Piazza Navona

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La Piazza

Piazza NavonaCon la sua gioiosa esplosione di curve e con i capolavori di Bernini e Borromini che vanta, la sensuale Piazza Navona rappresenta e sintetizza la Roma barocca, in cui si avverte con forza l’attrazione delle cose terrene.

Come tutte le grandi piazze italiane, è stata per secoli un grande teatro all’aperto dov’è andata in scena ogni sorta di drammi e commedie della vita.

E’ tipico del Barocco romano sovrapporre un luogo di divertimenti contemporaneo al sito dove sorgeva un monumento dell’antichità.

Un Papa del XVII secolo, al pari di un Imperatore del I secolo, ne fece un luogo di trionfo personale oltre che di divertimenti per il volgo. Dopo essere stata un’arena per quasi 2000 anni, Piazza Navona è oggi un’isola pedonale affollata: a tutte le ore del giorno e della sera c’è gente che passeggia, gusta un gelato o si fa fare una caricatura, perpetuando l’atmosfera spensierata di "Vacanze Romane".

Il nome "Navona" è una deformazione medioevale del greco e poi latino "agon", cioè gara atletica, il che spiega anche perché la grande chiesa barocca che qui sorge si chiama Sant’Agnese in Agone. Uscendo dalla piazza dalla parte ricurva verso nord e girando a sinistra, si vedono i resti dell’originario stadio di Domiziano, protetti da vetri (Piazza di Tor Sanguigna, 16). Si può, con l’occasione, notare la differenza tra il livello stradale odierno e quello dell’epoca romana.

Nel XVII secolo, la Regina Cristina di Svezia, dopo aver abdicato ed essersi fatta cattolica, amava mostrarsi in questa piazza a bordo di una carrozza riccamente addobbata, simile a tante raffigurate nei dipinti conservati al Museo di Roma, nel vicino Palazzo Braschi.

In origine, si usava riempire d’acqua l’arena e inscenarvi vere e proprie battaglie navali. La tradizione di inondare la piazza è proseguita fino al secolo scorso: nel mese di agosto, non era inconsueto assistere alla passeggiata in carrozza di membri delle grandi famiglie papali, mentre tutto intorno, nobili e prelati che non si erano rifugiati nelle ville di campagna, prendevano il fresco.

Oggigiorno, nel periodo natalizio, Piazza Navona si trasforma in un chiassoso mercato, le cui bancarelle offrono di tutto: dai dolciumi al tiro a segno, a tutto il necessario per il Presepio, compresi pastori e palme, mangiatoie in miniatura e bestiame, laghetti, montagne, cieli stellati, ecc.

Piazza Navona

Storia

86 d.C. In un sobborgo di Roma poco abitato e chiamato Campo Marzio, l’Imperatore Domiziano fa costruire un lungo stadio a forma di U. Nell’arena, circondata da gradinate in pietra per 15.000 posti, si tengono gare di atletica.

Medio Evo. Lo stadio era adiacente al percorso seguito dai Papi che attraversavano Roma per raggiungere S. Pietro – la chiesa più importante del mondo cristiano -- dalla loro residenza di S. Giovanni in Laterano. I sedili originari restarono in uso fino al XV secolo, quando i romani appassionati di sport accorrevano ad assistere a tornei tra cavalieri riccamente bardati.

1644. In questo luogo sorgeva un piccolo edificio di proprietà della famiglia Pamphili, uno dei cui membri diventa Papa con il nome di Innocenzo X.
E’ lui che trasforma lo stadio in una bellissima piazza dominata da tre capolavori barocchi: la magnifica Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini, al centro, l’originale chiesa di Sant’Agnese in Agone, commissionata dal Papa a Borromini come cappella di famiglia, e il nuovo, grande Palazzo Pamphili, dove va ad abitare Donna Olympia Maidalchini, cognata del pontefice.



Fontana dei Quattro Fiumi

Piazza Navona, Fontana dei Quattro FiumiInsieme alla Fontana di Trevi, è uno dei più riusciti progetti destinati ad abbellire piazze con lo scroscio dell’acqua e i suoi giochi di luce.

Qui Bernini crea un mondo meraviglioso di sculture gigantesche, che richiamano il diverso carattere di quelli che all’epoca erano considerati i quattro fiumi più importanti del mondo: il Nilo, il Danubio, il Gange e il Rio de la Plata. Sovrasta la fontana un obelisco egizio. Si noti la grotta scavata direttamente sotto le figure scolpite: un trucco dell’architettura manierista per dare l’impressione che il pesante obelisco si libri nell’aria.

Il costo enorme della complessa opera, cui partecipano quattro artisti, uno per ogni fiume (l’autore del Gange è Claude Poussin) spinge Innocenzo X a imporre una tassa sul pane, che attira su di lui improperi di ogni tipo.

Nel 1651, Papa Innocenzo X bandisce una gara d’appalto per la realizzazione del monumento centrale della sua grande piazza.

In un primo tempo, sembra che la commessa toccherà a Borromini, protetto del pontefice. Ma il suo rivale Bernini riesce a soffiargli l’incarico convincendo la potentissima Olympia Maidalchini a fare omaggio al Papa di un modellino in argento massiccio della fontana.


Fontana del Moro

Piazza Navona, Fontana del Nettuno

Nel 1653, Bernini - disegnatore infaticabile che in genere faceva realizzare i suoi schizzi dagli aiutanti - aggiunse alla fontana progettata nel 1575 da Giacomo della Porta la figura centrale di un africano che accarezza un delfino.

La terza fontana, quella situata sul lato nord della piazza, venne trasformata nel secolo XIX a imitazione di quella del Moro.






S. Agnese in Agone

Piazza Navona
Bisogna osservare con cura l’elegante facciata di questa chiesa per capire la forza innovativa di Borromini, che utilizza un gioco sapiente di curve che s’increspano verso l’interno e verso l’esterno per movimentarla, facendone (1657) un grandioso monumento al pontefice regnante.

Chi conosce lo stile di Borromini, che in genere progetta interni sobri e per lo più di un bianco assoluto, resta colpito entrando in questa chiesa dal suo fasto quasi eccessivo.

Predomina l’uso di marmi dal colore caldo tipico di Bernini, il quale commissionò ad altri gli affreschi della cupola (Ciro Ferri, 1670-90) e dei pennacchi (G.B. Gaulli detto Baciccia, 1662-72).

La monumentalità della chiesa è caratteristica di Borromini, l’ornato che la contraddistingue di Bernini. Sembra quasi che tutta la piazza contempli ammirata tanta bellezza.


S. Agnese in Agone

Storia

304 d.C. Agnese, una fanciulla tredicenne di una famiglia dell’aristocrazia romana, convertita al Cristianesimo, viene fatta spogliare per i clienti di un postribolo vicino allo stadio di Domiziano: ma i suoi capelli crescono miracolosamente fino a ricoprirla tutta. Vanno a vuoto anche i tentativi di farla morire bruciata; alla fine, viene pugnalata a morte. La Chiesa la riconosce tra i suoi martiri (vedi: S. Agnese Fuori le Mura).

1652. Papa Innocenzo X Pamphili affida a Girolamo Rainaldi e al figlio Carlo l’incarico di una cappella a glorificazione della propria famiglia, da erigersi nel luogo in cui sorge il venerato santuario di Sant’Agnese.

1653. Innocenzo X sostituisce Borromini ai Rainaldi. L’architetto demolisce la parete frontale da essi costruito e progetta ex novo una facciata di complessa plasticità, che oggi ammiriamo. Inoltre alleggerisce l’interno troppo carico.

1657. Una commissione di architetti, tra cui il Bernini, sostituisce Borromini, ma non altera l’unità del capolavoro di quest’ultimo. Si limita a vivacizzare l’interno della chiesa con dorature, sculture e una profusione di marmi policromi.


Piazza Navona (Mappa F 5)

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