Rete Società e Ambiente del Piemonte
Queste pagine vogliono essere uno strumento di lavoro per tutti coloro che in Piemonte sono interessati a costruire e far crescere relazioni e sinergie tra persone, circoli, comitati che si impegnano a livello locale per affermare il diritto democratico dei cittadini a partecipare alle scelte che riguardano il proprio territorio.
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A C Q U A

Ancora oggi vi sono nel mondo più di 1,4 miliardi di persone che non hanno accesso all’ acqua potabile  e 2,4 miliardi che non hanno accesso ad installazioni sanitarie adeguate, con la conseguenza  che

30 mila esseri umani muoiono ogni giorno per malattie dovute all’assenza o cattiva qualità dell’ acqua e dell’ igiene.

Noi siamo pienamente convinti che l’ acqua è un bene comune dell’ umanità, appartenente a tutti gli organismi viventi; che l’accesso all’ acqua è un  diritto umano e sociale, individuale e collettivo.

Sosteniamo  che il finanziamento del costo necessario per garantire  questo diritto ad ogni essere umano , nelle quantità e qualità sufficienti per vivere debba essere nella  responsabilità dei pubblici poteri, politici ed amministrativi.

Consapevoli in questo di fare parte di un Movimento mondiale che si riconosce nel “Contratto mondiale dell’ acqua”(1) e nei principi del “Manifesto dell’acqua”(2), intendiamo agire localmente nel solco tracciato dalla “Dichiarazione di Roma” (3) del 10 Dicembre 2003 nella quale personalità, parlamentari, rappresentanti della società civile provenienti da diverse parti del mondo hanno definito sei obiettivi prioritari da realizzare nel corso dei prossimi 5-10 anni.

All’ interno di questo cammino  riteniamo fondamentale costruire dal basso nelle istituzioni locali ( Comuni, Province, Regioni) la “Democrazia locale dell’ acqua” .

Chiediamo pertanto l’istituzione di “Forum dei cittadini” specifici sull’argomento acqua, con effettivo potere di incisività sulle forme di Democrazia Rappresentativa esistenti sul territorio. Confermiamo find’ ora la nostra piena disponibilità alla partecipazione costruttiva, confrontandoci con le altre realtà presenti sul territorio  al fine di raggiungere una via condivisa per la realizzazione della sostenibilità ambientale, della solidarietà sociale  e della sobrietà nei consumi.

In questa ottica risulta fondamentale fermare urgentemente, anche usufruendo delle nuove possibilità introdotte in merito dalla legge Finanziara 2004, i processi di liberizzazione del mercato e di privatizzazione delle gestioni che hanno pericolosamente preso piede in questi anni.

Chiediamo quindi che la nuova Amministrazione Provinciale  provveda urgentemente al rinnovo della Autorità d’Ambito, inserendo nella Convenzione Istitutiva i principi sopra descritti ed il riferimento allo specifico Forum dei Cittadini. Che la Convenzione, gli atti, le indagini e le indicazioni fin’ora adottate dall’ Autorità vengano rese di pubblico dominio nella piena trasparenza. Che il nuovo Consiglio Provinciale assuma coerentemente il ruolo di garante politico e di indirizzo democratico nei confronti della Autorità.

Proponiamo che nessun cambiamento gestionale venga attuato prima che il  Forum dei Cittadini sia stato messo in condizione di conoscere, valutare ed esprimersi in merito.

Chiediamo che la prossima Amministrazione Provinciale si faccia carico , nel contesto delle prerogative assegnategli ed insieme ai Comuni ed alle Comunità Montane aderenti, del  mantenimento nel pubblico  delle gestioni dell’intero ciclo idrico integrato. Dell’attivazione, insieme a quegli Enti, Associazioni, Comunità che già lo hanno fatto , di un processo di modifica delle leggi nazionale n.36/94 (legge Galli) e regionale n.13/97 allo scopo di correggere il concetto di risorsa economica finanziata unicamente dalle tariffe, reintroducendo il significativo apporto della fiscalità pubblica, collegata ad un sistema finanziario cooperativo, mutualistico e di parternariato Pubblico-Pubblico.

Nondimeno riteniamo importante che vengano salvaguardate le peculiarità dei Comuni Montani anche con la modifica della legge regionale 13/97 laddove prevede la obbligatorietà della adesione all’ ATO e la destinazione della quota tariffaria spettante ai soli fini di tutela e produzione del bene i cui oneri devono invece gravare sulla intera comunità locale.

Nella constatazione che non è l’elevamento della tariffa (penalizzante per la fasce deboli e rischioso di rendere economicamente appetibile l’aumento dei consumi) ad incentivare la riduzione degli sprechi, suggeriamo politiche mirate in tal senso che coinvolgano i Cittadini e le Associazioni di categoria (soprattutto industriali ed agricole).

Contestualmente invitiamo la nuova Autorità d’Ambito ad assumere pienamente il potere di controllo sulle politiche tariffarie adottate dai Gestori, colmando l’attuale vuoto che consente incontrollati aumenti, variamente mascherati.

Riteniamo che si debba disincentivare l’uso dell’acqua in bottiglia, che è altamente inquinante per l’ambiente e poco sicuro per i cittadini, anche attraverso una buona politica sulla qualità e sulle tariffe dell’acqua potabile, allo scopo di fermare il prelevamento selvaggio dalle sorgenti, riportandole sotto il controllo delle pubbliche Amministrazioni le quali dovranno agire affinché siano riviste le normative regionali sulle concessioni inserendo limitazioni sulle aree, sulle nuove captazioni e sulla durata; prevedendo equi compensi all’Ente concedente che siano proporzionati ai litri effettivamente imbottigliati.

Riteniamo parimenti fondamentale l’avvio della discussione sulla applicazione locale della legge nazionale n.152/99 (decreto ronchi)  e della regionale n.61/2000 con relativo regolamento n.10-r/2003.

Ciò allo scopo della prevenzione e riduzione degli inquinamenti, del risanamento dei corpi idrici inquinati, della regolamentazione degli scarichi, del buon funzionamento dei depuratori e della qualità delle acque rilasciate.

Occorre in tal senso individuare al più presto sul territorio, gli obiettivi di qualità delle acque potabili e quelli delle acque destinate ad altri usi nonché la localizzazione e protezione delle aree sensibili. Formulare norme di risparmio e di appropriato utilizzo, incentivando a livello di Enti Pubblici la progettazione e costruzione di reti idriche e fognarie duali, a livello di privati Cittadini il riutilizzo dell’acqua piovana a scopi irrigui e di lavaggio, a livello di Associazioni categoriali il riuso delle acque reflue, adeguatamente depurate, nell’industria e nella agricoltura.

Chiediamo che sia ripensata la politica dei grandi collettori fognari che portano una grande quantità d’acqua, depauperata alla montagna, in un unico grande impianto di valle e che vengano valorizzati i piccoli impianti locali di depurazione con l’utilizzo di tecniche ambientalmente sostenibili.

 Suggeriamo di attivare convenzioni con i Gestori del sevizio idrico integrato per la ricerca, l’informazione  e la diffusione delle buone tecniche in merito.

Il coinvolgimento dei Cittadini, anziché gli aumenti tariffari, puo’ condurre ad una effettiva diminuzione dell’inquinamento.

Pensiamo che la Provincia debba confrontarsi con i Comuni Montani, le Associazioni Ambientaliste, i Cittadini, sull’uso dell’acqua a scopo di produzione di energia, evitando il proliferare delle piccole centrali idroelettriche, diventate appetibili per il commercio dei “certificati verdi” e che compromettono un corretto uso plurimo delle acque.

Chiediamo alla futura Amministrazione Provinciale di evitare la progettazione e costruzione dei grandi invasi, capaci di modificare il territorio ed il clima distruggendo l’ecosistema.

Anche qui nella consapevolezza che  la gestione pubblica, supportata dal controllo dei Cittadini, è la migliore garante del bene comune dalla preminenza degli interessi economici di mercato.

ALLEGATI :

N. 1  - Contratto mondiale dell’acqua

N. 2  - Manifesto italiano per il contratto mondiale dell’acqua

N. 3  - Dichiarazione di Roma del 10/12/2003

Ultimo aggiornamento di questa pagina: 14-gen-05