Si
rafforza il legame italiano per Danny Click: il rocker texano ha
trovato un rifugio sicuro e tutta la competenza possibile in casa della
milanese Appaloosa, con cui aveva esordito due anni fa grazie alla testimonianza
live di Night of The Living Guitars. A differenza di quel disco,
eccessivamente votato al linguaggio rock-blues, il nuovo lavoro si impone
come il più compiuto e convincente della sua breve carriera. In
questa occasione ci immergiamo in atmosfere più dilatate, che spaziano
dal crudo rock'n'roll alla Mellencamp (il clima torrido di Marseilles),
ai profumi del border messicano, dalle deviazioni in territori southern
ad una serie vincente di ballate rock da grandi spazi (la splendida accoppiata
di Fools Parade e Love At War), il tutto immerso in una
straripante elettricità, che, quando riesce a cogliere l'essenza
del genere, viaggia spedita come un treno. Elvis the Dog
si avvale innanzi tutto di una produzione (lo stesso Danny Click) molto
più centrata che in passato: il sound è compatto e tirato
a lucido, la band gira a pieno ritmo (un plauso al fido compagno Dave
Sampson, seconda preziosa chitarra) sulle dinamiche di un rock'n'roll
epico e sferzante. Killing Fields parte col piede giusto: una cavalcata
elettrica di sei minuti e mezzo, con una slide assassina che la attraversa
in lungo e in largo, è il biglietto da visita migliore per presentare
un chitarrista che sembra aver capito la differenza tra un solismo fine
a se stesso e la bontà di una canzone. Avendo anche compreso i
suoi legittimi limiti come autore, Danny Click si è intelligentemente
rivolto ad una serie di efficaci cover: ad esempio la beatlesiana I've
Got a Feeling, che si trasforma in una ballata elettrica travolgente
(alla seconda voce l'amico Jimmy LaFave), la riflessiva Dust
on The Bible (Bob Childers) o Tijuana di J.J.Cale, spanish
ballad di confine. Dalla sua penna riesce in ogni caso a sforderare il
bollente southern-rock di No Good Reason, in duetto con Julieann
Banks, una rocciosa ballata della stoffa di I Miss You ed una
inattesa chiusura acustica (la stessa title-track), sulla scia del maestro
Ry Cooder.
(Fabio Cerbone)
www.dannyclick.com
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