IL CALVARIO

Il " CALVARIO " è certamente una delle cerimonie religiose più sentite dai carassanesi .
Fin dall ' origine gli fu dato questo nome a ricordo della passione e morte di Gesù Cristo .    
La caratteristica più importante della manifestazione è la costruzione in legno e in ferro di un vero e proprio monte dove la tradizione vuole che si concluda la processione del Venerdì Santo e quella del martedì dopo Pasqua .
Questa seconda processione fu voluta dagli organizzatori affinché la cerimonia potesse ripetersi in caso di pioggia .
Durante la notte precedente alla seconda processione veniva effettuata una veglia notturna dove gli uomini ricevevano la Comunione Pasquale , durante il giorno la gente si alternava in chiesa per l' adorazione .
Il Calvario fu realizzato nel : 1925 , 1927 , 1931 , 1934 , 1936 , 1952 , 1954 , 1957 , 1970 , 1984 . ( In fig. il Calvario dell ' 1984 )

ORIGINE DEL CALVARIO anno 1925

La prima solenne celebrazione avvenne nel 1925 .
L ' idea di costruire il " Monte Calvario " pare fosse venuta a due personaggi locali molto noti : Alfredo Pallottini e Guido Latini .
Latini , figio di un sagrestano di Montalto Marche , si ricordò che il padre costruiva in occasione della settimana Santa una specie di monte dove veniva commemorata le passione e morte di Cristo .
Da questo ricordo nacque l ' idea di realizzare una struttura analoga e Pallottini , esperto di illuminazioni , lo aiutò .
E fu il " Calvario " .
Il monte fu alzato a ridosso del Castello Vecchio , diresse i lavori Filippo Virgili .

 

CALVARIO dell ' anno 1927

Due anni dopo la manifestazione venne ripetuta , questa volta la struttura fu realizzata sul monte della Croce .

 

CALVARIO dell ' anno 1931

In questa edizione si scelse il giardino per realizzare il " monte " .

 

CALVARIO dell ' anno 1934

Fu realizzato a ridosso del giardino pubblico .
Per l' occasione predicò il vicario mons. Peretti .
Alla processione del martedì volle partecipare l ' arcivescovo di Fermo mons. Attuoni .

( del Calvario del 1936 non si hanno notizie certe )

 

CALVARIO dell' anno 1952

Di tutta l ' impalcatura che i festorali avevano acquistato , dopo la guerra non era rimasto più nulla .
Il " monte " nel 52 , ideato e disegnato da don Aldo Baldassarri , fu costruito con materiali quasi del tutto nuovi .
I pali verticali si innalzavano dalla piazza vicino la chiesa della Collegiata e sovrastavano il piano del giardino di ben sette metri .
La struttura in legno era ricoperta di muschio e piante sempreverdi e aveva alla sommità una croce luminosa alta circa 14 metri , ad essa si arrivava attraverso un percorso di ascesa che partiva dalla piazza  ; un 'alta strada , costruita al livello del giardino , veniva utilizzata per la discesa .
I calvari che seguiranno verranno sempre fatti secondo questa edizione .
Questa edizione fu curata nel dettaglio .
Dopo le prediche della desolata , si svolse la processione del Venerdì Santo dove partecipò l ' intera popolazione .
Ogni partecipante aveva in mano un lanternino di carta colorata : quella sera erano queste le uniche luci accese visto che l' illuminazione pubblica era stata spenta per mettere in risalto i grandi quadri della Via Crucis dislocati lungo la via centrale del paese .
Dinanzi al corteo religioso vi erano delle confraternite con le statue dei Santi della Passione , seguivano molte ragazze vestite di bianco e donne in abito nero  che affiancavano le ragazze le quali tenevano i simboli della passione , subito dietro un folto gruppo di cantori eseguiva canti popolari .
La processione si chiudeva con il clero e con un carro su cui era stata posta la statua dell ' Addolorata .

 

CALVARIO dell' anno 1954

Anche nel 54 si volle organizzare la cerimonia religiosa del " Calvario " con grande solennità e con la consueta scenografia .
Don Aldo Baldassarri , parroco di Carassai , fu addirittura inviato a Roma per cercare un predicatore di grido da invitare per la circostanza .
Accettò di partecipare padre esclusivamenteTenzi per la cerimonia del Venerdì Santo .
L ' entusiasmo dei " festaroli " fu straordinario , sia per l' impegno nel procurare denaro sia per la dedizione con cui si dedicarono al lavoro per la costruzione del " monte " .
A prendere la cosa sul serio furono soprattutto i contadini , mentre quelli residenti nel centro urbano vissero la cosa con un certo distacco .
Dopo tanti preparativi la sera del Venerdì Santo piove , la processione perciò non si fece . 
Il maltempo così inclemente servì almeno a nascondere che il predicatore non era stato l' atteso Tenzi ma un suo cappellano .
Il tempo migliorò il martedì dopo Pasqua , fu perciò possibile effettuare la processione .
Il predicatore don Celso Peroni tenne una predica che mando in visibilio i presenti .

 

Il CALVARIO dell' anno 1957

Nel 57 il " Calvario " fu realizzato , come ormai era consuetudine , a ridosso del giardino in piazza della Collegiata .
Lo organizzarono , con identiche modalità , quelli che ormai venivano chiamati gli esperti per le esperienze maturate in precedenza .
L ' unica variante fu la croce posta alla sommità del monte che aveva un crocifisso .
La Via Crucis fu preparata dal cappellano e la processione del Venerdì Santo risultò raccolta e affollatissima .
A chiusura di quella del martedì furono fatti fuochi d' artificio che provocarono un incendio in un pagliaio vicino .

 

Il CALVARIO dell' anno 1970

La Pro Loco decise di ricostruire il " Calvario " dopo 13 anni e si impegno per tutto il lavoro che una manifestazione solenne come questa comportava .
Essi provvidero alla ricerca del predicatore , alla preparazione della musica e del coro , a pubblicizzare l' iniziativa e alla costruzione di una nuova via Crucis con materiale trasparente .
In quell' anno in chiesa non fu preparato alcun apparato scenico ma il luogo di culto era decisamente più accogliente grazie a un ' impianto di riscaldamento .
Durante il Venerdì Santo il tempo fu incerto e la cerimonia non termino , come era tradizione , sul " monte Calvario " .

 

Il CALVARIO dell' anno 1984

Nel 1984 , a 14 anni dall 'edizione precedente , su iniziativa della Pro Loco , venne ripetuta la tradizionale manifestazione carassanese in un momento in cui risultava difficile realizzarla , poiché il rispetto delle norme di sicurezza ostacolavano il rispetto dei criteri e delle modalità imposte dalla tradizione .
Si deve il " Calvario " a Ercoli Gino ( immaturamente scomparso ) e a Giacomo Peroni , entrambi dirigenti della Pro Loco .
Il "monte" fu costruito al solito posto : a ridosso del giardino pubblico , nella piazza della Collegiata .
Il disegno , fatto con un plastico , fu realizzato gratuitamente dall ' architetto Mariucci Filippo che lo disegno con cura e dettaglio .
Ai lavori parteciparono un gran numero di carassanesi e quelli che non poterono fornire il loro contributo manuale parteciparono economicamente alla buona riuscita dell ' opera .
Furono raccolti circa 16 milioni .
In quella circostanza , molta gente , rimase fortemente impressionata da quanta partecipazione cera intorno all ' impresa e quanto radicata fosse nei carassanesi questa tradizione .
La cerimonia si svolse come voleva la tradizione e sulla somità del monte salì anche l' intera corale che sotto i piedi della croce si esibì in un ' atmosfera surreale .
Il predicatore fu padre Giuseppe Santarelli .
L' eco di quella manifestazione raggiunse anche le autorità politiche regionali e partecipò la televisione .

 

 

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