Area del Foro Romano

Da non perdere

Palatino

Tutti i palazzi del mondo debbono il loro nome al colle Palatino.

Qui sorgevano infatti le meravigliose dimore degli Imperatori: i palazzi, appunto, appellativo derivante dal luogo dove sorgevano, ed esteso per analogia ai sontuosi edifici con cui, da allora, i potenti tentano di collegare il proprio nome allo splendore e allo sfarzo raggiunti dagli Imperatori romani.

Fin dai tempi di Ottaviano Augusto, la maggior parte degli Imperatori visse e governò dall’alto di questo Colle, che i Romani consideravano sacro, essendo il luogo in cui Romolo e Remo si erano stabiliti. Le imponenti rovine sono soltanto un pallido ricordo della sua passata magnificenza.

Palatino

PalatinoStoria

753 a.C. Roma viene fondata da una tribù di pastori nomadi. Il suo capo carismatico, Romolo, dopo aver battuto il fratello Remo in una gara di aratura intorno a questo colle, decide che per la sua vicinanza col fiume Tevere, è questo il posto giusto per fondare un piccolo villaggio di capanne.

27 a.C. Ottaviano, figlio adottivo di Giulio Cesare, viene proclamato Augusto (Imperatore) dal Senato. Nato su questo sacro colle, evidenzia le sue mire al potere supremo andando ad abitare in una casa posta vicino alla "Capanna di Romolo". Entro il perimetro della casa stessa, edifica un tempio al suo dio preferito, Apollo, e vi colloca i sacri Libri Sibillini del Tempio di Giove.

14-68 d.C. Caligola e Claudio, successori di Tiberio, effettuano grandiosi lavori di ampliamento. Il quinto Imperatore, Nerone, lascia che Roma bruci e costruisce altrove la sua vasta Domus Aurea.

68-96. Ciascuno dei successivi Imperatori della famiglia Flavia, Vespasiano, Tito e Domiziano, allarga la propria monumentale dimora sul Palatino, disfacendo ogni volta ciò che i predecessori avevano costruito.

193-211. L’Imperatore Settimio Severo ritiene troppo limitato lo spazio disponibile nel vasto recinto del suo predecessore e aggiunge altri palazzi, espandendosi oltre la collina, quando questa è tutta edificata.

476. Odoacre, primo re barbaro d’Italia, prende dimora in questo luogo dopo aver posto fine all’Impero romano d’Occidente, costringendo Romolo Augustolo, l’ultimo Imperatore, ad abdicare.

XII sec. Vengono costruite chiese cristiane, tra cui anche un monastero greco. La famiglia Frangipane, in lotta contro i Papi, fortifica il colle. I palazzi imperiali vengono saccheggiati e lasciati andare in rovina.

1535. Alessandro Farnese, nipote di Papa Paolo III, si fa costruire dall’architetto Vignola una villa sul Palatino, circondata da grandi giardini.

XIX sec. Charles Mills, eccentrico inglese, vi costruisce una villa in stile gotico, ma verso la fine del secolo gli archeologi fanno distruggere praticamente tutte le costruzioni non imperiali.


Risalite ora il "Clivus Palatinus" a partire dall’Arco di Tito, attraversando il polveroso Foro Romano. Raggiungerete bellissimi prati ombreggiati: è ancora più difficile che nel Foro immaginare i magnifici edifici che sorgevano qui, nella culla della gloria di Roma. Tutto è sparito.

Cominciate la vostra passeggiata girando a destra. Quando sarete in cima al Clivus, seguite i segnali per:


Orti Farnesiani

(Giardini dei Farnese). Da non perdere il labirinto a siepi squadrate e la veduta sul Foro Romano. L’architetto rinascimentale Vignola vi progettò il primo orto botanico del mondo, che partiva dal livello del Foro, mezzo coperto da crolli e valanghe, e risaliva in terrazzamenti simili ai giardini pensili di Babilonia.

Soltanto una piccola parte della Domus Tiberiana (casa di Tiberio), sottostante i giardini, è stata riportata alla luce. Caligola, il cui palazzo sorgeva sul limitare del colle, dalla parte più vicina al Foro, si fece costruire un passaggio sopraelevato che gli permetteva di arrivare direttamente al Campidoglio con notevole risparmio di tempo, quando doveva assistere alle cerimonie nel Tempio di Giove.

Dalla parte dei giardini opposta al Foro, scendete fino alle rovine di:


Tempio di Cibele

(204-191 a.C.) Questa Dea, conosciuta anche come Magna Mater (grande madre) venne portata a Roma dalla Frigia sotto forma di una pietra nera, quando le sorti della seconda guerra punica volsero al peggio per Roma.

Ma l’andamento della guerra subì un’inversione e i Romani, in segno di gratitudine, costruirono un tempio per la statua di Cibele, che fu collocata qua vicino, sotto un arco del Palazzo di Tiberio, ed è praticamente la sola cosa che resta del tempio.


Due antiche cisterne

(VI secolo a.C.) Delle due, quella rotonda è la meglio conservata, con la sua volta a nido d’ape.

I Romani mostrarono fin dall’inizio una giusta considerazione per la continuità delle forniture d’acqua. Dovevano passare mille anni prima che l’acqua di Roma venisse tagliata via dai Goti invasori.

Dietro il Tempio di Cibele sono in corso gli scavi relativi a:


Villaggio di Romolo

La Lupa, incisioneAnche se molti sono scettici, secondo la mitologia questo fu il luogo della fondazione di Roma, dove i gemelli Romolo e Remo furono allattati dalla lupa nel vicino Lupercale, o tana del lupo.

I due fecero una gara per decidere chi sarebbe stato il capo, ma quando Romolo arò l’area da lui proposta per la città, Remo lo derise saltando il solco tracciato.

Per questo Romolo lo uccise, in quello che fu solo il primo capitolo di una lunga storia di lotte fratricide e assassinii per motivi dinastici nella città eterna.

Nel 1907, gli archeologi sono rimasti sorpresi quando hanno scoperto tracce di tre capanne databili all’VIII sec. a.C., che sembrerebbero confermare almeno in parte la leggenda.

Camminando verso il centro del Palatino, troverete:


Casa di Livia

Così chiamata per la presenza di condutture in piombo recanti la dicitura IULIAE AV (Giulia Augusta), che venne interpretata come "La moglie dell’Imperatore Augusto". Poiché Augusto probabilmente andò a vivere nella casa del primo marito di sua moglie Livia, la cosa sembrava avere un senso, ma attualmente gli esperti pensano che questa possa essere stata la casa di Augusto stesso.

Si sono conservate alcune pareti delicatamente affrescate che rappresentano il gusto sofisticato che caratterizzò l’"Età dell’Oro" di Augusto.

Analoghi affreschi di una camera da pranzo sono stati trovati nella Casa di Livia a Prima Porta e sono attualmente visibili al Museo di Palazzo Massimo. Da non perdere i grifoni e la tecnica del falso marmo, in queste pitture coeve delle più belle case di Pompei.

Nelle vicinanze vi sono i resti di:


Tempio di Apollo e Casa di Augusto

L’Imperatore Augusto costruì questo tempio privato in segno di ringraziamento al dio che l’aveva aiutato a sconfiggere il suo ultimo rivale, il cognato Marc’Antonio, che aveva scandalizzato la famiglia scappando con Cleopatra.

Fu anche una buona mossa per mostrare ai Romani che era il "favorito degli dei". Il grande biografo Svetonio (II secolo d.C.) scrisse: "Augusto trovò una Roma di mattoni e la lasciò di marmo... visse in una casa senza pretese... dormì per oltre quarant’anni nella stessa camera".

Dall’angolo della Casa di Livia più vicino al Foro si diparte il:


Criptoportico

IIl nome, di origine greca, designa una rete di passaggi sotterranei lungo i quali gli schiavi passavano non visti da un palazzo all’altro. In questo caso il reticolo si estende per 130 metri dalla parte degli Orti Farnesiani. Vi si scorgono le aperture per la luce e l’aria e copie dei raffinati stucchi delle volte.


Domus Flavia

Costruita tra l’82 e il 92 d.C. dall’architetto Rabirio. Queste rovine fanno parte del "ghetto dorato" che gli Imperatori Vespasiano, Tito e specialmente Domiziano si fecero erigere. Flavia non è solo il nome di una donna, ma anche della dinastia degli imperatori stessi.

La parte più vicina al Foro era adibita alle cerimonie e agli affari di Stato. Le sei stanze di Stato sono:

Basilica: dove l’Imperatore si riuniva con i consiglieri e amministrava la giustizia dalla nicchia più alta.

Aula Regia: si tratta della sala del trono, le cui enormi dimensioni (è grande quasi quanto il Pantheon) e le cui statue gigantesche servivano ad Augusto per far colpo sui visitatori.

Lararium: teoricamente era la cappella privata dell’Imperatore, ma i graffiti fanno pensare che sia stata usata piuttosto dalle sue guardie del corpo.

Peristilio: cortile centrale con fontana ottagonale. Domiziano sfogava le tensioni della sua vita quotidiana passeggiando in questo patio, le cui pareti rivestite di marmo nero lucido fungevano da specchio, consentendogli di vedere se qualcuno lo seguiva. Ciò non gli impedì tuttavia di venire ucciso, secondo alcuni in camera da letto, per ordine della moglie Domizia.

Triclinium: questa immensa sala coperta per banchetti aveva un fastoso pavimento di marmo sotto cui veniva fatta circolare aria calda per riscaldare i fortunati ospiti nelle notti invernali (una prima forma di riscaldamento centrale).

Ninfeo: per le cene estive. La deliziosa fontana ovale rinfrescava l’aria col suo zampillo che ricadeva sullo splendido pavimento proveniente dalla casa di Nerone.


Domus AugustanaPalatino

E’ stata per 300 anni la residenza ufficiale degli Imperatori; era distribuita su due o tre piani, ma oggi rimangono soltanto due peristili (cortili a colonne) con le vestigia di mura imponenti.

Le stanze della Domus potevano essere addirittura un migliaio. Il peristilio nord aveva uno stagno con un piccolo tempio raggiungibile percorrendo un ponte.

Al pianterreno c’è il peristilio sud, con una fontana centrale dalle decorazioni simmetriche, circondato da appartamenti sontuosi, ciascuno fornito di toilette. Di lì, la famiglia imperiale poteva accedere direttamente al palco privato per assistere alle corse nel Circo Massimo, posto a un livello più basso.

La grandiosità del complesso e la capacità d’inglobare tutti questi dislivelli evidenziano la maestria degli architetti che progettarono queste dimore.


Stadio

Guardando in basso si vede l’ippodromo privato di Domiziano, grande quanto un campo di calcio, dove gli ospiti dell’Imperatore potevano assistere alle corse dai portici che lo circondavano su ogni lato.

I ruderi di una costruzione ovale in fondo allo stadio sono quanto resta di una scuola di equitazione costruita da Teodorico, il raffinato re degli Ostrogoti, che regnò tra Roma e Ravenna dal 493 al 526, quando Bisanzio riuscì a strappargli il potere.


Domus Severiana

Casa di Settimio Severo (193-211 d.C.). Poiché ormai praticamente tutto il Palatino era stato ricoperto dagli edifici imperiali, quest’Imperatore nato in Africa costruì il suo palazzo al di sopra di quello di Domiziano, mediante un terrazzo sorretto da giganteschi archi di mattoni.

Vicino allo Stadium aggiunse bellissimi bagni termali collegati alle fonti dell’Acqua Claudia dall’acquedotto che ancora si vede sul lato ovest del Palatino. Alla fine del palazzo, visibile sia dal Circo Massimo che dal Colosseo, c’era una fontana su molti piani chiamata "Septizonium": essa meravigliava tutti coloro che arrivavano a Roma da sud. Purtroppo venne fatta demolire nel XVI secolo.

Ingresso al Foro Romano e al Palatino da Via dei Fori Imperiali (Mappa J 7)

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