Lasciare
che il tempo passi, che la gente e la critica si dimentichino dell'importanza
di Once We Were Trees (2001)? Assolutamente no, niente di pių sbagliato.
Cavalcare l'onda deve essere una regola sacrosanta e i Beachwood Sparks
lo sanno bene. Cosė, a distanza di qualche mese dal loro secondo album
(edito dopo l'esordio del 2000), la band californiana decide di matenere
vivo l'interesse attorno a se pubblicando Make The Cowboy Robots
Cry, un Ep di trenta minuti fortemente in linea con la vecchia
produzione e spunto per una nuova collaborazione con Jimmy Tamborello
(polistrumentista), riapparso dopo le perentesi con Stricly Ballroom e
Further (le bands che hanno dato vita ai Beachwood Sparks). Sei canzoni
per un'armonia musicale che miscela country (qui rappresentato da Ponce
De Leon Blues) e psichedelia west coastiana, integrandosi incredibilmente
con l'indie pop (per Hibernation, una soft song ipnotica), rendendo
il tutto etereo, cosmico e vintage. Brani come Drinkswater, Sing
Your Thoughts e Ghost Dance 1492 sono fortemente evocativi
di bands come The Flying Burrito Brothers e Byrds, testimonianza questa
di come Los Angeles sia culla e fonte d'spirazione per un sound unico
ed immortale.
(Carlo Lancini)
www.beachwoodsparks.com
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