Le avevamo lasciate circa tre anni fa, quando ancora si facevano chiamare
Damnations Tx, ed oggi le ritroviamo prive della Tx (che stava
per Texas) e con un batterista in più, dato che Conrad Choucran
sembra sia entrato in pianta stabile nella band di Amy Boone, Deborah
Kelly e Rob Bernard, i quali per il lavoro precedente si erano
avvalsi di Keith Langford. Per il resto fortunatamente non molto
è cambiato: il sound delle Damnations è sempre "sporco" rock'n'roll,
in bilico tra country-roots ed una aggressiva matrice elettrica che certo
non guasta, una sorta di rock sgangherato che riecheggia echi degli Stones.
Sicuramente poco aggraziati, ma comunque ruvidi e vibranti, come in Quarter
in the Coach, passano volentieri a momenti in cui l'influenza di Austin
si fa decisamente sentire, per esempio in Wanna Be Your Mama (cover
di Doug Sahm), dove l'uso dell'elettrica evidenzia perfettamente l'incontro
tra il deserto e i locali dove la birra scorre a fiumi. Altre volte invece
sembra di sentire dei novelli Mama's and Papa's, con le loro arie sbarazzine
e divertenti: è il caso di Bloodhound, che dispiace solo duri poco
più di due minuti. New Hope Cemetary è per contro decisamente punkeggiante,
tiratissima manco fosse un brano dei Social Distortion. Insomma un bel
miscuglio di generi, un lavoro che ci parla di una Austin differente e
uguale al tempo stesso, come in Corona, un rockabilly infuriato
o Tora Tora Tora, che sarebbe piaciuta anche a Sergio Leone per
uno spaghetti western targato 2002. Nonostante nell'insieme sia inferiore
all'esordio Half Mad Moon, Where It lands merita tutto il
rispetto e la considerazione dovute.
(Ruggero Marinello)
www.damnations.com
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