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Pestaggi Scuola Diaz Sequenza dell'uccisione di Carlo Giuliani e immagini Poliziotti infiltrati

Polizia e Democrazia

Le forze del dell'ordine italiane sono corpi veramente democratici, la loro cultura dei principi di uguaglianza non ha pari nel mondo, loro senza farsi influenzare dai pregiudizi, dall'appartenenza alle classi, senza badare a questi stereotipi del passato con assoluta disinvoltura applicano alla lettera i principi del dettato costituzionale. Infatti senza fare distinzioni di sesso, di razza, di cultura, di opinioni politiche, di opinioni religiose, senza neanche badare all'età, senza tenere conto minimamente se si è giovani o anziani, donne o bambini, loro come degli inflessibili e inguaribili democratici manganellano e pestano e massacrano e maltrattano democraticamente tutti, senza distinzioni. L'Italia può esser fiera di aver creato delle forze dell'ordine così all'avanguardia. Forse un poliziotto svedese avrebbe esitato a colpire un anziano innocente, ma in quel modo che figura avrebbe fatto la Svezia? Tutti avrebbero accusato la polizia di razzismo, si sarebbe detto: "perchè si pestano solo i giovani e le donne? Perché mai si risparmiano gli anziani innocenti? Perchè il nostro paese democratico lede i principi democratici?" Poi qualcuno avrebbe avanzato domande inquietanti del seguente tenore: "Il governo lesina manganellate verso alcuni! Il governo fa distinzioni nel manganellare! Vi pare questo comportamento democratico?" Sarebbero seguite critiche a cascata sull'esecutivo svedese, ma Berlusconi non ha intenzione di correre questo inutile rischio, Berlusconi, e soprattutto Fini, hanno ordinato sin dal loro insediamento al governo, di insegnare le regole democratiche a polizia, carabinieri e militari. Una cosa è certa il governo Italiano potrà sfoggiare con i partners stranieri il suo fiore all'occhiello, cioè la polizia Italiana, e potrà dire che ogni suo componente conosce i principi costituzionali a menadito. L'Italia è ora invidiata da tutti i governi delle maggiori potenze economiche e militari mondiali, e il nostro Berlusconi può gonfiarsi il petto a ragione, per aver sempre sostenuto ed essere riuscito a mettere "veramemte" in pratica uno dei suoi punti programmatici di governo, il rispetto del principio della democrazia e dell'ugualianza da parte delle forze dell'ordine. Ora si capisce qual'era il senso di quel manifesto che è stato appiccicato in tutte le città italiana prima delle elezioni. La classica foto di Silvio con il famoso ghigno stellare e la scritta "Un impegno preciso, città più sicure".

Questa sequenza di foto dimostra la mala fede delle forze del "disordine"

La loro prima versione era quella che Carlo Giuliani era stato ucciso da una sasso lanciato da un'altro manifestante. Solo partendo da questo punto, si evince che le forze del "disordine" hanno tentato di insabbiare la verità. Se non fossero uscite le foto chissà chi avrebbero incolpato. Forse avrebbero accusato qualche manifestante dell'omicidio di Carlo Giuliani. Ricordiamoci quel poliziotto che correva dietro ad un manifestante incolpandolo di aver ucciso con un sasso Carlo Giuliani, gli urlava: "l'hai ucciso tu, con il tuo sasso BASTARDO!". Aveva anche il coraggio di inveire contro il manifestante con delle parolaccie. Il poliziotto correva dietro al manifestante per arrestarlo e pestarlo perchè era colpevole di aver visto chi aveva ucciso Carlo Giuliani. Il poliziotto non voleva sentire la verità, invece di accertarla lui e i suoi colleghi, si sono messi intorno a Carlo mettendogli una maglietta nera addosso per farlo passare per uno dei Black Bloc. Analizziamo la sequenza fotografica del dramma di Carlo Giuliani e invitiamo tutti a far circolare queste foto e la verità che loro portano. Prima di commentare la prima foto diciamo che i tutori del "disordine" erano partiti a caricare i manifestanti e li spingevano dentro quel vicolo. Il filmato dell'avanzata delle guardie lo ha trasmesso il TG5, i manifestanti venivano caricati, manganellati, il tutto condito con l'uso dei lacrimogeni e quando venivano isolati pochi manifestanti allora venivano corcati di botte a forza di manganellate calci e pugni, questo facevano i colleghi del "bravo" carabiniere Mario Placanica. Di fronte l'ennesima ingiustizia, l'ennesimo atto di arroganza, l'ennesima prepotenza i manifestanti hanno trovato la forza di reagire e di fare una contro avanzata, certo tirando sassi ma era una risposta a quello che i poliziotti facevano da tutto il giorno. Era tutto il giorno che pestavano di botte nel mucchio, senza motivo e senza una ragione prendevano chi gli capitava, lasciando liberi i Black Bloc di spaccare tutto, incendiare e devastare. Quelli li hanno lasciati agire indistirbuati, solo per apparire agli occhi dell'opinione pubblica povere vittime della violenza dei manifestanti, solo per poter giustificare le loro violenze (quelle della polizia). Poi esisite più di un sospetto su certi poliziotti infiltrati nel blocco nero.

Nella prima foto (che è stata tagliata) si vede il carabiniere sicuramente, Mario Placanica, che lancia l'estintore dalla parte posteriore della Land Rover dei Carabinieri contro i manifestanti. E' vero la Jeep dei carabinieri si trova assediata, ma nessuno al suo interno è in pericolo di vita e nessuno ha riportato le ferite che invece riportavano i manifestanti quando venivano accerchiati e pestati a calci pugni e manganellate.

Questa foto è la stessa dell'estintore ed è nella sua grandezza naturale, si vedono sulla sinistra due poliziotti che sono nelle immediate vicinanze della Jeep e non intervengono. Per quale motivo fanno una professione così pericolosa se hanno paura di intervenire nelle situazioni di emergenza? Quando invece si tratta di manganellare in 5 o in 10 una persona inerme e indifesa, allora accorrono tutti coraggiosi. Ripeto che è vero che i carabinieri si trovano in una posizione di difficoltà, ma non in pericolo di vita. Le attenzioni dei manifestanti sono rivolte soprattutto sul mezzo, e nessuno dei tre carabinieri ha riportato una qualche ferita seria, poi come vedremo più avanti la jeep aveva spazio di manovra e potevano intervenire le decine di poliziotti a poco più di 20 metri dalla jeep.

Questa foto mostra 4 fotogrammi di un filmato della Rai che dimostra che l'estintore è stato lanciato dall'interno della Jeep contro i manifestanti. Ci sono poi le testimonianze dei ragazzi che dicono che è stato lo stesso Mario Placanica a rompere il vetro posteriore della jeep. Forse ha visto troppi film western dove il copione impone di rompere i vetri delle finestre prima di mettersi a sparare contro i nemici di turno, e/o prima di lanciare un estintore.

Qui si vede che l'unico che sta probabilmente colpendo con un asse di legno uno degli occupanti della jeep è quel ragazzo sul lato destro della macchina, si vede un altro che tiene con una mano quattro canne di quel tipo che si usano per le bandiere (tenute insieme tra loro con lo scotch porta pacchi), sicuramente non un oggetto offensivo pericoloso, un'altro manifestante sta per lanciare un oggentto di plastica trasparente, consideriamo anche che dietro la jeep ha un grande spazio di manovra. Sempre dietro sul lato destro c'è il ragazzo che indossa una felpa grigia e il casco scuro che sta per lanciare probabilmente un sasso, che è però così piccolo che il manifestante lo tiene tra il pollice e l'indice. L'inesperto Mario Placanica già tiene la pistola puntata sulla faccia del ragazzo che stava per lanciare il sassolino. Il ragazzo, impaurito scappa via (come potrete vedere dalla prossima foto). Carlo Giuliani passamontagna blu, canottiera bianca e pantaloni blu ancora più a sinistra non si accorge della pistola, in quanto sta guardando in basso, sicuramente l'estintore lanciato dal carabiniere.

Ora è chiaro che il ragazzo dalla felpa grigia una volta resosi conto che Mario Placanica stava puntandogli l'arma in faccia corre via impaurito, mentre ormai la jeep non è più sotto assedio come mostravano le prime foto. E' rimasto solo quel ragazzo a torso nudo sulla sinistra, gli altri si sono leggermente allontanati e si vede Carlo Giuliani inchinarsi a prendere l'estintore. Lui ancora non si è accorto della pistola, proprio perchè stava guardando l'estintore.

Questa famosissima foto, mostra il particolare di Carlo Giuliani dietro la Jeep e il carabiniere Mario Placanica che gli punta la pistola in faccia. L'altra mostra la stessa situazione ma con una visuale più ampia e si vede che pur essendo in grave difficoltà i carabinieri non sono in pericolo di vita (ripetiamo che nessuno dei tre occupanti della jeep ha riportato un minimo di ferite neanche lontanamente paragonabili a quelle che hanno inferto polizia e carabinieri a centinaia di manifestanti pacifici). Un'altra cosa importantissima e che l'inquadratura da una idea sbagliata della distanza di Carlo Giuliani dalla Jeep. Qui sembra che Carlo è vicinissimo alla Jeep, quindi si potrebbe anche pensare che il carabiniere si è fatto prendere la mano ed ha sparato. Ma l'obbiettivo tradisce la verità, infatti Carlo Giuliani è distante almeno 4 metri dalla Jeep, quindi non stava per colpire Mario Placanica. Ed in più la Jeep come si vedrà meglio dalla prossima foto poteva fare marcia indietro e liberarsi.

Questo è l'attimo prima dell'uccisione di Carlo Giuliani, qui si vede più chiaramente che Carlo è parecchio distante dalla jeep (per questo i telegiornali si sono ben guardati dal diffondere questa foto). Si vede anche il ragazzo che si era accorto della pistola quello con la felpa grigia e il casco scuro che si è allontanato e nella fuga è quasi caduto. Mario Placanica, ha dichiarato che in quel momento non capiva nulla, che gli si era rotta la maschera antigas e i lacrimogeni non lo facevano respirare. Ma dove sono i lacrimogeni? In quei drammatici attimi non cerano le nuvole dei lacrimogeni.


Adesso la tremenda sequenza di quando la Jeep travolge per 2 volte il corpo di Carlo e poi si allontana, si vedono le decine di poliziotti che non sono intervenuti che erano li a pochi metri, (forse a godersi lo spettacolo?). Abbiamo già detto e lo ripetiamo che Carlo indossava una canottiera bianca e la si vede bene anche quando il suo corpo è a terra privo di vita.

Ora la definitiva prova della totale malafede e volontà di insabbiare i fatti della polizia. Una volta scacciati i manifestanti, i volponi della polizia hanno pensato di far passare Carlo Giuliani per uno dei Black Bloc mettendogli in fretta una maglietta nera addosso. Che schifo che fanno, invece di accertare la verità, invece di stare dalla parte della giustizia loro stanno dalla parte delle ingiustizie e operano e lavorano e architettano contro la verità. Ricordatevi sempre come si accaniscono in 5 o in 10 contro una persona disarmata. Ricordatevi invece quando arrestano i Boss mafiosi come li trattano con i guanti, quando devono farli entrare in macchina gli accompagnano pure la testa per non fargliela sbattere. Ricordatevi le scene di quando arrestavano tutti quei corrotti/corruttori di imprenditori, politici, assessori e consiglieri. Li addirittura si erano levate migliaia di opinioni che condannavano l'umiliazione delle catene ai polsi. Ora dove sono tutti quegli opinionisti da quattro soldi? Sono sempre li in TV a dare lezioni di vita e sempre attenti a non dire la verità. Loro temono di perdere i privilegi che hanno acquisito a forza di far apparire quello che vogliono i governi di turno.


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