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Cast Iron Filter - This Ugly Town Cast Iron Filter 2002
 

Da quel grande bacino di talenti che resta il North Carolina un'altra solida realtà alternative-country: i Cast Iron Filter non fanno mistero di influenze da roots band con gusti tra il country-rock classico ed una punta di bluegrass. La produzione è curata dall'esperto Mark Williams (mi pare abbia avuto a che fare anche con i Whiskeytown), mentre in veste di ospite (in un paio di brani alla chitarra acustica) arriva Mark Bryan dagli arcinoti Hootie and The Blowfish. Una precisa predisposizione verso atmosfere acustiche e rurali prende il sopravvento lungo tutti i quattordici gli episodi di This Ugly Town, tanto che una delle critiche più immediate va rivolta proprio al sound eccesivamente monocorde, ripiegato spesso sulle stesse sonorità e sugli stessi giri armonici. Non si discutono tuttavia le qualità strumentali della formazione, che ha i suoi punti di forza maggiore nell'energica voce di Dustin Edge (responsabile anche delle chitarre acustiche) e nell'accopiata mandolino (Mike Orlando) e pedal steel (Jim Ashton), che contraddistingue ogni brano. Country-rock romantico e spigliato, nonostante l'assenza assoluta di elettricità, radici ben salde negli anni settanta, un vago sapore di west-coast tra le righe, con un incalzante sezione ritmica: questa la ricetta della formazione. Le cose migliori si ascoltano nell'iniziale Brand New Pants e in Temptress of Washington, che rotolano sulle strade polverose del Midwest, o nei numerosi ritratti di vita provinciale al centro dei loro testi (la stessa Ugly Town, Americana Motel, Sheila and Jake). Sono sporadici i cambi di rotta, fatta eccezione per uno struggente brano strumentale, la bellissima danza zigana di Wreckless, in cui il mandolino di Mike Orlando e il fiddle dell'ospite Glen Alexander guidano una melodia antica e seducente, in uno dei momenti più ispirati della raccolta
(Fabio Cerbone)

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