Cenni Storici
Il Borgo Ciolino, sorto presumibilmente intorno al XVIII sec., nasce come tipica espressione di un particolare quadro storico e socio-economico, quello dell'entroterra siculo, caratterizzato dal latifondo e dalla mezzadria da una parte e, dall'altra, dall'isolamento dovuto alla mancanza di reti di comunicazione. Dei primi insediamenti, consistenti in dimore dette "pagghiari" (pagliai), destinate ad abitazione e per il ricovero degli animali, si hanno ancora tracce visibili nel centro di Ciolino. Risale alla metà dell'Ottocento la costruzione della chiesetta dedicata all'Immacolata Concezione, attorno alla quale è ancora possibile riconoscere quello che dovette essere il nucleo centrale della borgata.
Proprietà del Vescovo di Cefalù fino alla legge "delle guarentigie", con la quale, durante il primo decennio del Regno d'Italia, furono confiscati i beni ecclesiastici, il borgo fu diviso in 135 lotti nel 1867. Gran parte di questi fu acquistata dalla famiglia Pottino di Capuano e dalla famiglia Pucci di Benefichi. Insieme ai lotti, le stesse famiglie acquistarono anche la grande maggioranza dei caseggiati.
Il periodo tra le due guerre si segnala per la costruzione di una scuola e alcune opere di bonifica. Queste ultime causarono un significativo incremento delle attività cerealicole e dell'allevamento, con ripercussioni anche sullo sviluppo urbanistico del borgo che, adibiti sempre più i pagliai a ricovero per gli animali, si arricchì di case in muratura costruite con materiali tradizionali, il cui agglomerarsi fece di Ciolino un piccolo nucleo urbano abitato da circa 60 famiglie.
Le forti ondate migratorie del secondo dopoguerra causarono lo spopolamento progressivo del borgo, la cui popolazione risulta oggi sensibilmente ridotta e prevalentemente anziana, mentre gran parte delle abitazioni sono disabitate.