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DICEMBRE 2000

 cittanova eracliana

circolo Tieste Cetoli

milan club torre di mosto

portvs liqventiae

storia dell´u.s. torre di mosto

l´A.C. di torre di mosto

inter club torre di mosto

cittanova eracliana, primo capoluogo della venezia maritima

di Fermo Daverio Fornasier

I lavori di scavo compiuti nel 1953-54 nei pressi dell’ Agenzia Moizzi di Cittanova misero in luce fondazioni riferibili ad un battistero quadriconco di mt. 8,90x7,28, altre fondamenta appartenenti, come si è visto poi, ad una basilica di mt. 22,60x15 e infine un ‘area cimiteriale dove già nel 1865 era stato ritrovato un sarcofago altomedioevale con l’ iscrizione IHC RECUIESIT FELIS EPISCOPUS (Qui riposa il vescovo Felice).

Era la riprova dell’ esistenza dell’ antica Civitas Nova Eracliana, di cui tanto avevano favoleggiato le cronache medioevali e poco avevano detto i rarefatti documenti storici.

Cos’era stata Civitas Nova Eracliana?

Quando i barbari dai valichi delle Alpi Giulie presero a scendere in Italia, gli abitanti di Aquileia, Concordia, Oderzo, Altino e poi di Padova e Monselice si rifugiarono sulle isole e sui lidi delle lagune venete, dapprima provvisoriamente, in attesa che passassero le scorrerie dei sopravvenuti, quindi in forma più stabile dopo lo stanziamento dei Longobardi. Su quelle isole e su quei lidi costruirono dei castelli a loro miglior difesa. Solo attorno a uno di questi castelli, quello di Novas, edificato a sud della confluenza del fiume Grassaga nel Piavon, dove già era esistito un vasto insediamento romano, si sviluppò una città, Civitas Nova, tale se non altro per la funzione politica e religiosa che essa assunse, divenendo sede del “magister militum” ossia del comandante bizantino e del vescovo, prima residenti a Oderzo, soprattutto dopo che questa fu distrutta dai re longobardi Rothari (639) e Grimoaldo (669). A Civitas Nova, chiamata eracliana in ossequio all’imperatore di Bisanzio, Eraclio, primo capoluogo della “Venetia maritima” dipendente da Bisanzio, definitivamente separata dalla “Venetia terrestris” sottomessa ai longobardi, furono costruiti il “palatium”, sede del governo bizantino, e, come risulta per l’appunto dai ritrovamenti archeologici, il battistero e la chiesa cattedrale dedicata a S. Maria “ Deigenetrix”, così come molte altre cattedrali e chiese dell’arco adriatico, quasi a formare, assieme alle molte chiese dedicate a S. Michele Arcangelo e ai santi guerrieri, una cortina ideale e spirituale di resistenza alla “nec dicenda gens” longobarda.

La sistemazione dei profughi opitergini a Civitas Nova Eracliana non poteva non infastidire ed ingelosire gli abitanti di Equilo (odierna Jesolo) che vedevano ospiti non graditi occupare terre sulle quali essi “ab antiquo “, ossia dall’antichità, esercitavano i diritti di pesca, caccia, pascolo e sfruttamento dei boschi. Anche Equilo d’altra parte nei secoli VII e VIII è in pieno sviluppo (vedi costruzione del castello con il proprio “decimo” e della basilica seconda) e mal sopporta la concorrenza di Eracliana. Tra i due centri sorge una controversia “de finibus”, ossia sui confini, che sarà risolta solo nella prima metà del VIII secolo con la delimitazione dell’agro civitatino operata dai funzionari delle esarca di Ravenna, Paolo e del “magister militum” della provincia venetica, Marcello. Quella delimitazione confinaria fatta con cippi sarà riconosciuta dal re longobardo Astolfo (749 – 756) e dai sovrani che gli succederanno come concessione benevola di terreni sui quali rimanevano inpregiudicate la giurisdizione e la sovranità reali. Dell’agro civitatino fanno parte anche Stafilo, Barbello e Repudio.

Venuta meno con la caduta di Ravenna (751) la protezione dell’Impero bizantino, data anche la nuova situazione che si era creata nella zona per la rapida retrocessione delle acque marine e conseguente interramento e impaludamento delle lagune, la sede della provincia venetica viene trasportata da Civitas Nova Eracliana, ormai non più difendibile, a Malamocco prima e all’inizio del IX secolo a Rialto, in posizione senz’altro più strategica.

A Rialto emigreranno le maggiori famiglie eraclianensi, dai Particiacci, agli Orseoli, ai Candiani, agli Anastasii detti anche Teodosii (di Stafilo), ai Mauroceni, ai Coloprini, ai Bragadini ai Mauri, etc. A Cittanova rimangono una ventina di famiglie tribunizie e notabili, che valendosi dei famigli e dei servi curano la coltivazione dei terreni, l’allevamento degli armenti e la pesca, dedicandosi però anche al commercio con l’Oriente ed esercitando i vari mestieri.

Cittanova sopravviverà anche se in forma minore per vari secoli, finché per l’inclemenza della natura ma soprattutto per l’incuria degli uomini non si ridurrà che a una plaga circondata dalle paludi.

circolo culturale ricreativo e di solidarietà “dott. tieste cetoli”

di Giuseppe Mazzarotto

Durante l’estate del 1992 un gruppo di pensionati, capeggiato dal compianto Giannino Battistutta, dà vita al “CIRCOLO CULTURALE, RICREATIVO E DI SOLIDARIETÀ DOTT. TIESTE CETOLI”, un’associazione di volontariato senza fini di lucro, autonoma ed apartitica, impegnata ad operare nel rispetto dei valori del singolo e del pluralismo di opinioni.

Fin dall’inizio aderisce all’organizzazione nazionale dei Circoli “AUSER” ed inizia la sua attività in un locale, in affitto, situato in Via Roma. Dopo tre anni ottiene dal Comune la disponibilità del centro diurno in Via 2 Giugno, ai margini del Centro, dove si trasferisce ed opera tuttora. I locali non sono molto spaziosi, ma dignitosi ed idonei per ricavarne un bar, due salette per il gioco delle carte e la lettura, due bagni ed un magazzino. Le due stanzette attigue vengono rispettivamente adibite l’una ad ufficio di presidenza e l’altra viene concessa in uso alle organizzazioni sindacali pensionati S.P.I.-C.G.I.L. e F.N.P.-C.I.S.L., ed a giorni alterni ospita dei delegati di queste ultime che prestano la loro opera a favore di chi ne ha bisogno. Con il trascorrere degli anni il Circolo è riuscito a rinnovare il bar ed a costruire una pista da ballo e due giochi di bocce nello spiazzo antistante.

Anche le attività svolte nell’anno 2000 hanno riscontrato sempre maggiori adesioni e consensi come le gite, organizzate in collaborazione anche con l’A.I.D.O. ed alcune altre associazioni locali; la festa del pensionato, lo scorso 13 giugno, in collaborazione con il Comitato pro – Asilo Parrocchiale e le organizzazioni sindacali pensionati S.P.I.–C.G.I.L. e F.N.P. – C.I.S.L.; ed infine la giornata del socio, lo scorso 26 novembre, pienamente riuscita.

Il Circolo, inoltre, ha sempre cercato di ravvivare la tradizione paesana promuovendo iniziative quali:

  • 8 marzo – festa della donna – omaggio delle mimose;
  • mercoledì delle Ceneri (“mercore grot”) – offerta di “poenta e renga”;
  • 25 aprile – San Marco – offerta della “fortaja”
  • 1° maggio – festa del lavoro – offerta di un rinfresco per tutti;
  • 11 novembre - S. Martino – offerta di castagne, patate americane e vino dolce durante tutta la giornata..

Ed ancora sono previste per il mese di dicembre:

  • 16 dicembre – dopo il Concerto di Natale – ospitalità e ristoro ai cantanti e musicisti (come negli anni precedenti);
  • 22 dicembre – durante l’oramai tradizionale incontro con gli studenti della locale scuola media – consegna ai più meritevoli della 6^ borsa di studio “Dott. Tieste Cetoli”, con il contributo per il rinfresco di circostanza;
  • 24 dicembre – vigilia di Natale – nel pomeriggio, offerta di vin brulè e cioccolata calda agli alunni delle scuole elementari che verranno a porgere gli auguri agli anziani.

Ed ancora, il 7 novembre u.s. è iniziato un corso di ginnastica motoria per le numerose Socie che lo hanno espressamente richiesto. Durante tutto l’anno, i giovedì pomeriggio, un gruppo sempre più numeroso di Socie si ritrova presso il circolo per trascorrere alcune ore in sana ed allegra compagnia.

Quest’anno il Circolo ha aderito, con un contributo di Lit. 100.000, al Fondo di Solidarietà della CROCE ROSSA ITALIANA locale, per il trasporto gratuito con l’ambulanza degli anziani ammalati del paese.

Il Circolo, bilancio permettendo, spera di poter devolvere, anche quest’anno, il consueto contributo di Lit. 500.000 alla Via di Natale a favore del C.R.O. di Aviano.

La tessera annuale dà al Socio il diritto ed il dovere di far parte dell’associazione, di partecipare all’assemblea per eleggere gli organismi dirigenti e per discutere ed approvare i programmi. Inoltre, in caso di un eventuale infortunio, ovunque e comunque accada, il socio può beneficiare dei vantaggi previsti dalla polizza assicurativa già inclusa nella quota di iscrizione annuale. Durante l’anno in corso la Compagnia di Assicurazione ha assistito e liquidato con puntualità e serietà ben 15 soci infortunati. E proprio in considerazione di questi dati, il Direttivo ha deciso di portare il costo della tessera per l’anno 2001 a Lit. 15.000, in modo da utilizzare parte dell’aumento per la sottoscrizione di una ancor migliore polizza assicurativa.

Per quanto concerne il mutuo soccorso, anche durante il 2000, l’assistenza ospedaliera ai Soci bisognosi è stata prestata premurosamente ed amorevolmente. Ed è proprio questa l’attività più nobile e qualificante, il fiore all’occhiello del Circolo.

Nonostante tutta la buona volontà, però, alcuni progetti sono rimasti non realizzati, nel cassetto dei desideri del Circolo. Primo fra tutti la formazione di un gruppo di Soci volontari per l’istituzione della “paletta d’argento”, con lo scopo di garantire quotidianamente il servizio di vigilanza e di sicurezza davanti alle scuole durante l’ingresso e l’uscita dei ragazzi. E’ un servizio che potrebbe impegnare poco e nel contempo dare molto. In diversi comuni vicini è già una realtà consolidata.

L’altro progetto non ancora realizzato è la copertura della pista da ballo e del gioco delle bocce. Il Circolo ha già una certa disponibilità di cassa ma questa è ancora insufficiente a coprire la spesa preventivata, e più volte è stato richiesto l’intervento del Comune il quale, in base alle conversazioni avute durante gli ultimi incontri, lascia ben sperare.

Tutto questo sembra, senza modestia, un buon lavoro. Ciò è stato possibile grazie al numero elevato dei Soci (attualmente ben 700!); al contributo di quanti hanno frequentato e consumato presso il bar; al Direttivo sempre attento e disponile, ma soprattutto all’opera generosa e gratuita di quanti si sono alternati, ogni giorno, dietro il banco. A tutti grazie!

Il Circolo è di tutti e ha bisogno di tutti, è nato ed opera con lo scopo di aggregare le persone di una certa età, per promuovere forme di solidarietà sociale e di impegno civile, per contrastare soprattutto l’emarginazione di quelle più sole e bisognose. La sede vuole essere sempre più un luogo di incontro, dove trascorrere insieme il tempo, chiacchierando, giocando, leggendo, viaggiando, … mantenendo sempre vivo quell’interesse verso tutto ciò che ci circonda.

Insomma un’associazione alla quale è qualificante farne parte, oltre che piacevole, e dove si possono trovare anche risposte concrete ai propri problemi e/o bisogni.

milan club torre di mosto

il Consiglio Direttivo

26 anni di passione ed impegno nel nome dello sport

Il Milan Club Torre di Mosto è stato fondato nella primavera del 1974 presso il bar "Sport" da Tullio (attuale Trattoria "Al Mulino"), divenuto sede del gruppo per qualche anno.

Tra i primi fondatori (una ventina circa) ricordiamo con piacere qualcuno che qui di seguito elenchiamo, scusandoci con chi abbiamo dimenticato: Luciano Ronca, che è stato il primo presidente del club, Luciano Malocco, Renzo Girardi, Livio Girardi, Ermes Zanin, Giannino Zanin, Fabio Mattiuzzo, Guido Rosan, Adriano e Giuseppe Rossetto, Bruno Geretto, Luciano Caminotto, Umberto Geretto, Paolo Geretto, Severino e Armando Baiana.

Tra le varie attività del gruppo va menzionata l'organizzazione di gite turistico-sportive (…nonché enogastronomiche!) nelle più belle città del centro e del nord Italia, tra cui Milano, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Cesena, Roma; e un ricordo particolare va proprio alla prima di queste gite, quella organizzata nel 1975 in occasione di Milan-Juve (1-2 !!!), effettuata con uno sgangherato pullman omologato per 20 posti, ma che partì alla volta di Milano con 27 intrepidi "passeggeri" a bordo.

Inoltre, dai primi anni '80 a metà anni '90, il Milan Club ha organizzato la "Marcialonga", gara podistica non competitiva che ha  visto impegnati tutti i componenti del direttivo e tanti amici del paese, tra cui il Gruppo Podistico "La Xola", che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione nel corso degli anni; anche se, impareggiabile rimane il successo della prima edizione (1300 partecipanti!), vuoi perché la marcialonga costituiva una novità per il paese, vuoi perché nessuno conosceva ancora i "Bisati Rossoneri", un gruppo di sfegatati tifosi rossoneri provenienti da Campalto, che con i loro cori e con i loro fumogeni colorati allietavano il pubblico presente durante la cerimonia di premiazione.

Oltre a ciò, va ricordato che dalla fine degli anni '90, il Milan Club  sponsorizza il torneo di Minivolley che si svolge durante la Sagra di S. Antonio e che vede protagonisti decine di ragazzi provenienti dai paesi limitrofi.

Attualmente il Club rossonero ha come suo presidente dal 1988 Nazzareno Vidali, ha sede presso la pizzeria "La Torresana" ed è composto di 120 soci circa, che ogni anno si ritrovano durante l'autunno per la tradizionale cena sociale.

Cogliamo l'occasione per ricordare a chi fosse interessato che le iscrizioni al Club sono aperte; per maggiori informazioni è possibile contattare: Nazzareno  Vidali, Fabio Mattiuzzo, Giovanni Presotto, Adriano Rossetto, Luciano Ronca, Massimo Moretto, Federico Dariol e Gianfranco Presotto.

Buon anno a tutti, tifosi rossoneri e non, e ovviamente …Forza Milan!!!

inter club torre di mosto

il Consiglio Direttivo

"I grandi affetti, le grande amicizie, nessuno sa mai quando sono nati. Il giorno esatto, l'ora giusta non si ricordano: anche perché, quando stanno per nascere, nessuno è lì pronto con il blocco degli appunti e con l'idea di prenderne nota".

 L'amore per una squadra di calcio sei perciò convinto che nasca con te…, e nessuno riuscirà poi, nonostante si alternino successi e sconfitte, ad intaccare la passione, soprattutto se questa è per la beneamata. A raccogliere questi sentimenti, nel 1986, un gruppo di affezionati fonda l'Inter Club di Torre di Mosto. In quasi 15 anni di vita, attraverso i soci, il Club ha cercato di coniugare la passione "sportiva" con l'impegno a favore dei bambini e della collettività, realizzando innumerevoli iniziative.

Il 2000 ci ha visti impegnati nell'organizzare il 1° Torneo di Primavera - cat. pulcini - e il XIV Trofeo Inter Club - cat. esordienti - in collaborazione con l'U.S. Torre di Mosto; le gite ad Asiago, in Costa Azzurra e recentemente a Salisburgo; a contribuire per il Concerto di Natale, per la C.R.I. e per la costituzione del Fondo per il trasporto degli infermi.

Capitolo a parte merita l'amicizia con i Motociclisti Moto D'Epoca di Torre di Mosto che si è sviluppata con il VI Raduno di moto d'epoca "Sotto la Torre" e con l'albero di Natale. L'augurio è che tutto ciò sia apprezzato e che coloro che sostengono questi ideali ci siano sempre vicini anche in futuro…

Ormai da 6 anni, a Giugno, il paese si sveglia la mattina al rombo dei motori delle motociclette che si riuniscono in Piazza Indipendenza per il tradizionale appuntamento del moto raduno "Sotto la Torre". La manifestazione ha lo scopo di far conoscere il nostro territorio a persone amanti delle "2 ruote d'Epoca" che con la loro passione e costanza mantengono vivo il patrimonio storico motociclistico.

L'iniziativa ormai conosciuta ed apprezzata nel settore vede una partecipazione sempre crescente di appassionati provenienti da tutto il Triveneto, tanto da costituire un appuntamento di "tendenza". La particolarità dell'incontro, la collocazione nei giardini, la qualità delle moto presenti, i luoghi suggestivi attraversati dal raid, l'attenzione gastronomica e la stessa gente, creano una atmosfera unica dove si partecipa per il  piacere di esserci. Il prossimo appuntamento è fissato per Domenica 3 giugno 2001. Nel comitato che organizza l'impegnativa manifestazione operano assieme l'Inter Club e i Motociclisti Moto d'Epoca di Torre di Mosto.

 

Da anni in piazza nel periodo natalizio si notava la mancanza dell'albero di Natale che con la sua presenza rallegrava il centro del paese, il comitato del modo raduno "Sotto la Torre" ha pensato di colmare questo vuoto offrendo a Torre di Mosto un simbolo dello spirito antico del Natale.

Alcuni volonterosi hanno così addobbato in modo tradizionale  un pino dei giardini e per completare l'opera hanno collocato sulla punta una grande "stella". L'inaugurazione avvenuta il giorno di San Nicolò, alla presenza di Babbo Natale, ha visto intervenire alla festa una gran folla di paesani, dalla quale emergevano tantissimi gioiosi bambini con palloncini colorati, a ripagare così di tanti sforzi gli artisti che hanno decorato l'albero.

portvs liqventiae: il calcio, per noi, rimane un gioco

di Sandro Pedrina

Un nome ed un motto in latino, ma anche un sito Web appena pubblicato su Internet. Breve storia del club giallo-nero, fondato nel 1986, e del suo singolare modo di intendere il calcio.

Si narra che il poeta Ludovico Ariosto, autore dell'Orlando furioso, nel 1525, reduce dalla Garfagnana dove era stato governatore per conto degli Estensi, tornò a Ferrara, comprò una casa e sulla porta scrisse: "Parva sed apta mihi…", che tradotto dal latino significa piccola ma adatta a me. E se l'Ariosto riferì questa frase alla sua casa, noi abbiamo pensato di adottarla quale motto per la nostra squadra di calcio.

Siamo un gruppo di giovani e meno giovani del paese che da 14 anni ormai si riunisce per giocare a calcetto, inizialmente il sabato pomeriggio, adesso il martedì sera. Ci alleniamo nella palestra della scuola media, sì proprio quella con quel tetto strano che quando fuori piove, poco dopo, piove anche dentro!

Siamo una trentina circa, con un'età che va dai 18 ai 40 (tra i fondatori: Mauro Emmanuelli, Gianandrea ed Enrico Peressini, Riccardo Midena, Sandro Pedrina, Carlo Ghelfi, Valter Giacomini, Emilio Gasbarre), abbiamo una maglia giallo-nera, e la nostra data di fondazione è il 17 dicembre 1986: siamo il Portvs Liqventiae calcio.

Quante discussioni e quante variopinte proposte per decidere il colore di quelle maglie! Per arrivare ad un accordo furono indette varie riunioni, ma senza risultati; finché un amico, imbattendosi per caso in un affarone e senza consultare nessuno del direttivo (fortunatamente!) con un vero e proprio colpo di mano acquistò 15 maglie che in seguito ci rivendette alla ridicola somma di 100.000 lire; e così, quasi per caso, il Portvs, un po’ come la Juventus (che ordinò in Inghilterra delle maglie rosa, e per un errore di spedizione se le ritrovò bianconere), riuscì finalmente ad avere la sua divisa ufficiale.

Anche se in origine ci siamo costituiti come squadra di calcetto, va però detto che per un breve periodo l'attività del Portvs si è svolta anche sui campi da calcio, quelli veri, per intenderci; tutto ebbe inizio quando un giorno il leggendario Marana ci propose di sfidare la squadra di amatori nella quale giocava. Cominciarono così le indimenticabili sfide tra il Portvs e "i Marana" (così infatti alla fine venne chiamata, da noi, la sua squadra) che videro sempre un netto equilibrio sul piano dei risultati.

In amichevole sfidammo anche altre squadre in trasferta; a Noventa, a Millepertiche, a Fossà, a Caorle. Vincemmo anche un torneo a Campobernardo, incontrando invece minor fortuna in altri tornei, come a Cà Fornera e a S.Anastasio.

In seguito, un po’ per scarsa volontà organizzativa, un po’ per l'età dei giocatori stessi che cominciavano a vedere il campo da calcio come una prateria troppo vasta per inseguire un pallone, questo tipo di attività venne meno.

Continuammo, e lo facciamo tuttora, a partecipare solo al torneo annuale di calcetto che viene ancora oggi organizzato in palestra; esso rappresenta l'unico appuntamento agonistico della stagione ed equivale al nostro campionato. Solo una volta, nel 1997, siamo riusciti a vincerlo e simboleggia il 1° piccolo scudetto della nostra storia.

 Tra i nostri trofei ci sono anche due targhe-disciplina, vinte in altrettanti tornei, per il fair-play dimostrato sul campo dai giocatori; ma, se dobbiamo essere onesti fino in fondo, non possiamo non ricordare anche momenti meno felici sul piano prettamente sportivo, come quella volta in cui un nostro portiere, espulso ingiustamente durante una partita del torneo in palestra, per dieci minuti buoni non volle saperne di abbandonare la porta, finché dopo vari tentativi, tra le ovazioni del pubblico divertito, fu convinto dal nostro allenatore a riprendere la via degli spogliatoi; o come quella volta che il Portvs fu costretto a pagare una multa di 50.000 lire per le intemperanze dei tifosi nei confronti della terna arbitrale! …anche questo è il Portvs!

Nati per dare spazio in un campo da calcio a chi, per inabilità, non l'aveva mai avuto, giochiamo tuttora secondo uno spirito che ha da sempre caratterizzato la squadra: per divertimento.

Sulle nostre maglie c'è uno sponsor che non è uno sponsor: sì perché, quella scritta "Amnesty International", un movimento che si batte per il rispetto dei diritti umani, abbiamo chiesto noi di poterla stampare, per una scelta ideologica e senza scopo di lucro.

E per quanto riguarda il nome? Già, quel nome in latino, così difficile da pronunciare, tant'è vero che tutti dicono "el Portvs", cosa significherà mai? Portvs Liqventiae, secondo il libro di Dino Cagnazzi "Torre di Mosto; la sua gente, le sue vicende", pubblicato nel 1979, non è altro che la denominazione del villaggio che anticamente occupava la zona dove ora sorge Torre di Mosto; e il fatto di avere un nome latino ha condizionato anche la scelta del simbolo, ovvero un elmo romano stilizzato.

Ogni anno, puntualmente a dicembre, ha luogo la cena sociale che è diventata ormai una tradizione, quasi un raduno precampionato (il torneo inizia a gennaio), dove viene definita la squadra che scenderà in campo e viene messa ai voti (…vino permettendo!) qualsiasi decisione riguardante il gruppo.

Da poco, abbiamo anche una nuova sede, presso il "Gin bar" di via Molino; il titolare, associato Portvs, ci ha messo gentilmente a disposizione anche una bacheca dove sono esposti i trofei e le coppe vinte, corredate da una serie di foto di tutti questi anni.

Oggi, tra l'altro, siamo presenti anche su Internet: infatti, è stato da poco pubblicato il sito Web del Portvs, dove potrete trovare la storia completa, i trofei, le formazioni, tutte le foto dei tornei e delle cene ed altre curiosità sulle vicende della squadra. L'indirizzo per accedere al nostro sito è il seguente: web.tiscalinet.it/portvsliqventiae

Credo che nessuno dei soci fondatori, il giorno in cui ci costituimmo, avrebbe mai pensato che nel 2000 la squadra sarebbe stata ancora in vita. E il  segreto dello "spirito Portvs", così in controtendenza con il calcio esasperato di oggi, sta tutto qui: nelle cose semplici e genuine, nel gruppo, nel far giocare anche i meno bravi, nelle cene annuali, nelle maglie bruttine ma storiche, in  uno sponsor che sostiene un'idea, in una bacheca piena di premi di consolazione, in un nome leggendario, in un motto rubato ad un poeta, in un sito divertente, nei dopo-partita intorno al tavolo di un bar, a far baldoria comunque vada, nel prendere questo gioco, il calcio, solo come un gioco, perché altro non è.            

storia dell´u.s. torre di mosto

di Lino Madiotto

1962 – L’U.S. Torre di Mosto viene rifondata il 2 ottobre 1962, dopo una interruzione prodotta dallo scioglimento della precedente società “C.S.I. Torre di Mosto”. L’atto costitutivo della società prevedeva sinteticamente: “promuovere lo sport, ed in particolare il calcio tra i giovani del paese per la loro crescita morale e fisica, per offrire agli stessi un’occasione per consolidare l’aggregazione e l’amicizia attraverso il divertimento”. Finalità morali ed etiche che sono anche oggi le principali ragioni dell’attività sportiva promossa dall’U.S. Torre di Mosto.

1962/63 – Disponendo di soli 15 giocatori tesserati, appartenenti alla categoria Juniores, partecipa al campionato provinciale di detta categoria, classificandosi al quarto posto.

1963/64 – Si iscrive alla Terza categoria, essendosi nel frattempo affiliata alla F.I.G.C., dove milita per tre stagioni sportive.

1965/66 – Vince il campionato di Terza categoria nel memorabile spareggio con la Giussaghese al “Mecchia” di Portogruaro e ottiene di diritto la promozione in Seconda categoria. Rimane in questa serie per alcuni campionati.

1971/72 – Vince il campionato di Seconda categoria e sale in Prima. Questa volta non è necessario lo spareggio perché sono quattro i punti di vantaggio sulla compagine inseguitrice. Contemporaneamente c’è da registrare l’ottimo comportamento del settore giovanile ed in particolare degli Juniores che nel 1969/70 vincono il titolo di Campione del Basso Piave, aggiudicandosi così il diritto per le finali regionali, dove arrivano secondi dietro il S. Michele Extra di Verona.

1975/76 – Anche gli allievi vincono il titolo di Campione del Basso Piave, venendo ammessi di diritto alla fase regionale, dove conquistano il secondo posto, giungendo dietro la Pescantina. Nel 1978, poi, gli allievi partecipano al prestigioso torneo federale “Ceschiel” di Quarto d’Altino, a carattere regionale, ed anche qui arrivano secondi dietro il Sandonà.

1977/78 – La prima squadra milita in prima categoria ed ottiene il miglior piazzamento della sua storia, giungendo terza con 35 punti, a pari merito col Martellago.

2000/01 – Dopo 34 stagioni sportive, 18 campionati in Seconda categoria e 16 disputati in Prima, a causa della retrocessione della precedente stagione, l’U.S. Torre di Mosto riparte dalla Terza categoria. Va sottolineato però che mai in passato la Società è stata grande come in questo anno calcistico. Dai 15 tesserati iniziali del 1962/63, ora sono ben 155 i calciatori, e tutti del vivaio locale, impegnati negli otto organici per svolgere la seguente attività federale: Campionato Terza categoria, juniores, allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini A e B e Primi Calci.

Ed è proprio dalla Terza categoria, che dirigenti e giocatori con rinnovato spirito vogliono rilanciare l’U.S. Torre di Mosto, ridipingere l’immagine della società e ridare prestigio al calcio torresano che per vari anni ha saputo distinguersi nel Veneto Orientale. Su questi obiettivi c’è l’appoggio di alcuni sostenitori esterni, vicini alla Società, che con il loro contributo e collaborazione vogliono che il “Torre” ritorni a brillare. A loro,dirigenti e giocatori esprimono la più sentita riconoscenza.

l´a.c. torre di mosto

Gruppo animatori A.C. di Torre di Mosto

Domanda: cosa significa: A.C.I.?

    Risposta: a) Automobil Club Italiano;

      b) Azione Cattolica Italina;

               c) suono prodotto dallo starnuto.

Premettiamo subito che in palio non c’è un premio “milio” e tanto meno miliardario, ma solo la consapevolezza che sotto l’ombra del campanile, o meglio, dell’oratorio di Torre, tra le tante associazioni senza scopo di lucro esiste anche l’Azione Cattolica. Per capirci quella che molti chiamano indistintamente A.C.R.

A malincuore vogliamo sfatare questo mito, che ormai imperversa come l’erba cattiva. L’intera associazione si chiama Azione Cattolica; essa si suddivide in vari settori a seconda delle fasce d’età a cui si rivolge. A.C.R. significa Azione Cattolica Ragazzi e ricopre la fascia dai 6 ai 14 anni. L’A.C. contempla è formata da: il gruppo Giovanissimi di A.C., quello dei Diciottenni, dei Giovani, degli Adulti, il Movimento Lavoratori e gli Angioletti.

A dire il vero molti torresani possono testimoniare come l’A.C. sia una realtà consolidata del nostro paese già a partire dagli anni Trenta. Un’associazione che, nel corso degli anni, ha saputo mutare struttura diverse volte, ma che è rimasta sempre fedele allo spirito e scopo che le sono propri.

A questo punto non possiamo esimerci dallo spiegare chi siamo, cosa facciamo, in che cosa crediamo. L’A.C. a Torre è composta da persone che studiano, lavorano, hanno famiglia e dal poco tempo libero. Persone comuni che comunque hanno deciso di investire parte della loro vita nell’A.C. Le ragioni che spingono ad essere membri dell’A.C., sono le più vari. Tutti però abbiamo un elemento in comune, la fede. Crediamo in Dio Padre e nel suo Figlio unigenito Gesù Cristo, che è “via, verità e vita”. Crediamo nella Chiesa Cattolica aperta a tutti. Vogliamo che la presenza di noi associati A.C. sia concreto servizio, e lo sia prima di tutto nelle realtà locali (parrocchia, forania, diocesi). Ci sentiamo chiamati a testimoniare la fede senza sentirci estranei al nostro tempo, pronti ad essere critici e propositivi nella società in cui viviamo. Abbiamo dei valori che cerchiamo di vivere concretamente, quali l’amore, l’amicizia, la pace, la fratellanza, la gioia di vivere, la carità, la famiglia, la condivisione, la responsabilità, la coerenza coi nostri principi, l’impegno, ecc. Tutti quei valori confessati dalla Chiesa. Valori che comportano quotidianamente fatica e sacrificio e necessitano di forte maturità e umiltà. Per riuscire al meglio nei nostri propositi compiamo un continuo cammino di formazione, di confronto, di riflessione al fine di superare i nostri limiti e migliorarci come cristiani. Tutti i nostri incontri sono finalizzati alla formazione e alla crescita del gruppo. Gruppo inteso come insieme di persone che mettono a disposizione del prossimo i propri talenti e le proprie doti personali. Gruppo che ci permette di educarci a vivere insieme, a dare più importanza alle persone che alle cose, a capire ciò che con il battesimo abbiamo scelto di essere: cristiani cattolici.

Agire concretamente da cattolici significa manifestare con i fatti gli insegnamenti che ci vengono dal Vangelo di Cristo Signore. Tutto questo viene proposto a partire dai bambini delle elementari, passando per gli adolescenti, fino ai giovani e agli adulti. Le nostre armi sono: il gioco, la manualità, la fantasia, la festa, l’ascolto, il servizio, la riflessione e la preghiera sia comunitaria che individuale.

Indispensabile per amalgamare tutti questi elementi è il tempo. Gli animatori si trovano almeno una volta alla settimana. Animatori e ragazzi si incontrano il sabato pomeriggio, o la domenica mattina, o una sera della settimana. Tutti assieme ci ritroviamo alla messa domenicale.

Ci sono delle tappe fisse durante l’anno. Prima fra tutte consideriamo la festa dell’Immacolata Concezione dell’8 dicembre. In questo giorno l’A.C.I. celebra la festa dell’Adesione. In questa ricorrenza ogni membro si affida alla protezione di Maria Vergine, per prendere, simbolicamente, esempio da lei e rinnovare la sua adesione alla chiamata ricevuta, impegnandosi a prender parte all’associazione con passione e buona volontà.

Ci sono poi appuntamenti che ci portano fuori parrocchia che permettono l’incontro con gruppi A.C. di altre foranie o diocesi; gli esercizi spirituali di due o più giorni; le uscite animatori e quelle di gruppo anche per un intero fine settimana. D’estate c’è l’esperienza più forte del cammino annuale, il campo scuola diocesano che si tiene ad Auronzo di Cadore.

A.C. è quindi una proposta di crescita, uno strumento in più per affrontare positivamente la vita.