Un vero e proprio collettivo musicale questi Deadnecks, gioiosa
country-rock band del Kentucky che si è guadagnata un ristretto
seguito di estimatori nell'arco di due lavori per la minuscola Klow records.
Sono in dodici e riescono mirabilmente a non pestarsi i piedi, dosando
ogni singola nota in un sound limpido e fuori moda. A tenere le fila c'è
Skip Bethume, voce e chitarra acustica, affiancato dalla figura
atipica di Karl Richards, membro "virtuale" della band,
che collabora solo alla stesura dei testi, bozzetti di vita rurale nella
depressa provincia americana. L'esordio con Tornados and Trailers
era stato una sorta di piccolo cult anche dalle nostre parti, per via
di quella miscela cristallina di border songs e country da bivacco ed
il nuovo What Was I Thinkin'? non fa che ribadire le coordinate
della loro proposta musicale. Nonostante le origini geografiche, si respira
forte aria di Texas, tequila e senoritas, schietta honky-tonk music e
rock'n'roll danzereccio (la stessa title-track che apre baldanzosa il
disco). Non rappresentano indubbiamente il volto più progressista
e innovativo del mondo delle radici, ma possiedeno melodie e chitarre
che ti scorrono accanto con una freschezza invidiabile. Ritmiche sbuffanti,
sovrapposizione tra elettrico ed acustico (con dobro, violino e accordion),
canzoni disarmanti nella loro semplicità che passano in rassegna
country-rock godereccio (Two Kinds of Highways, Too Close to
The Flame) ballate da grande fuga (Rollin' On, I Don't Think
So) e orrizzonti messicani (Anchor Bar, Sweet Roxanna,
Broke Down) Verrebbe da chiedersi se la musica dei Deadnecks sia
classificabile come alternative-country o magari Americana: un dilemma
irrisolvibile e che dimostra ulteriormente il peso ingombrante di queste
etichette. E' solamente american roots music della migliore specie: quella
che non inventa nulla, ma lascia un buon sapore in bocca
(Fabio Cerbone)
www.deadnecks.com
|