IMMIGRATI: PRIMA DI TUTTO PERSONE E
CITTADINI
APPUNTI PER UNA PROVINCIA INTERETNICA
La migrazione è fenomeno che da sempre ha segnato la storia
del genere umano: nella storia moderna gli Europei sono emigrati in Asia,
in Africa, in Australia e nelle Americhe.
L’Italia stessa ha visto milioni di suoi cittadini partire
in cerca di lavoro, e anche nella nostra Provincia non c’è famiglia che non
abbia avuto un emigrante. Se alcuni di loro hanno fatto fortuna, la maggioranza
ha invece vissuto situazioni di povertà, di emarginazione, di discriminazione.
Ma il fenomeno dell’immigrazione, di per sé naturale, è oggi
alimentato da fattori di profonda iniquità e disuguaglianza che lo incrementano
e lo accelerano. Innanzitutto in un mondo in cui il 20% della popolazione
consuma l’80% delle risorse, con un divario enorme tra Nord e Sud - o tra
“Centro” e “Periferia” come qualcuno preferisce - è ovvio che chi vive in
povertà cerchi di raggiungere il benessere e la sicurezza.
Inoltre le economie forti del Nord del mondo hanno bisogno
di manodopera per produrre e non ne trovano più a sufficienza nei modi tradizionali.
È evidente quindi che l’offerta e la domanda di lavoratori tendano a incontrarsi,
spingendo le popolazioni povere a cercare lavoro là dove ce n’è.
In provincia di Cuneo, in particolare, la presenza di cittadini
stranieri è elevata e in continuo aumento.
[DATI...]
Un fenomeno di questa portata e con queste caratteristiche,
per quanto generato da fattori iniqui, dovrebbe comunque essere salutato favorevolmente
dalle nostre società vecchie, incapaci di farcela da sole, e dovrebbe essere
governato con grande attenzione, ma soprattutto con grande rispetto per le
differenze e i diritti della persona umana.
La legislazione vigente si fonda invece su due presupposti
che rifiutiamo: che lo straniero sia unicamente uno strumento di crescita
economica, e nel contempo una fonte di problemi di ordine pubblico.
Noi ribadiamo con fermezza che lo straniero è innanzitutto
persona, e deve perciò essere messo in condizione di diventare cittadino
con diritti pieni e riconosciuti.
Se finora sono state le associazioni di volontariato a svolgere
un prezioso lavoro di accoglienza e di aiuto all’integrazione sociale, oggi
riteniamo che debbano essere le istituzioni a farsi carico di azioni positive
per affrontare i problemi della nuova società interetnica.
Ai futuri amministratori della Provincia pertanto chiediamo
di guardare all’immigrazione nei suoi vari aspetti, trasversali a tutti i
settori e campi di intervento.
POICHÉ L’IMMIGRATO È CITTADINO E LAVORATORE, I SUOI DIRITTI
FONDAMENTALI SONO:
-
LA
CASA.
È necessario prevedere provvedimenti come detrazioni fiscali, innalzamento
delle tasse su alloggi tenuti sfitti o forme di garanzia da parte delle istituzioni,
che inducano a superare i pregiudizi e permettano l’incontro tra proprietari
e affittuari stranieri. Inoltre si devono ampliare le possibilità di prima
accoglienza, attualmente molto limitate in Provincia.
-
LA
SCUOLA.
L’inserimento di un alunno straniero in una classe rappresenta un potenziale
arricchimento, ma senza opportune azioni di accompagnamento e integrazione
comporta evidenti problemi. E in questa direzione ancora molta strada c’è
da fare, prima che programmazioni e metodologie didattiche si adeguino alle
esigenze degli alunni stranieri.
La Provincia dovrà quindi investire nella preparazione dei
docenti e in iniziative di supporto alla prima e seconda alfabetizzazione,
assumendo un ruolo di stimolo nei confronti di tutte le iniziative già esistenti
di istruzione e formazione di bambini e adulti, anche coinvolgendo a questo
scopo gli enti locali con tutte le loro potenzialità.
Preziose a questo proposito sono la formazione e la valorizzazione
dei mediatori culturali e il coinvolgimento delle associazioni di immigrati
per la conoscenza delle altre culture.
-
IL
LAVORO.
Diritti e tutela del lavoratore straniero devono essere pari a quelli dei
lavoratori italiani. Si verifica invece una situazione di grave sfruttamento
sia per quanto riguarda il lavoro irregolare, sia all’interno di lavori regolari.
L’attuale legislazione sull’immigrazione, che prevede la presenza della persona
straniera solo se funzionale alla nostra economia, sommata alla grave precarizzazione
del mondo del lavoro, situa i lavoratori stranieri in una condizione di ricattabilità
e di debolezza talvolta simile alla schiavitù. Quello delle pari opportunità
tra lavoratori è un obiettivo da perseguire con forza, perché i diritti negati
ad alcuni sono diritti persi per tutti.
La Provincia dovrà perciò attivare forme di controllo su discriminazioni
e sfruttamento e iniziative di formazione dei lavoratori ai propri diritti.
-
ACCESSO
ALLA QUESTURA. La legislazione vigente demanda alla questura l’espletamento
di tutte le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno, dei ricongiungimenti
famigliari, ecc. L’estensione territoriale della Provincia, l’alto numero
di cittadini stranieri, la forte incidenza di contratti di lavoro a termine,
provocano un numero altissimo di passaggi di stranieri per le pratiche in
questura. Le code notturne, invernali ed estive, e i tempi lunghi di rinnovo
dei permessi, sono stati più volte e da varie parti denunciati senza ottenere
risultati, se non la nascita di agenzie private a pagamento che aiutano gli
stranieri a non fare troppe code obbligandoli però a sostenere spese notevoli
per espletare doveri o ottenere diritti di per sé previsti dalla legge.
Chiediamo un intervento della Provincia forte e incisivo attraverso
le sue strutture, in termini di proposte e investimenti per rendere umano,
rispettoso ed efficiente l’accesso alla Questura.
-
PARTECIPAZIONE
ALLA VITA SOCIALE E DEMOCRATICA. La Provincia dovrà favorire, attraverso gli strumenti e nelle
forme che le sono proprie, l’accesso degli immigrati ai diritti di cittadinanza.
In particolare dovrà promuovere adeguate campagne di sensibilizzazione affinché
sia loro riconosciuto il diritto di voto.
PROPOSTE
1)
Utilizzo dei finanziamenti specifici per l’integrazione dei
cittadini stranieri per progetti nei vari settori elencati e presentati da
enti e associazioni presenti sul territorio, favorendo l’intervento di esperienze
e sensibilità diverse.
2)
Attivazione di un osservatorio sulla situazione lavorativa
degli stranieri.
3)
Creazione di una commissione di parità che vigili e intervenga
in caso di discriminazioni dovute alla provenienza etnica, al colore della
pelle, alla diversità di religione o cultura.
4)
la creazione di una rete di dati e di informazioni a disposizione
di associazioni e istituzioni (sotto forma ad esempio di sito internet) che
raccolga notiziari, interventi, proposte, progetti…
5)
La promozione di una “Cittadella delle culture”, luogo
istituzionale dove poter realizzare attività esplicitamente dedicate ai temi
dell’incontro tra le diverse culture (mostre, dibattiti, incontri…)