Torna all'Archivio

Mike Barfield - Living Stereo Tater Tot 2002

Ma in che anno siamo finiti? E soprattutto chi diavolo è questo Mike Barfield, che si diverte a giocare con la storia del rock'n'roll? Le notizie a disposizione ci aiutano a chiarire i nostri legittimi dubbi: già leader dei texani Hollisters, country-rock band ruspante messasi in luce nei circuiti indipendenti Americana, ha deciso di lasciare al palo quella esperienza e mettere in piedi un progetto solista che racchiudesse le sue innumerevoli influenze musicali. Il risultato, Living Stereo, ruba un sorriso non tanto per l'originalità, quanto al contrario per essere un competente lavoro di revival, talmente fedele al passato che sembra di stare a sentire dei nastri inediti del 1960, o giu di lì (basterebbero titolo e copertina, d'altronde, a spiegare tutto). Tra brani orginali e cover da intenditore, Barfield mischia le sue radici texane con il soul, la country music d'epoca con il rhythm'n'blues ed il rock'n'roll primordiale, andando a ripescare una I've Been Abused firmata Chester Burnett (ovvero Howlin' Wolf), She's a Yum Yum del grande autore Dallas Frazier, You got What It Takes di Joe Tex e Signed, Sealed and Delivered di sua maestà James Brown. Gli riesce tutto bene, anche perchè la voce non gli manca di certo, e in più può contare su un bel gruppo di musicisti che lo spalleggiano alla grande, comprese Tiffany and The Gospel Motions alle backing vocals. Gli episodi orginali non sono tuttavia meno dignitosi, anzi: Twist It andrebbe benissimo per animare la vostra prossima festa tra amici, Look at Me e Confession Time sono pura honky-tonk music, mentre Lovers Prison swinga che è un piacere. Certo sarebbe sempre consigliabile rintracciare gli originali, ma non è il caso di fare gli schizzinosi se la rilettura è onesta e divertente come quella proposta da Mike Barfield.
(Davide Albini)

www.hollisters.com