Spero che qualcuno si ricordi ancora dei Loose Diamonds: quando
non andava troppo di moda parlare di rock delle radici, alternative-country
e simili, ad Austin erano già una piccola leggenda del roots-rock
cittadino. Un paio di ottimi dischi nella prima metà degli anni
novanta (Burning Daylight, soprattutto), frizzante rock'n'roll
con le giuste influenze texane ed alcune ballate da strada, poi il silenzio.
Troy Campbell era uno dei due lead singers della formazione, insieme
a Jud Newcomb (ora riciclatosi produttore e chitarrista per conto terzi)
e rappresentava il volto pulito e gentile della band. Anche il proseguio
solista della sua carriera conferma quelle impressioni: American
Breakdown è un disco di onesto rock cantautorale, con una
forte impronta melodica, a volte decisamente pop, ma sempre incentrato
sul suono limpido delle chitarre. D'altronde la produzione è nelle
mani dell'esperto Gurf Morlix, che aggiunge il suo inconfondibile
tocco chitarristico ad impreziosire questi bozzetti folk-rock. Campbell
ha dalla sua una voce elegante e soffice, che da il meglio nei tempi medi
di certe ballate pop-rock come Sad Truth e World of Tears,
mentre tende ad essere troppo mieloso nei ritmi blandi ed acustici di
Sorrytown e Pacific. La noia è tuttavia bandita grazie
a qualche necessaria impennata elettrica: Rosabelle è un
vibrante folk-rock attraversato dalla slide tagliente di Morlix mentre
l'epica Home After Dark ci riporta volentieri al passato dei Loose
Diamnods, con l'elettricità in primo piano: fosse stato tutto così,
American Breakdown avrebbe fatto ben altra impressione. Nel complesso,
resta comunque una buona testimonianza di salute.
(Davide Albini)
www.troycampbell.com
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