Al Presidente della Repubblica

Ogni giorno vengono alla luce nuovi drammatici casi di giovani militari ammalati o uccisi dalla leucemia. La stragrande maggioranza di loro ha partecipato alle missioni in Bosnia ed in Kossovo, altri erano in servizio nei poligoni di tiro sul territorio italiano in cui l’aviazione e le artiglierie degli Stati Uniti e della Gran Bretagna - in ossequio alla servitù Nato- si addestrano all’uso dei proiettili perforanti. Questi proiettili, per risultare devastanti sull’obiettivo colpito, sono costituiti da un’anima di uranio impoverito, materiale particolarmente letale quando viene sprigionato nell’aria dall’esplosione o quando si deposita sul terreno inquinando la zona con particelle nucleari radioattive. Centinaia di questi proiettili sono stati scaricati dai jet americani ed inglesi nel Mar Adriatico con conseguente contaminazione radioattiva delle acque e con grave pericolo per patrimonio ittico e per la catena alimentare. Di fronte al moltiplicarsi dei casi di leucemia e di malattie sospette su giovani di buona e robusta costituzione il muro di omertà con la quale la NATO cercava di occultare la pericolosità di questi ordigni si sta finalmente sgretolando. Il nostro Governo, i nostri vertici militari non potevano non sapere perché gli effetti venefici di questi proiettili si erano evidenziati in tutta la loro crudeltà nella Guerra del Golfo, con decine di casi tra i militari americani ed un numero non ancora stimato - sicuramente di diverse migliaia di persone - nella popolazione civile irachena costretta a vivere sui territori contaminati. Le bombe umanitarie dunque non erano tali né al momento della loro esplosione sui territori della ex- Jugoslavia né oggi perché mietono vittime tra i militari ed i volontari civili impegnati in quelle zone ed hanno reso invivibili i territori "liberati" alle popolazioni che quelle terre hanno sempre abitato. NON SOLO LA GUERRA NON COSTRUISCE LA PACE MA AVVELENA IL FUTURO

 

 I sottoscritti cittadini - Le sottoscritte cittadine - della Repubblica Italiana si rivolgono al Presidente della Repubblica, nella sua qualità di Capo supremo delle Forze Armate e di rappresentante delle istituzioni democratiche affinché: