Torna all'Archivio

Ai Phoenix - Lean That Way Forever Glitterhouse 2002

Non è il caso di sorprendersi di fronte alla provenienza di questa giovane formazione, ultimo lungimirante acquisto di casa Glitterhouse: gli Ai Phoenix sono gli ultimi testimoni, in ordine di tempo, della vitalità della scena norvegese, mondo apparentemente isolato e refrattario agli schiamazzi del music business ed oggi più che mai al centro delle attenzioni di chi cerca nuova linfa per la canzone folk più stralunata e dall'impostazione low-fi. Patrick Lundberg e Mona Mork sono il cuore musicale della band, giunta con Lean that Way Forever al terzo episodio della loro breve storia: il più ambizioso ed ispirato, almeno scorgendo il tempo impiegato nelle registrazioni (circa un anno) e le cinque differenti locations utilizzate per l'incisione. La stampa specializzata, specie quella inglese, ha già speso parole d'elogio e, ironia della sorte, sono inspiegabilmente divenuti una sorta di cult-band in Grecia. Aria depressa, folk-rock a bassa fedeltà, l'immancabile ombra di Nick Drake ed un fascinoso incastro delle voci di Patrick e Mona. Quest'ultima è cresciuta su un isolotto di 60 anime dove insegnava ad una classe di otto fanciulli e tutta la pacifica (forse per alcuni monotona) serenità di una simile esperienza di vita sembra marchiare a fuoco canzoni dall'incedere languido e indolente (splendida la cover di The song from Moulin Rouge), sussurrate all'inverosimile (Bird whispering). Tutto si scolora nell'incastro delle chitarre acustiche (tra le più coinvolgenti si segnala Elvis), che conducono costantemente il songwriting assai tradizionale degli Ai Phoenix, i quali però aggiungono intelligentemente sfumature ed arrangiamenti tanto impercettibili quanto essenziali nel distinguere il loro sound: per esempio l'organo minaccioso (per essere precisi si tratta di un resuscitato moog) nella lugubre Ice-cold storm, o l'accordion di Bosse Litzheim a donare cadenze parigine in Storyteller.
(Fabio Cerbone)

www.glitterhouse.com