, tenete uno straccetto o un batuffolo di cotone nei pressi dell'ago pronti a fermare ogni fuoriuscita di liquido. Questo tipo di intervento ha il vantaggio di essere estremamente semplice ed immediato, ed è forse l'unico alla portata di tutti. Si provoca un certo avvelenamento delle fibre del legno nella galleria di uscita dell'insetto adulto, nella quale la femmina presumibilmente ha deposto le uova. I fori che dobbiamo "siringare" sono anche quelli vecchi, con profilo scuro, in quanto possibili ricettacoli di uova.
Fase di Restauro: In fase di restauro , possono capitarci mobili in condizioni assai peggiori di quella precedentemente descritta. Prima di decidere il tipo di intervento, dobbiamo renderci conto quanto il tarlo abbia danneggiato il legno. In alcuni casi, ci si trova costretti se non a sostituire integralmente almeno a consolidare alcune parti gravemente danneggiate. Una volta terminato l'intervento di consolidamento/riparazione dei danni, si passa alla fase vera e propria di trattamento. In questo caso, sempre con le dovute precauzioni, e sempre che le dimensioni del mobile lo permettano, possiamo intervenire col metodo della "camera a gas": Questa volta occorre avere una quantità sufficiente di antitarlo (uno o due litri) che con un pennello adeguatamente largo, spennelleremo abbondantemente su tutte le parti del mobile non verniciate. Schiena , interni e fondi dei cassetti e del mobile dovranno essere trattati. Avremo precedentemente preparato un telo o sacco di nylon per avvolgere completamente il mobile,. all'interno del quale lasceremo un recipiente con antitarlo. Il Nylon che avvolge il mobile lo fermeremo con nastro di carta gommata. Lasceremo il mobile in queste condizioni per almeno tre settimane. E' consigliabile fare questa operazione o in tarda primavera o in autunno quando si schiudono le uova. Trascorse le tre settimane, , toglieremo il nylon lasciando asciugare il mobile per due o tre giorni in un luogo areato. A questo punto passeremo a siringare ogni singolo foro come abbiamo visto in precedenza. Per quello che riguarda la chiusura, potremmo usare cera oppure stucco con gesso di Bologna se i fori sono molti e la finitura prevista è a gommalacca. |
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Questo tipo di intervento, possibile solo in un ambiente adeguato, da non farsi assolutamente in casa per ovvi motivi, è più efficace del precedente in quanto comporta l'avvelenamento di gran parte della struttura lignea attraverso l'abbondante spennellatura di antitarlo, la quasi completa saturazione delle gallerie con gas venefici (mediante la camera a gas) e invasione delle gallerie di liquido velenoso tramite iniezione. Metodi Professionali: Nonostante la presunta efficacia del metodo descritto sembrerebbe che non offra una garanzia assoluta di riuscita, in quanto sempre e comunque alcune remote gallerie non vengano toccate dagli agenti venefici. Allora a questo punto si passa agli interventi professionali di chi, della lotta ai tarli ne ha fatto il proprio mestiere. Alcune aziende offrono servizi di disinfestazione utilizzando, tra gli altri, il metodo del vuoto . Nell'ambiente dove vengono posti i mobili si crea il vuoto aspirando l'aria e poi si iniettano i gas venefici. I gas, proprio per l'effetto del vuoto creato, raggiungono qualsiasi fessura o galleria anche più remota non trovando l'aria come ostacolo rendendo più efficace l'operazione. Questo trattamento viene garantito fino a cinque anni. Alcune aziende offrono questo servizio anche a domicilio. Prodotti Antitarlo e consolidanti PHASE: Linea PERMETAR specifico antitarlo mette a disposizione i seguenti prodotti:
Questi prodotti soddisfano le seguenti condizioni di qualità: Il prodotto antitarlo deve poter essere esteso sulla superficie lignea in modo da garantire una penetrazione in profondità e quindi una efficace protezione. Deve sviluppare un'azione altamente tossica nei confronti degli insetti xilofagi, ma non tossica nei confronti di qualunque altro organismo. Non deve essere facilmente dilavabile ne a base di composti volatili e la sua azione si deve sviluppare il più possibile in profondità del legno senza però produrre corrosioni sulle parti metalliche contigue ne presentare effetti negativi su colle o vernici di finitura. Deve avere un colore neutro trasparente. Deve poter essere applicato semplicemente a pennello, spruzzo o iniezione con siringa. Deve essere resistente alla radiazione ultravioletta e non deve occludere la naturale porosità del legno nè formare pellicole destinate ad esfoliare.Deve consentire di eseguire le normali operazioni di finitura a cui il manufatto va sottoposto. Deve esercitare un'azione sia curativa che preventiva. La sua efficacia deve però essere favorita da interventi che eliminano eventuali fonti di umidità ed assicurano una buona ventilazione dell'ambiente. . XIREIN Prodotto Antitarlo ProTector N - protettivo per legno - Sul catalogo di una noto distributore milanese di materiali e attrezzature per il restauro (Bresciani), viene riportata la scheda di questo antitarlo: Con ProTector N abbiamo risolto non solo il problema di avere un protettivo efficace, utilizzando come principio attivo la permethrina ma anche poco nocivo per l'uomo (non contiene endosolfuro, lindano o DDT). Il solvente di questo prodotto, permette di veicolare il principio attivo in modo ottimale per avere una efficace penetrazione nel legno ( in 24 ore, per capillarità può penetrare nel legno per più di 50 cm) e non è tossico per l'uomo. E' inodore ed incolore non altera rivestimenti di tessuto o carta. ProTector N
Consolidamento del Legno: Il consolidamento del legno è un intervento necessario quando i manufatti lignei si presentano in una situazione di deterioramento molto avanzato.In genere questo deterioramento interessa soprattutto la struttura interna del legno ed opera degli insetti xilofagi.Questi insetti indeboliscono a tal punto la struttura del legno da renderla quasi spugnosa e debole alle sollecitazioni meccaniche.Il consolidamento in genere viene effettuato con resine acriliche tra le quali una delle più efficaci risulta essere il “Paraloid B72”.Tale sostanza viene utilizzata nei maggiori centri di restauro, su opere di altissimo valore artistico. E’ stata infatti utilizzata per la prima volta nel restauro del crocifisso ligneo del Duccio presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, in seguito all’alluvione ’66.Questa sostanza si trova in commercio sotto forma di granuli (B72): è una resina che va sciolta in solventi quali: alcool, diluenti al nitro, acetone, eccetera.La soluzione penetra all’interno della struttura, nelle gallerie scavate dai tarli, asciugandosi si espande ed indurisce rinforzando il tutto.Il consolidamento può essere effettuato per immersione, per spennellatura o siringatura. Si opera a concentrazioni diverse nel senso che si comincia con del Paraloid più diluito (10%) e man mano si aumenta la concentrazione (fino ad arrivare al 20%).La quantità di Paraloid utilizzata non deve essere eccessiva in quanto questo, indurendosi potrebbe spaccare il legno. Prodotti per il Consolidamento : PARALOID: Sul catalogo di una noto distributore milanese di materiali e attrezzature per il restauro (Bresciani), sotto al capitolo RESINE ED EMULSIONI ACRILICHE sono elencati diversi tipi di PARALOID prodotti dalla ROHM HAAS.
per info: Bresciani : www.brescianisrl.it Help on-line della Phase 348-7274676
Approfondimento: Il Consolidamento |
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Selezionato per voi dal Forum
Utili
consigli di Carlo - 20/08/2002 6.17.50 Innanzitutto io credo che tutti i prodotti antitarlo siano efficaci, se vengono in contatto con l'insetto:riprova ne sia che questi viene eliminato da qualsiasi insetticida di uso domestico, se posto all'aperto. Questo può essere verificato da chiunque. Il problema allora è legato alla capacità di penetrazione dei prodotti sino agli insetti ed alle loro uova,e ciò dipende non solo dalle caratteristiche intrinseche dell'insetticida,ma anche dal suo modo di applicazione. La maggior parte degli insuccessi nella guerra ai tarli è causata dalla fretta e dalla scarsità di prodotto impiegato, più che dalla inefficacia del prodotto stesso! Tutti i consigli dati su queste pagine sono giusti; io però ne aggiungerei alcuni. Io personalmente, se è possibile portare all'aperto l'oggetto intaccato, inizio soffiando a lungo con l'aria compressa nei forellini, per pulirli il più possibile. Non fate però questo in casa:rischiate di seminar tarli in ogni luogo! Successivamente si può dare l'antitarlo, prima con siringa e poi con pennello, avendo cura di applicarlo in modo che penetri dall' alto verso il basso (ovvero capovolgendo il mobile,se occorre,e non applicandolo da sotto, con la improbabile pretesa che possa penetrare più di tanto). Quindi camera a gas, come descritto, ma nuova applicazione, almeno nei punti più colpiti, dopo una dozzina di ore. Io personalmente dopo venti giorni farei una terza applicazione....cambiando prodotto!!! E non per sfiducia nel primo, ma partendo dal presupposto che tutti gli insetti sono capaci di sviluppare resistenza nei confronti degli insetticidi dei quali sono venuti a contatto. Dopo qualche altro giorno di camera a gas si possono chiudere i forellini con cera, o con stucco alla gommalacca. Ovviamente vi sono trattamenti molto più efficaci, ma questi non sono alla portata dell'utilizzatore dilettante, ovvero risultano troppo pericolosi, se posti in essere senza precauzioni adeguate, per cui preferisco non parlarne neppure. In genere però un trattamento come quello descritto è efficace nella maggior parte dei casi. Ci si chiede se i tarli presenti in un mobile possano intaccarne altri:difficile dirlo, ma impossibile escluderlo,per cui lotta senza quartiere!!!! E, se del caso, non è male portare il mobile...abitato dai tarli in luogo sicuro, sino a constatata eliminazione degli stessi; io di certo,ad esempio,non lo lascerei su un parquet. A proposito di parquet, quanto detto vale anche per i tarli che hanno attaccato il pavimento .
Interviene
Silvia - 20/08/2002 19.13.44 Siccome non era solo ma in comitiva sono dovuta passare alle maniere forti. Il mio contributo al forum posso darlo affermando che si, purtroppo le simpatiche bestiole sono più ghiotte di legno che appartiene a mobili
disabitati quindi è certo ( anziché probabile) che tutti i mobili della stessa stanza vengano contaminati.Chiaramente contando i tempi di schiusa intercorreranno mesi o anni prima che ci si accorga di altri fori o della classica polverina. Insomma,meglio un trattamento "collettivo" di tutti mobili della stessa stanza del mobile contaminato seguito da una puntuale manutenzione preventiva con i migliori prodotti antitarlo, piuttosto che
l'estenuante disillusione annuale di fronte a nuovi fori nonostante i nostri perpetui sforzi..Chiaramente se siete esperti di materiali lignei saprete valutare da voi se qualche mobile può venire escluso dal trattamento
in quanto costruito in essenze non predilette da insetti xilofagi. Buona fortuna comunque..Silvia
Trattamento Anitarlo
Giampietro giovedì 7 marzo 2002 - 14.54.13
Risponde: Pino A mio modo di vedere occorre utilizzare prodotti antitarlo specifici e possibilmente non nocivi per l'uomo. questi prodotti, la cui efficacia migliora con la camera a gas, hanno il vantaggio di essere studiati per una agevole penetrazione nelle fibre del legno, quindi applicati anche a pennello sul mobile, danneggiano poco le finiture o la patina, e penetrano in profondità nelle fibre. La camera a gas migliora poi il loro risultato.
Milo giovedì 7 marzo 2002 - 22.37.34
Replica
:
Giampiero Consolidanti
per i
mobili tarlati Risponde: Pino Esistono in commercio dei consolidanti acrilici meno invasivi del paraloid che, soprattutto, penetrano con più facilità e creano minori problemi nelle successive operazioni di finitura. Si possono
usare sia a pennello che per immersione (meglio per immersione ove possibile). Risponde Vittorio Il Paraloid va bene come consolidante del legno ed è ammesso all'uso dalla Soprintendenza. Ho da poco acquistato un armadio in gattice del '700 in discrete condizioni con l'unico difetto che sulle porte in corrispondenza dei buchi di sfarfallamento (e anche in altre zone) ci sono macchie scure (forse muffe) dovute credo a cattiva conservazione in ambiente umido. Gianni giovedì 7 febbraio 2002 - 8.22.47
Difficile fare ipotesi senza vedere. Potrebbe trattarsi in alternativa di degrado in profondità del legno, in corrispondenza dei fori del tarlo, dovuto alla impregnazione per umidità. Molte volte lo strato superficiale protetto da finitura, anche se malandata, e l'umidità degrada la finitura, mentre la sua penetrazione nei fori di sfarfallamento altera il legno nella parte interna non protetta, facendo apparire le caratteristiche macchie in corrispondenza dei fori. Potrebbe anche trattarsi di residuo di vecchi ed empirici trattamenti anti tarlo mediante iniezioni di sostanze sbagliate. In ogni caso il pezzo sembrerebbe da pulire e se del caso da sverniciare il più superficialmente possibile. Al seguito occorre disinfestare con chiusura in sacco per venti trenta giorni, dopo adeguato trattamento antitarlo. Quindi occorre lasciare asciugare bene e poi consolidare con paraloid o altro consolidante acrilico per legno. Se a seguito del procedimento e una volta ben asciugato il mobile conserva macchie dovrà essere trattato con schiarenti nelle parti occorrenti e uniformato nella tinta con mordenti, contenendo questi interventi nel minimo indispensabile, quindi finito a mezza cera o gommalacca a seconda della finitura originaria e delle sue caratteristiche. Ciao Pino. | Home Page | Schede Tecniche | Forum | Consulenze | Invia un Commento | Ultimo Aggiornamento: 24/11/05. |