documento sul 

Restauro del Mobile Antico

 | Home Page | Schede Tecniche | Forum | Consulenze | Invia un Commento |


 

Sommario del Documento

Prima parte:

 Premessa 

Seconda parte:

 Metodologia - fasi

Terza parte:

Metodologia - tipologie

 

Documenti Correlati

Carta di venezia 1964

Carta restauro 1972

Carta 1987 del Restauro degli oggetti d'Arte e di Cultura

Storia del Restauro

Coscienza del restauro

 

Metodologia del Restauro

di

Simone Beneforti

 

 

Nella Sezione

Principi di Restauro

Il Laboratorio

Schede  tecniche

Ricettario

Glossario

 

 

terza parte

 

Metodologia - tipologie 

Per agevolare la stesura del documento, e per semplificare la nomenclatura per la redazione della "certificazione di qualità", abbiamo ritenuto opportuno articolare le possibilità di intervento in tre tipologie generali:

1) RESTAURO CONSERVATIVO

si intende per restauro conservativo ogni intervento che non consideri l’aggiunta di elementi mancanti.

Rientrano in questa tipologia interventi di:
1.1) Conservazione e prevenzione; Tutti quei provvedimenti che non comportino un intervento diretto sull’ opera.(Rif. "Carta del restauro 1972", art.4).
Valutando ogni singolo caso, sarà verificata la situazione ambientale e climatica del manufatto e saranno fornite tutte quelle indicazioni (anche per quanto riguarda la normale manutenzione e pulizia delle superfici) che ne possano prolungare l’integrità nel tempo.

1.2) Disinfestazione; L’eliminazione degli agenti di deterioramento biologico consiste nel distruggere gli individui infestanti presenti nel manufatto, nel predisporre le condizioni affinché questi non possano svilupparsi in seguito e nell’impiegare, in fase di restauro materiali che non possano essere di nutrimento per tali organismi. Per la disinfestazione sono da impiegare gas tossici che non danneggiano né la struttura né l’aspetto estetico. E’ da limitare l’uso di impregnanti antitarlo a quei prodotti già sperimentati da tempo che non alterino l’aspetto e i rapporti cromatici delle varie essenze legnose.

1.3) Pulitura e finitura delle superfici. . . . . Deve essere eseguita in modo da rispettare la patina del legno e comunque non deve mai arrivare alla nuda superficie della materia. (Rif. "C.R. 1972", art.6, c.5; art.7 c.2). Per la finitura superficiale dovranno essere adottati tecniche e materiali congrui al periodo storico a cui l’opera appartiene.

1.4) Ricomposizione di opere andate in frammenti. Questa operazione può essere eseguita solo quando esistano precisi documenti o testimonianze storiche che possano indicare quale fosse stato l’aspetto dell’opera finita. Gli interstizi eventualmente colmati dovranno essere realizzati con una tecnica che ne permetta il riconoscimento.
 

2) INTEGRAZIONE PARZIALE

Si intende per integrazione parziale l’operazione di restauro che considera l’aggiunta di elementi mancanti.

L’integrazione è ammessa solo quando sia possibile comprovare la mancanza di ciò che si intende aggiungere, quando sia effettivamente indispensabile per la fruizione funzionale ed estetica dell’opera, e solo quando vi siano elementi o informazioni storicamente accertabili che possano suggerire come dovesse essere l’aspetto originale dell’opera.
Non sono comunque realizzabili integrazioni ex novo di zone figurate o inserimenti di elementi determinanti per la figuratività dell’opera. Le parti integrate dovranno essere realizzate in maniera tale da risultare differenziate dal contesto originale, ma non oltre la misura che non ne comprometta la leggibilità e i rapporti cromatici.
In questo contesto sono da intendersi proibiti completamenti in stile con legname di
patina antica, ricostruzioni arbitrarie, rimozioni o demolizioni che cancellino il passaggio dell’opera attraverso il tempo, a meno che non si tratti di limitate alterazioni deturpanti o incongrue rispetto ai valori storici ed artistici dell’opera.

 

3) RIEDIZIONE CRITICA

Si intende per riedizione critica la creazione ex novo di oggetti del passato, utilizzando materiale nuovo e non proveniente da opere preesistenti.

La creazione può essere copia di un originale esistente, ricostruzione filologica di opere irrecuperabili, oggetto nuovo di interpretazione storico-stilistica, e può essere finalizzata alla ricontestualizzazione del frammento.
L’operazione sarà sempre preceduta da un rigoroso studio di carattere storico, stilistico e iconografico, e guidata dal rispetto di tutte le tecniche originali storicamente accertate e dall’uso di materiali coerenti al periodo storico cui si fa riferimento.
In ogni caso l’intento non dovrà mai essere quello della creazione di falsi; sono quindi sempre proibite tutte quelle operazioni che tendano artificiosamente ad invecchiare le superfici dell’opera, ivi compreso l’uso di materiali antichi.
Ogni manufatto così realizzato avrà, in una zona che non ne disturbi la godibilità, una targhetta affissa che indichi la data di esecuzione, il nome dell’artigiano esecutore e i riferimenti di archivio; sarà certificato dal Centro Tecnologico di Restauro come "oggetto nuovo di riedizione critica".


 | Home Page | Schede Tecniche | Forum | Consulenze | Invia un Commento |

Ultimo Aggiornamento: 04/11/05.