Quante vicissitudini artistiche comuni nel mercato indipendente americano:
John Bunzow si presenta con un delizioso affresco "Americana",
e noi facciamo fatica a capire perchè ci abbia messo così
tanto tempo per uscire allo scoperto. Poi veniamo a sapere che il suo
debutto solista (era il 1996) subì la mannaia delle fusioni discografiche:
Stories of The Years (prodotto dal quotato Pete Anderson) era già
fatto e finito, quando l'etichetta chiuse i battenti, col risultato spiacevole
di lasciarlo al palo. Si comprende meglio a questo punto la freschezza
che traspare in tutto Darkness and Light e la schiera di
affermati sessionist riuniti nell'occasione, tra cui Chad Cromwell,
Richard Bennet, Tammy Rogers e Ray Kennedy (del team
produttivo di Steve Earle). Mettendoci in ogni caso tutta la personalità
a sua disposizione, John Bunzow ha reso questo disco un piccolo riassunto
di quello che potrebbe definirsi una sorta di roots-rock d'autore. Non
abbiamo a che fare solo con un fine chitarrista (per giunta con molta
gavetta alle spalle), misurato in ogni singola nota, semmai con un vero
e proprio singer-songwriter. Sono le ballate, sottilmente melodiche, a
cavallo tra classicità country-rock e sfumature roots, ad imprimere
il passo in più: il soul feeling di Straight Into the Sun e
la dolcissima Pieces On the Ground (in duetto con Allison Moorer)
lo avvicinano molto alla sensibilità di Buddy Miller, senza
dimenticare una radice comune nel sound rurale del primo Steve Earle (l'acustica
Choices Come Easy e la stradaiola Desolation Road). Quando
i ritmi diventano più spigliati, si perde per strada un briciolo
di originalità, restando tuttavia saldamente ancorati ad un gustoso
rock'n'roll provinciale sulla linea di outisiders quali Duane Jarvis o
Jack Ingram (Love Is The Only Rescue, Chasin' Trains), oscillando
tra pulsazioni blues (Corner of Darkness and Light) e gradevole
honky-tonk music (Ghost Of a Man, scritta in coppia col citato
Jack Ingram). Darkness and Light non sconvolge le regole del gioco, ma
regala più di un sorriso.
(Fabio Cerbone)
www.johnbunzow.com
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