La Storia

La Contrada

"Queste son le origini,

il mistero è qui svelato,

ed ora noi imperterriti,

corriamo verso il fato!"


La divisione di Fermo in sei contrade risale al 1251, quando la città si trovava sotto il dominio del papa, anche se fervide e periodiche erano le discordie ed i contrasti armati, all'interno di essa, fra Guelfi e Ghibellini.

La storia della contrada Campolege è strettamente legata alle vicende di Fermo antica colonia romana. Scrittori latini e greci confermano e testimoniano la devozione della città a Roma e il valore dei fermani sui campi di battaglia a fianco dei legionari romani.

La denominazione stessa di questa che fu la più popolata, e forse la più turbolenta delle contrade, ricorda la presenza in città delle legioni romane, precisamente della Quarta, formata soprattutto da uomini nati nel Piceno che con Ottaviano avevano partecipato alla battaglia di Filippi (42 a.C.).

Dopo tale battaglia, volendo Ottaviano a M. Antonio ricompensare i veterani del servizio prestato e della loro fedeltà, confiscarono molte terre e gran parte dei beni a quei ricchi fermani che avevano sostenuto la guerra contro M. Antonio a fianco del Senato Romano.

Pertanto, questi fermani sarebbero stati "puniti" in questo modo e, con l'oro, l'argento, gli oggetti preziosi, Ottaviano, capo della Quarta legione, provvide alla costruzione di abitazioni che costituirono il primo nucleo di quella che sarà poi la vera città Augustea, detta appunto, Campus Legionis, oggi Campoleggio. Dunque, sia il quartiere che il nome preesistevano alla signoria di Giovanni Visconti d'Oleggio, il quale giunse a Fermo nel 1360, quando il cardinale Egidio Albornoz, legato del Papa Innocenzo VI, lo nominò vicario generale di questa città, in cambio della signoria di Bologna.

Il fatto che egli, contrariamente al suo passato, crudele e tirannico, avesse provveduto ad incrementare ed abbellire il quartiere, procurando benessere e prosperità con una saggia amministrazione fino al 1366, anno della morte, ha fatto si che prendesse consistenza il convincimento che, proprio da lui, la contrada traesse il nome. In realtà, solo per caso, il nome della sua terra d'origine somigliava alla seconda parte del nome Campoleggio.

Molti storici avvallarono la prima delle due ipotesi riguardo la denominazione della contrada: in particolare, Anton de Nicolò, nella sua "Cronaca della città di Fermo", parla di un grande incendio che il 4 Ottobre 1276, in seguito a turbolenze interne tra i partiti, si sviluppò nella contrada Campolege, propagandosi fino alla Porta San Zenone, oggi inesistente, ma che doveva trovarsi all'estremità ovest di piazza Fogliani, di fronte all'ingresso principale della chiesa. Tuttavia, la tradizione ha accettato entrambe le ipotesi, assegnando allo stemma della contrada, un gladio, a ricordare la destinazione della zona agli accampamenti delle legioni romane e la fedeltà di Fermo a Roma; la Biscia Viscontea, a ricordo della saggia amministrazione di Giovanni Visconti d'Oleggio.