Paese Brigasco / Pays Brigasque

Tera Brigasca

 

 

 

 

                                                             

 

 

         Introduzione                                                         Introduction

 

         Il_territorio                                                           Le territoire

 

         Flora                                                                     Flore

 

         Fauna                                                                    Faune

 

         Il popolo brigasco                                                 Le peuple brigasque

 

         Centri abitati                                                        Centres habités

                                                                                      

 

         Patrimonio_artistico                                             Patrimoin_artistique

                                                                                      

 

         Attività_economiche                                            Activités_economiques

                                                                                      

 

         Gastronomia                                                         Gastronomie

                                                                                      

 

         Attività sportive                                                   Activités sportives

                                                                                        

 

         Links                                                                     Liens

 

         Questionario                                                         Questionnaire

                                                                                      

 

         Aggiornamento del sito: 15/05/2008                   Modernisation du site: 15/05/2008

         Autore e webmaster: Roberto Tarabella            Auteur et webmaster: Roberto Tarabella

      Traduzione in francese di Roberto Tarabella    Traduction en français par Roberto Tarabella

         e-mail: rtarabella@tiscalinet.it                           email : rtarabella@tiscalinet.it

 

 

 

Introduzione

 

 

Il Paese  Brigasco, in lingua brigasca chiamato Tera Brigasca, è il territorio abitato dai brigaschi, una minoranza etnica e linguistica stanziata in una regione compresa tra Italia e Francia.

Si tratta di una vasta area alpestre attorno al Monte Saccarello, che ha in Briga Marittima, La Brigue in francese, Ra Briga in brigasco, il centro principale, la sua piccola capitale.

E’ una regione che ai pregi ambientali, che la rendono interessante dal punto di vista turistico, unisce caratteristiche in grado di attrarre gli amanti di sport di montagna, quali appassionati di alpinismo, di sci-alpinismo, di escursionismo e di vie ferrate. Con le cavità carsiche presenti nella zona riserva piacevoli emozioni anche ai cultori della speleologia. Ci sono motivi di interesse anche per coloro che si interessano di archeologia, di etnismo e di culture alpine in particolare.

Il popolo dei brigaschi non è molto conosciuto in Italia e meno ancora nel mondo. Altri  popoli, che da tanto tempo hanno ottenuto forme di tutela della loro cultura, delle loro tradizioni e della loro specificità, come ad esempio quello dei ladini delle Dolomiti, sono da parecchio tempo molto più noti. Il paragone con i ladini dolomitici non è casuale, poiché  anche i brigaschi sono una popolazione alpina e pure il loro territorio è frammentario dal punto di vista amministrativo, come quello del popolo delle Dolomiti stanziato nelle tre province di Trento, Bolzano e Belluno. Il paese Brigasco, oltre che essere ripartito tra Italia e Francia, è suddiviso tra tre regioni (Liguria, Piemonte e Provenza), ma anche tra le province di Imperia e Cuneo ed il dipartimento francese “Alpes Maritimes”. Il popolo brigasco è fortemente differenziato rispetto a quelli confinanti (liguri, piemontesi, provenzali, ma, al di là dei regionalismi, anche italiani e francesi), con lingua e cultura proprie. Per la vicinanza a certi confini etnici, ha acquisito molto dalle popolazioni circostanti. Questo è anche dovuto al fatto che le caratteristiche di luogo strategico del territorio brigasco hanno reso possibili contatti tra culture diverse, anche se la popolazione ha conservato fondamentalmente la propria cultura e le sue tradizioni. 

 

 

 

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Il territorio

 

 

Figura 1. Il Paese Brigasco, come appare rappresentato in una carta geografica posta nel villaggio di Realdo.

 

Figura 2.  Il territorio brigasco, tra Liguria, Piemonte e Francia.

 

Il territorio del Paese Brigasco è situato sulle Alpi Liguri; è montagnoso e comprende alcune vette che superano i 2000 metri di altezza s.l.m. (Marguareis, Mongioie, Saccarello, ecc.). Una caratteristica singolare di questa regione è quella di comprendere montagne di tutto rispetto come alcune tra le più elevate vette delle Alpi Liguri ed al tempo stesso essere a pochi chilometri di distanza dalle spiagge di San Remo, della Riviera dei Fiori e della Costa Azzurra. Una vicinanza tra montagne e mare che esiste in poche regioni d’Europa: in Dalmazia, in Sicilia (con l’Etna), in Corsica e  nell’area dei Pirenei.

 

Figura 3. L’antica strada del sale dal Passo Chiusetta, vista dal Colle dei Signori (per gentile concessione di Edo Pastorelli).

 

Figura 4. Uno scorcio dalle parti del Monte Bertrand (per gentile concessione di Edo Pastorelli).

 

Per quanto riguarda l’orografia la regione è complessa, perché è situata alla testata di tre lunghe valli: Roia, Tanaro ed Argentina. Gli spartiacque sono molto elevati e tuttavia, come avviene per le popolazioni di altre località alpine situate su versanti opposti, la montagne non hanno costituito in passato e continuano a non costituire dei limiti invalicabili e perciò non hanno determinano una separazione tra le persone che ci vivono, ma semmai hanno rappresentato un fattore di coesione tra individui per i quali l’ambiente montano è stato intimamente connesso con le proprie attività economiche, la socialità e la cultura. Per esempio il Monte Saccarello, che oggi segna il confine tra Liguria, Piemonte e Francia, un tempo, per i pastori brigaschi che ne risalivano i versanti con le loro greggi, non costituiva certo un confine politico, ma un luogo di incontro.

Il territorio è ricco d’acqua; oltre ai due fiumi Roia e Tanaro ed al Torrente Argentina nel Paese Brigasco sono presenti numerosi altri corsi d’acqua, loro affluenti.

In questa regione le acque oltre a scorrere superficialmente hanno prodotto fenomeni carsici di notevole rilievo: vi si possono infatti osservare campi solcati, doline, inghiottitoi, abissi e grotte soprattutto nel massiccio del Marguareis.

Il clima è’ differenziato a seconda dei versanti montagnosi. Val la pena ricordare che il territorio è costituito dalla testata delle valli Argentina e Tanaro e dalla valle della Levenza, un affluente del Roia; questa ripartizione geografica conferisce una mancanza di uniformità dal punto di vista climatico. Il versante della Valle Argentina, quello di Realdo e Verdeggia per intenderci, è più mite per l’apporto del caldo e dell’umidità dovuto allo scirocco. Quello piemontese è caratterizzato da temperature più rigide; lo ricorda anche un detto popolare: “chi vòo veiru r enférn, ch’r vagh a Carnin d’uvern” (chi vuol vedere l’inferno, vada a Carnino d’inverno).

Le estati sono caratterizzate, verso la fine della stagione, da temporali con tuoni e fulmini.

 

Figura 5. Passo Selle Vecchie (per gentile concessione di Edo Pastorelli).

 

 

 

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Flora

 

 

 

 

 

 

Figura 6-7-8-9. Esemplari di flora presente nel territorio brigasco (per gentile concessione di Edo Pastorelli). 

 

Sul territorio sono diffusi il faggio ed il pino silvestre, l’abete bianco il nocciolo, la rosa canina, il sorbo. Oltre a queste specie naturali ne sono presenti anche altre che sono state oggetto di coltura: castagno, larice, lavanda e varie specie agricole. Alcune piante sono state utilizzate per il rimboschimento, come l’abete rosso.

Accanto alle specie naturali sono state introdotte alcune specie coltivate. In alcune località il terreno è stato addirittura sistemato a fasce per facilitarne la coltivazione. Ancora tra il 1960 ed il 1970 queste fasce erano coltivate a cereali, in particolare grano.

C’è poi tutto l’insieme delle piante erbacee o cespugliose: menta, capelvenere, felci, rododendro, croco, per citarne solo alcune.

 

 

 

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Fauna

 

 

Tra i mammiferi il cinghiale ha un’ampia diffusione, al punto da rappresentare un pericolo e per questa ragione si cerca di limitarne il numero di capi con delle battute. Sono presenti la volpe, il ghiro, la marmotta, la faina, la lepre, lo scoiattolo, il topo, la puzzola, la talpa, il tasso, il pipistrello.

Numerose anche le specie di uccelli, rettili ed invertebrati.

Ci sono anche specie tipiche dell’ambiente alpino; infatti nel territorio dei brigaschi è possibile avvistare camosci e aquile.

 

Figura 10. Una marmotta fotografata alle Navette (per gentile concessione di Edo Pastorelli).

 

 

 

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Il popolo brigasco

 

 

I brigaschi sono forse i discendenti dei misteriosi incisori delle rocce della Valle delle Meraviglie, popolo prevalentemente costituito da pastori, abituato a spostarsi con le greggi lungo percorsi millenari.

Nonostante l’asprezza del territorio ed il fatto di abitare su versanti opposti delle loro montagne, i brigaschi si sentono molto aggregati tra loro: un popolo con proprie caratteristiche, differente dalle altre popolazioni confinanti col loro territorio.

Un importante elemento di caratterizzazione dei brigaschi è costituito dalla loro lingua. Si parla nel caso dei brigaschi di vero e proprio gruppo etnolinguistico. Nel caso del brigasco è giusto parlare di lingua e non di dialetto, poiché questa parlata è fortemente caratterizzata per quanto riguarda lessico, fonetica e morfosintassi e poi c’è da dire che è una lingua anche per l’importanza sociale che ha avuto per la popolazione brigasca.

La lingua dei brigaschi viene normalmente inclusa nella famiglia delle lingue d’oc; è considerata una variante dell’occitano, tanto è vero che qualcuno parla di “occitano brigasco” per destinguere la parlata locale da altre appartenenti alla famiglia delle lingue d’oc: provenzale, nizzardo, linguadociano, eccetera. L’apporto occitano è stato determinato dai contatti con le popolazioni limitrofe provenzali. L’occitano è la famiglia linguistica che raggruppa le parlate diffuse su un vasto territorio che va dalla Val d’Aran in Spagna, amministrativamente inclusa nella Catalogna, fino a comprendere la maggior parte del sud della Francia (Guascogna, Limosino, Gyano, Linguadoca, Alvernia, Delfinato, Provenza, Camargue compresa) ed arrivando fino ad alcune valli piemontesi, in provincia di Torino (Valle di Susa, Chisone, Germanasca, Pellice) e di Cuneo (Valle Po, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero) e, più marginalmente fino ad alcune località della provincia di Imperia (Olivetta San Michele in Val Roia ed i villaggi brigaschi di Realdo e Verdeggia). Le parlate occitane sono gli eredi superstiti della “langue d’oc”, ossia della lingua dei catari e dei trovatori del Medioevo e della poesia dell’amor cortese. Il brigasco presenta una componente occitana che smentisce la convinzione di alcuni secondo cui la parlata del Paese Brigasco farebbe parte dei dialetti liguri. Il senso di appartenenza alla cultura occitana è abbastanza diffuso tra gli abitanti. Non è raro sentire dei brigaschi che nei loro discorsi, non senza un certo compiacimento, dicono di essere occitani e qualcuno ci tiene a precisare che gli abitanti di certi centri abitati vicini al loro territorio sono differenti per il modo di parlare e quindi in qualche maniera forestieri. Tuttavia la vicinanza dei brigaschi ai territori abitati da altre popolazioni culturalmente differenti ha fornito alla parlata brigasca anche influssi liguri, piemontesi, italiani e francesi.

La cultura è di tipo pastorale e alpino con caratteristiche diverse rispetto alla cultura ligure presente nella parte bassa delle valli Argentina e Roia; si è fortemente differenziata dalle altre culture dei dintorni per l’isolamento degli abitanti per lunghi periodi dell’anno e perché fortemente caratterizzata in senso alpino e pastorale in un modo che è assente nei dintorni o presente in maniera molto meno spiccata. Va anche detto che nel Paese Brigasco quasi tutti gli abitanti erano dediti all’attività della pastorizia o ad attività ad essa collegate e una cultura così fortemente intessuta di elementi agro-silvo-pastorali alpini ha potuto affermarsi per la ragione che essa coinvolgeva la maggior parte della popolazione.

Di fatto l’istituzione dei confini del 1947 ha aumentato la separazione di un territorio, dal punto di vista storico, culturale ed economico omogeneo, che aveva in Briga Marittima la sua piccola “capitale”. Se prima di questa ultima ripartizione amministrativa Viozene, già appartenente al comune cuneese di Ormea, e Verdeggia, già appartenente al comune imperiese di Triora, non erano incluse nel comune di Briga Marittima, con le ultime modifiche alla frontiera la frammentazione è arrivata ad uno smembramento del territorio tra due stati, tre regioni, due province, un dipartimento francese e quattro comuni, mentre precedentemente la separazione era tra due regioni di un unico stato, quello italiano, due province, tre comuni. Come si può vedere il numero delle entità amministrative locali che gestiscono il territorio brigasco è per tutti i livelli di competenza dei diversi enti territoriali aumentato di una unità.

Alcune iniziative con lo scopo di proteggere la cultura brigasca e di porre rimedio a questo smembramento sono sorte in modo da tutelare un patrimonio culturale che altrimenti rischierebbe l’estinzione. Da ricordare le seguenti: associaziun de tradiziun brigasche, e le riviste R’nì d’aigura (il nido dell’aquila) e A Vastera.

Non ci sono attualmente rivendicazioni politiche in senso autonomistico e tanto meno indipendentico, ma i brigaschi sono in una condizione che possono con ragione aspirare alla salvaguardia della specificità della loro lingua e della loro cultura.

Va ricordato che quella dei brigaschi è la più piccola delle minoranze italiane, ma non certo una di quelle meno attive nella difesa della propria identità culturale; si tratta, tra l’altro della prima minoranza che ha adottato come proprio simbolo distintivo il Sole delle Alpi. E’ il simbolo rosso che appare in posizione centrale nella bandiera posta all’inizio del sito, associato ad una croce catara, essa pure rossa. Alla tutela della cultura di questi luoghi si sono dimostrati sensibili anche i brigaschi che hanno lasciato la loro terra emigrando in altri luoghi.

Si può ragionevolmente affermare che la cultura brigasca costituisce una sintesi di quelle ligure, provenzale, nizzarda e piemontese, ma anche italiana e francese, e che possiede comunque elementi propri, che la caratterizzano fortemente.

 

 

VOCABOLARIO SISTEMATICO

(Dal sito www.vastera.it)

 

 

 

 

 

 

 

Le misure attuali e antiche

E mesure d'adés e dë stiani

Mesures actuelles et antiques

 

 

 

25 centimetri   

in parm

25 cent

50 centimetri

düi parmi

50 cent

56 cm. ca

in rasé

56 cent. environ

il metro

rr metru

le mètre

2,53 metri ca.

ina cana

2,53 m. environ

 

 

 

1/4 di litro

in quartin

1/4 de litre

mezzo litro

még litru

demi-litre

il litro

er litru

le litre

il doppio litro

in buciun

un double litre

2,5 litri

in caros

2,5 litres

10 litri

in quartaa

10 litres

20 litri

ina aimina

20 litres

50 litri

in barii

50 litres

 

 

 

un'oncia (25 gr. ca)

in'unsa

un'once

l'ettogrammo

R'étu

cent grammes

una libbra (1/3 di kg)

ina lira

une livre

il kilogrammo

er chilò

le kilogramme

4 kg

még-rüb

4 kilogrammes

8 kg

in rüb

8 kilogrammes

50 kg

in sach

50 kilogrammes

un quintale

ina suumaa

un quintal

 

 

 

5 centesimi

in sord

5 centimes

20 centesimi

megia muta

20 centimes

40 centesimi

ina muta

40 centimes

una lira

ina lira o in franch

une lire

5 lire

in scü

5 lires

20 lire

in marengh

20 lires

 

 

 

 

 

 

Il territorio

I pošti

Le territoire

 

 

 

I monti

e muntagne

les monts

la cima isolata

a testa… da Naav; de Giairun

le sommet

la pianura

a cianüra

la plaine

il colle

a cola; Cola dë Sansun

le col

il valico

r pas ('rpas da cola)

le pas

la collina

r culét o a culéta

le coteau

il declivio di poggio

a valera

le pente du coteau

la vallata

a valada

la vallée

il torrente

r valun

le torrent

il letto di torrente o fiume

a giaira

le lit du fleuve

il ruscello costante

r valun (de Bens, der Frasciu)

le ruisseau

il ruscello intermittente

a reana

le ruisseau intermittent

lo scolo di acque piovane

a reanora

le petit ruisseau intermittent

la sorgente

a fujë

la sourse

la passerella

a cianca

la passerelle

il guado

r pas dër valun

le gué

il canale

r béaa

le canal

il paese

r paisë

le village

le vie

e carugi; caré

les rues

le case

e càe

les maisons

le fontane

e funtane

les fontaines

piccola fontana

funtanéta

petite fontaine

il sentiero

a dëraira

le sentier

la strada di montagna

a müratera

le chemin muletier

la strada carrozzabile

r camin grand

la route

gruppo di case rurali

morga

groupe de maison rurales

la chiesa

a gejë

l'église

la chiesetta o cappella

a gëjéta o a capéla

la chapelle

il pilone votivo

a capléta

oratoire

il campanile

r canpanin

le clocher

la piazza

a ciasa o r'aira

la place

il camposanto

r sëmënteri

le cimitière

il monumento

r munumént

le monument

la roccia

a roca

la rocher

il gorgo

r gurgh

le gouffre

la scalinata

a šcarinaa

le grand escalier

il camposanto

r' canp

le champ

zona molto soleggiata

abriigh

zone en plein soleil

zona poco soleggiata

übaagh

zone ombragée

terrazzamento di campo

fascia

la planche d'un champ

terrazzamento biforcuto

burca

la planche bifurche

piccolo terrazzamento

in bèch o in turnaa

petit planch d'un champ

la foresta

r bošch (seguito dal nome)

la forêt

il bosco

'r bošch

le bois

un masso

in bric

un rocher

parete liscia di ardesia

ciapëghera

une ardoisière

cava all'aperto di ardesia

ciapin

une ardoisière en pleine air

un sasso

in baus

une pierre

un sassolino

ina šcaglia

un caillou

pietra friabile

sgrutin

pierre friable

pietra calcarea

baus curunbin

pierre calcaire

ardesia spaccata

ciapa

plaque d'ardoise

il lago

r laagh

le lac

laghetto di torrente

lona

laune

laghetto di torrente (piccolo)

lunéta

petit plane d'eau

una cengia di roccia

ina graa

eboulis de rochers

una caverna

in garb

une caverne

una capanna

ina cabana

une cabane

rifugio di campagna

casunét

refuge

pavimento in ciottoli

risöi

pavé en pierres

 

 

 

 

 

 

Modi di dire

Mödi dë dii

 

 

 

 

 

sentire un dolore intenso

avée in maa dër boia

 

essere molto arrabbiato/a

avée r’arima ën gioštra

 

cieco come una talpa

borni com ina tarpëna

 

pieno come un uovo  (satollo)

cén com in övë

 

essere in brache di tela: trovarsi in povertà

esu ën braghe dë téra

 

essere una briccona che scherza volentieri – pesante

esu ina cianpornia

 

falso come Giuda

faus com Giüda

 

il fatto è…; sta di fatto…

fatu si šta..

 

furbo come una volpe; molto furbo

fürb com ina gurp

 

lasciare che l’acqua vada al suo mulino.(non mettersi contro le forze della natura)

lasciàa chë r’aigua vag ar se murin

 

mettere la coda in mezzo alle gambe; essere mortificato; accorgersi di aver sbagliato

métu a cua ën lë méġ de ganbe

 

povera mia casa! che brutta situazione !

o povra ma cà!

 

innamorarsi perdutamente

pigliaa ina caplina

 

l’amore è più forte del brus (piccante)

r’amùu l’è ciü fort dër brus.

 

ricco come il mare

ric com a marina

 

brutto come la notte  (brutto d’aspetto)

sus com a nöit

 

brutto come il peccato

sus con ër pëcà

 

testa d’asino -   Testardo/a

tešta d’ansu

 

testa di caprone

tešta dë béch

 

testa di carciofo – intrattabile

tešta d’articioca

 

uno dopo l’altro passano gli anni

tüti i ani l’ën pasa ün

 

vuoto come un sacco

vöid com in sac

 

voler far credere che Cristo è morto di freddo- (Raccontare storie inverosimili)

vurée fa credu ch’ër Signùu le mort dë freid

 

voler bene come a se stessi

vurée ën ben dë r’arima

 

 

 

 

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Introduction

 

 

Le Pays Brigasque, en langue brigasque appelée Tera Brigasca, est le territoire habité des brigasques, une minorité ethnique et linguistique allouée dans une région comprise entre Italie et France.

Il s'agit d'une vaste aire alpestre autour du Mont Saccarello, que a en Briga Maritime, La Brigue en français, Ra Briga en brigasque, le centre principal, sa petite capitale.

Elle est une région qui aux qualités ambiants, qui la rendent intéressante du point de vue touristique, unit des caractéristiques en mesure d'attirer des amants de sport de montagne, quels passionnés d'alpinisme, de sci-alpinismo, d'excursionnisme et de voies ferrées. Avec les cavités karstiques présentes dans la zone elle réserves des agréables émotions même aux amateurs de la speleologie. Il y a des raisons d'interesse même pour ceux qui ils s'intéressent d'archéologie, d'ethnies et de cultures alpines en particulier.

Le peuple des brigasques n'est pas beaucoup connu en Italie et encore moins dans le monde. Autres peuples, qui il y a longtemps ont obtenu des formes de tutelle de leur culture, de leurs traditions et de leur spécificité, comme par exemple celui des ladins des Dolomites, ils sont de beaucoup de temps beaucoup plus connus. La comparaison avec les ladins des Dolomites n'est pas fortuit, puisque même les brigasques sont une population alpine et leur territoire aussi est fragmentaire du point de vue administratif, comme celui du peuple des Dolomites, alloué dans les trois provinces de Trento, de Bolzano et de Belluno. Le Pays Brigasque, au-delà de être réparti entre Italie et France, est subdivisé entre trois régions (Ligurie, Piémont et Provence), mais même entre les provinces de Imperia et Cuneo et le département français "Alpes Maritimes". Le peuple brigasque est fortement diversifié par rapport à ceux limitrophes (liguriens, piemontais, provençales, mais, au-delà des regionalismes, même italiens et français), avec langue et culture propres. Pour la proximité à certaines frontières ethniques, il a acquis beaucoup des populations environnantes. Ceci même dû au fait que les caractéristiques de lieu stratégique du territoire brigasque ont rendu possibles des contacts entre des cultures differentes, même si la population a conservé fondamentalement sa culture et ses traditions.

 

 

 

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Le territoire

 

 

Figure 1. Le Pays Brigasque, comme il apparaît représenté dans un papier géographique placé dans le village de Realdo.

 

Figure 2. Le territoire brigasque, entre Ligurie, Piémont et France.

 

Le territoire du Pays Brigasco est situé sur les Alpes Liguriennes ; il est montagneux et comprend quelques sommets qui dépassent les 2000 mètres de hauteur s.l.m. (Marguareis, Mongioie, Saccarello, etc). Une caractéristique singulière de cette région est cette de comprendre des montagnes de tout respect comme certaines entre les plus elevée sommets des Alpes Liguriennes et au même temps être à peu à de kilométres de distance du plages de San Remo, de la « Riviera dei Fiori » et de la Côte d’Azur. Une proximité entre des montagnes et la mer qui existe dans peu de régions d'Europe : en Dalmatie, en Sicile (avec l'Etna), en Corsica et dans l'aire des Pyrénées.

 

Figure 3. L'ancienne route du sel du Pas Chiusetta, vue du Col des Seigneurs (pour gentillle   concession d'Edo Pastorelli).

 

Figure 4. Une vue des parties des Monte Bertrand (pour gentille concession d'Edo Pastorelli).

 

En ce qui concerne l'orographie la région est complexe, parce qu'elle est située à la tête de trois longues vallées : Roia, Tanaro et Argentina. Les lignes de partage des eaux sont très elevés et toutefois, comme il se produit pour les populations d'autres localités alpines situées sur des versants opposés, les montagnes n'ont pas constitué dans le passé et continuent à ne pas constituer des limites infranchissables et donc ils n'ont pas déterminé une séparation entre les personnes qui y vivent, mais si jamais ont représenté un facteur de cohésion entre des individus pour lesquels l'ambient montagneux a été intimement joint avec ses activités economiques, socialité et la culture. Par exemple le Monte Saccarello, qui aujourd'hui marque la frontière entre Ligurie, Piémont et France, un temps, pour les bergers brigasques qui en remontaient les versants avec leurs toupeaus, ne constituait pas certes une frontière politique, mais un lieu de rencontre.

Le territoire est riche d'eau; outre les deux fleuves Roia et Tanaro et au torrent Argentina dans le Pays Brigasque ils sont présents nombreux autres cours d'eau, leurs affluentes.

Dans cette région les eaux en plus de glisser superficiellement ont produit des phénomènes karstiques de considérable relief: on y peut en effet observer des champs sillonnés, dolines, «inghiottitoi», abîmes et grottes surtout dans le massif du Marguareis.

Le climat è diversifié selon les versants montagneux. Val peine se rappeller de que le territoire est constitué de la tête des vallées Argentina et Tanaro et de la vallée de la Levenza, un affluent de la Roia ; cette répartition géographique confère un manque d'uniformité du point de vue climatique. Le versant de la Vallée Argentine, ceului de Realdo et Verdeggia pour nous entendre, est plus doux pour l'apport du chaud et de l'himidité dû au sirocco. Celui piemontais est caractérisé de températures plus rigides ; ce qui est rappellé même par un dicton populaire : "qui vòo veiru r enférn, qui r vagh à Carnin d'uvern" (qui veut voir l'enfer, aille à Carnino en iver).

Les étés sont caractérisés, vers la fin de la saison, des orages avec des tonnerres et des foudres.

 

Figure 5. Pas Selles Vieilles (pour gentille concession d'Edo Pastorelli).

 

 

 

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Flore

 

 

 

 

 

 

Figure 6-7-8-9. Temoines de flore présent dans le territoire brigasque (pour gentille concession d'Edo Pastorelli). 

 

Sur le territoire ils sont répandus le faggio et le pin sylvestre, le sapin blanc, le noyau, l’églantine, le sorbier. Outre celles espècies naturelles en ils sont présents même autres qui ont été objet de culture: chataigner, meleze, lavande et diverses espècies agricoles. Quelques plantes ont été utilisées pour le reboisement, comme le sapin rouge.

Auprès du espècies naturels certaines espècies cultivées ont été introduites. Dans quelques localités le terrain a été même rangé en terrasses pour en faciliter la culture. Encore entre 1960 et 1970 ces terrasses ataient cultivé à céréales, en particulier grain.

Il y il a ensuite tout l'ensemble des plantes herbacées ou les cespugliose : menthe, cheveu-de-Vénus, fougères, rhododendron, crocus, pour en citer seulement certaines.

 

 

 

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Faune

 

 

Entre les mammifères le sanglier a une vaste diffusion, au point à représenter un danger et pour cette raison on cherche à en limiter le nombre de têtes avec de battues. Ils sont présent le renard, le loir, le marmotte, la fouine, le lièvre, l’écureuil, le rat, le putois, la taupe, le taux, la chauve-souris.

Nombreuses même le espècies d'oiseaux, de reptiles et d'invertébrés.

Il y a même espècies typiques de l'ambient alpin ; en effet dans le territoire des brigasques il est possible aperçevoir des chamois et des aigles.

 

Figure 10. Une marmotte photagraphié aux Navettes (pour gentille concession d'Edo Pastorelli).

 

 

 

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Le peuple brigasque

 

 

 

Les brigasques sont peut-être les descendants des mystérieux graveurs des roches de la Vallée des Merveilles, peuple principalement constitué de bergers, habitué à se déplacer avec les troupeaux long parcourus millénaires.

Malgré l'âpreté du territoire et le fait de habiter sur des versants opposés de leurs montagnes, les brigasques on sent beaucoup de groupes entre eux: un peuple avec ses caractéristiques, différent des autres populations limitrophes avec leur territoire.

Un important élément de caractérisation des brigasques est constitué par la leur langue. On parle dans le cas des brigasques de véritable groupe ethnique et linguistique. Dans le cas des brigasques il est juste parler de langue et pas de dialecte, puisque ce parler est fortement caractérisée en ce qui concerne lexique, phonétique et morphosyntaxe et ensuite il y a a dire qu'elle est une langue même pour l'importance sociale qui a eu pour la population brigasque.

La langue des brigasques vient normalement inclue dans la famille des langues d'oc; elle est considérée une variant de l'occitan, beaucoup est vrai que quelqu'un parle d'"occitan brigasque" pour destinguer la parler locale d'autres appartenant à la famille des langues d'oc : provençal, niçois, languadocien, et cetera. L'apport occitan a été déterminé des contacts avec les populations limitrophes des provençales. L'occitan est la famille linguistica qui regroupe les façons de parler répandues sur un vaste territoire qui va du Val d'Aran en Espagne, administrativement inclu dans la Catalogne, jusqu'à comprendre la plupart du sud de la France (Guascogne, Limousin, Gyano, Languedoc, Auvergne, Dauphiné, Provence, Camargue comprise) et en arrivant jusqu'à quelques vallées du Piemont, en province de Tourin (Vallée de Susa, de Chisone, de Germanasca, de Pellice) et de Coin (Vallée Po, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero) et, plus marginalement jusqu'à quelques localités de la province d'Imperia (Olivetta San Michele en Val Roia et les hameaux brigasque de Realdo e Verdeggia). Les parler occitans sont les heritiers survivants de "langue d'oc", c'est-à-dire de la langue des cathares et des troubadours du Moyen âge et de la poésie de l'amour courtois.

Le brigasque présente à une composante occitane qui dément la conviction de quelques-uns selon qui du Pays Brigasco il ferait une partie des dialects liguriens. Le sens d'appartenance à la culture occitane est assez diffus entre les habitants. Il n'est pas rare sentir des brigasques qui dans leurs discours, pas sans une certaine complaisance, disent d'être des occitans et quelqu'un tient à préciser que les habitants de certains centres habités voisins à leur territoire sont différents pour le mode de  parler et donc dans quelque manière étrangers. Toutefois la proximité des brigasques aux territoires habités d'autres populations culturellement différents a fourni au parler brigasque même influences liguriennes, piemontaises, italiens et françaises.

La culture est de type pastorale et alpin avec des caractéristiques didifferents par rapport à la culture ligurienne présent dans la partie basse des vallées Argentina et Roia ; elle s'est fortement diversifiée des autres cultures des alentours pour l'isolation des habitants pour des longues périodes de l'an et parce que fortement caractérisée en sens alpin et pastorale en mode qui est absent dans les alentours ou présent en manière beaucoup moins détachée. Il va même dit que dans le Pays Brigasque presque tous les habitants etaient adonnés à l'activité de l'élevage des moutons ou à activités à elle reliez et une culture ainsi fortement bourré d'éléments agricoles-sylvestres-pastorales alpins a pu s'affirmer pour la raison qu'elle impliquait la plupart de la population.

De fait l'institution des frontières du 1947 a augmenté la séparation d'un territoire, du point de vue historique, culturel et economique homogène, qui avait en Briga Marittima sa petite "capitale". Si avant celle-ci dernière répartition administrative Viozene, déjà appartenante à la commune cuneese d'Ormea, et Verdeggia, déjà appartenante à la commune imperiese de Triora, etaient pas inclue dans la commune de Briga Marittima, avec les dernières modifications à la frontière la fregmentation est arrivée à un démembrement du territoire entre deux états, trois régions, deux province, un département français et quatre communes, pendant que précédentement la séparation était entre deux régions d'un unique état, cela italien, deux province, trois communes. Comme il peut se voir le nombre des entités administratives locales qui gèrent le territoire brigasque est pour tous les niveaux de compétence des différents organismes territoriaux augmenté d'une unité.

Quelques initiatives avec le fin de protéger la culture brigasque et de porter remède à ce démembrement sont levées de façon à défendre un patrimoine culturel qui autrement risquerait l'extinction. À se rappeller des suivantes : associaziun de tradiziun brigasche, et les revues R'nì d'aigura (le nid de l'aigle) et à Vastera.

Il n'y a pas actuellement des rivendications politiques en sens autonomiste et tant moins  indépendantiste, mais les brigasque sont dans une condition qui peuvent avec raison aspirer à la sauvegarde de la spécificité de leur langue et de leur culture.

Il doit être rappellé que cette des brigascque il est la plus petit des minorités italiennes, mais pas certes une de ces moins actives dans la défense de son identité culturelle; il s'agit, entre autre de la première minorité qui a adopté comme propre symbole distinctif les Soleil des Alpes. Il est le symbole rouge qui apparaît en position centrale dans le drapeau poste au debout du site, associé à une croix cathare, elle aussi rouge. À la tutelle de la culture de ces lieux on a montré sensibles même les brigasques qui ont laissé leur terre en émigrant dans autres lieux.

On peut raisonnablement affirmer que la culture brigasque constitue une synthèse de celles-là ligurienne, provençal, niçois et piemontais, mais même italienne et française, et qu'il possède de toute façon des éléments ses, qui la caractérisent fortement.

 

 

VOCABULAIRE SISTEMATIQUE

(De le site www.vastera.it)

 

 

 

 

 

 

 

Le misure attuali e antiche

E mesure d'adés e dë stiani

Mesures actuelles et antiques

 

 

 

25 centimetri   

in parm

25 cent

50 centimetri

düi parmi

50 cent

56 cm. ca

in rasé

56 cent. environ

il metro

rr metru

le mètre

2,53 metri ca.

ina cana

2,53 m. environ

 

 

 

1/4 di litro

in quartin

1/4 de litre

mezzo litro

még litru

demi-litre

il litro

er litru

le litre

il doppio litro

in buciun

un double litre

2,5 litri

in caros

2,5 litres

10 litri

in quartaa

10 litres

20 litri

ina aimina

20 litres

50 litri

in barii

50 litres

 

 

 

un'oncia (25 gr. ca)

in'unsa

un'once

l'ettogrammo

R'étu

cent grammes

una libbra (1/3 di kg)

ina lira

une livre

il kilogrammo

er chilò

le kilogramme

4 kg

még-rüb

4 kilogrammes

8 kg

in rüb

8 kilogrammes

50 kg

in sach

50 kilogrammes

un quintale

ina suumaa

un quintal

 

 

 

5 centesimi

in sord

5 centimes

20 centesimi

megia muta

20 centimes

40 centesimi

ina muta

40 centimes

una lira

ina lira o in franch

une lire

5 lire

in scü

5 lires

20 lire

in marengh

20 lires

 

 

 

 

 

 

Il territorio

I pošti

Le territoire

 

 

 

I monti

e muntagne

les monts

la cima isolata

a testa… da Naav; de Giairun

le sommet

la pianura

a cianüra

la plaine

il colle

a cola; Cola dë Sansun

le col

il valico

r pas ('rpas da cola)

le pas

la collina

r culét o a culéta

le coteau

il declivio di poggio

a valera

le pente du coteau

la vallata

a valada

la vallée

il torrente

r valun

le torrent

il letto di torrente o fiume

a giaira

le lit du fleuve

il ruscello costante

r valun (de Bens, der Frasciu)

le ruisseau

il ruscello intermittente

a reana

le ruisseau intermittent

lo scolo di acque piovane

a reanora

le petit ruisseau intermittent

la sorgente

a fujë

la sourse

la passerella

a cianca

la passerelle

il guado

r pas dër valun

le gué

il canale

r béaa

le canal

il paese

r paisë

le village

le vie

e carugi; caré

les rues

le case

e càe

les maisons

le fontane

e funtane

les fontaines

piccola fontana

funtanéta

petite fontaine

il sentiero

a dëraira

le sentier

la strada di montagna

a müratera

le chemin muletier

la strada carrozzabile

r camin grand

la route

gruppo di case rurali

morga

groupe de maison rurales

la chiesa

a gejë

l'église

la chiesetta o cappella

a gëjéta o a capéla

la chapelle

il pilone votivo

a capléta

oratoire

il campanile

r canpanin

le clocher

la piazza

a ciasa o r'aira

la place

il camposanto

r sëmënteri

le cimitière

il monumento

r munumént

le monument

la roccia

a roca

la rocher

il gorgo

r gurgh

le gouffre

la scalinata

a šcarinaa

le grand escalier

il camposanto

r' canp

le champ

zona molto soleggiata

abriigh

zone en plein soleil

zona poco soleggiata

übaagh

zone ombragée

terrazzamento di campo

fascia

la planche d'un champ

terrazzamento biforcuto

burca

la planche bifurche

piccolo terrazzamento

in bèch o in turnaa

petit planch d'un champ

la foresta

r bošch (seguito dal nome)

la forêt

il bosco

'r bošch

le bois

un masso

in bric

un rocher

parete liscia di ardesia

ciapëghera

une ardoisière

cava all'aperto di ardesia

ciapin

une ardoisière en pleine air

un sasso

in baus

une pierre

un sassolino

ina šcaglia

un caillou

pietra friabile

sgrutin

pierre friable

pietra calcarea

baus curunbin

pierre calcaire

ardesia spaccata

ciapa

plaque d'ardoise

il lago

r laagh

le lac

laghetto di torrente

lona

laune

laghetto di torrente (piccolo)

lunéta

petit plane d'eau

una cengia di roccia

ina graa

eboulis de rochers

una caverna

in garb

une caverne

una capanna

ina cabana

une cabane

rifugio di campagna

casunét

refuge

pavimento in ciottoli

risöi

pavé en pierres

 

 

 

 

 

 

Modi di dire

Mödi dë dii

 

 

 

 

 

sentire un dolore intenso

avée in maa dër boia

 

essere molto arrabbiato/a

avée r’arima ën gioštra

 

cieco come una talpa

borni com ina tarpëna

 

pieno come un uovo  (satollo)

cén com in övë

 

essere in brache di tela: trovarsi in povertà

esu ën braghe dë téra

 

essere una briccona che scherza volentieri – pesante

esu ina cianpornia

 

falso come Giuda

faus com Giüda

 

il fatto è…; sta di fatto…

fatu si šta..

 

furbo come una volpe; molto furbo

fürb com ina gurp

 

lasciare che l’acqua vada al suo mulino.(non mettersi contro le forze della natura)

lasciàa chë r’aigua vag ar se murin

 

mettere la coda in mezzo alle gambe; essere mortificato; accorgersi di aver sbagliato

métu a cua ën lë méġ de ganbe

 

povera mia casa! che brutta situazione !

o povra ma cà!

 

innamorarsi perdutamente

pigliaa ina caplina

 

l’amore è più forte del brus (piccante)

r’amùu l’è ciü fort dër brus.

 

ricco come il mare

ric com a marina

 

brutto come la notte  (brutto d’aspetto)

sus com a nöit

 

brutto come il peccato

sus con ër pëcà

 

testa d’asino -   Testardo/a

tešta d’ansu

 

testa di caprone

tešta dë béch

 

testa di carciofo – intrattabile

tešta d’articioca

 

uno dopo l’altro passano gli anni

tüti i ani l’ën pasa ün

 

vuoto come un sacco

vöid com in sac

 

voler far credere che Cristo è morto di freddo- (Raccontare storie inverosimili)

vurée fa credu ch’ër Signùu le mort dë freid

 

voler bene come a se stessi

vurée ën ben dë r’arima

 

 

 

 

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