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La dimora rurale

Benché spesso stravolti dagli interventi di modernizzazione, si possono ancora facilmente individuare nella nostra zona i lineamenti della tradizionale dimora rurale o almeno di quella che è stata consolidata negli usi dal permanere di modelli di economia e cultura nei secoli immediatamente precedenti l’affermarsi della Rivoluzione Industriale.

In linea di massima si possono distinguere tre tipi di dimore rurali permanenti ed uno di dimore temporanee. I primi sono individuabili nell’area ai piedi del Resegone, nell’area costiera lariana e nella Valsassina, compreso il solco del Gerenzone, suo prolungamento meridionale.

Le differenze tra i tre tipi sono comunque spesso minime e non raramente si hanno casi di commistione tipologica. Un elemento comune è quello strutturale, dato che il materiale di costruzione utilizzato è sempre la pietra. Eccezionale è, inoltre, l’assenza di intonacatura in calce. Nelle dimore permanenti, comune è anche la forma del tetto a due spioventi laterali. La copertura è ormai comunemente ottenuta con tegole marsigliesi ma non è difficile trovare case con l’originaria copertura lombarda a ceppi (cop) e nelle zone più elevate ed interne compare ancora la copertura a piede (piòtt).

La corte (còrt in Valsassina, curt altrove) è frequente nelle zone meridionali, secondo il modello della "corte pluriaziendale" della collina e in Valsassina, dove però l’edificio è normalmente monoaziendale e perciò mono-familiare, mentre è assente nella zona lacuale. In questo caso l’aia (éra) viene collocata in terreni comuni all’esterno dell’abitato. Negli altri l’éra è interna e l’ingresso nella corte avviene attraverso un portone praticato nel corpo dell’edificio o nel muro di recinzione. Il ballatoio (lòbbia, lòbia o lingér) è un elemento ricorrente e serve a dare accesso alle stanze da letto al piano superiore e ai locali soprastanti o al sottotetto. In Valsassina sono pure frequenti le logge (lòbie), mentre sul lago compaiono al pianterreno portici (portèc) con funzione di fienile e di deposito per attrezzi. La stalla-fienile è solitamente giustapposta alla dimora, tuttavia nella zona meridionale può trovarsi completamente staccata, sull’altro lato della curt, mentre in quella lacuale può trovarsi al pianterreno.

La scala è tradizionalmente esterna all’abitazione, però non è facile trovarla, perché la sua incorporazione nell’edificio è stata una delle prime operazioni di ammodernamento della stessa.

L’abitazione è strutturata in: 

a) una parte se­minterrata (solo in Valsassina) o cantina, nel­la quale si possono trovare la giazzèra, cavità che veniva riempita di neve e ghiaccio durante l’inverno per conservarlo per la stagione calda e la casèra, luogo di deposito e stagionatura del formaggio;

b) un pianterreno composto dalla cucina (cùsina), da un ripostiglio e dal cameròt, locale sostitutive della casèra; in Valsassina troviamo anche un cucinino (cùsinin) e la "ca dal fògh", locale dal soffitto di travi ricoperte da un graticcio di vimini nel quale venivano messe a essiccare le castagne al calore di un fuoco tenuto costantemente acceso durante la stagione della raccolta; c) un primo piano con le camere da letto, un ripostiglio e quasi sempre nelle regioni costiere la bigatèra, dove si teneva l’allevamento del baco da seta (bigàt);

d) un sottotetto (spazacà) con funzioni di deposito di derrate alimentari (legname, attrezzi ecc.).

 

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