RIFUGIO PORTA

Home | Storia | il PAESAGGIO | Trekking | Arrampicate | la Flora | Foto | Canti | Informazioni | Consigli | Glossario

Cenni di tettonica

 

Le rocce su cui ci apprestiamo a camminare si formarono in gran parte nell’era Mesozoica o Secondaria (239-70 milioni di anni fa), sul fondo di un antico oceano, che separava l’Europa dall’Africa. A quell’epoca il mondo delle terre emerse era probabilmente formato da due soli continenti: il Pangea (Nordamerica, Europa, Asia) e il Gondwana (Sudamerica, Africa, India, Australia, Antartide). All’antico oceano posto tra essi è stato dato il nome di Tetide. Le rocce sedimentarie di cui ci occupiamo sono il prodotto della continua deposizione sul fondo di questo oceano di detriti minerali od organici. La loro analisi ha reso possibile riconoscere l’epoca di formazione e le condizioni in cui essa è avvenuta. Dal formarsi delle rocce a quello delle montagne il passo è, però, ancora lungo, perché occorse che queste venissero sollevate e spostate fino al punto in cui ora si trovano.

L’età di queste montagne è dunque più giovane dell’età delle loro rocce. Nel nostro caso la differenza va dai due ai trecento milioni di anni.

La nascita dei monti di cui ci occupiamo va inquadrata nei grandiosi movimenti della crosta terrestre che hanno portato alla formazione delle Alpi, noti come orogenesi alpina. Essa si sviluppò per un periodo assai lungo, da una cinquantina di milioni d’anni fa, fin quasi al giorno d’oggi. Tuttavia la sua fase parossistica, quella più attiva, si ebbe nei primi milioni di anni. I nostri monti nacquero verso la fine del parossistica, perciò si può attribuire loro una età compresa tra le tre e le quattro decine di milioni d’anni: essi sono, in termini geologici naturalmente, nella loro

piena giovinezza e questo spiega le forme ardite che li caratterizzano.

Per ragioni non ancora del tutto chiarite, ma probabilmente connesse ai flussi magmatici sottostanti la superficie solida della terra, verso l’inizio dell’era terziaria (50 milioni di anni fa circa) il Pangea cominciò a spostarsi verso sud. Tale movimento ebbe come contraccolpo, o forse come causa, la separazione del Nordamerica e quindi la nascita dell’Oceano Atlantico. Nello stesso tempo, l’Oceano di Tetide si restrinse; il fondo del mare si accartocciò e si piegò in tutta una successione di pieghe rivolte verso l’alto (sinclinali), e di concavità rivolte verso il basso (anticlinali). Col passare del tempo, queste pieghe si fecero sempre più grandi, si accatastarono le une sulle altre fino ad emergere dal mare e ad innalzarsi anche di alcuni chilometri sopra il suo livello: molto più di quanto oggi appaia. Il fenomeno dovette essere imponente. Basti pensare che - secondo alcuni - la distensione completa delle pieghe porterebbe la regione alpina da una larghezza attuale di circa 400km ad una iniziale di circa 1500. La grandiosità del fenomeno è anche dimostrata dal fatto che le pieghe furono così potenti da portare in superficie non solo lo strato di materiale che si era sedimentato sopra lo zoccolo roccioso costituente il tondo dell’Oceano di Tetide, ma lo zoccolo stesso, formato da materiale cristallino (gneiss, micascisti ecc.). Ecco perché parte delle Alpi vere e proprie sono formate da rocce di questo tipo. Dove il corrugamento fu meno intenso, cioè verso l’esterno della catena, la copertura sedimentaria invece rimase, ed è in gran parte il caso della nostra regione.

Nel settore lombardo delle Alpi si individuano tre principali unità strutturali che corrispondono a formazioni rocciose progressivamente più profonde, e quindi più antiche. Sono le Pennidi, che occupano la parte nordoccidentale della Lombardia, Canton Ticino compreso; le Austridi, che occupano la parte nordorientale, e le Alpi Meridionali, che occupano la parte meridionale del sistema alpino. Queste sono le ultime nate del sistema e la loro altezza è via via decrescente man mano che si scende da nord verso la pianura padana, dove le pieghe sempre più basse si immergono sotto lo strato di sedimenti che forma appunto la pianura.

Le Alpi Meridionali si riconoscono bene perché, mentre si formavano, subirono un grosso spostamento (10-15 km) verso est rispetto alle altre unità alpine, dando vita a quella che è nota come taglia Insubrica. L’attrito prodotto da questo grandioso scivolamento (trascorrenza, in termine tecnico) ha fratturato le rocce al punto tale che è stato facile poi per l'Adda e per il ghiacciaio abduano asportane e scavare quella che oggi è nota come media e bassa Valtellina, la quale appunto ricalco il percorso di questa taglia e segna quindi il limite delle Alpi Meridionali.

La compressione che ha originato le Alpi Meridionali fu molto intensa verso nord, dove già esistevano altri corrugamenti e minore verso sud. Di conseguenza, solo verso nord si ebbe in alcuni punti l’affioramento dello zoccolo cristallino (Alpi Orobiche), mentre più a sud si ritrovarono prevalentemente, come si è già detto, rocce sedimentarie (Prealpi). Il materiale crostale sollevato da questa spinta, non potendo espandersi verso nord, dove già s’erano collocate grosse catene di monti, si ("sfogò" — per così dire — verso la valle scivolando (sovrascorrendo) sul materiale sedimentario che già vi si trovava. Questa linea di sovrascorrimento, nota come Linea Orobica, non è evidentissimo come l’Insubrica, ma risulta comunque segnata da alcune formazioni vallive. Nella nostra regione essa corre lungo la Valsassina, che ne costituisce appunto il confine settentrionale.

Gli assi tettonici nella nostra zona, da quanto detto, dovrebbero avere un orientamento longitudinale, mentre sembrano invece averne uno nord-sud (asse delle Grigne, Resegone ecc.). Il problema è complesso e non del tutto chiaro; tuttavia una certa responsabilità di questo fenomeno sembrerebbe attribuibile alla grande trascorrenza insubnica, che ha prodotto grosse spaccature perpendicolari al movimento e un parziale riorientamento degli assi. Le prime, in particolare, isolando dei lembi di territorio, relativamente stretti in senso longitudinale, favoriscono una lettura equivoca della disposizione degli assi. L’asse delle Grigne, per esempio, pur disposto in senso nord-sud appare infatti costituito da una successione molto ravvicinata di pieghe, foglie e linee di sovrascorrimento, disposte longitudinalmente.

 

indietro