DOCUMENTO POLITICO SU SANITA' E SPERIMENTAZIONI GESTIONALI
La tutela della salute è un obiettivo
strategico per uno Stato che si voglia defìnire civile. La Costituzione italiana
la considera, all'art.32, "come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività'''. La riforma sanitaria attuata con legge n.833
del 23 Dicembre 1978 rende operativi tali principi enunciando che "la
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse
della collettività mediante il servizio sanitario nazionale".
Per questo riteniamo importante ribadire i principi imprescindibili
per quanto riguarda la tutela della salute.
Essi sono:
1. salvaguardia del servizio sanitario nazionale come strumento pubblico di
tutela della salute, intesa come diritto di ogni individuo, cittadino italiano
o residente nel territorio italiano;
2. universalità delle
prestazioni, per cui ognuno può utilizzare il servizio sanitario nazionale
a prescindere dai reddito, dall'età, dalle condizioni culturali e sociali;
3. globalità del servizio
sanitario nazionale, il quale deve farsi carico delle prestazioni che vanno
dalla prevenzione alla riabilitazione;
4. equità della spesa, per cui tutti
contribuiscono in base alla fiscalità generale progressiva e non in base al
proprio stato di salute.
In realtà la situazione sanitaria
della nostra regione è critica: la capacità programmatoria della Regione Piemonte
è inesistente, visto che il Piano sanitario regionale 2.003-2005 è ancora
in discussione.
Sul versante dei finanziamenti assistiamo
da una parte ad una riduzione dei servizi e dall'altra ad una crescente partecipazione
da parte degli Enti locali (per quanto riguarda le prestazioni integrative
o aggiuntive ai Livelli Essenziali di Assistenza) e dei cittadini (aumenti
dell'addizionale IRPEF, tickets su alcune prestazioni di Pronto Soccorso e
sui farmaci, ricorso al privato per ovviare alle liste d'attesa).
La sanità è passata da settore di
interesse collettivo ad ambito in cui è prevalentemente l'individuo il
responsabile della tutela della propria salute in base alle pro economiche.
Va ripensata la funzione della Provincia:
essa deve esercitare le sue prerogative in materia di programmazione
PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA' IN PROVINCIA: L'AMOS s.p.a.
L'idea dell'AMOS S.p.a. emerge come strumento più agile e meno vincolato, poiché
si muoverebbe nell'ambito del Diritto Privato, per far si che l'A.S.O. "S.Croce
e Carle" di Cuneo possa sfruttare di più le sue ingenti capacità di produrre
servizi, fino ad ora forzatamente inerti.
L'AMOS S.P.A. diventa, così:
l. per i Direttori
Generali uno strumento per aggirare norme e procedure, del Sistema Sanitario
Nazionale
2. - per alcuni Sindaci
il modo per presentare ai propri amministrati il rilancio di situazioni sanitarie
in difficoltà;
3. per i Sindacati
la soluzione a situazioni di sottoccupazione nei settori che le Aziende Sanitarie
già affidano a terzi;
4. per l'Amministrazione
Provinciale la scorciatoia per tornare a contare in Sanità.
Quella di dare vita
all'AMOS è dunque un'iniziativa nata con intenti concreti e limitati al miglioramento
della gestione dell'ASO di Cuneo nell'autonomia imprenditoriale, che il Decreto
502/1992 riconosce ai Direttori Generali. Essa, però, è stata presto trasformata
dalla Regione in una mossa politica ad alta funzione programmatoria con la
privatizzazione di servizi sanitari.
Qualora si proceda alla costituzione
dell'AMOS S.P.A., essa potrà partecipare a gare per l'assegnazione di servizi
sanitari e non sanitari non solo in Provincia, ma in tutt'Italia. certamente
con un occhio di riguardo al Piemonte, nel cui contesto è stata concepita,
La procedura per la sua costituzione lascia, comunque, molti
dubbi. Infatti non convincono
l, la vastità e la selettività
redditizia delle attività, che la S.p.a. si propone di gestire,
2. il tentativo di
asservire ad essa tutta la Radiologia e la laboratoristica presente in Provincia;
3. i criteri e la procedura di scelta dei partner privati, che non saranno
soggetti operanti nel settore sanitario, ma più che altro finanziatori, che
apporteranno capitali
4. la distribuzione delle quote societarie fra le Aziende Sanitarie, non è garantito
l'effettivo equilibrio fra l'A.S.O. "S.Croce e Carle" di Cuneo e
le altre AA.SS.LL. della provincia;
5. l'ingresso nella Sanità cuneese di un soggetto economico e gestionale, al
66% in mano pubblica, ma che agisce nel campo del diritto privato, e con una
forte partecipazione di capitali ed operatori privati,
6. nei settori gestiti, sia "di supporto" sia sanitari, pare introdursi
un monopolio, del quale le Aziende Sanitarie Pubbliche sono al tempo stesso
protagoniste e clienti obbligati;
7. la situazione personale ed economica
dei lavoratori appare più precaria, ora per i dipendenti pubblici, che saranno
indotti a transitare dalle Aziende Sanitarie all'AMOS, e sembra offrire ai
neo assunti minori garanzie previdenziali ed assistenziali rispetto a quelle
ancora assicurate dal Sistema Sanitario Nazionale.
Per questo esprimiamo, come cittadine
c cittadini, la nostra totale contrarietà ad ogni ipotesi di privatizzazione
di servizi sanitari e pensiamo che sia utile, vista la estesa sensibilità
sulla necessità di mantenere un servizio sanitario pubblico efficace che garantisca
una reale e capillare tutela della salute, costituire un Coordinamento
per la sanità pubblica che coinvolga il più largo panorama di associazioni,
organizzazioni sindacali, movimenti, amministratori, partiti che hanno interesse
sul tema della tutela del servizio sanitario pubblico nella nostra Provincia.
I compiti di tale coordinamento sarebbero:
• mettere in rete le varie realtà a livello provinciale,
per uno scambio di dati, informazioni. elaborazioni , proposte , giudizi valutativi
e propositivi su esperienze locali, nazionali ed internazionali;
• costituire un osservatorio generale focalizzato sulla situazione sanitaria
provinciale. con particolare riguardo alle situazioni di criticità.
• organizzare eventuali iniziative
comuni.