Reckless Kelly-Under the Table & Above the Sun Sugar Hill/IRD 1/2

Il sentiero è familiare, non si può sbagliare direzione quando si hanno coordinate precise, una mappa che definisce ogni singolo affluente. Per i Reckless Kelly non ci sono misteri: è il battito del rock'n'roll a guidarli, è la strada della radici a dettare i tempi e le melodie, rubando formule magiche a trent'anni abbondanti di storia del roots-rock. Perchè se dovesse esistere un riassunto spiccio di quello che significa suonare questo genere musicale, non ci sarebbero dubbi sul loro ruolo di studenti modello. Capaci di sintetizzare in canzoni frizzanti il sapore country del Texas, loro terra d'adozione (sono originari dell'Oregon), il rock stradaiolo di Steve Earle e John Mellencamp e le ballate da "border radio" di Joe Ely, Cody e Willy Braun, fratelli nella vita e sul palco, hanno compiuto quella maturazione che in tanti ci saremmo aspettati dopo le promettenti avvisaglie di Millican e The Day, dischi con cui avevano tracciato il loro genuino percorso nel mondo Americana. Grazie alla produzione deluxe di Ray Kennedy (alter ego di Steve Earle), le note introduttive di Robert Earl Keen e la giusta spinta di un'indipendente di rango quale la Sugar Hill, Under The table & Above the Sun è il disco che i ragazzi aspettavano da una vita. Certamente più mainstream che in passato, calibrate e senza sbavature, le nuove canzoni hanno un piglio melodico irresistibile, che potrebbe fare breccia nella radio di settore americane: siamo lontani da quel mondo, ma nello stereo della nostra fedele quattro ruote Let's Just Fall e Nobody Girl fanno ugualmente un figurone. Le chitarre di Willy Braun e David Abeyta si rispondono a meraviglia, la voce è limpida e stentorea, mentre Cody ricama di fino con i suoi mandolini e quel magico violino, oggi tuttavia meno insistente che in passato. Un briciolo di romanticismo si affaccia nel country-rock da manuale di Desolation Angels ed Everybody, ma i Reckless Kelly non riescono proprio a tenere schiacciato il freno: anche le ballate (Vancouver, Willamina e l'epica Mersey Beat) non rinunciano a quella verve elettrica che li contraddistingue e quando riprende quota il rock'n'roll in I Saw it Coming e You Don't Want Me Around, c'è da divertirsi.
(Fabio Cerbone)

www.recklesskelly.com