Calato definitivamente il sipario sull'avventura dei Blue Mountain,
una delle più entusiasmanti e sottovalutate espressioni del movimento
roots di questi anni, Cary Hudson, che di quella formazione è
sempre stato lo spirito guida, ritorna sulla strada con un pugno di luminose
canzoni dal profondo Sud (e non poteva essere altrimenti per uno che viene
dal Mississippi), dimostrando ancora una volta di essere uno dei talenti
più puri e trascinanti della scena rock provinciale. I Blue Mountain
avevano chiuso la loro storia alla perfezione, impossessandosi della musica
dei Padri nel capolavoro Roots, titolo emblematico per un
disco fatto di antiche ballate e leggende popolari in chiave alternative-country.
The Phoenix tenta coraggiosamente di lasciarsi alle spalle
l'eredità ancora ingombrante della sua vecchia band, accentuando
le radici rock e southern di un autore che prima di tutto è chitarrista
di classe superiore, capace indistintamente di tirate hard-blues furiose,
lirici e romantici assoli, fingerpicking di scuola country-blues ed altro
ancora. Ruspante, corrosivo, ma anche tremendamente poetico, The Phoenix
è un intruglio di sounthern-rock viscerale e mountain music, a
metà strada tra le certezze del passato e le nuove passioni rock'n'roll
di Cary. Alternando momenti di stridente elettricità (Mad, Bad
& Dangerous), tra blues di scuola Fat Possum (Bend With The
Wind, God Don't Never Change) e cadenze alla Little Feat (quasi
imbarazzanti le somiglianze in High Heel Sneakers), con pause acustiche
e maliconiche ballate rootsy (bellissima la stessa title-track, Butterfly
e 8 Ball Blues) che evocano un Sud dimenticato da tutto e da tutti,
Cary Hudson riesce per l'ennesima volta a commuovere. Band ridotta all'osso
(sono in tre, con i nuovi compagni Ted Gainey alla batteria e Justin
Showah al basso, escluso qualche fugace ospite in studio), arrangiamenti
di una semplicità disarmante e soluzioni sonore che richiamano
una forte matrice seventies. Il segreto è tutto qui: non servono
grandi produttori e suoni del "terzo millenio" quando si possiede
un talento grande così.
(Fabio Cerbone)
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