Inzago-Roma
a piedi? Ma voi siete matti!
Quante
volte ci hanno risposto così amici e conoscenti quando raccontavamo
della nostra intenzione di vivere il pellegrinaggio a Roma in questAnno
Santo 2000 come lo hanno vissuto tanti pellegrini in epoche passate.
Ma lidea
di ripercorrere questo itinerario, che è stato per tanto tempo
un luogo di incontro e di scambio tra civiltà diverse e che ancora
oggi col suo tracciato contribuisce allunificazione dellEuropa,
era troppo forte. Così, incuranti dei suddetti "incoraggiamenti"
degli amici, ci siamo messi a organizzare questo pellegrinaggio. Lidea
è quella di ripercorrere, nel limite del possibile, lantica
Via Francigena, secondo litinerario descritto dallarcivescovo
di Canterbury Sigerico sul suo diario nel 990 d.C. al ritorno da Roma,
dove ricevette linvestitura (pallium) a vescovo.
Da questi
scritti notiamo subito la differenza tra noi e gli antichi pellegrini.
Un tempo il pellegrino aveva una vera e propria uniforme che veniva
benedetta e consegnata alla partenza: il cappello con la falda rialzata
e legato sotto il mento, il mantello molto ampio col cappuccio (pellegrina),
il bastone con la punta di ferro (bordone), la borsa di pelle gettata
sulle spalle (scarsella). Questo lo identificava facilmente tra la gente.
Noi oggi
siamo un po diversi: abbiamo zaini, mantelle e scarpe tecnologiche,
limmancabile telefonino che mantiene il contatto con i nostri
cari, mentre un tempo chi partiva per il pellegrinaggio se ne stava
lontano e senza dare notizie di sé per lunghi periodi.
Oggi il
segno che ci rende riconoscibili è una croce di legno che fa
anche da bastone sulla quale abbiamo legato limmagine della Madonna
del Pilastrello, il nostro piccolo santuario caro a tutti gli inzaghesi.
Una cosa
però ci accomuna agli antichi pellegrini è la fede che
ci spinge a questo faticoso cammino verso Roma.
Così,
come Sigerico, anche noi abbiamo fatto un piccolo diario e qui di seguito
proponiamo un riassunto di tutta la nostra bellissima esperienza.
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