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Mausoleo di Augusto

Mausoleo di AugustoRisale al 23 a.C. la grande tomba di Ottaviano Giulio Claudio, che divenne Augusto, nonché Cesare e primo Imperatore dei Romani.

Quando il re Mausolo dell’Asia Minore (attuale Turchia) morì, nel 353 a.C., sua moglie, la Regina Artemisia, gli fece costruire una tomba bellissima, considerata una delle sette meraviglie del mondo antico.

Naturalmente l’invidia, l’avidità e altre belle qualità indussero gli altri monarchi a farsi anch’essi delle grandiose camere mortuarie. In tal modo, la parola "mausoleo" divenne parte del nostro lessico, a significare una tomba di eccezionale sontuosità. Questa lo fu più di tutte le altre.

Questa tomba circolare, che copriva quasi un ettaro di superficie, era in origine rivestita di marmo bianco. La stanza centrale, dove riposava l’urna più importante, era circondata da un anello di nicchie destinate a ospitare i resti di altri membri della famiglia.

Come una torta matrimoniale, era sovrastata da due tamburi circolari, posti l’uno sull’altro e ricoperti di terra a formare una collinetta con cipressi, seguendo l’esempio delle tombe etrusche. In cima svettava una statua dell’Imperatore.

All’ingresso vi erano due obelischi (copie romane) che adesso si trovano a Piazza dell’Esquilino e a Piazza del Quirinale.


Mausoleo di Augusto

Storia

I sec. a.C. "Campo Marzio" (Campo della guerra) è il nome di quest’area, posta al di sotto del livello del fiume e spesso inondata, dove le truppe si esercitano tra templi agli dei stranieri qui tollerati. Giulio Cesare avrebbe voluto, con i suoi ingegneri, prosciugare l’area facendo deviare il letto del fiume dietro il colle Gianicolo, ma viene ucciso troppo presto.

28 a.C. Un anno prima di diventare Imperatore, Ottaviano ordina la costruzione di una splendida tomba di famiglia a Campo Marzio, fuori dall’area residenziale di Roma. Il suo nipote preferito, nonché erede, Marcello, è il primo ad esservi sepolto. E’ infatti morto avvelenato, ma da chi? Forse da Livia, seconda moglie di Ottaviano, che favorisce le ambizioni del figlio Tiberio. Comunque sia, Marcello è seguito da altri quindici membri della famiglia in rapida successione, molti dei quali morti prematuramente, anche avvelenati. Ben presto il terreno intorno si popola di templi, di cui il primo dedicato a Marte, il dio della guerra, e la città prende a espandersi in quella direzione.

14 d.C. Augusto muore e le sue ceneri vengono sepolte nel nucleo centrale di quest’edificio.

Nelle tombe si usava allestire banchetti in onore dei defunti. Si festeggiavano la data i nascita e di morte, si tracannava vino, si facevano discorsi, si restava a lungo ubriachi, come in una veglia funebre irlandese.

X sec. La famiglia Colonna trasforma l’edificio in una fortezza con fossato.

1354. Approfittando del fatto che i Papi sono stati esiliati ad Avignone, Cola di Rienzo tenta di risuscitare l’antica Repubblica Romana. Il suo esercito viene sconfitto e lui fa una triste fine, ucciso da un servo dei Colonna mentre pronuncia un veemente discorso. Il suo corpo viene bruciato in questo luogo.

XVI sec. La tomba diviene un giardino ornamentale.

XVII sec. Un anfiteatro di legno viene costruito tutto intorno, trasformando il Mausoleo in arena destinata alle corride, svago di pochi eletti.

XIX sec. L’anfiteatro diventa un circo.

XIX sec. Fino alla fine degli Anni ’20 del XX. La parte più alta viene usata come sala da concerto.

1930. Mussolini fa scavare l’edificio fin nelle fondamenta, sognando di farne la propria tomba. Fa costruire tutto intorno una piazza con palazzi in stile fascista, a evidenziare l’importanza del luogo.


Piazza Augusto Imperatore (Mappa G2)


Ara Pacis

Ara PacisL’altare della Pace di Augusto è del 13-9 a.C. Le figure scolpite su questo antico monumento costituiscono il punto più alto mai raggiunto in fatto di bassorilievo.

Nel corso dei Secoli Bui, esso venne smantellato e disperso: alcuni frammenti dei suoi fregi rimasero sepolti sotto le macerie di Roma, altri vennero sparpagliati tutt’intorno, anche a notevole distanza.

Gli studiosi avevano letto negli antichi rotoli di questo rinomato altare, ma molti pensavano che si trattasse soltanto di un mito.

Ma a volte la realtà è più sorprendente dei romanzi, e oggi, dopo 1500 anni, tutti i pezzi sono di nuovo insieme.

Descrizione dei bassorilievi:

1 - Sezioni inferiori: volute di acanto intrecciate a cigni, identiche sui quattro lati.

2 - Ingresso principale: vi sono illustrate le leggendarie origini di Roma.

a) pannello destro: Enea, con aspetto serio, sacrifica un grasso maiale sopra un piccolo altare;

b) pannello sinistro (attualmente distrutto): la caverna di Romolo e Remo, il Lupercale;

3 - Ingresso posteriore:

a) sinistra: Tellus, prosperosa dea terrestre con due bambini, che secondo alcuni potrebbe anche rappresentare l’Italia. Vi sono anche divinità dell’aria (sopra un cigno) o dell’acqua (sopra un mostro marino);

b) destra: la dea Roma (molto danneggiata);

4 - Pannelli esterni: illustrano la grande processione dell’anno 13 d.C. con Augusto e i Senatori che celebrano le sue gloriose vittorie in Spagna e in Gallia (Francia), in quella che allora era la periferia dell’Impero.

a) Lato opposto al fiume: anche se danneggiato, il pannello riproduce con grande realismo l’Imperatore con la sua famiglia e il seguito. I "Littori" aprono la strada con i loro Fasci (fasci di bastoni che simboleggiano l’autorità). Segue l’Imperatore: anche se una crepa gli attraversa la faccia e gli manca parte del corpo, s’intuisce un uomo giovane, alto e bello. Accanto a lui, il futuro Imperatore, Tiberio, che gli tocca il braccio. Seguono i Flamines, responsabili del fuoco cerimoniale, con la testa incappucciata. Dopo, un vecchio che porta la sacra ascia imperiale, e Agrippa, il migliore amico nonché genero dell’Imperatore, con la moglie di Augusto, Livia, e sua figlia Giulia. I bambini sono deliziosi nella naturalezza delle loro movenze: uno di loro tira la toga del padre per attirarne l’attenzione. Molti degli uomini indossano corone di alloro.

b) dal lato del fiume: la processione continua con i "V.I.P." dell’epoca: sacerdoti, magistrati, senatori. L’Alto Sacerdote, il Pontefice Massimo, anche lui incoronato d’alloro, si copre la testa con un lembo della toga, dato che si tratta di una cerimonia religiosa. Il suo titolo e le sue funzioni religiose passeranno successivamente agli Imperatori e infine ai Papi che ancora oggi vengono chiamati "Pontefici" (da pontifex = artefice del Ponte).

5) Pareti dell’Altare interno: Anche se la maggior parte è andata perduta, vi si vedono tralci di foglie e di frutta di grande bellezza. I rilievi raffiguranti i sacerdoti che conducono gli sfortunati animali al sacrificio nel giorno della consacrazione sono i più belli dell’antica Roma, perfino migliori di quelli della Colonna Traiana.

Ara Pacis

Storia

4 luglio anno 13 a.C. Consacrazione dell’altare, solennemente dedicato a celebrare la pace e la transizione di Roma da Repubblica a Impero. Sottolinea la serietà con cui Roma affronta il suo ruolo di unica superpotenza in un mondo in tumulto. E’ anche una sorprendente galleria di ritratti dei personaggi più importanti che parteciparono alla cerimonia della consacrazione. Veniva usato come altare per pregare e per sacrificare agli dei.

1525 d.C. Capitano tra le mani del Cardinale Andrea della Valle, famoso esperto d’arte, alcuni grossi pezzi di bassorilievi pagani in marmo, di cui s’ignorava l’origine, ma che si ritiene provengano dall’Arco di Trionfo di Domiziano. I bellissimi frammenti vengono collocati nei giardini di Villa Medici.

1545. Il Cardinale Ricci di Montepulciano (vedi: Villa Medici)acquista altri pannelli provenienti da scavi in Via in Lucina, a Roma. Sono talmente grandi che si è dovuto segarli in tre pezzi ciascuno. Il ritrovamento provoca grande entusiamo: i bassorilievi, di squisita fattura, rappresentano una processione di personaggi con drappeggi estremamente naturali e movimenti del corpo altamente espressivi. Finiscono alla Galleria degli Uffizi, a Firenze. Altri panelli vengono disseminati in giro per l’Europa, al Louvre, al Vaticano, a Vienna.

Anni ’40 del sec. XIX. Altre lastre di marmo lavorate vengono trovate nei lavori di consolidmaento di un vecchio palazzo al centro di Roma (nello stesso punto, anche se gli operai lo ignorano, in cui nel 1545 erano stati trovati i frammenti acquistati dal Cardinale Ricci, a Via del Corso angolo Via in Lucina).

1898. Lo Stato unitario italiano è ormai realtà e si cerca di ricostruire il passato splendore. Gli studiosi avanzano l’idea che tutti quei pannelli scolpiti possano appartenere al famoso, forse mitico, Altare della Pace di Augusto. Vengono avviati scavi sotto il palazzo di Via in Lucina, con gravi rischi, dato che l’edificio minaccia di crollare. Ed effettivamente ben presto si devono interrompere gli scavi e le ultime grosse lastre scolpite rimangono sotto terra.

1937. Sotto il fascismo, con Mussolini al culmine del potere, si utilizza una nuova e rivoluzionaria tecnica che consente di congelare il pavimento e arrivare fino ai marmi senza che l’edificio crolli. Con grande cautela, vengono così estratti gli ultimi pannelli, che erano stati utilizzati per le fondamenta, e al loro posto viene versato cemento liquido. A quel punto, l’Italia vuole riavere indietro i pannelli sparsi in altri paesi. Normalmente gli Stati non restituiscono le opere d’arte; ma stavolta, stranamente, lo fanno.


Piazza Augusto Imperatore (Mappa G2)


Teatro di Pompeo

Anche se ne rimangono soltanto poche tracce, questo fu un tempo il teatro più grande e più importante del mondo. Fu il primo teatro stabile di Roma, dato che venne costruito in muratura, quando erano ammessi solo anfiteatri in legno.

Pompeo, ansioso di convertire i suoi successi militari in popolarità politica, riuscì a eludere questa regola costruendo sulla balconata un tempio a "Venere Vincitrice". Si può dire che il dramma tra Pompeo e Giulio Cesare si sia consumato in questo teatro.

Roma innovò la forma dei teatri, che i Greci costruivano sui fianchi delle colline, senza soluzione di continuità tra la scena e la campagna circostante. Il Teatro di Pompeo fu il primo al mondo dotato di monumentale "scaenae frons", una parete, elaboratamente decorata, che delimitava lo sfondo della scena e aveva la stessa altezza della platea. In tal modo, a differenza di quanto accadeva nel teatro greco, il pubblico e gli attori dello spettacolo erano rinchiusi all’interno di uno spazio delimitato da pareti che lo isolavano dal mondo esterno.

Vi sono resoconti contrastanti sul numero di spettatori che il Teatro di Pompeo poteva contenere: 10 mila secondo alcuni, 40 mila secondo altri; in ogni caso, era grande davvero.

Pompeo lo estese a formare, dietro la scena, un gigantesco porticato quadrato, con sculture all’aria aperta e taverne per i Romani che, come noto, non erano insensibili ai piaceri della gola e della buona compagnia.

Il complesso comprendeva anche una sala riunioni con una sua statua (che si ammira ancor oggi a Palazzo Spada) e, poiché la ricostruzione, voluta da Cesare, del Senato, o Curia, nel Foro, era tuttora in corso, fu proprio in questo Teatro che, nelle fatidiche "idi di Marzo", Cesare fece la stessa fine di Pompeo, quando ormai da quattro anni era convinto di essersi liberato dal pericolo del vecchio rivale.

Dietro il tempio B dell’Area Sacra di Largo di Torre Argentina si possono vedere tracce di quella che fu la sede temporanea della Curia, accanto ai gabinetti pubblici dell’epoca.

Per avere un’idea della monumentalità del Teatro di Pompeo, conviene partire da Largo di Torre Argentina e risalrie Via dei Giubbonari fino a Campo dei Fiori, seguendo il lato dell’antico Portico di Pompeo. Una volta in Campo dei Fiori, guardate gli edifici alla vostra destra, dietro il cinema: noterete che hanno la facciata ricurva, perché costruiti a ridosso del perimetro posteriore, arrotondato, del teatro.

L’adiacente Piazza del Biscione era il punto da cui, attraverso numerose porte d’accesso, il pubblico cominciava ad arrampicarsi alla ricerca del proprio posto, su per le gradinate circolari che s’innalzavano su tre ordini. Seguendo Via del Biscione, entrate nella strettissima Via di Grottapinta, chiusa di notte. Questa stradina semicircolare segue, con le sue facciate anch’esse curve, il limite della zona dell’orchestra, posta di fronte alla gigantesca scena.

Come un tempo, intorno a Piazza del Biscione vi sono molti ristoranti, e vi è perfino un piccolo teatro, il Teatro dei Satiri, in Via di Grottapinta, schiacciato tra i fantasmi e i ricordi dell’altro teatro, voluto da Pompeo.

Teatro di Pompeo

Storia

71 a.C. Gneo Pompeo, malgrado non abbia l’età prescritta di 35 anni, viene eletto Console per le sue vittorie militari in Spagna e per avere domato la rivolta degli schiavi comandati da Spartaco.

61 a.C. A Pompeo viene tributato il più grande trionfo mai visto a Roma, in quanto conquistatore della Spagna, del Nordafrica e del Vicino Oriente, compresa la Palestina, oltre che per aver sbarazzato il Mediterraneo dai pirati.

60 a.C. Pompeo forma il primo Triumvirato con altri due generali, Giulio Cesare - di cui ha sposato la figlia Giulia - e Crasso.

55 a.C. Al momento dell’inaugurazione, non si parla di teatro: l’edificio viene inaugurato come tempio e per l’occasione si tengono giochi, esibizioni di prodigi e il sacrificio di 500 leoni e 18 elefanti. Nei due anni successivi muoiono Crasso e la moglie di Pompeo, Giulia.

48 a.C. Pompeo, definitivamente sconfitto da Cesare dopo quattro anni di guerra civile, viene ucciso da un suo centurione mentre tenta di fuggire in Egitto.

44 a.C. Cesare, che si è fatto nominare dittatore perpetuo e proclamare Dio, finisce come Pompeo, vittima della sua stessa ambizione. Sta entrando nella sede temporanea del Senato, dove si aspetta di venire acclamato re d’Oriente, ma cade nel porticato antistante il Teatro di Pompeo, pugnalato da un gruppo di suoi colleghi senatori, tra cui Cassio e Bruto, suo figlio adottivo e forse naturale. Muore mormorando "Et tu Brute" - anche tu, Bruto - e coprendosi la testa con la toga, sotto la grandiosa statua del genero e rivale Pompeo.


Piazza del Biscione (Mappa F 6)

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