Paese Brigasco /
Pays Brigasque
Tera Brigasca
Il popolo brigasco Le peuple
brigasque
Centri abitati Centres
habités
Patrimonio_artistico Patrimoin_artistique
Attività_economiche Activités_economiques
Attività sportive Activités sportives
Autore e webmaster: Roberto Tarabella Auteur et webmaster: Roberto Tarabella
Traduzione in francese di Roberto Tarabella Traduction en français par Roberto Tarabella
e-mail: rtarabella@tiscalinet.it email : rtarabella@tiscalinet.it
Il
Paese Brigasco, in lingua brigasca
chiamato Tera Brigasca, è il territorio abitato dai brigaschi, una minoranza
etnica e linguistica stanziata in una regione compresa tra Italia e Francia.
Si
tratta di una vasta area alpestre attorno al Monte Saccarello, che ha in Briga
Marittima,
E’
una regione che ai pregi ambientali, che la rendono interessante dal punto di
vista turistico, unisce caratteristiche in grado di attrarre gli amanti di
sport di montagna, quali appassionati di alpinismo, di sci-alpinismo, di
escursionismo e di vie ferrate. Con le cavità carsiche presenti nella zona
riserva piacevoli emozioni anche ai cultori della speleologia. Ci sono motivi
di interesse anche per coloro che si interessano di archeologia, di etnismo e
di culture alpine in particolare.
Il popolo dei brigaschi non è molto conosciuto in Italia e meno ancora nel mondo. Altri popoli, che da tanto tempo hanno ottenuto forme di tutela della loro cultura, delle loro tradizioni e della loro specificità, come ad esempio quello dei ladini delle Dolomiti, sono da parecchio tempo molto più noti. Il paragone con i ladini dolomitici non è casuale, poiché anche i brigaschi sono una popolazione alpina e pure il loro territorio è frammentario dal punto di vista amministrativo, come quello del popolo delle Dolomiti stanziato nelle tre province di Trento, Bolzano e Belluno. Il paese Brigasco, oltre che essere ripartito tra Italia e Francia, è suddiviso tra tre regioni (Liguria, Piemonte e Provenza), ma anche tra le province di Imperia e Cuneo ed il dipartimento francese “Alpes Maritimes”. Il popolo brigasco è fortemente differenziato rispetto a quelli confinanti (liguri, piemontesi, provenzali, ma, al di là dei regionalismi, anche italiani e francesi), con lingua e cultura proprie. Per la vicinanza a certi confini etnici, ha acquisito molto dalle popolazioni circostanti. Questo è anche dovuto al fatto che le caratteristiche di luogo strategico del territorio brigasco hanno reso possibili contatti tra culture diverse, anche se la popolazione ha conservato fondamentalmente la propria cultura e le sue tradizioni.
Figura 1. Il Paese Brigasco, come appare rappresentato in una carta geografica
posta nel villaggio di Realdo.
Figura
2. Il territorio brigasco, tra Liguria,
Piemonte e Francia.
Il
territorio del Paese Brigasco è situato sulle Alpi Liguri; è montagnoso e
comprende alcune vette che superano i
Figura 3. L’antica strada del sale dal Passo Chiusetta, vista dal Colle dei
Signori (per gentile concessione di Edo Pastorelli).
Figura 4. Uno scorcio dalle parti del Monte Bertrand (per gentile concessione di
Edo Pastorelli).
Per
quanto riguarda l’orografia la regione è complessa, perché è situata alla
testata di tre lunghe valli: Roia, Tanaro ed Argentina. Gli spartiacque sono
molto elevati e tuttavia, come avviene per le popolazioni di altre località
alpine situate su versanti opposti, la montagne non hanno costituito in passato
e continuano a non costituire dei limiti invalicabili e perciò non hanno
determinano una separazione tra le persone che ci vivono, ma semmai hanno
rappresentato un fattore di coesione tra individui per i quali l’ambiente
montano è stato intimamente connesso con le proprie attività economiche, la
socialità e la cultura. Per esempio il Monte Saccarello, che oggi segna il
confine tra Liguria, Piemonte e Francia, un tempo, per i pastori brigaschi che
ne risalivano i versanti con le loro greggi, non costituiva certo un confine
politico, ma un luogo di incontro.
Il territorio è ricco d’acqua; oltre ai due fiumi Roia e Tanaro ed al Torrente Argentina nel Paese Brigasco sono presenti numerosi altri corsi d’acqua, loro affluenti.
In questa regione le acque oltre a scorrere superficialmente hanno prodotto fenomeni carsici di notevole rilievo: vi si possono infatti osservare campi solcati, doline, inghiottitoi, abissi e grotte soprattutto nel massiccio del Marguareis.
Il clima è’ differenziato a seconda dei versanti montagnosi. Val la pena ricordare che il territorio è costituito dalla testata delle valli Argentina e Tanaro e dalla valle della Levenza, un affluente del Roia; questa ripartizione geografica conferisce una mancanza di uniformità dal punto di vista climatico. Il versante della Valle Argentina, quello di Realdo e Verdeggia per intenderci, è più mite per l’apporto del caldo e dell’umidità dovuto allo scirocco. Quello piemontese è caratterizzato da temperature più rigide; lo ricorda anche un detto popolare: “chi vòo veiru r enférn, ch’r vagh a Carnin d’uvern” (chi vuol vedere l’inferno, vada a Carnino d’inverno).
Le
estati sono caratterizzate, verso la fine della stagione, da temporali con
tuoni e fulmini.
Figura 5. Passo Selle Vecchie (per gentile concessione di Edo Pastorelli).
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Figura 6-7-8-9. Esemplari di flora presente nel territorio brigasco (per gentile concessione di Edo Pastorelli).
Sul territorio sono diffusi il faggio ed il pino silvestre, l’abete bianco il nocciolo, la rosa canina, il sorbo. Oltre a queste specie naturali ne sono presenti anche altre che sono state oggetto di coltura: castagno, larice, lavanda e varie specie agricole. Alcune piante sono state utilizzate per il rimboschimento, come l’abete rosso.
Accanto alle specie naturali sono state introdotte
alcune specie coltivate. In alcune località il terreno è stato addirittura
sistemato a fasce per facilitarne la coltivazione. Ancora tra il 1960 ed il
1970 queste fasce erano coltivate a cereali, in particolare grano.
C’è poi tutto l’insieme delle piante erbacee o
cespugliose: menta, capelvenere, felci, rododendro, croco, per citarne solo
alcune.
Tra i mammiferi il cinghiale ha un’ampia diffusione, al punto da rappresentare un pericolo e per questa ragione si cerca di limitarne il numero di capi con delle battute. Sono presenti la volpe, il ghiro, la marmotta, la faina, la lepre, lo scoiattolo, il topo, la puzzola, la talpa, il tasso, il pipistrello.
Numerose anche le specie di uccelli, rettili ed invertebrati.
Ci sono anche specie tipiche dell’ambiente alpino; infatti nel territorio dei brigaschi è possibile avvistare camosci e aquile.
Figura 10. Una marmotta fotografata alle Navette (per
gentile concessione di Edo Pastorelli).
I brigaschi sono forse i discendenti dei misteriosi incisori delle rocce della Valle delle Meraviglie, popolo prevalentemente costituito da pastori, abituato a spostarsi con le greggi lungo percorsi millenari.
Nonostante l’asprezza del territorio ed il fatto di abitare su versanti opposti delle loro montagne, i brigaschi si sentono molto aggregati tra loro: un popolo con proprie caratteristiche, differente dalle altre popolazioni confinanti col loro territorio.
Un importante elemento di caratterizzazione dei brigaschi è costituito dalla loro lingua. Si parla nel caso dei brigaschi di vero e proprio gruppo etnolinguistico. Nel caso del brigasco è giusto parlare di lingua e non di dialetto, poiché questa parlata è fortemente caratterizzata per quanto riguarda lessico, fonetica e morfosintassi e poi c’è da dire che è una lingua anche per l’importanza sociale che ha avuto per la popolazione brigasca.
La lingua dei brigaschi viene normalmente inclusa nella famiglia delle lingue d’oc; è considerata una variante dell’occitano, tanto è vero che qualcuno parla di “occitano brigasco” per destinguere la parlata locale da altre appartenenti alla famiglia delle lingue d’oc: provenzale, nizzardo, linguadociano, eccetera. L’apporto occitano è stato determinato dai contatti con le popolazioni limitrofe provenzali. L’occitano è la famiglia linguistica che raggruppa le parlate diffuse su un vasto territorio che va dalla Val d’Aran in Spagna, amministrativamente inclusa nella Catalogna, fino a comprendere la maggior parte del sud della Francia (Guascogna, Limosino, Gyano, Linguadoca, Alvernia, Delfinato, Provenza, Camargue compresa) ed arrivando fino ad alcune valli piemontesi, in provincia di Torino (Valle di Susa, Chisone, Germanasca, Pellice) e di Cuneo (Valle Po, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero) e, più marginalmente fino ad alcune località della provincia di Imperia (Olivetta San Michele in Val Roia ed i villaggi brigaschi di Realdo e Verdeggia). Le parlate occitane sono gli eredi superstiti della “langue d’oc”, ossia della lingua dei catari e dei trovatori del Medioevo e della poesia dell’amor cortese. Il brigasco presenta una componente occitana che smentisce la convinzione di alcuni secondo cui la parlata del Paese Brigasco farebbe parte dei dialetti liguri. Il senso di appartenenza alla cultura occitana è abbastanza diffuso tra gli abitanti. Non è raro sentire dei brigaschi che nei loro discorsi, non senza un certo compiacimento, dicono di essere occitani e qualcuno ci tiene a precisare che gli abitanti di certi centri abitati vicini al loro territorio sono differenti per il modo di parlare e quindi in qualche maniera forestieri. Tuttavia la vicinanza dei brigaschi ai territori abitati da altre popolazioni culturalmente differenti ha fornito alla parlata brigasca anche influssi liguri, piemontesi, italiani e francesi.
La cultura è di tipo pastorale e alpino con caratteristiche diverse rispetto alla cultura ligure presente nella parte bassa delle valli Argentina e Roia; si è fortemente differenziata dalle altre culture dei dintorni per l’isolamento degli abitanti per lunghi periodi dell’anno e perché fortemente caratterizzata in senso alpino e pastorale in un modo che è assente nei dintorni o presente in maniera molto meno spiccata. Va anche detto che nel Paese Brigasco quasi tutti gli abitanti erano dediti all’attività della pastorizia o ad attività ad essa collegate e una cultura così fortemente intessuta di elementi agro-silvo-pastorali alpini ha potuto affermarsi per la ragione che essa coinvolgeva la maggior parte della popolazione.
Di fatto l’istituzione dei
confini del
Alcune iniziative con lo scopo di proteggere la cultura brigasca e di porre rimedio a questo smembramento sono sorte in modo da tutelare un patrimonio culturale che altrimenti rischierebbe l’estinzione. Da ricordare le seguenti: associaziun de tradiziun brigasche, e le riviste R’nì d’aigura (il nido dell’aquila) e A Vastera.
Non ci sono attualmente rivendicazioni politiche in senso autonomistico e tanto meno indipendentico, ma i brigaschi sono in una condizione che possono con ragione aspirare alla salvaguardia della specificità della loro lingua e della loro cultura.
Va ricordato che quella dei brigaschi è la più piccola delle minoranze italiane, ma non certo una di quelle meno attive nella difesa della propria identità culturale; si tratta, tra l’altro della prima minoranza che ha adottato come proprio simbolo distintivo il Sole delle Alpi. E’ il simbolo rosso che appare in posizione centrale nella bandiera posta all’inizio del sito, associato ad una croce catara, essa pure rossa. Alla tutela della cultura di questi luoghi si sono dimostrati sensibili anche i brigaschi che hanno lasciato la loro terra emigrando in altri luoghi.
Si può ragionevolmente affermare che la cultura brigasca costituisce una sintesi di quelle ligure, provenzale, nizzarda e piemontese, ma anche italiana e francese, e che possiede comunque elementi propri, che la caratterizzano fortemente.
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VOCABOLARIO
SISTEMATICO
(Dal sito www.vastera.it) |
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Le misure attuali e antiche |
E mesure d'adés e dë stiani |
Mesures
actuelles et antiques |
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in parm |
25 cent |
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düi parmi |
50 cent |
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in rasé |
56 cent. environ |
il metro |
rr metru |
le mètre |
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ina cana |
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1/4 di litro |
in quartin |
1/4 de litre |
mezzo litro |
még litru |
demi-litre |
il litro |
er litru |
le litre |
il doppio litro |
in buciun |
un double litre |
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in caros |
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in quartaa |
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ina aimina |
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in barii |
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un'oncia (25 gr. ca) |
in'unsa |
un'once |
l'ettogrammo |
R'étu |
cent grammes |
una libbra (1/3 di kg) |
ina lira |
une livre |
il kilogrammo |
er chilò |
le kilogramme |
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még-rüb |
4 kilogrammes |
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in rüb |
8 kilogrammes |
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in sach |
50 kilogrammes |
un quintale |
ina suumaa |
un quintal |
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5 centesimi |
in sord |
5 centimes |
20 centesimi |
megia muta |
20 centimes |
40 centesimi |
ina muta |
40 centimes |
una lira |
ina lira o in franch |
une lire |
5 lire |
in scü |
5 lires |
20 lire |
in marengh |
20 lires |
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Il territorio |
I pošti |
Le territoire |
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I monti |
e muntagne |
les monts |
la cima isolata |
a testa… da Naav; de Giairun |
le sommet |
la pianura |
a cianüra |
la plaine |
il colle |
a cola; Cola dë Sansun |
le col |
il valico |
r pas ('rpas da cola) |
le pas |
la collina |
r culét o a culéta |
le coteau |
il declivio di poggio |
a valera |
le pente du coteau |
la vallata |
a valada |
la vallée |
il torrente |
r valun |
le torrent |
il letto di torrente o fiume |
a giaira |
le lit du fleuve |
il ruscello costante |
r valun (de Bens, der Frasciu) |
le ruisseau |
il ruscello intermittente |
a reana |
le ruisseau intermittent |
lo scolo di acque piovane |
a reanora |
le petit ruisseau intermittent |
la sorgente |
a fujë |
la sourse |
la passerella |
a cianca |
la passerelle |
il guado |
r pas dër valun |
le gué |
il canale |
r béaa |
le canal |
il paese |
r paisë |
le village |
le vie |
e carugi; caré |
les rues |
le case |
e càe |
les maisons |
le fontane |
e funtane |
les fontaines |
piccola fontana |
funtanéta |
petite fontaine |
il sentiero |
a dëraira |
le sentier |
la strada di montagna |
a müratera |
le chemin muletier |
la strada carrozzabile |
r camin grand |
la route |
gruppo di case rurali |
morga |
groupe de maison rurales |
la chiesa |
a gejë |
l'église |
la chiesetta o cappella |
a gëjéta o a capéla |
la chapelle |
il pilone votivo |
a capléta |
oratoire |
il campanile |
r canpanin |
le clocher |
la piazza |
a ciasa o r'aira |
la place |
il camposanto |
r sëmënteri |
le cimitière |
il monumento |
r munumént |
le monument |
la roccia |
a roca |
la rocher |
il gorgo |
r gurgh |
le gouffre |
la scalinata |
a šcarinaa |
le grand escalier |
il camposanto |
r' canp |
le champ |
zona molto soleggiata |
abriigh |
zone en plein soleil |
zona poco soleggiata |
übaagh |
zone ombragée |
terrazzamento di campo |
fascia |
la planche d'un champ |
terrazzamento biforcuto |
burca |
la planche bifurche |
piccolo terrazzamento |
in bèch o in turnaa |
petit planch d'un champ |
la foresta |
r bošch (seguito dal nome) |
la forêt |
il bosco |
'r bošch |
le bois |
un masso |
in bric |
un rocher |
parete liscia di ardesia |
ciapëghera |
une ardoisière |
cava all'aperto di ardesia |
ciapin |
une ardoisière en pleine air |
un sasso |
in baus |
une pierre |
un sassolino |
ina šcaglia |
un caillou |
pietra friabile |
sgrutin |
pierre friable |
pietra calcarea |
baus curunbin |
pierre calcaire |
ardesia spaccata |
ciapa |
plaque d'ardoise |
il lago |
r laagh |
le lac |
laghetto di torrente |
lona |
laune |
laghetto di torrente (piccolo) |
lunéta |
petit plane d'eau |
una cengia di roccia |
ina graa |
eboulis de rochers |
una caverna |
in garb |
une caverne |
una capanna |
ina cabana |
une cabane |
rifugio di campagna |
casunét |
refuge |
pavimento in ciottoli |
risöi |
pavé en pierres |
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Modi di dire
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Mödi dë dii |
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sentire
un dolore intenso |
avée
in maa dër boia |
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essere
molto arrabbiato/a |
avée
r’arima ën gioštra |
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cieco
come una talpa |
borni
com ina tarpëna |
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pieno
come un uovo (satollo) |
cén com in övë |
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essere
in brache di tela: trovarsi in povertà |
esu
ën braghe dë téra |
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essere
una briccona che scherza volentieri – pesante |
esu
ina cianpornia |
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falso
come Giuda |
faus com Giüda |
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il
fatto è…; sta di fatto… |
fatu si šta.. |
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furbo
come una volpe; molto furbo |
fürb
com ina gurp |
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lasciare
che l’acqua vada al suo mulino.(non mettersi contro le forze della natura) |
lasciàa
chë r’aigua vag ar se murin |
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mettere
la coda in mezzo alle gambe; essere mortificato; accorgersi di aver sbagliato |
métu a cua ën lë méġ de ganbe |
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povera
mia casa! che brutta situazione ! |
o
povra ma cà! |
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innamorarsi
perdutamente |
pigliaa
ina caplina |
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l’amore
è più forte del brus (piccante) |
r’amùu
l’è ciü fort dër brus. |
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ricco
come il mare |
ric
com a marina |
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brutto
come la notte (brutto d’aspetto) |
sus
com a nöit |
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brutto
come il peccato |
sus
con ër pëcà |
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testa
d’asino - Testardo/a |
tešta
d’ansu |
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testa
di caprone |
tešta
dë béch |
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testa
di carciofo – intrattabile |
tešta
d’articioca |
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uno dopo
l’altro passano gli anni |
tüti
i ani l’ën pasa ün |
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vuoto
come un sacco |
vöid com in sac |
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voler
far credere che Cristo è morto di freddo- (Raccontare storie inverosimili) |
vurée fa credu ch’ër Signùu le mort dë freid |
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voler
bene come a se stessi |
vurée
ën ben dë r’arima |
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Le Pays Brigasque, en langue
brigasque appelée Tera Brigasca, est le territoire habité des brigasques, une
minorité ethnique et linguistique allouée dans une région comprise entre Italie
et France.
Il s'agit d'une vaste aire
alpestre autour du Mont Saccarello, que a en Briga Maritime,
Elle est une région qui aux
qualités ambiants, qui la rendent intéressante du point de vue touristique,
unit des caractéristiques en mesure d'attirer des amants de sport de montagne,
quels passionnés d'alpinisme, de sci-alpinismo, d'excursionnisme et de voies
ferrées. Avec les cavités karstiques présentes dans la zone elle réserves des
agréables émotions même aux amateurs de la speleologie. Il y a des raisons
d'interesse même pour ceux qui ils s'intéressent d'archéologie, d'ethnies et de
cultures alpines en particulier.
Le peuple des brigasques n'est pas beaucoup connu en Italie et encore moins
dans le monde. Autres peuples, qui il y a longtemps ont obtenu des formes de
tutelle de leur culture, de leurs traditions et de leur spécificité, comme par
exemple celui des ladins des Dolomites, ils sont de beaucoup de temps beaucoup
plus connus. La comparaison avec les ladins des Dolomites n'est pas fortuit,
puisque même les brigasques sont une population alpine et leur territoire aussi
est fragmentaire du point de vue administratif, comme celui du peuple des
Dolomites, alloué dans les trois provinces de Trento, de Bolzano et de Belluno.
Le Pays Brigasque, au-delà de être réparti entre Italie et France, est
subdivisé entre trois régions (Ligurie, Piémont et Provence), mais même entre
les provinces de Imperia et Cuneo et le département français "Alpes
Maritimes". Le peuple brigasque est fortement diversifié par rapport à
ceux limitrophes (liguriens, piemontais, provençales, mais, au-delà des
regionalismes, même italiens et français), avec langue et culture propres. Pour
la proximité à certaines frontières ethniques, il a acquis beaucoup des
populations environnantes. Ceci même dû au fait que les caractéristiques de
lieu stratégique du territoire brigasque ont rendu possibles des contacts entre
des cultures differentes, même si la population a conservé fondamentalement sa
culture et ses traditions.
Figure 1. Le Pays Brigasque, comme il
apparaît représenté dans un papier géographique placé dans le village de
Realdo.
Figure 2. Le territoire brigasque, entre Ligurie, Piémont
et France.
Le territoire du Pays Brigasco
est situé sur les Alpes Liguriennes ; il est montagneux et comprend quelques sommets
qui dépassent les 2000 mètres de hauteur s.l.m. (Marguareis, Mongioie,
Saccarello, etc). Une caractéristique singulière de cette région est cette de
comprendre des montagnes de tout respect comme certaines entre les plus elevée
sommets des Alpes Liguriennes et au même temps être à peu à de kilométres de
distance du plages de San Remo, de la « Riviera dei Fiori » et de
Figure
Figure
4. Une vue des parties des Monte Bertrand (pour gentille concession d'Edo
Pastorelli).
En ce qui concerne l'orographie
la région est complexe, parce qu'elle est située à la tête de trois longues
vallées : Roia, Tanaro et Argentina. Les lignes de partage des eaux sont très
elevés et toutefois, comme il se produit pour les populations d'autres
localités alpines situées sur des versants opposés, les montagnes n'ont pas
constitué dans le passé et continuent à ne pas constituer des limites
infranchissables et donc ils n'ont pas déterminé une séparation entre les
personnes qui y vivent, mais si jamais ont représenté un facteur de cohésion
entre des individus pour lesquels l'ambient montagneux a été intimement joint
avec ses activités economiques, socialité et la culture. Par exemple le Monte
Saccarello, qui aujourd'hui marque la frontière entre Ligurie, Piémont et
France, un temps, pour les bergers brigasques qui en remontaient les versants
avec leurs toupeaus, ne constituait pas certes une frontière politique, mais un
lieu de rencontre.
Le territoire est riche d'eau; outre les deux fleuves Roia et Tanaro et au
torrent Argentina dans le Pays Brigasque ils sont présents nombreux autres
cours d'eau, leurs affluentes.
Dans cette région les eaux en plus de glisser superficiellement ont produit
des phénomènes karstiques de considérable relief: on y peut en effet observer
des champs sillonnés, dolines, «inghiottitoi», abîmes et grottes surtout dans
le massif du Marguareis.
Le climat è diversifié selon les versants montagneux. Val peine se
rappeller de que le territoire est constitué de la tête des vallées Argentina
et Tanaro et de la vallée de
Les étés sont caractérisés,
vers la fin de la saison, des orages avec des tonnerres et des foudres.
Figure
5. Pas Selles Vieilles (pour gentille concession d'Edo Pastorelli).
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Figure
6-7-8-9. Temoines de flore présent dans le territoire brigasque
(pour gentille concession d'Edo Pastorelli).
Sur le territoire ils sont répandus le
faggio et le pin sylvestre, le sapin blanc, le noyau, l’églantine, le sorbier.
Outre celles espècies naturelles en ils sont présents même autres qui ont été
objet de culture: chataigner, meleze, lavande et diverses espècies agricoles.
Quelques plantes ont été utilisées pour le reboisement, comme le sapin rouge.
Auprès du espècies
naturels certaines espècies cultivées ont été introduites. Dans quelques
localités le terrain a été même rangé en terrasses pour en faciliter la
culture. Encore entre 1960 et 1970 ces terrasses ataient cultivé à céréales, en
particulier grain.
Il y il a ensuite tout
l'ensemble des plantes herbacées ou les cespugliose : menthe, cheveu-de-Vénus,
fougères, rhododendron, crocus, pour en citer seulement certaines.
Entre les mammifères le sanglier a une vaste
diffusion, au point à représenter un danger et pour cette raison on cherche à
en limiter le nombre de têtes avec de battues. Ils sont présent le renard, le
loir, le marmotte, la fouine, le lièvre, l’écureuil, le rat, le putois, la
taupe, le taux, la chauve-souris.
Nombreuses même le espècies d'oiseaux, de
reptiles et d'invertébrés.
Il y a même espècies typiques de l'ambient
alpin ; en effet dans le territoire des brigasques il est possible aperçevoir
des chamois et des aigles.
Figure
10. Une marmotte photagraphié aux Navettes (pour gentille concession d'Edo
Pastorelli).
Les brigasques sont peut-être les descendants des mystérieux graveurs des
roches de
Malgré l'âpreté du territoire et le fait de habiter sur des versants
opposés de leurs montagnes, les brigasques on sent beaucoup de groupes entre
eux: un peuple avec ses caractéristiques, différent des autres populations
limitrophes avec leur territoire.
Un important élément de caractérisation des brigasques est constitué par la
leur langue. On parle dans le cas des brigasques de véritable groupe ethnique et
linguistique. Dans le cas des brigasques il est juste parler de langue et pas
de dialecte, puisque ce parler est fortement caractérisée en ce qui concerne
lexique, phonétique et morphosyntaxe et ensuite il y a a dire qu'elle est une
langue même pour l'importance sociale qui a eu pour la population brigasque.
La langue des brigasques vient normalement inclue dans la famille des
langues d'oc; elle est considérée une variant de l'occitan, beaucoup est vrai
que quelqu'un parle d'"occitan brigasque" pour destinguer la parler
locale d'autres appartenant à la famille des langues d'oc : provençal, niçois,
languadocien, et cetera. L'apport occitan a été déterminé des contacts avec les
populations limitrophes des provençales. L'occitan est la famille linguistica qui
regroupe les façons de parler répandues sur un vaste territoire qui va du Val
d'Aran en Espagne, administrativement inclu dans
Le brigasque présente à une composante occitane qui dément la conviction de
quelques-uns selon qui du Pays Brigasco il ferait une partie des dialects
liguriens. Le sens d'appartenance à la culture occitane est assez diffus entre
les habitants. Il n'est pas rare sentir des brigasques qui dans leurs discours,
pas sans une certaine complaisance, disent d'être des occitans et quelqu'un
tient à préciser que les habitants de certains centres habités voisins à leur
territoire sont différents pour le mode de
parler et donc dans quelque manière étrangers. Toutefois la proximité
des brigasques aux territoires habités d'autres populations culturellement
différents a fourni au parler brigasque même influences liguriennes,
piemontaises, italiens et françaises.
La culture est de type pastorale et alpin avec des caractéristiques
didifferents par rapport à la culture ligurienne présent dans la partie basse
des vallées Argentina et Roia ; elle s'est fortement diversifiée des autres
cultures des alentours pour l'isolation des habitants pour des longues périodes
de l'an et parce que fortement caractérisée en sens alpin et pastorale en mode
qui est absent dans les alentours ou présent en manière beaucoup moins détachée.
Il va même dit que dans le Pays Brigasque presque tous les habitants etaient
adonnés à l'activité de l'élevage des moutons ou à activités à elle reliez et
une culture ainsi fortement bourré d'éléments agricoles-sylvestres-pastorales
alpins a pu s'affirmer pour la raison qu'elle impliquait la plupart de la
population.
De fait l'institution des frontières du
Quelques initiatives avec le fin de protéger la culture brigasque et de
porter remède à ce démembrement sont levées de façon à défendre un patrimoine
culturel qui autrement risquerait l'extinction. À se rappeller des suivantes :
associaziun de tradiziun brigasche, et les revues R'nì d'aigura (le nid de
l'aigle) et à Vastera.
Il n'y a pas actuellement des rivendications politiques en sens autonomiste
et tant moins indépendantiste, mais les
brigasque sont dans une condition qui peuvent avec raison aspirer à la
sauvegarde de la spécificité de leur langue et de leur culture.
Il doit être rappellé que cette des brigascque il est la plus petit des
minorités italiennes, mais pas certes une de ces moins actives dans la défense
de son identité culturelle; il s'agit, entre autre de la première minorité qui
a adopté comme propre symbole distinctif les Soleil des Alpes. Il est le
symbole rouge qui apparaît en position centrale dans le drapeau poste au debout
du site, associé à une croix cathare, elle aussi rouge. À la tutelle de la
culture de ces lieux on a montré sensibles même les brigasques qui ont laissé
leur terre en émigrant dans autres lieux.
On peut raisonnablement affirmer que la culture brigasque constitue une synthèse
de celles-là ligurienne, provençal, niçois et piemontais, mais même italienne
et française, et qu'il possède de toute façon des éléments ses, qui la
caractérisent fortement.
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VOCABULAIRE SISTEMATIQUE
(De le site www.vastera.it) |
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Le misure attuali e antiche |
E mesure d'adés e dë stiani |
Mesures
actuelles et antiques |
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in parm |
25 cent |
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düi parmi |
50 cent |
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in rasé |
56 cent. environ |
il metro |
rr metru |
le mètre |
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ina cana |
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1/4 di litro |
in quartin |
1/4 de litre |
mezzo litro |
még litru |
demi-litre |
il litro |
er litru |
le litre |
il doppio litro |
in buciun |
un double litre |
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in caros |
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in quartaa |
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ina aimina |
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in barii |
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un'oncia (25 gr. ca) |
in'unsa |
un'once |
l'ettogrammo |
R'étu |
cent grammes |
una libbra (1/3 di kg) |
ina lira |
une livre |
il kilogrammo |
er chilò |
le kilogramme |
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még-rüb |
4 kilogrammes |
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in rüb |
8 kilogrammes |
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in sach |
50 kilogrammes |
un quintale |
ina suumaa |
un quintal |
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5 centesimi |
in sord |
5 centimes |
20 centesimi |
megia muta |
20 centimes |
40 centesimi |
ina muta |
40 centimes |
una lira |
ina lira o in franch |
une lire |
5 lire |
in scü |
5 lires |
20 lire |
in marengh |
20 lires |
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Il territorio |
I pošti |
Le territoire |
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I monti |
e muntagne |
les monts |
la cima isolata |
a testa… da Naav; de Giairun |
le sommet |
la pianura |
a cianüra |
la plaine |
il colle |
a cola; Cola dë Sansun |
le col |
il valico |
r pas ('rpas da cola) |
le pas |
la collina |
r culét o a culéta |
le coteau |
il declivio di poggio |
a valera |
le pente du coteau |
la vallata |
a valada |
la vallée |
il torrente |
r valun |
le torrent |
il letto di torrente o fiume |
a giaira |
le lit du fleuve |
il ruscello costante |
r valun (de Bens, der Frasciu) |
le ruisseau |
il ruscello intermittente |
a reana |
le ruisseau intermittent |
lo scolo di acque piovane |
a reanora |
le petit ruisseau intermittent |
la sorgente |
a fujë |
la sourse |
la passerella |
a cianca |
la passerelle |
il guado |
r pas dër valun |
le gué |
il canale |
r béaa |
le canal |
il paese |
r paisë |
le village |
le vie |
e carugi; caré |
les rues |
le case |
e càe |
les maisons |
le fontane |
e funtane |
les fontaines |
piccola fontana |
funtanéta |
petite fontaine |
il sentiero |
a dëraira |
le sentier |
la strada di montagna |
a müratera |
le chemin muletier |
la strada carrozzabile |
r camin grand |
la route |
gruppo di case rurali |
morga |
groupe de maison rurales |
la chiesa |
a gejë |
l'église |
la chiesetta o cappella |
a gëjéta o a capéla |
la chapelle |
il pilone votivo |
a capléta |
oratoire |
il campanile |
r canpanin |
le clocher |
la piazza |
a ciasa o r'aira |
la place |
il camposanto |
r sëmënteri |
le cimitière |
il monumento |
r munumént |
le monument |
la roccia |
a roca |
la rocher |
il gorgo |
r gurgh |
le gouffre |
la scalinata |
a šcarinaa |
le grand escalier |
il camposanto |
r' canp |
le champ |
zona molto soleggiata |
abriigh |
zone en plein soleil |
zona poco soleggiata |
übaagh |
zone ombragée |
terrazzamento di campo |
fascia |
la planche d'un champ |
terrazzamento biforcuto |
burca |
la planche bifurche |
piccolo terrazzamento |
in bèch o in turnaa |
petit planch d'un champ |
la foresta |
r bošch (seguito dal nome) |
la forêt |
il bosco |
'r bošch |
le bois |
un masso |
in bric |
un rocher |
parete liscia di ardesia |
ciapëghera |
une ardoisière |
cava all'aperto di ardesia |
ciapin |
une ardoisière en pleine air |
un sasso |
in baus |
une pierre |
un sassolino |
ina šcaglia |
un caillou |
pietra friabile |
sgrutin |
pierre friable |
pietra calcarea |
baus curunbin |
pierre calcaire |
ardesia spaccata |
ciapa |
plaque d'ardoise |
il lago |
r laagh |
le lac |
laghetto di torrente |
lona |
laune |
laghetto di torrente (piccolo) |
lunéta |
petit plane d'eau |
una cengia di roccia |
ina graa |
eboulis de rochers |
una caverna |
in garb |
une caverne |
una capanna |
ina cabana |
une cabane |
rifugio di campagna |
casunét |
refuge |
pavimento in ciottoli |
risöi |
pavé en pierres |
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Modi di dire
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Mödi dë dii |
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sentire
un dolore intenso |
avée
in maa dër boia |
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essere
molto arrabbiato/a |
avée
r’arima ën gioštra |
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cieco
come una talpa |
borni
com ina tarpëna |
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pieno
come un uovo (satollo) |
cén com in övë |
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essere
in brache di tela: trovarsi in povertà |
esu
ën braghe dë téra |
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essere
una briccona che scherza volentieri – pesante |
esu
ina cianpornia |
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falso
come Giuda |
faus com Giüda |
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il
fatto è…; sta di fatto… |
fatu si šta.. |
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furbo
come una volpe; molto furbo |
fürb
com ina gurp |
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lasciare
che l’acqua vada al suo mulino.(non mettersi contro le forze della natura) |
lasciàa
chë r’aigua vag ar se murin |
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mettere
la coda in mezzo alle gambe; essere mortificato; accorgersi di aver sbagliato |
métu a cua ën lë méġ de ganbe |
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povera
mia casa! che brutta situazione ! |
o
povra ma cà! |
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innamorarsi
perdutamente |
pigliaa
ina caplina |
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l’amore
è più forte del brus (piccante) |
r’amùu
l’è ciü fort dër brus. |
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ricco
come il mare |
ric
com a marina |
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brutto
come la notte (brutto d’aspetto) |
sus
com a nöit |
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brutto
come il peccato |
sus
con ër pëcà |
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testa
d’asino - Testardo/a |
tešta
d’ansu |
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testa
di caprone |
tešta
dë béch |
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testa
di carciofo – intrattabile |
tešta
d’articioca |
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uno dopo
l’altro passano gli anni |
tüti
i ani l’ën pasa ün |
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vuoto
come un sacco |
vöid com in sac |
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voler
far credere che Cristo è morto di freddo- (Raccontare storie inverosimili) |
vurée fa credu ch’ër Signùu le mort dë freid |
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voler
bene come a se stessi |
vurée
ën ben dë r’arima |
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