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Lazio annientata 5-1 sotto i colpi dell'aeroplanino
(quattro reti) e di Totti. Gol della bandiera di Stankovic.
Giallorossi primi con l'Inter.
ROMA, 10 marzo 2002 - Due di sinistro, due di testa. Due in
velocità e d'anticipo, uno di rapina e l'altro di precisione.
Fanno sempre quattro. Sono i gol coi quali Vincenzo Montella
seppellisce la Lazio (il quinto è di Totti) e le sue speranze
di agganciare il quarto posto. La Roma stravince il derby
della capitale e riacciuffa l'Inter in testa alla classifica.
Zaccheroni, salvo miracoli ora impensabili, deve rinviare
tutto alla prossima stagione, anzi, se qualcosa dovrà fare
sarà evitare che il tracollo dell'Olimpico squassi quel che
resta della Lazio.
E' il derby delle sorprese e, da questo punto di vista,
comincia alla grande. Batistuta non va nemmeno in panchina ed
è subito giallo. Le voci si susseguono, ma la versione più
gettonata è quella secondo la quale l'argentino, una volta
appreso che non sarebbe partito titolare (gioca Montella),
avrebbe salutato tutti e se ne sarebbe andato. Peggio per lui,
perché così facendo, lascia tutto il palcoscenico a Montella
che saprà ben meritarselo.
Le sorprese in casa Lazio, invece, stanno nelle scelte di
Zaccheroni: fuori sia Mendieta che Liverani, Dino Baggio e
Pancaro esterni in quello che vorrebbe essere un 3-5-2 con
Nesta, Mihajlovic e Couto dietro, ma diventerà un 5-3-2 perché
i due rinculeranno sulle folate di Cafu e soprattutto Candela.
La coperta della Lazio, però, è troppo corta, da qualsiasi
parte la tiri Zaccheroni, un lato resta scoperto. La parte in
questione è proprio quella destra, dove l'assenza di Poborsky
si fa sentire sia in fase di attacco che di difesa. Capello lo
intuisce e, senza sbilanciare la squadra, ordina a Totti di
sovrapporsi e dare una mano a Delvecchio. Non a caso il primo
gol di Montella nasce da una grande intuizione del capitano
giallorosso che, sul lato incriminato, smarca Candela: cross
per la testa di Montella che anticipa Nesta e insacca.
Da quel momento è un monologo giallorosso o quasi. Mentre la
Lazio cerca di raccapezzarsi, il centrocampo romanista la
sovrasta, tagliando ogni possibile dialogo fra i portatori di
palla biancocelesti e la coppia Crepo-Inzaghi. I laziali
provano ad alzare la difesa, a lanciare lungo per gli scatti
degli attaccanti, tutto inutile. Ci si mette anche la
serataccia di capitan Nesta che sul secondo gol di Montella,
indugia colpevolmente dopo la respinta di Peruzzi sul tiro
dell'altro capitano, quello giallorosso.
Ma la vera differenza la fa un Montella ispirato e
mobilissimo, opportunista e preciso: una percentuale
realizzativa impressionante, quattro tiri nello specchio della
porta laziale, tre gol, sbagliando forse l'occasione più
facile, quando al 45' Cafu gli serve una palla a centro area
che deve solo indirizzare a rete, l'areoplanino, forse sazio,
di testa manda alto. La Lazio si arrabatta: Giannichedda corre
di qui e di là, Fiore prova a mettere ordine nella manovra,
Stankovic si prodiga, ma è tutto inutile. Come estrema ratio,
Zac prova anche a invertire la posizione di Pancaro e Baggio,
nulla da fare.
Nella ripresa Zaccheroni prova a ridisegnare la Lazio: fuori
Nesta e Baggio, dentro Gottardi e Poborsky, Stankovic torna al
suo posto, così come Pancaro che si piazza sulla sinistra del
pacchetto arretrato. Gli effetti si vedono subito, è un'altra
squadra, più logica, più fluida. Stankovic è finalmente
libero di spaziare alle spalle degli attaccanti e di andare al
tiro.
Il gol del serbo sembra riaprire la partita, ma basta un
contropiede azzeccato e, indovinate un po' chi ristabilisce le
distanze? Sì, proprio lui, Vincenzo Montella, questa volta
con un sinistro da fuori area. Manca soltanto il sigillo del
capitano, ma in una serata così c'è spazio per tutto, anche
per il pallonetto di Totti che sancisce non solo la chiusura
della partita, ma la netta, autoritaria superiorità della
Roma.
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da http://www.gazzetta.it/
del 11 marzo 2002 |
Nei cinque maggiori tornei continentali l'incertezza regna sovrana. Inter,
Valencia, Manchester, Bayer e Lens capoliste di giornata.
MILANO, 5 marzo 2002 - Se leggenda calcistica vuole che il campionato post
Mondiale riservi spesso sorprese (vedi Sampdoria nel '91), è forse il caso di
chiedersi se sia del tutto casuale che nella stagione che precede la rassegna
iridata regni nei maggiori tornei continentali un equilibrio senza precedenti.
Quasi che la moneta unica avesse portato anche a una sorta di equilibrio unico
europeo.
ITALIA - Inter 52
punti (uno in più dell'intero campionato scorso), Juve 51, Roma 50. Da anni
non si assisteva a una corsa scudetto a tre. Curioso notare come le tre
contendenti sarebbero addirittura appaiate a quota 37 se la vittoria valesse
ancora due punti. Tutte e tre le squadre sono peraltro ancora impegnate nelle
coppe europee.
SPAGNA -
Nella Liga l'equilibrio è addirittura maggiore. Comanda infatti il Valencia,
prossimo avversario dell'Inter nei quarti Uefa (per la terza volta i
nerazzurri affronteranno una capolista, dopo Wisla Cracovia e Aek Atene). Ad
appena un punto è in agguato il favoritissimo Real Madrid, un rullo in
Champions, ma intermittente in campionato. Dopo una pessima partenza, le
Merengues infatti sono prima volate in vetta, per poi tornare a balbettare. A
due lunghezze c'è il Deportivo che ha appena sculacciato la Juve, mentre
Barcellona e Betis Siviglia giocherebbero oggi lo spareggio per quel quarto
posto che vale i preliminari Champions. Occhio anche all'Atletic Bilbao,
staccato di un solo punto. Attuale pichichi è
il madridista Morientes (16).
INGHILTERRA
- Un trenino di quattro squadre, poi il vuoto. In testa c'è l'Arsenal (altro
brutto ricordo per la Juve), che ha scavalcato il Manchester United in virtù
della vittoria contro il Derby County. Un punto sotto, il Liverpool del
Pallone d'Oro Owen, che stenta però in Champions e riceverà la Roma il 19
marzo. Ultimo "vagone" di testa, il Newcastle di Alan Shearer. Il
Leeds, quinto a dieci punti, tira la volata Uefa. Tra i cannonieri comanda
Henry con 20 gol.
GERMANIA
- Altro campionato, altra mischia in vetta. Comanda il Bayer Leverkusen,
prossimo avversario della Juve e trascinato dal capocannoniere Ballack (14
centri). Segue a un punto il Borussia Dortmund di Marcio Amoroso (13 gol),
quindi, sempre in fila indiana, ci sono il Kaiserslautern e i campioni
d'Europa e del Mondo del Bayern Monaco, guidati dal duo Elber-Pizarro (12 reti
a testa). Ci crede ancora lo Schalke 04, a cinque punti dalla vetta.
FRANCIA
- E' il torneo meno equilibrato, con il Lens a quota 56 e il Lione secondo a
sei lunghezze. Se però l'Auxerre (terzo a 48) dovesse vincere entrambi i
match che deve recuperare, ecco che la capolista sarebbe molto meno
tranquilla. Al quarto posto sono invece appaiate Paris Saint Germain e Lilla,
con il Bordeaux a quattro punti, ma con un match in meno.
da:
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