Area del Pantheon

Da non perdere

Piazza della RotondaPiazza della Rotonda, particolare della fontana




La fontana di Giacomo della Porta, del XVI secolo, venne sormontata da un obelisco nel XVIII secolo.

I caffè intorno sono affollati fino a tarda notte, poiché questo è, insieme a Piazza Navona, uno dei luoghi di ritrovo per "giovani" di tutte le età, che vengono qui a passeggiare, vedere e farsi vedere.

Piazza della Rotonda o Piazza del Pantheon


Terme di Agrippa

Primo dei grandi stabilimenti di bagni pubblici a Roma, di cui restano poche tracce, fu costruito (25 a.C.) da Agrippa come parte integrante di un complesso che comprendeva il suo Pantheon originario e un laghetto. Alla sua morte, Agrippa lo lasciò al popolo romano, per uso pubblico e gratuito.

I bagni, dotati d’impianti per acqua e aria calda, erano decorati con affreschi e mattonelle.

L’intero complesso, che comprendeva anche un circolo, una biblioteca e un ristorante, andò a fuoco nell’80 d.C. Il fossato dietro il Pantheon era collegato alle terme di Agrippa, così come gli sporgenti mattoni circolari visibili nella vicina Via dell’Arco della Ciambella, il che dà un’idea delle monumentali proporzioni di quello che fu in origine il bagno privato di un solo uomo.

Via dell'Arco della Ciambella (Mappa G 5)


S. Maria Sopra MinervaParticolare dell'Obelisco

A questa chiesa, l’unica a Roma in stile Gotico, sono associati alcuni dei nomi più importanti di Firenze: Beato Angelico, Michelangelo, Filippino Lippi e i due Papi della famiglia Medici.

La facciata, del 1453, è garbata ma piatta e senza altro abbellimento che il grande rosone.

All’interno un brutto rifacimento ottocentesco in stile gotico, con le colonne della navata rivestite in marmo grigio, il che non dona particolarmente alla tomba barocca di Suor Maria Raggi, persa nella sua estasi solitaria, opera del Bernini (1653).

Nel corso dei secoli, l’interno della chiesa è diventato una sorprendente raccolta di opere d’arte. Il "Cristo che regge la croce", a sinistra dell’altar maggiore, è opera di Michelangelo (1514), cui non è certo da attribuirsi il modesto vestito in oro. Il sandalo serve a proteggere il piede affinché non venga consumato dai baci dei fedeli.

Antoniazzo Romano dipinse nel 1485 l’"Annunciazione", carica di dorature, visibile nella quinta cappella a destra. Filippino Lippi dipinse i bellissimi affreschi (1489), recentemente restituiti alla loro originaria bellezza (parete principale e parete sopra l’altare) della cappella Carafa, alla fine del transetto, il cui portale d’ingresso fu costruito durante il Rinascimento da Mino da Fiesole, Verrocchio e Giuliano da Maiano.

Santa Maria sopra Minerva era il quartier generale dei Domenicani, l’ordine cui faceva capo l’Inquisizione, famoso per le sue tendenze repressive.

Vi sono sepolti sia Papa Paolo IV Carafa (1555-59), il più implacabile dei Papi inquisitori, sia Galileo Galilei, il più famoso pensatore perseguitato per eresia. Beato Angelico, il grande pittore fiorentino del XV secolo, nonché frate domenicano, è sepolto sotto il pavimento della prima cappella a sinistra dell’altare.

S. Maria Sopra Minerva

Storia

I sec. d.C. Sotto l’Imperatore Domiziano viene costruito un affascinante tempietto circolare, dedicato a Minerva, dea della saggezza.

VIII sec. Viene eretta in questo luogo un primo tempio cristiano.

1280 d.C. Monaci domenicani costruiscono l’attuale chiesa, il cui nome deriva dalla vicinanza con il tempietto.

1347-80. Caterina da Siena, la santa patrona d’Italia, che come molte altre in quell’epoca si nutriva di erbe, pane e acqua, diviene suora domenicana. Muore a 33 anni ed è sepolta in questa chiesa. La sua fama si deve al fatto di aver organizzato il rientro del Papa da Avignone.


Piazza S. Maria Sopra Minerva (Mappa G 5)

segue