BELLE ÉPOQUE
Era una bellissima giornata d’estate, il sole era molto caldo. Irene camminava per la città intenzionata ad andare al mercato. Appena arrivata, iniziò a guardare le bancarelle: vendevano molti dolci, la frutta, le magliette e tante altre cose. Dopo un po’, la sua attenzione fu attirata da una bancarella che vendeva delle ampolline di vetro colorate che contenevano della polverina. Irene, afferrò una di queste ampolle e disse: << Cos’è questa polvere?>>, il venditore rispose: << E’ una polverina che viene dall’India e gli antichi pensavano che fosse magica…>>. Sentendo ciò, Irene chiese il prezzo e l’uomo rispose: << Costano £5.000, sono molto carine vero?>>, la ragazza, allora, comprò l’ampollina color turchese, e continuò a camminare. Intanto, Irene guardava l’ampolla e pensava a ciò che il venditore le aveva detto, quindi, incuriosita, l’aprì e notò che sotto il tappo c’era una scritta…subito lesse: << Colui che verserà su di sé questa polvere conoscerà la magia del passato>>. Irene rimase stupita da ciò, e quindi, con un semplice gesto gettò la polvere dell’ampolla su di sé….non appena la polverina si cosparse sul suo corpo, la ragazza iniziò a sollevarsi da terra e a volteggiare nell’aria. A quella visione, la gente iniziò ad urlare ed Irene non credeva ai suoi occhi….si sentiva leggerissima…..
Dopo alcuni
minuti, iniziò a volteggiare nel cielo come se qualcuno la stesse muovendo e
subito si rese conto che si stava allontanando dal mercato: vedendo ciò, iniziò
ad avere paura e voleva ritornare a terra, ma ciò fu impossibile! Infatti il
suo corpo continuava a volteggiare e si allontanava sempre di più.
Improvvisamente si ritrovò in un vortice molto luminoso che la catapultò sul
suolo. Appena la ragazza si rese conto di essere sulla terra ferma, sospirò
felice, ma subito si accorse di non essere più nel mercato o almeno sulla
strada per ritornare a casa, ma in una stazione, davanti ad un treno. Accanto a
lei, oltre all’ampollina, c’era un foglio di carta; subito lo prese e lesse:
<< 4 Ottobre 1883 “inaugurazione dell’Orient-Express”.>>
Subito, la ragazza capì di essere nel periodo della Belle Époque, e il treno
davanti a lei era l’Orient-Express. Senza esitare, Irene salì in treno e
rimase a bocca aperta perché le carrozze erano lussuosamente arredate e
raffinate in ogni minimo particolare, seduti sulle poltrone vi erano principi,
divi e ricchissimi uomini d’affari. Era un treno bellissimo, ed Irene si
diresse verso il vagone ristorante: si sentiva un odore squisito e molte persone
stavano pranzando. La ragazza chiamò il cameriere e disse: << Scusi, dove
è diretto il treno?>>, l’uomo rispose: << L’itinerario dell’Orient-Express
è: Parigi, Vienna, S. Pietroburgo, Londra, Grecia e Venezia>>. Irene
rimase senza parole, non immaginava che questo treno avrebbe attraversato tutte
queste città…in ogni modo ringraziò e si sedette su una di quelle morbide e
bellissime poltrone. Il cameriere le portò una fettina di carne e dell’acqua,
così la ragazza mangiò: intanto non riusciva a credere a ciò che le stava
accadendo, si ritrovava sul quel famosissimo treno del 1883!! Era incredibile!!
Dopo alcune ore, l’Orient-Express si fermò, Irene scese dal treno e nel
vedere la Torre Eiffel capì di essere a Parigi, a quel punto esclamò: <<
Che bellissimo monumento!! So che è alto 274 metri…>>. La ragazza
s’incamminò per Parigi: era affascinata nel vedere i grandi viali, le piazze
eleganti, gli storici palazzi e i monumenti più famosi. Attraversò la Senna
sul Ponte Nuovo, e dopo aver camminato per il centro storico, a poche centinai
di metri si ritrovò davanti al Louvre. Rimase in silenzio ad osservare quella
stupenda piramide di vetro che incorniciava l’ingresso del Louvre, il museo di
Parigi più ricco e famoso.
In seguito,
Irene, si diresse a Notre-Dame per vedere la bellissima cattedrale, slanciata ed
elegante, con le due torri gemelle e gli splendidi rosoni in stile gotico. Irene
s’intendeva molto di storia dell’arte e per questo motivo si diresse nella
zona più pittoresca della città: Montmartre, il quartiere in cui vissero molti
artisti e lavorarono importanti pittori. Visitò inoltre, il Bois de Boulogne,
uno dei parchi più famosi d’Europa, ricco di prati, laghetti e cascate.
Dopo qualche
ora, la ragazza ritornò sul treno, e continuò il suo viaggio. Il secondo
itinerario fu Vienna. Irene, non vedeva l’ora di visitare questa città;
improvvisamente una ragazza s’avvicinò a lei e le disse: << Scusa, sai
che città è questa?>>, subito Irene disse: << E’ Vienna, la
capitale dell’Austria! E’ una città di origini molto antiche…>>. A
tal punto, il treno si fermò, e le due ragazze scesero; Irene nel guardarsi
intorno esclamò: << Vedi quel monumento laggiù?>>, la ragazza annuì,
ed ella continuò: << Quello è il palazzo Belvedere, costruito in stile
rococò…>>>. La giovane guardò Irene stupita e disse: << Il
mio nome è Pelsia, tu come ti chiami?>>, subito la ragazza esclamò:
<< Sono Irene! Mi fa molto piacere conoscerti, spero che diventeremo buone
amiche…>>, così dicendo, le due ragazze iniziarono a chiacchierare e
passeggiando osservavano le bellissime strade di Vienna. Siccome iniziò a farsi
buio, entrambe decisero di ritornare in treno, dove cenarono e passarono la
notte.
La mattina
seguente, fecero colazione e verso le ore 9, l’Orient-Express arrivò S.
Pietroburgo. Subito Irene e Pelsia scesero dal treno e si diressero verso il
palazzo imperiale dei Romanov: era tutto illuminato e risplendeva come una gemma
nella bellissima città di San Pietroburgo. Le due ragazze rimasero affascinate
da quella visione, poi Irene affermò: << Peccato che non possiamo
visitare l’interno di questo palazzo…perché non andiamo a mangiare un
gelato?>>; Pelsia accettò ed entrarono in una gelateria. Dopo aver
camminato tante ore per le strade della Russia, le due ragazze tornarono in
treno, e stanchissime s’addormentarono.
Al loro
risveglio, il treno era già fermo, e si trovava a Londra. Irene non fece
neppure colazione tanta era la curiosità di vedere la città dei suoi sogni!
Pelsia invece esclamò: << Peccato! Il mio viaggio è finito perché abito
qui…>>, nel sentire ciò, Irene si rattristò perché si era molto
affezionata alla sua amica; comunque, scesero dal treno e dopo essersi salutate
definitivamente, Irene iniziò a visitare Londra. La ragazza decise di girare la
città sul famoso bus rosso a due piani: ella esclamò: << Londra è
bellissima! E’ molto ricca di verde…>>. Il suo bus si diresse sul
famoso ponte London Bridge presso la torre di Londra, che attraversa il Tamigi.
In seguito, Irene visitò la residenza reale a Bucking Palace e vide il famoso
Big Bang.
Nel tardo
pomeriggio ritornò sull’Orient-express che ben presto l’avrebbe portata in
Grecia.
Non appena il
treno si fermò in Grecia, Irene non esitò a scendere e iniziò a visitare
questa città che fin ad allora, aveva potuto vederla solo attraverso le
foto contenute nei suoi libri scolastici.
Il primo monumento che visitò fu il Partenone, che sorgeva
sull’Acropoli; in seguito andò a vedere il vecchio teatro greco, ed infine
passeggiò nel centro della città. Nel camminare, Irene notò che le insegne
dei negozi, le indicazioni stradali, i giornali e tutto il resto erano scritti
in caratteri che rassomigliavano vagamente alle lettere dell’alfabeto
italiano, e molte di esse erano addirittura illeggibili. Nel centro della città
c’erano molti negozi che vendevano gli strumenti tradizionali usati dagli
antichi greci come la cetra, il flauto, ecc. Irene s’incantò nel guardare
questi oggetti, poi afferrò una cetra: era bellissima, di color oro! La ragazza
non resistette dalla voglia di suonarla e così pizzicò alcune corde dello
strumento: ne uscì un favoloso suono, ed Irene pensò: << Chissà quanto
costa! In tasca ho solo quelle poche lire che avevo portato per andare al
mercato…>>, così dicendo, posò nella vetrina la cetra ed uscì dal
negozio. Continuò, quindi, a passeggiare. Verso l’ora di pranzo, ritornò sul
treno per mangiare, poi, siccome era abbastanza stanca, s’addormentò. Quando
si svegliò, si rese subito conto che il treno era già partito e quindi stava
raggiungendo l’ultima tappa: Venezia. Allora, Irene, non sapendo che fare,
iniziò a leggere un quotidiano…improvvisamente una mano le toccò il braccio,
subito la ragazza alzò gli occhi dal giornale e vide una ragazzina con un
bambino sui cinque-sei anni. Questa ragazzina si sedette accanto a lei, e
sorridente disse: << Ciao! Mi chiamo Maria Montessori!>>, Irene
sobbalzò nel sentire quel nome e gridò: << Cosa!!! Ma tu sei…>>;
non terminò il discorso, che la ragazza affermò: << Sono Io! Sai da
grande voglio laurearmi in medicina ed interessarmi di psichiatria…proporrò
una nuova educazione infantile creando un ambiente su misura per i
bambini…>>.Irene non riusciva a credere alle proprie orecchie e pensò:
<< Come mai la Montessori è così piccola?>>, poi si ricordò che
si trovava nel periodo delle Belle Époque, cioè nel 1883, e siccome la
Montessori era nata nel 1870, doveva avere suppergiù tredici anni. Poi, Irene
rivolse lo sguardo al bambino e chiese: << Maria, chi è lui?>>, la
ragazza rispose: << E’ Albert Einstein!>>. Sentendo ciò, Irene
sobbalzò dalla sedia e avvicinandosi al piccolo disse: << Ciao!
Dimmi...cosa farai tu da grande?>>, prontamente il bambino rispose:
<< Sarò uno scienziato:
creerò la “Teoria della relatività”, e dimostrerò che ai due principi
classici di conservazione della massa e dell’energia, si può sostituire un
unico principio di conservazione della massa-energia, cioè E = mc² >>.
Irene
a sentire tali parole, rimase a bocca aperta…non riusciva a credere che
quel bambino davanti a lei fosse Einstein! Improvvisamente, accanto alla
Montessori si avvicinò uno splendido ragazzo sui sedici anni. Irene lo guardò
e disse: << Ciao! Chi sei?>>, il ragazzo rispose: << Sono
Luigi Pirandello!>>. A sentire quel nome, Irene corse verso di lui e
abbracciandolo disse : << Uaoooo!! Il mio scrittore preferito!! Ed è
anche un bel ragazzo….>>. Tutti rimasero in silenzio a guardare la
scena, ed Irene affermò: <<
Adesso cosa fai nella vita? >>, il ragazzo rispose: << Studio
all’università….ma non appena mi laureerò e diventerò più grande,
intraprenderò la carriera teatrale…>>. A sentire ciò, Irene abbracciò
ancora più forte il ragazzo ed esclamò: << Sei magnifico! Sappi che
avrai un successo mondiale nel teatro…>>. Il ragazzo guardò Irene
stupito ma non ebbe il tempo di risponderle perché arrivò un uomo che urlò:
<< Su ragazzi non fate chiasso! Ho bisogno di molto silenzio perché sto
componendo una poesia: San Martino>>. A quelle parole, Irene urlò:
<< Sei Carducci!?!?>>, <<Si>> rispose l’uomo
avvicinandosi a lei, la guardò negli occhi e le porse un foglio di carta
esclamando: << Guarda, sto scrivendo questa poesia…>>. Irene
afferrò il foglio e lesse: << La nebbia a gl’irti colli piovigginando
sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar….Ma certo! Questa è la
poesia che Carducci compose proprio nel 1883! E’ incredibile….signore,
quanti anni ha?>>. Carducci rispose: << Ho quarantotto anni, perché?>>,
Irene lo guardò fisso, ma non ebbe il tempo di rispondere perché si sentì un
rumore fortissimo e tutte le luci del treno si spensero. Irene ritrovandosi al
buio urlò: << Oh no! Cosa sta succedendo?>>, nessuno rispose alla
sua domanda…ma dopo pochi minuti, la luce ritornò e con molta tristezza Irene
si ritrovò sola: Carducci, Pirandello, Einstein e la Montessori non c’erano
più! Allora disse: << Che peccato! Se soltanto non si fosse spenta la
luce…>>, improvvisamente il treno si fermò e su di esso salirono
tantissimi uomini armati che urlarono: << Siamo qui per
uccidervi…nessuno oserà visitare Venezia!>>, così dicendo, iniziarono
a sparare con i fucili, ed Irene impaurita iniziò a correre…uno di loro la
inseguì! Irene correndo, passava da un vagone all’altro, aprendo e chiudendo
le porte che separavano i vagoni…ma l’uomo continuava ad inseguirla….Irene
arrivò all’ultimo vagone e pensò: << Adesso che faccio? Sono in
trappola!>>, ma la ragazza nel voltarsi notò che il finestrino del vagone
era aperto e senza esitare si buttò fuori dal treno. Siccome aveva molta paura,
nel gettarsi si coprì gli occhi con le mani, ma la sua caduta le parve che non
finisse mai e quindi aprì gli occhi: si ritrovò a volteggiare nel vuoto! In
pochi secondi si ritrovò nel vortice luminoso che la catapultò a terra! Irene
si sentì disorientata, ma non appena riprese i sensi, si ritrovò circondata da
molta gente: era di nuovo nel mercato. Subito si alzò e urlò: << E’
tardi…devo tornare a casa!!!>>, così dicendo, si avviò verso casa, ma
improvvisamente, sentì qualcosa nella sua tasca, lo prese. Era un foglio
arrotolato…..lo aprì e lesse: << La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale…>>. Senza dir nulla, Irene, riavvolse il foglio e lo
ripose in tasca; fece un grande respiro e corse verso casa …sicura che
l’emozionante avventura non era stata frutto della sua fantasia.
FINE
Rocco Ilaria