Nonostante si rimanga saldamente ancorati alle strette maglie del rock'n'roll
più defilato ed indipendente, Southern Rock Opera rappresenta
realmente un unicum nella scena roots alternativa per concezione,
cura dei particolari ed ispirazione. Disco doppio, splendida confezione
cartonata, con accattivante grafica e tutti i testi inclusi, Southern
Rock Opera, lo suggerisce il titolo stesso, è un vero e proprio
concept-album, di quelli che tanto andavano di moda negli anni '70, lungamente
vagheggiato e finalmente concretizzato dal leader di questa rauca e grintosa
rock'n'roll band sudista dell'Alabama, Patterson Hood (il padre
David è stato un famoso session man dei mitici studi Muscle Shoals)
con gli altri compagni di avventura, in particolare Mike Cooley,
secondo autore e voce in alcune delle venti canzoni qui incluse. Tutto
è incentrato sulle vicende, in qualche modo autobiografiche, di
un giovane ragazzo che si allontana dal suo Sud, rifiutando l'eredità
musicale ed anche culturale della sua terra, cercando rifugio in altri
luoghi e in altre musiche per trovare ispirazione ai suoi sogni di rock'n'roll.
Solo col tempo si riavvicinerà alle sue radici, scovando i lati
positivi della cultura sudista, avendo come punto di rifemineto imprescindibile
i Lynyrd Skynyrd. Bella storia e soprattutto strepitose chitarre,
che volano alto e scorazzano per tutto il disco. Non inganni però
il forte legame con gli Skynyrd: i Drive By Truckers sono al terzo
disco e vengono da un passato fatto di alternative-country, roots-rock
ringhioso stile Bottlerockets-Slobberbone e quintali di punk-rock ascoltati
in gioventù. Ci muoviamo dunque in un terreno a cavallo tra riminesceze
sounthern-rock, il lirismo chitarristico di Neil Young e dei suoi Crazy
Horse (quasi un paradosso...vi ricordate la diatriba che stava dietro
la nascita di Sweet Home Alabama?) ed un impianto rock'n'roll molto seventies.
Non c'è materialmente lo spazio per segnalare i singoli brani,
ma, che ci crediate o meno, questo disco è uno dei tour de force
chitarristici più eccitanti e bollenti che si siano ascoltati negli
ultimi tempi: non sono dei geni, macinano i soliti quattro accordi, ma
basta sentirsi Ronnie and Neil o Let there be rock per capire
che cantano come fossero l'ultima rock'n'roll band rimasta sul pianeta.
(Fabio Cerbone)
www.drivebytruckers.com
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