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Pasticceria Mandaradoni

 

 

                 

 

Abitanti :                        5098

Superficie:                     22.88 Kmq

Altezza:                            460 m.s.m

Cap:                              89841

Redito pcl                    10.230

famiglie                           1602

femmine                          2512

maschi                            2586

componenti per famiglia   3.2

densità                        222 persone/kmq

 

Notizie Storiche

Le prime tracce d'insediamenti umani, nel territorio che oggi forma la zona che compone il comune di Rombiolo è datato da stanziamenti di monaci  di  rito  greco - bizantino  in  epoca  prenormanna e latino in epoca normanna tramite    un monastero intitolato  a  << S. Angelo di  Rombolà >>. Negli  agglomerati  che nacquero  in  seguito ebbe più prosperità Rombiolo che impose la sua supremazia alle sue attuali frazioni circondati  da  boschi  ricchi  d' acque,  dove  si   sostiene   che  venivano  fatti  entrare  solo  chi   accettava la protezione degli abitanti  del  luogo. Rombiolo  sorge  tra  le  pendici  di Monte Poro in una zona urbanizzata da millenni (Vibo Valentia, Tropea, Nicotera, Mileto ), che  da secoli sono i punti di riferimento cittadino di questa collettività contadina e  che  gli  ha consentito il  suo progresso, grazie allo scambio economico e politico con la costa e con l’interno della regione. La nascita di Rombiolo è collegata con la fondazione del suo convento di Rombiolo  che fu la prima opera artistica di Rombiolo dato che le prime tracce di insediamenti umani si allacciano con  la presenza di monaci. Fondato, il 12 settembre del 1587, su un terreno, ceduto gratuitamente da  un certo dottor Vincenzo Figliozzi e da alcuni proprietari limitrofi, fu costruito come i conventi     della zona, in un luogo  interno  per  evitare  le  scorrerie  dei  saraceni  che  spesso  sbarcavano  a     Nicotera Marina. Per la costruzione del convento contribuirono gli abitanti di tutti i paesi vicini, che allora formavano i casali della città di Mesiano. L’inaugurazione della chiesa del convento da parte   di monsignore Marco Antonio avvenne nel sinodo del 1591 che proclamò come primo superiore padre  Pietro  da  Moladi  della  famiglia  Barletta, divenuto in seguito padre provinciale dei cappuccini. Il più famoso cappuccino fu però fra Girolamo da Paradisoni che si distinse per la sua bontà fra la popolazione più povera. Il seicento e il settecento in Europa e in Italia questi due secoli sono caratterizzati dalla rivoluzione industriale, della nascita della macchina a vapore e di un grande sviluppo tecnologico nel seicento e dall’illuminismo  che impose la libertà di fede e di coscienza e che diffuse l’idea che gli uomini dovevano avere una fiducia sempre più maggiore nella Ragione. Rombiolo viene influenzata da queste due epoche con un suo piccolo rinascimento. Le  principali  opere  artistiche  di  quest'epoca si trovano quasi tutte esposte nel convento      dove si può ammirare: La sacra famiglia, una tela dipinta nel 1762 da Francesco Antonio Mergola di Monteleone (Vibo Valentia) che s'ispira addirittura ad un'opera di Raffaello esposta al museo del Louvre. Una statua di legno massiccio di S. Antonio da Padova, scolpita da De Lorenzo da Garipoli e offerta dalla famiglia Guerrera di Pernocari.

Sei altari che adornano la chiesa quattro di loro in legno tra la quale: un altare maggiore in legname, reso ancora più bello dal quadro della beata vergine degli angeli proveniente dall'antica città di Mesiano dopo il terremoto che distrusse il centro abitato.

In quest'epoca si ricordano tre episodi:

1) Nel Marzo del 1643, un nobile palermitano mentre attraversava la strada che va da Tropea a Vibo fu investito da una bufera che pareva ucciderlo finché ad un tratto gli apparve Gesù Cristo che fece  cessare  il temporale. Quando egli ritornò a Palermo si ricordò dell’accaduto e per devozione offrì al convento una statua scolpita da uno scultore palermitano .

2) La chiusura del convento di S. Agostino, da parte del papa Innocenzo X; che si trovava tra Pernocari e Presinaci che consentì d’arricchire il convento di Rombiolo di molti oggetti preziosi furono.

3) Un episodio accaduto ad un giovane cavaliere di Motta Filocastro, che ospitato un giorno nel convento, sfidò un crocefisso dipinto al muro, puntandogli la pistola contro e lasciandosi partire un  colpo  che  cosa  strana  ritorno  indietro e colpi al cuore il cavaliere uccidendolo; diffusasi  la notizia, il vescovo di Mileto ordino che il cadavere fosse seppellito ai piedi del crocefisso, affinché Gesù avesse pietà di lui e lo perdonasse. In  quest'epoca cominciano ad esserci le prime rivalità tra Rombiolo e Pernocari per il culto di S.Antonio.

LA NASCITA DEL COMUNE

Posto sul altopiano del Poro al centro di un area delimitata dalle principali città emporio della Calabria sud-occidentale, Rombiolo  occupava  nei  secoli  XVII - XIX  una  posizione  importante all'interno di un'economia agropastorale. Fino alla fine del 700 il villaggio contava su 719 abitanti, nel 1732 di 534 abitanti e nel 1752 di 377 abitanti  suddivisi in 82 famiglie composte di media da 4.6 componenti il che vuol dire in media 2.5 figli per coppia con una vita media di 46 anni , di queste 69 (84,14 %) erano povere i quali i capi famiglie facevano parte delle seguenti categorie : 37  braccianti , 3 calzolai , 1 carpentiere , 19 massari di buoi  o  di  pecore, 2 sarti , 11 disoccupati ; 6  (7.32 %) medio-ricche, 7 (8.54 %) erano di famiglia ricca . Dopo il terremoto del 1783 Rombiolo aveva una popolazione di 341 abitanti che consentirono dopo  la distruzione di Mesiano da parte del terremoto  per la sua potenza economica e demografica di diventare  nel  1793, autonomo ( insieme a  Zungri   e a  Filandari )  con  a  capo  il  suo  primo  sindaco  Giuseppe  Massara  eletto  nel  1802.  Il  suo     territorio  comprende  i casali di: garavati, Moladi, Presinaci e Pernocari; la propria popolazione complessiva ammontava a 1687 abitanti.

 

 

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