E la neve s'accosta pian piano |
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E la neve s'accosta pian piano, salutando Italia sei bella; nel vederti mi sembri una stella, oh morosa ti debbo lasciar.
Allora il capitano m'allungò la mano sopra il bastimento, mi vuol salutare, e poi mi disse: i Turchi son là.
E difatti si videro spuntare, le nostre trombe si misero a suonare, le nostre penne al vento volavano tra la bufera ed il rombo del cannon.
E a colpi disperati, mezzi massacrati della baionette, i Turchi sparivano gridando: Alpini, abbiate pietà.
Sulle dune coperte di sabbia i nostri Alpini, oh Italia, morivano, ma nelle veglie ancor ti sognavano con la morosa, la mamma nel cuor.
E col fucile in spalla, baionetta in canna, son ben armato, paura non ho, quando avrò vinto ritornerò!
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Il canto risale al periodo della campagna di Libia, iniziata, per gli Alpini, il 12 ottobre 1911 con lo sbarco a Tripoli del primo scaglione della divisione Pecori Girardi. Nel raccontare questo canto, gli Alpini alternano a momenti di esaltazione: "E a colpi disperati, mezzi massacrati...", altri di autentica riflessione: "Sulle dune coperte di sabbia...", infine la naturale fiducia nella vittoria: "E col fucile in spalla, baionetta in canna, son ben armato... Quando avrò vinto, ritornerò!" |
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