Tappa n. 2 lunedì 7 agosto 2000
LODI - PIACENZA
 

Lunghezza: 43,1 km (54.817 passi) - Tempo: 9 ore e 20 minuti
Strade secondarie asfaltate, sterrato sull’argine del Po; sereno, cielo limpidissimo.

 

  La Via
Francigena

Sveglia alle 6,30. Ma chi ha dormito? Saranno state le zanzare o che non siamo più abituati ai materassini, ma abbiamo proprio riposato poco. Comunque salutiamo don Peppino e ci avviamo in direzione Orio Litta.

Siamo nel mezzo della campagna lodigiana, larghi prati accompagnano il nostro cammino e tanti particolari si notano camminando piano piano. Alcuni gradevoli come il correre delle lepri nei campi, o il volare dei fagiani e degli aironi, altri sgradevoli come la sporcizia che si trova ai bordi delle strade: si trova di tutto, dal frigorifero alle scarpe, dai giornali ai televisori… Sono i sintomi della "civiltà". Forse un po’ maleducata.

In prossimità di Orio Litta troviamo il primo cartello che indica Via Francigena. Finalmente entriamo sul tracciato di Sigerico. Così anche noi dopo 1.010 anni stiamo percorrendo la stessa strada percorsa da Sigerico, lo stesso percorso che per secoli ha accompagnato tanti pellegrini verso Roma… Beh questo è emozionante!

A Orio Litta ci accoglie molto cordialmente il signor Cappelletti, presidente della Via Francigena. Firmiamo il registro che documenta il nostro passaggio e ci avviamo, attraverso uno sterrato, verso Corte S. Andrea, al Transitum Padi, il passaggio del Po.

Anticamente in questo punto, grazie alle ampie anse del fiume, esisteva un traghetto a fune formato da grossi zatteroni. Oggi questo traghetto non esiste più e rimane una colonna col simbolo del pellegrino e una lapide che ricorda il passaggio di Sigerico. Comunque, grazie alla sensibilizzazione della Congregazione dei romei della Via Francigena, in occasione del Giubileo è stato istituito un trasbordo su barca.

Ed eccoci di fronte al Po: è gonfio e torbido per le continue piogge dei giorni scorsi. Ci aspetta il mitico barcaiolo Danilo, che navigando per 4 km sul fiume ci traghetta, con qualche difficoltà all’attracco, sulla sponda piacentina. Mangiamo a casa sua e poi ci incamminiamo lungo l’argine verso Piacenza, passando per Calendasco.

Ci aspetta un altro guado, il Trebbia, ma l’acqua è troppo alta, per le recenti piogge, e non si può passare a piedi, deviamo allora sulla Statale n. 10 e, dopo un rettilineo interminabile (ben 8 km), arriviamo finalmente a Piacenza.

Sono le 19,30, siamo stanchi morti. Ci accoglie suor Albina con queste testuali parole: "No, voi non arrivate a Roma!". Grazie per l’incoraggiamento!


 

La preghiera
del pellegrino


 

Il nostro
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A Orio Litta con il signor Cappelletti
 

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