Notizie storiche sulla Classe Contender

by Enrico Corradi

Quelle che mi accingo a scrivere non saranno esattamente delle vere e proprie 'novità' ma, che volete, la stagione è propizia per ricordare un poco la storia del Contender in Italia anche perché, negli ultimi anni, molti sono stati i velisti che si sono affacciati al bordo della nostra Classe e con lusinghieri successi L'idea mi è venuta leggendo il primo bollettino della neonata Classe Contender in Italia a firma dell'allora Segretario Giovanni Piccardo. Siamo, per precisione di cronaca, nel Dicembre 1970. Il buon Giovanni, dopo aver fatto un po' il punto sull'attività svolta durante l'anno, dà una notizia che sancisce a livello Federale il riconoscimento ufficiale della Classe Contender in Italia, esattamente il giorno 4 Ottobre 1970. Facendo un ulteriore passo indietro, non me ne vogliate, andiamo più o meno verso la seconda metà degli anni 60, se la memoria non mi sfugge; 1' IYRU bandisce un concorso internazionale per la realizzazione di un singolo di concezione più moderna del Finn per la sua sostituzione in sede olimpica. Tra i tanti partecipanti, tre sono quelli che mi preme ricordare: il primo naturalmente è il singolo uscente (in teoria) cioè il Finn che difende così la sua posizione privilegiata, il secondo è il Contender prima versione, presentato da quell'australiano "Bob Miller" allora quasi sconosciuto in Europa ma destinato a fare ben presto parlare di se per le sue rivoluzionarie idee; il terzo è il "Trapez" creatura di un certo Elvströem che non ha bisogno di presentazioni ulteriori. TraIasciando di descrivere in 'dettaglio il Finn, che tutti conoscono, veniamo al Contender prima versione: scafo filante dalla linea molto simile all' FD ma un po' più grasso nelle sezioni prodiere, timone e deriva con forma molto allungata e, quello che rappresenta un poco la rivoluzione per i singoli, l'albero non incastrato nello scafo ma semplicemente appoggiato in coperta e sostenuto da normali sartie e strallo a prua. Questo permise al progettista Miller di dotare lo scafo, assai leggero, di un piano velico di generose dimensioni pari a circa 13 mq. L 'originalità del progetto Miller fu comunque quella di consentire all'unico membro dell'equipaggio di sporgersi fuori bordo "al trapezio" per poter contrastare la notevole spinta al ribaltamento dovuta al piano velico. Mi ricordo comunque che la rivista dalla quale lessi queste notizie riportava un giudizio non proprio positivo riguardo sia il Contender che il Trapez, barca dalle caratteristiche simili alla nostra ma con uno scafo dagli slanci prodieri assai pronunciati, albero appoggiato in coperta, trapezio ed un peso complessivo molto più vicino a quello del Finn. Evidentemente l'esperienza dei 18 Piedi australiani dai quali, secondo me, il buon Bob ha tratto non pochi spunti progettuali, ha giocato più in favore del Contender rispetto al Trapez, pensato da Elvströem più come evoluzione del Finn, col quale era in quei periodi il timoniere più forte in assoluto e vincitore di parecchi allori olimpici. Miller non si scoraggiò per questa prima parziale sconfitta, anche perché aveva capito che la barca, così realizzata, risultava effettivamente troppo acrobatica e malgovernabile. Si presentò quindi alla successiva sessione di prove con il 'Contender Due' evoluzione ridotta e modificata del primo, soprattutto nel piano velico che ora scendeva a mq 11. Subito la barca si dimostrò più maneggevole, domabile, mantenendo però quelle caratteristiche acrobatiche che la fecero preferire agli altri singoli presentati. La storia di poi penso tutti la conoscano: il Finn è rimasto barca olimpica, il Contender è cresciuto; credo però che parecchi finnisti, anche per sentito dire da parecchi di loro, auspicano la sostituzione di una barca "rompischiena" e troppo selettiva. Erasmo cosa ne pensi? Personalmente non vedrei il Contender olimpico per un semplicismo motivo: ci tengo che la nostra barca continui il suo crescente sviluppo e non divenga unicamente un mezzo per timonieri facoltosi e supersponsorizzati di raggiungere il famigerato oro olimpico, come è già purtroppo successo per altre classi, divenute ormai economicamente accessibili a pochi e le cui regate a livello zonale, quindi prettamente divulgative dello sport della vela, vanno praticamente quasi deserte. Buon anno a tutti ed a presto rivederci!

Enrico Corradi.

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