Lasciandosi
andare per una volta tanto alle intemperanze dei veri fans, verrebbe
da dire che solo grazie ad una canzone quale The Replacements,
dedicata evidentemente alla saga di una delle più furiose e genuine
rock band degli anni ottanta, Tommy Womack si è guadagnato
in fretta un posto speciale nei nostri cuori: una ballata folk sorniona
e ciondolante, tagliata dall'armonica e da cadenze narrative dylaniane,
che mostra un autore ironico e pungente, ma soprattutto un autentico forzato
del rock'n'roll come noi. Tommy opera da tempo dall'altra parte della
strada di Nashville, e con Circus Town è giunto al
terzo disco solista, dopo aver militato nei Government Cheese, nei Bi-squits
ed aver addirittura scritto un cuorioso libro sugli imprevedibili risvolti
del music busness. Eclettismo e versatilità non mancano di certo
al personaggio, il quale continua ad inseguire, come nei precendenti lavori
(vedere Stubborn),
l'idea di un folk-rock frizzante e sarcastico, a tratti palesemente debitore
verso il Dylan più bluesy (The highway's coming, tre accordi,
chitarre assasine e via), altre volte più raccolto, romantico e
rootsy (una Everything with you di cui Paul Westerberg dovrebbe
chiedere i diritti; Nancy Dunn), altre ancora elettrico e pulsante,
tra riminescenze post-punk (Fake it til you make it, You can't
get fro there) e power-pop (l'ottima Sleeping with Cecelia).
Questa volta il prodotto finale gli riesce più corposo e convincente
che mai, recuperando la freschezza degli esordi di Positively Na-Na (1998):
affiancato nella produzione da David Henry (già al lavoro con Josh
Rouse) e dai soliti fidati amici, Womack è un altro ribelle senza
causa dall'altra Nashville.
(Fabio Cerbone)
www.tommywomack.com
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