Morbida commistione di sonorità rurali e suggestioni pop, la musica dei
Countrypolitans riesce a bilanciare piacevolmente radici country e spinte
pop-rock, avvicinando i Countrypolitans, non solo ai gusti del pubblico
Americana, ma anche al circuito delle college radio. Face of My
Hometown segna l'esordio per la Sideburn, all'indomani di un positivo
debutto (Tired of Drowning) che aveva fatto immediatamente guadagnare
alla band, originaria dell'Oregon, le giuste credenziali. La leggenda
narra che, dopo essersi esibiti al cospetto di Johnny Cash ad una festa
privata, siano stati subito notati dal leggendario Lloyd Maines, il quale
si è ripromesso di produrli in futuro. Nell'attesa dei possibili sviluppi,
solitamente mai deludenti, di un tale incontro, possiamo nel frattempo
apprezzare lo scintillante roots-rock della band, frutto di un lavoro
di squadra tra Roger Conley (basso e chitarra acustica) e la bella
e brava Elisabeth Ames (voce solista), unici autori di musica e
testi. La vellutata vocalità della Ames favorisce la loro accattivante
proposta, destreggiandosi con abilità tra slow ballads d'atmosfera (Falling
at Your Feet, con i suoi accenti da bossanova), sulla linea tracciata
da gruppi quali i Cowboy Junkies (sentitevi la stessa title-track o la
chiusura con Faith), brillanti brani pop elettro-acustici (Maybe
It's You) e qualche concessione ad un suono rock'n'roll più ruspante(l'ingenua
I Wanna Score). L'onnipresente pedal-steel di Peter Burak
garantisce i giusti agganci con la tradizione, mentre le chitarre di Justin
DeFreece non graffiano più del dovuto, preferendo ripassare sonorità
jingle-jangle alla Byrds (After You're Gone, Kind of Funny)
e mantenendo arrangiamenti sempre misurati, che sono in fondo la carta
vincente di questa giovane formazione.
(Fabio Cerbone)
www.countrypolitans.com
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