Sveglia
alle 6,30. Ma chi ha dormito? Saranno state le zanzare o che non siamo
più abituati ai materassini, ma abbiamo proprio riposato poco.
Comunque salutiamo don Peppino e ci avviamo in direzione Orio Litta.
Siamo nel
mezzo della campagna lodigiana, larghi prati accompagnano il nostro
cammino e tanti particolari si notano camminando piano piano. Alcuni
gradevoli come il correre delle lepri nei campi, o il volare dei fagiani
e degli aironi, altri sgradevoli come la sporcizia che si trova ai bordi
delle strade: si trova di tutto, dal frigorifero alle scarpe, dai giornali
ai televisori
Sono i sintomi della "civiltà".
Forse un po maleducata.
In prossimità
di Orio Litta troviamo il primo cartello che indica Via Francigena.
Finalmente entriamo sul tracciato di Sigerico. Così anche noi
dopo 1.010 anni stiamo percorrendo la stessa strada percorsa da Sigerico,
lo stesso percorso che per secoli ha accompagnato tanti pellegrini verso
Roma
Beh questo è emozionante!
A Orio
Litta ci accoglie molto cordialmente il signor Cappelletti, presidente
della Via Francigena. Firmiamo il registro che documenta il nostro passaggio
e ci avviamo, attraverso uno sterrato, verso Corte S. Andrea, al Transitum
Padi, il passaggio del Po.
Anticamente
in questo punto, grazie alle ampie anse del fiume, esisteva un traghetto
a fune formato da grossi zatteroni. Oggi questo traghetto non esiste
più e rimane una colonna col simbolo del pellegrino e una lapide
che ricorda il passaggio di Sigerico. Comunque, grazie alla sensibilizzazione
della Congregazione dei romei della Via Francigena, in occasione del
Giubileo è stato istituito un trasbordo su barca.
Ed eccoci
di fronte al Po: è gonfio e torbido per le continue piogge dei
giorni scorsi. Ci aspetta il mitico barcaiolo Danilo, che navigando
per 4 km sul fiume ci traghetta, con qualche difficoltà allattracco,
sulla sponda piacentina. Mangiamo a casa sua e poi ci incamminiamo lungo
largine verso Piacenza, passando per Calendasco.
Ci aspetta
un altro guado, il Trebbia, ma lacqua è troppo alta, per
le recenti piogge, e non si può passare a piedi, deviamo allora
sulla Statale n. 10 e, dopo un rettilineo interminabile (ben 8 km),
arriviamo finalmente a Piacenza.
Sono le
19,30, siamo stanchi morti. Ci accoglie suor Albina con queste testuali
parole: "No, voi non arrivate a Roma!". Grazie per lincoraggiamento!
|