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Black Heart Procession - Amore del Tropico Touch&Go 2002

Il terzetto di S.Diego non sbaglia un colpo: era difficile ripetersi dopo le vette raggiunte negli ultimi due lavori, anche alla luce delle lusinghiere sirene della critica, che ha sempre elogiato i Black Heart Procession per aver riportato un'atmosfera di mistero e malinconia nella canzone rock americana. Ha visto bene chi ha descritto Amore del Tropico, il primo disco a non seguire la classica numerazione progressiva (gli altri lavori erano semplicemente intitolati I, II e III), come una breccia nel loro cuore nero. Non si devono preoccupare i vecchi fans: Pall Jenkins e compagni restano affascinati dai misteri e dalle sofferenze dell'amore; è però innegabile che siano presenti arrangiamenti più complessi, una strumentazione più curata e ritmiche più movimentate, ad incominciare dalla splendida Amore del Tropico: arriva dopo un breve flash di introduzione strumentale ed è un mezzo capolavoro, una marcetta funebre per piano e violino dal taglio cinematografico, un film noir, naturalmente. Il groppo alla gola continua con Broken World, ma già Why I Stay sposta il baricentro verso il deserto (potrebbero interpretarla anche i Calexico). The Invitation è drammatica all'inverosimile, ma subito viene spezzata dai ritmi accesi di Did You Wonder: l'alternanza delle due anime della band si mostrerà evidente fino alla fine, con la new-wave e le tastiere minacciose di Sympathy Crime o la straziante A Cry for Love (se siete stati appena lasciati, passate oltre...) in opposizione al corposo suono rock di Only The Way (bravo Tobias Nathaniel alle chitarre), prima di toccare il cielo con la chiusura country-gospel di The One Who has Disappeared. Rinnovati eppure sempre uguali a se stessi.
(Fabio Cerbone)

www.blackheartprocession.com